There's
not time to fight
La
sua piscina in teak.
Haley
se la ricordava benissimo. Suo padre l'aveva comprata per lei quando
aveva compiuto quattordici anni..
Anzi,
l'aveva costruita per lei seguendo il disegno che lei stessa aveva
fatto.
O
meglio, ci aveva provato.
Quella
che lei aveva disegnato, era a forma di fagiolo, come la più
tradizionale delle piscine.
Solo
che suo padre, non riuscendo a realizzare quella forma, aveva deciso
di modificarla un po' e l'aveva resa quadrata.
Ma
a lei era andata bene comunque. Quando aveva visto quella bella acqua
fresca e il suo nome inciso nel legno, in un angolo a sinistra, era
stata felicissima.
Si
era tuffata lì dentro a capofitto e ci era rimasta per ore
ed ore,
fin quando la pelle non le era diventata grinzosa e aveva iniziato a
sentire freddo.
A
quel punto era uscita dall'acqua, e avvolta nella coperta che sua
madre le aveva cucito, era rientrata dentro.
Aveva
continuato a giocare anche dentro, dicendo e spiegando in ogni minimo
dettaglio quanto si fosse divertita.
E
alla fine, era crollata sul divano.
Quella,
se la ricordava, era stata una delle giornate più divertenti
della
sua vita.
E
ora che era di nuovo a casa, in mezzo a tutte quelle auto sfasciate,
aveva ricordato dove si trovava, e aveva deciso di tirarla fuori per
replicare quelle ore fantastiche.
Solo
che, non aveva calcolato nel suo “piano”, quanto
quella piscina
pesasse.
E
così, dopo averla trovata, si era ritrovata a spingerla con
tutte le
sue forze, nella speranza di riuscire a spostarla fino –
più o
meno – al centro di quell'enorme spiazzale di casa.
Solo
che, mentre con gli occhi chiusi, si sforzava di farlo, si era resa
conto che non avrebbe mai potuto farlo da sola.
Sam
e Dean erano partiti, e Castiel – che aveva scoperto essere
un
angelo – beh.. lui non sapeva nemmeno dove trovarlo o come
rintracciarlo.
Suo
padre poi, era da escludere totalmente.
Seduto
su una sedia a rotelle era alquanto impossibile che riuscisse ad
aiutarla.
Sospirò
e si guardò intorno, quasi rassegnata all'idea di non
riuscire nel
suo proposito.
Poggiò
la fronte sul vecchio legno e ripensò a sua madre..
Ora
che era tornata a casa, i ricordi erano più vividi e
facevano
decisamente più male.
Quello
che la consolava era l'idea che, prima o poi, l'avrebbe
rivista.
Presto o tardi tutti morivano ricongiungendosi ai propri
cari.. O forse, era quello che voleva credere per soffrire di meno.
«Ti
serve una mano?»
Sobbalzò
e si voltò ritrovandosi Castiel davanti.
Non
ci aveva parlato per niente.. L'aveva visto il giorno del suo arrivo,
senza nemmeno una presentazione ufficiale e poi, non l'aveva visto
più.
Erano
le prime parole che si scambiavano.
Una
cosa però, l'aveva notata subito: era decisamente carino.
I
lineamenti delicati, le labbra carnose al punto giusto e quegli
splendidi occhioni blu.
Sospirò
e gli sorrise. «Oh si.. Speravo che arrivassi e me lo
chiedessi..»
«Speravi
che arrivassi io?»
Haley
alzò la mano e scosse poco il capo. «No.. Voglio
dire, speravo che
arrivasse qualcuno in grado di aiutarmi.. Puoi.. puoi farlo?»
Castiel
annuì sorridendo e allungando la mano verso la piscina, la
mosse
fino a spostarla in un punto largo e centrale.
«Qui
va bene?» le chiese.
Haley
annuì e lo guardò mettendosi le mani sui fianchi.
«Si. E'
perfetto.» disse guardandosi intorno «Ora non mi
resta che
ripulirla e riempirla di acqua fresca e limpida.»
Castiel
chiuse gli occhi per un attimo, e fece tutto quello che Haley voleva
fare. Poi la guardò con aria tranquilla incrociando le
braccia
dietro la schiena.
«Tutto
fatto.» le disse.
La
ragazza sorrise e si mordicchiò il labbro inferiore.
«Ti ringrazio
infinitamente.. Dovresti rimanere nei paraggi.. Più tardi
devo fare
le pulizie e le tue.. magiche mani mi aiuterebbero
parecchio.»
L'angelo
sorrise e si avvicinò alla piscina.
Toccò
con le dita l'incisione del nome di Haley sul legno e la
guardò.
«Questa incisione sta ad indicare che la piscina è
di tua
proprietà?»
«Si,
più o meno.. Mio padre l'ha costruita per me quando avevo
quattordici anni e ci ha inciso il mio nome sopra, su mia
richiesta..» spiegò accarezzando il nome a sua
volta.
Ma
ritirò subito indietro la mano con un'espressione di dolore
stampata
in viso..
«Miseriaccia!»
esclamò con enfasi «Mi sono infilata una scheggia
nel dito.» disse toccandoselo.
Castiel
piegò appena la testa e allungò la mano
chiedendole tacitamente di
porgergli la sua.
Haley
fece qualche passo avanti e poggiò la mano, col palmo
voltato verso
l'alto, su quella calda dell'angelo che le stava di fronte.
«Sai
anche togliere le schegge?» chiese.
Castiel
poggiò l'altra mano sulla sua e la allontanò dopo
pochi secondi.
Poi,
con la punta del dito, accarezzò il punto in cui prima c'era
la
scheggia..
«E'
passato?» chiese guardandola in viso.
La
giovane donna annuì alzando gli occhi e posandoli dentro i
suoi e
fece un grosso respiro. «Si. Ti ringrazio tanto.. Di
nuovo.»
Castiel
la guardò a lungo e poi entrambi sobbalzarono sentendo Bobby
schiarirsi la voce.
Si
voltarono verso di lui, e mentre Cass riprendeva la sua formale
postura, Haley si schiariva la voce indicando la piscina.
«Papà..
Hai visto?» gli chiese avvicinandosi a lui «Ho
tirato fuori la
piscina. La ricordi?»
«Si!»
disse lapidario Bobby «Avresti dovuto lasciarla dov'era, non
la
voglio tra i piedi.»
Haley
annuì appena tristemente.
Sapeva
perchè suo padre aveva reagito in quel modo.
Quella
piscina era un chiaro ricordo dei tempi in cui anche sua madre era
con loro.
I
tempi in cui la loro famiglia era una vera famiglia. Felice e serena.
I
tempi in cui suo padre si occupava solo di rimorchiare vecchi catorci
e smontarli per rivenderne i pezzi.
Quei
tempi erano passati da un bel po' oramai, e per quanto Haley si
sforzasse di scordarli, per quanto credeva di averli dimenticati,
ora, la reazione di suo padre, la informava del contrario.
Ma
d'altronde, poteva davvero dimenticare la morte di sua madre?
No!
Non era possibile.
E'
per suo padre era anche peggio, visto che l'aveva uccisa lui.
Haley
però, non l'aveva mai incolpato.
Per
un po' era rimasta perplessa certo, ma poi, scoprendo il
soprannaturale, aveva capito che, purtroppo suo padre allora, non
aveva avuto altra scelta.
Sua
madre era posseduta e lui, non sapeva come occuparsi di quelle cose
allora.
L'aveva
scoperto solo dopo. Anzi, si poteva benissimo dire, che era stata
proprio quella tragedia, che aveva iniziato suo padre alla caccia del
soprannaturale.
«E'
solo una piscina..» rispose decisa «E non ti sta di
certo tra i
piedi qui fuori.»
«Voglio
che tu la faccia sparire.. Subito!»
«Non
guardarla se ti infastidisce.. Ma prima o poi, dovremmo parlare di
questo..» rispose lei.
«Parlare
di cosa?»
«Di
quello che ti tormenta.. E cioè la morte della mamma, e dei
ricordi
che la vista di questa piscina ha fatto riaffiorare.»
«Non
c'è nulla da dire..» replicò Bobby.
E
con fare disinvolto, ripetendole di farla sparire, si girò
per
tornare dentro casa..
«Sai
una cosa papà?» gli disse Haley attirando la sua
attenzione «Io
ho qualcosa da dire..»
Si
spostò i capelli indietro e avanzò di un passo.
«Onestamente
papà.. Io credo che tu non abbia ben capito che non sei il
solo a
soffrire. Mi hai mandato via dopo la morte della mamma,
perchè avevi
bisogno di stare da solo e affrontare la perdita.. Ma non ti sei
preoccupato di me.» iniziò «Il fatto che
tu avessi bisogno di
stare solo per superare il dolore, non significava che anche io
avessi bisogno di essere sola.. Io avevo bisogno di qualcuno per
andare avanti, perchè a differenza di te, io non so
affrontare il
dolore da sola..»
Bobby
abbassò gli occhi, senza fiatare e trattenendo a stento le
lacrime,
che le tristi parole della figlia gli provocavano.
«Ma
non importa papà.. Io ti voglio bene.. E se la piscina ti da
fastidio, posso anche buttarla via. Ma voglio che tu ti renda conto
che questo non risolverà il problema.. Forse è
ora che tu affronti
la cosa, che la affronti per davvero.»
Bobby
si voltò verso di lei girando veloce sulla sua sedia a
rotelle.
«Affronto la cosa ogni giorno. Cosa vuoi da me? Vuoi litigare
per
caso?»
«Litigare?»
chiese Haley «No.. Non c'è tempo per litigare
papà..» sussurrò
infine.
Si
voltò verso Castiel e si strofinò gli occhi
chiudendoli per un
secondo.. «Puoi rimetterla dietro quelle cianfrusaglie per
favore?
Così non si vedrà..»
«Si.
Certamente.» le rispose l'angelo.
Haley
sospirò e poi rientrò dentro casa, salendo dritta
in camera sua..
Si
lasciò andare ad un pianto breve e liberatorio e poi
afferrò il suo
diario, facendo quello che faceva sempre, quando era triste o
nervosa.
Oggi
abbiamo litigato.. Non mi stupisce, aspetto questo momento da quando
sono tornata.
Tu
ed io.. Litighiamo sempre perchè siamo due testoni.
Il
motivo per cui abbiamo litigato potrebbe sembrare sciocco, ma io e
te, in quel motivo, leggiamo tutto un passato che ovviamente ancora
fa male.
Non
avrei voluto discutere papà..
Sono
venuta qui per stare con te, che sei l'unica famiglia che mi
è
rimasta..
Eppure
è successo, e ora, nessuno dei due chiederà scusa.
Testardi
come siamo, rimarremo imbronciati per un po', convinti di avere
ognuno le proprie ragioni, e poi ricominceremo a parlare come se
nulla fosse successo.
In
effetti, analizzando i fatti, entrambi abbiamo le nostre ragioni..
Solo che dovremmo imparare a farle convivere.
Solo
per evitare di discutere come abbiamo fatto oggi, e come sicuramente
faremo ancora prima della fine..
Ma
litigare ogni tanto fa bene. Se tutto fosse perfetto e tranquillo,
sempre, sarebbe una noia mortale.
Però
c'è una nota positiva in questa giornata: il dolce angelo
che mi ha
aiutata..
Mi dispiace
papà.. Domani faremo la pace. O almeno ci proveremo.
A
papà , con amore <3
Posò
il diario, custode dei suoi pensieri, e si distese sul letto
addormentandosi all'istante.
Quando
si svegliò, era sera. Circa 23.00.
Fuori
c'era silenzio e dentro la sua camera, con lei, c'era Castiel seduto
su una sedia.
«Hey..»
gli disse.. «Che fai qui?»
L'angelo
si alzò e si avvicinò a lei, le prese la mano e,
quando la lasciò,
erano di sotto e davanti a loro, la piscina in teak era pronta ad
essere usata.
Intorno
c'erano poche lucine e l'acqua, invece di essere fredda, era calda
abbastanza da fumare un po'.
Haley
non disse nulla.. Sorrise a Castiel e piano piano si immerse nel
caldo abbraccio dell'acqua.
Sospirò
e lo guardò mentre lui la osservava in silenzio.
«Grazie..» gli
sussurrò.
«Non
c'è di che.»
Haley
sorrise e si rilassò.. Quella giornata era iniziata male..
ma,
l'unica nota positiva l'aveva fatta finire abbastanza bene.
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