Priiiiiiima prova sul fandom :ph34r:
Prompt per il fanon fest di
Fanworld/True Colors: Doctor Who, Rory Williams, abituarsi alla vita
sul TARDIS
Crosspostata col fest estivo di
fanfic_italia, prompt: "È sufficiente che ci sia un
fiocchetto
in un posto ridicolo"
...ma 11 piace a qualcuno in questa
sezione? :'(
Comunque tanto amore per tutti i Dottori che ho visto finora,
spero di espandermi prima o poi...
Chi il farfallino ferisce
“Domani sarà il tuo primo giorno
ufficiale sul TARDIS”, gli aveva detto con una pacca sulla
spalla e
un sorriso dei suoi, di quelli da sdentato che per di più
riuscivano
a fargli scomparire quel poco di sopracciglia che aveva. Era
inquietante, ma il Dottore era fatto così, prendere o
lasciare. E
sembrava genuinamente orgoglioso di lui nel congedarlo, dopo la buona
notte, con un “Sii magnifico.”
Fra la cosa delle sopracciglia e la
stanchezza della giornata (vampiri! Cosacce limacciose e puzzolenti!
Non avrebbe più toccato un libro di vampiri in vita sua),
l'idea che
l'augurio fosse metaforico non gli aveva neanche sfiorato
l'anticamera del cervello. Così, addormentato sul colpo
appena
toccato il letto, Rory – Rory il timido, Rory l'infermiere
della
sua cittadina da venti anime e un ufficio postale – Rory
sognò di
irrompere in una platea di alieni, con indosso una tuta d'argento e
un casco scintillante, crogiolandosi nell'ammirazione del Dottore e
della sua Amy. E così, dopo un lungo riposo, quando fu del
tutto
sveglio e Amy già da tempo schizzata altrove,
iniziò l'arrampicata
al guardaroba. Se ne stava lassù come un miraggio lontano,
semiaperto, senza scale dirette. Si chiese distrattamente se anche
quello del Dottore fosse così inaccessibile e se fosse
quello il
motivo per cui abusava di quella povera giacca di tweed. O forse
stava solo risparmiando loro le alternative. Che pensiero gentile.
Arrivato alla meta, il primo cassetto
che aprì lo schernì con una selezione di
farfallini galattica, dal
giallo banana alle combinazioni più offensive di seta
cangiante.
Molti sembravano antichi, nel tempo relativo del TARDIS – a
proposito, se questa era la sua idea di uno scherzo di benvenuto,
Rory si arrendeva: i libri che avevano letto non contenevano neanche
un paragrafino grosso così sul possibile umore giocoso delle
dimensioni relative.
Chiuse il cassetto con sdegno.
Piuttosto, nudo, affermò nel silenzio dell'alta stanza.
Il resto della selezione poteva
provenire da otto secoli, non necessariamente consecutivi, e una
ventina di proprietari, non necessariamente umani. Fra magliette di
cantanti non ancora nati, cinghie per tentacoli e ricche giacche da
far invidia a una nobiltà francese (quale, di preciso, non
gli era
chiaro: si confondeva sempre coi Luigi), Rory ebbe di che frugare
prima di dichiararsi soddisfatto. Tornò infine a terra con
un
completo sobrio rispetto alla divisa scintillante del suo sogno, ma
tuttavia 'magnifico' rispetto al Rory Williams di Leadworth che non
aveva mai visto Venezia, o un pesce alieno vampiro from outer space,
o entrambi. Fra la camicia e il taglio dei pantaloni, gli stivaloni e
la posa che si era ritrovato ad assumere davanti allo specchio, si
sembrò una specie di Errol Flynn spaziale, o un futuristico
Inigo
Montoya. Una fusciacca rosso rubino, ampia e rigida, ma agganciata
dietro con del semplice velcro, completava l'opera.
“Il mio nome è Inigo Montoya, hai
ucciso mio padre, preparati a morire”, recitò
immaginando di
brandire uno stocco laser. Si chiese se il TARDIS traducesse gli
equivalenti culturali e, se sì, che alternative avessero
altri mondi
per The Princess Bride. Amy sarebbe stata entusiasta di scoprirlo.
“Preparate gli stomaci e le papille
gustative”, sentì declamare il Dottore con aria da
grande
intenditore mentre armeggiava coi comandi. “Perché
quella che ci
aspetta è la leggendaria colazione imperiale della luna Est
di
Lexagenta W, all'inizio della sua decadenza, quando hanno appena
aperto ai turisti e imparato che non tutte le razze illuminate
apprezzano più burro che farina nei loro croissant, ma prima
che
inizino ad annacquare il korolija. Ora, vi starete chiedendo come
faccia una luna a essere semplicemente “a est”...
dovete sapere
che, quando alla creazione dell'universo hanno spiegato rotazione e
rivoluzione, il futuro Lexagenta W, che allora era un sassetto
incandescente, non era troppo attento – dico in senso
figurato,
s'intende – e si è ritrovato con una luna in
orbita geostazionaria
e un periodo di rotazione pari a quello di rivoluzione, come la
vostra, di luna. Una noia tremenda in cielo, per i lexagentani,
tant'è che alla fine hanno aggiunto una luna artificiale che
orbitasse per bene per movimentare un po' le cose, ma lì
l'infuso
d'intravaia non vale nulla e comunque sia, per una colazione come si
deve...”
Giunti a quel punto della
dissertazione, erano già atterrati da un pezzo e Rory si era
defilato rasente al muro verso la porta, sicuro della sua
magnificenza ma, a ripensarci, non abbastanza da sostenere un esame
approfondito da parte dei compagni di viaggio. Il Dottore lo
placcò
sull'uscio mettendogli una mano sulla spalla. Lui inarcò un
sopracciglio e non si voltò.
“Rory, Rory”, disse con un tono
affranto che l'interpellato associò a) a una vecchia zia,
nonché b)
a un movimento ritmico ondulatorio del collo caratteristico dei
bovini, “Rory, ragazzo mio. Questo non si porta
così.” E senza
aspettare risposta gli cacciò due dita fra schiena e
fusciacca,
stoccacciandola e rigirandola alle sue spalle fino a che, per non
rispondergli male, Rory afferrò la maniglia e
uscì. Lasciando una
Amy appena sopraggiunta a domandarsi, in ordine: primo, cosa ci
facesse il suo fidanzato con indosso una cintura da geisha rosso
rubino; secondo, se quei due dovevano proprio competere anche per
fiocchetti ridicoli in posizioni imbarazzanti; ultimo ma non per
importanza, se fosse possibile convincerlo a indossare anche il resto
del kimono.
(non so in che razza di viaggio l'abbia
accattato il Dottore, comunque in Giappone vendono yukata per
turistacci completi di obi fintissimo, ne ho uno XD La cintura si
allaccia con velcro o gancetti, il fiocco è separato e si
mette su
con una specie di pinza)
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