PREFAZIONE
Ad un tratto ogni cosa m'era parsa illuminata dal triste splendore della verità nuda
e cruda. Due malati e dispersi neuroni nel mio cervello si erano trovati ed era scoppiata la
scintilla. Era stato come sentire l'orrendo suono della puntina del giradischi finire fuori.
Ad un tratto mi ritrovai catapultata con prepotenza nella realtà, mentre la favola
che avevo vissuto nell'ultimo anno mi lasciava. Volgevo lo sguardo indietro e vedevo i colori
splendenti scivolare via. Rimaneva una natura morta, fredda, congelata, scura, tremendamente
inguardabile. Quel paradiso di foresta che circondava la casa da sogno dei Cullen mi sembrò
improvvisamente così vecchia... e stanca. Sì, proprio stanca.
Io ed Edward ci siamo amati. Direi che questa sia una frase assolutamente perfetta, del tutto
precisa, innegabile. Questo non lo metterò mai in dubbio. Mai. Potrei pure passare tutta
l'eternità che tanto ho agognato a ripeterlo: io ed Edward Cullen ci siamo amati in maniera
del tutto sorprendente, e spontanea, e masochista.
Ad un tratto, però, ho capito, ed è stato come vedere davvero, per la prima
volta, il mondo. Il nostro amore – difficile, contrastato, meraviglioso, come la
più bella delle favole e delle tragedie – non era altro che dipendenza. Pura
dipendenza.
E fu così che mi ritrovai alla soglia dell'eternità con la certezza angosciante
che di questa dipendenza io ed Edward saremmo morti prima o poi. |