“Così, oggi c’è il tuo primo concerto, Yamato
“Non
ti arrabbieresti tanto,
Senza
un buon motivo,
Se
non fossi tanto presa come sei…
Anche
se non vuoi”
Anche
se non vuoi, Sora
“Così,
oggi c’è il tuo primo concerto, Yamato?”
Lo
chiedi con dolcezza, ricordando quando, mesi prima, lo avevi creduto
impossibile.
Che
Yamato, quel rude Yamato, quello che non parlava tranne che per rare
e preziose perle, potesse addirittura pensare a metter su una band.
Anche se dev'essere una cosa di famiglia, suo padre era bassista!
Adesso,
è estate, e tu tra poco compierai quattordici anni.
Ti
sembra così incredibile che siano passati due anni da quando vi
siete conosciuti tutti.
“Be’…”
Sembra
sul punto di voler dire qualcosa, ma è come se la sua mente lo
scacciasse con forza.
“Sei
sempre così vivace, Yamato!”scherza Taichi, steso sul prato, nel
campetto dove prima giocavi anche tu.
Ricordi
con un sospiro quando è stato un inaspettato intervento di Yamato ad
aiutarti, nel dire a Taichi che volevi provare il tennis.
Il
biondino sembra arrossire.
Gli
sorridi, gli vuoi comunicare “Lascia perdere”.
Taichi
è sempre stato così, ma, d’altronde, è il tuo migliore amico
anche per questo.
L’amicizia
tra te e Yamato è appena sbocciata, è…un po’ diversa.
“Non
vedo l’ora di sentirti! Magari, chissà, sei bravo!” dice il
moretto in tono canzonatorio.
“Taichi!
Lui non ama stare al centro dell’attenzione come te!” lo sgridi.
Si vede lontano un miglio che lo sta mettendo in seria difficoltà.
Yamato non è abituato a scherzare così tanto, a volte, anzi, è un
po’…suscettibile. E’ diventato color peperone; immagini sia
davvero spaventato.
Yamato
che affronta il pubblico.
Ti
scappa un sorriso, anche se non vuoi.
“Lo
vedi?! Anche a te viene da ridere!”ti accusa Taichi, alzatosi.
Yamato
borbotta un “Piantatela, tutti e due” e s’incammina verso casa.
Con quel qualcosa rimasto segreto.
“Sora!
Hai finito in quel benedetto bagno?!”
Tua
madre bussa per la terza volta.
Solo
che, ehm, il mascara messo così ti fa sembrare un panda.
Maledetta
Mimi! Perché doveva emigrare e dirti di truccarti, per stasera?
Yamato
sembrava restio, al pensiero di stasera.
Pare
strano che, dopo così poco tempo, Yamato già riesca ad esibirsi.
Dev’essere proprio bravo!
Pensi
alle tue lezioni di piano, bellamente finite nel dimenticatoio.
Preferivi tirare due calci al pallone, e tua madre ti voleva un
tantino più femminile.
Ti
sciacqui il viso per l’ennesima volta.
“Finalmente!
Si può sapere che stavi combinando, lì dentro?”
Fai
spallucce, ma tua madre nota subito lo sporco sull’asciugamano.
“Tesoro”fa
comprensiva. “Se proprio ci tieni a truccarti, ti aiuto io. Ma sei
così bella anche al naturale, soprattutto ora che, ringraziando il
cielo, inizi a comportarti come una ragazzina.”
Alzi
gli occhi al cielo.
“Non
è vero. Non ho niente da mettere e ho degli orribili capelli corti
e…”
La
signora Takenouchi ti guarda come se fossi un’altra persona.
“Hai
sempre voluto avere i capelli corti. Non ti sei mai curata del tuo
guardaroba. Dicevi sempre che ti dovevano giudicare solo
dall’interiorità.”
Ti
mordi un labbro, correndo in camera.
Lo
sai che eri così, li ricordi tutti i battibecchi con tua madre.
È
che…è tutto maledettamente diverso, ora.
Non
sai neppure quando è iniziato quell’ora, ma ad un certo
punto hai voluto mettere un fermaglio nuovo. E da lì, è stato tutto
un preoccuparsi del proprio aspetto. Quando prima tornavi piena di
graffi.
“Ci
tengo al mio aspetto, tutto qui. Da quando in qua è un
problema?” Tua madre ti sorride. Hai come l’impressione che ti
dica “Ora, cominci infine a capire le mie insistenze”.
“Allora…Che
cosa c’è di così importante stasera?” “Yamato dovrebbe
cantare per la prima volta in pubblico.” “Yamato è quel
ragazzino taciturno che è venuto l’altra volta?” Sorridi
apertamente.
Da
aprile, siete compagni di classe. E vi siete ripromessi di diventare
amici-o meglio, gli hai strappato la promessa, dopo che ti aveva
fatto arrabbiare così tanto!
Un
giorno, Taichi era andato a trovare la nonna, ma tu avevi
assolutamente bisogno di qualcuno che ti desse i suoi appunti di
scienze.
Temevi
che Yamato avrebbe detto di no, e invece, s’era mostrato
insolitamente disponibile.
In
un soffio, ti aveva confidato, mentre tua madre preparava una
composizione floreale sul terrazzo, che era stato solo a casa Yagami.
Come case di...amici, intendeva. Ti eri sentita deliziata del
privilegio di venire appena dopo Taichi, per lui.
“L’avrai
trovata un porto di mare.”
“Beh…a
casa mia ci siamo solo io e papà. Spesso solo io…Takeru…viene
raramente. Mia madre…anche meno.”
Sapevi
che era l’argomento che Yamato toccava meno di tutti, se pure non
esistevano degli argomenti di cui parlava volentieri.
“Anche
qui, in fondo, siamo solo io e mamma. Papà è sempre in giro per
lavoro, quindi…ti capisco.” Quel “ti capisco”sembrava aver
sancito la vostra appartenenza a due mondi simili.
Yamato
aveva abbassato gli occhi.
“In
cos’è che avevi difficoltà?” Era paziente come insegnante, e
chi l’avrebbe pensato?
Ti
diceva che amava poche cose nella vita, anche se non esplicitamente.
Amava la musica, che gli permetteva di esprimere i suoi sentimenti
più nascosti…E il mondo della scienza, perché offriva certezze o,
comunque, leggi sperimentate cento volte. Non c’erano cose lasciate
al capriccio dei sentimenti…O bianco o nero.
“Sai,
in fondo non sono cambiata molto.”
Yamato
aveva alzato gli occhi, sorpreso. Non si era ancora abituato alla tua
voglia di raccontarti e di ascoltare quel poco che lui voleva dire.
Tuttavia,
non aveva detto niente, come suo solito.
“Giocavo
a calcio per Taichi…”
Yamato
aveva abbassato nuovamente lo sguardo, divenuto assente.
“…E
ora gioco a tennis per mia madre.” avevi sussurrato a bassa voce.”
È stata lei a darmi i rudimenti. Ma in fondo…è un gioco più
femminile, suppongo. E il fascino che esercitava su di me Taichi
all’epoca…”
Ti
eri fermata, incerta. Lo sguardo di Yamato era davvero di ghiaccio.
“…Credo
sia solo amicizia, oramai.” Il cuore ti batteva forte, anche se
non avresti voluto; però, eri certa di aver visto l’ombra di un
sorriso negli occhi suoi.
“Takenouchi…Non
sarebbe bello essere semplicemente te stessa?”
“Sora?”
Tua
madre ti richiama alla realtà.
“Sì,
il biondino semi-francese…”mormori, rossa al pensiero di esserti
persa in fantasticherie. Non è da te, sei sempre stata così
concreta!
“Tesoro,
perché vuoi apparire diversa da come sei per il suo concerto? Non
che non mi faccia piacere”si affretta a dire “…però…com’è
che è così importante?”
Ti
mordi l’ennesima volta il labbro.
“È
che…Yamato sarà molto teso. Vorrei dimostrargli che ci tengo che
vada tutto per il meglio, che credo in lui.”
Tua
madre sembra pensarci un po’ su.
“È
un secolo che non vedo Taichi”
La
fissi sconcertata.
“Cosa
c’entra Taichi adesso?!”
“Oh,
niente, pensieri sconnessi. Devo andare ora…divertiti stasera,
chiamami se ti devo venire a prendere.”
Ti
da un bacio sulla fronte, uscendo di casa.
“Bene,
lei sì che sa come risolvere i problemi!”
La
tua rabbia non è indirizzata contro tua madre, né contro Mimi, che
adesso ti ha lasciata qui da sola, né contro Taichi, che oggi non ha
fatto parlare Yamato, né contro quest’ultimo, ché per capirlo,
ah, cosa daresti!
Piuttosto,
è una rabbia cieca, contro il tuo corpo in cambiamento, contro
questi continui sbalzi d’umore, contro l’adolescenza in generale.
Come vorresti avere tutte le risposte, come Koushiro! O non porti
domande, come sembra fare Taichi.
A
proposito, chissà che intendeva tua madre.
E
poi, tu e Taichi siete già amici, qui bisogna insistere sul versante
Yamato! Afferri una gonna- se ti potesse vedere la te stessa di un
paio d’anni fa!- e una maglietta leggera. Agosto è quasi finito,
ma il caldo non accenna ad andarsene.
Tra
una settimana precisa è il tuo compleanno, e, come ogni anno,
organizzi una piccola festa a casa tua.
“Mia
madre vuole invitarvi tutti per il mio compleanno” avevi comunicato
con naturalezza, al fresco interno di un bar.
Davanti
a te, Taichi che trangugiava un gelato con voracità e Yamato che
sorseggiava lentamente un the al limone.
“Mmm,
sì, non vedo l’ora!! Tua madre cucina benissimo!” aveva
esclamato il moro, allegro. “Tu vieni, vero, Yama?”
“Suppongo
di sì.”
Avevi
sorriso. Quell’anno, lui non ti avrebbe presa in giro per il
cappello. Era un pezzo che non ti prendeva in giro. Eppure, potevi
giurare, ogni tanto ti sentivi osservata da lui, che, se incrociava
il tuo sguardo, subito abbassava il suo. Era sicuramente per trovarti
altri difetti, ma eri contenta che non ne trovasse più da un po’.
Taichi
se n’era andato presto, voleva tornare da Hikari, a letto con la
febbre.
“Perché
festeggi ogni anno, Takenouchi? Io a stento festeggerò quando sarò
maggiorenne.”
Era,
ogni volta, una gioia sentire Yamato fare delle domande. Vedere come
lui volesse saperne più di te.
“Ma
passerà un secolo! Io non posso aspettare più di cinque anni per
festeggiare di nuovo!”
Non
avevi comunque risposto alla domanda.
“Mia
madre tiene parecchio all’organizzazione di questi eventi. Dice che
le piace vedere che ho tanti amici sinceri. E a me piace renderla
felice.”
Yamato
non rispondeva.
“Vorresti
dire che non ti diverti?”avevi provato a scherzare. “Beh, se è
così non t’inviterò più!”
“Non
ho detto questo. Le tue feste…non mi dispiacciono.” Sorridevi
intimamente.
“Inoltre…è
un modo per stare tutti insieme, non trovi?” “Tranne Mimi.”
Ti aveva ricordato in un soffio.
“E
Takeru”
“Sai
che lui e mia madre si ritrasferiscono ad Odaiba? Si parla dell’anno
prossimo, scolasticamente parlando.”
“Ma
dai! Sarai contentissimo!”
E
tu eri così felice che lui si confidasse con te.
Ma
sarà così sbagliato fare qualcosa per gli altri?
“…Non
sarebbe bello essere semplicemente te stessa?”
Ripeti
le parole di Yamato come in trance.
No,
sicuramente no.
Ho
giocato per Taichi, gioco per mamma, scriverò a papà che è
programmata una gita a Kyoto. E stasera voglio essere carina per
Yamato.
Deglutisci.
Carina? Per Yamato?
Arrossisci,
anche se non vuoi. È tremendo diventare del colore dei propri
capelli nelle situazioni più impensate!
Un
messaggio appena arrivato trilla, attirando la tua attenzione.
È
Taichi, che ti comunica che il concerto di stasera è stato
annullato.
Ti
precipiti a casa Ishida.
Stai
per entrare nel portone, bagnata perché colpita da un bel temporale
estivo, quando ecco Yamato che sta per uscire di casa. Quando ha
cambiato taglio di capelli? Nel corso di un pomeriggio?
Per
un attimo, i suoi occhi, diventati quasi grigi- riflettono il cielo-
ti paralizzano.
Non
sono come quelli di Taichi, profondi e accoglienti.
Gli
occhi di Yamato spaventano, sembrano avvertirti che, se li vuoi
conquistare, dovrai patire.
Se
li vuoi conquistare…Ma come ti vengono in mente certe cose? Non
vorrai conquistare Yamato Ishida?
Nemmeno
fosse una di quelle guerre che imparate a scuola!
E
poi cos’è questo continuo operare il raffronto tra i due amici?
“Sora!
Sei fradicia!”
Starnutisci
prima di avere il tempo di replicare.
Yamato
ti prende per mano e ti conduce a casa sua.
Raramente
sei stata a casa sua, lui dice sempre che è un tale casino.
Quando
gli sono cresciute tanto le mani?
“Mettiti
una mia tuta, intanto che i tuoi vestiti si asciugano.”
Non
è un consiglio, piuttosto un ordine lievemente mascherato.
Ti
cambi in fretta nella sua stanza, dopo avergli lasciato la mano che
gli è cresciuta ultimamente. O forse non avevi mai stretto le sue
mani davvero.
“Ti
va un po’ grande, scusa.” “Ehi, Yama-kun, se avessimo la
stessa taglia, mi preoccuperei”provi a scherzare.
Rimanete
in piedi, così, senza molto da dirvi. Da dov’è uscito quello
Yama-kun, precisamente?
“Etcì!”
Oh,
no, non ci voleva il raffreddore adesso.
Yamato
ti porge un fazzoletto.
“Posso
sedermi sul divano?”
“Certo!”
Lui
si siede accanto a te, imbarazzato.
“Così,
hai cambiato taglio di capelli.”dici per introdurre un qualsiasi
argomento.
“Papà.
Ma questo ciuffo…” Istintivamente, gli sistemi la ciocca di
capelli ribelle. Ha dei capelli morbidi. Sembravano ispidi.
Un
po’ come lui…Una scorza dura, quasi impenetrabile. E un grande
cuore, dentro. Te ne sei accorta, per la prima volta, quando ti ha
salvato, assieme a Jyou, quella volta a Digiworld.
Yamato
è stato costretto a crescere anzitempo, ma, in fin dei conti, è
come me.
“G-grazie.”
Altro
silenzio.
“Stavo
per venire a casa tua. Non volevo che lo sapessi da Taichi.”
“Il
concerto è stato annullato, ma non mi sembra che sia poi questo
grave dramma! Volevo solo capire perché.” “Non so, il
proprietario del locale non ci ha fornito un motivo ben preciso.”
Poi,
come se fosse colto da uno sgradevole pensiero, chiede: “Taichi non
ti ha detto tutto, vero?”
“Tutto
cosa?”
“Il
concerto è stato posticipato di una settimana.”
Scatti
in piedi, nervosa.
“Come,
una settimana? E la mia festa?!”
Yamato
abbassa lo sguardo, grave.
“Ti
prometto che, non appena finisce il concerto, verrò a casa tua. Farò
di tutto per concludere prima.”
Nella
rabbia, non noti il suo sguardo sinceramente dispiaciuto.
“Ma…la
mia festa finirà sicuramente prima del concerto! Non puoi disdire?”
Nemmeno
finisci di dirla, e già ti sembra un’idea idiota.
“Takenouchi,
non posso davvero spostare l’impegno…Perderei tutta la band e il
lavoro fatto finora…”
“Poco
male, Ishida, visto che le mie feste, tu le odi! Ed è
evidente che odi anche me!”
Scappi
da casa sua, sentendo le gocce di pioggia mischiarsi alle tue stille
salate.
Ci
mancavano i decimi di febbre.
Tua
madre non ha osato chiederti spiegazioni sul perché tu ora non sia
ad un concerto a divertirti, né come ti sia buscata questo brutto
raffreddore, né tanto meno perché tu avessi addosso una tuta
maschile.
Cos’è
questa bruciante delusione? Perché hai avuto quello scatto tremendo
di isteria? Non è colpa di Yamato se quel maledetto ha spostato il
concerto.
Aspettavi
davvero che Yamato rifiutasse, visto il tuo compleanno? Che
sciocca.
Ma
allora che cos’è? Dev’essere la crescita. Ultimamente te la
prendi per troppe cose.
Ti
guardi la mano, che prima stringeva quella di Yamato. Aveva una
stretta forte, sicura. Non ti avrebbe mai lasciato cadere. E invece…
ti ha ferito con poche parole, lui.
Taichi
non agisce così. Taichi ti dice le cose in faccia, con candore, così
come le pensa. Ishida non parla affatto. Devi essere sempre tu a
sondarne l’animo…
Ma
Taichi non ti ha mai fatto piangere in questo modo. Come ha potuto
riuscirci l’altro, se siete veramente amici da pochi mesi?
O
forse, non siete amici.
Forse,
lui ti ha mentito, solo per farti stare zitta. Forse, lui non ti
vuole come amica.
No!
Yamato
non lo farebbe, Yamato non è cattivo.
Poteva
sembrarlo, a Digiworld.
Ma
Yamato è…dolce, a tratti divertente.
Yamato
è serio e diligente.
Yamato
è troppo grande per la sua età.
Yamato…È
terribilmente carino.
Oh.
Ha degli occhi che ti rapiscono l’anima.
E
forse la tua, Sora, ce l’hanno già da un po’.
Anche
se non lo ammetterai mai.
Il
giorno dopo stai un po’ meglio, anche grazie alla visita dei
fratelli Yagami.
Quant’è
cresciuta Hikari! Devono essere state le famigerate febbri di
crescita.
Ti
sembra che tutto il mondo sia andato avanti senza di te. Tu sei
ancora la ragazzina che non sa mai quel che vuole.
“Che
ci fa la tuta di Yamato qui?!” No, forse Taichi non più di
tanto. Ma non ti va di rispondere.
“Taichi,
va a prendere due bicchieri d’acqua e prepara del the caldo.”ordina
Hikari, perentoria.
Sorridi
debolmente per ringraziarla. Quanta autorità, per una ragazzina di
dieci anni.
“Takeru
tornerà a vivere a Odaiba”
Con
una curiosa espressione, Hikari sorride a sua volta.
“Chi
te l’ha detto?” “Yamato”
Hikari
sospira.
“Che
altro ti ha detto?” “Che non verrà alla mia festa, deve
suonare”
Hikari
sembra afferrare il senso del tuo malessere.
“Sora,
sii sincera. Se non fossi venuta io, avresti avvertito così la mia
mancanza?”
“Certo!
Sentirò da morire la mancanza di Mimi e Takeru…Proprio per questo,
volevo che ci fosse anche lui! Sembra che ci stiamo sfaldando, come
gruppo…”
“Solo
per questo?”
Ci
rifletti su.
“Pensavo
che il nostro rapporto fosse migliorato. Pensavo che fossimo davvero
diventati amici. Ma mi sono illusa…Ishida non vuole essere mio
amico.”
“Ishida?”
“Beh,
lui non sembra volere la confidenza che serve per chiamare per il
nome proprio! Mi chiama sempre Takenouchi!”
“Ma
perché t’ arrabbi tanto? Sono certa che anche a Yamato dispiace.
No, non dirmelo…Scommetto che sei scappata via senza nemmeno dargli
tempo di replicare.”
Brontoli
per l’estrema saggezza della ragazzina. Soprattutto se confrontata
alla tua, evidentemente scarsa.
“Sono
sempre io a cavargli le cose di bocca, sempre io che lo cerco! Quanto
vorrei che i miei sforzi venissero ricambiati…” “Sono solo i
tuoi sforzi a voler essere ricambiati?”
“Io…Non
lo so. Ci ho pensato bene, ieri. Ho cercato i lati negativi di
Yamato, e sì che ce ne sono!Ma… prevalgono invariabilmente quelli
positivi. È cambiato tantissimo, se solo potessi vederne i
miglioramenti come li vedo io! E…Faccio sempre il confronto con tuo
fratello, so che è sbagliato, eppure non posso farne a meno!
Puntualmente, però, mi vengono in mente i suoi occhi azzurri, e la
mano che stringe la mia, la sua tuta, lui che mi racconta i suoi
ricordi più tristi, e ieri che fa? Mi dice che non potrà venire
alla mia festa!” Ti prendi la testa tra le mani, confusa e
triste.
“Perché
la prendo così male, Hikari?”
Taichi
irrompe con il the, come solo lui sa fare. Taichi è un raggio di
sole che penetra violentemente dalla finestra, costringendoti a
svegliarti.
Yamato
è come il the. A volte freddo, a volte caldo, può essere acido se
al limone, e delicato…ti scalda piano e ti riempie la vita, o ti
gela in un istante, lasciando uno strano vuoto.
“Per
quante persone dovrò preparare la torta?”
E’
una pigra mattinata di settembre, ma per te rappresenta un traguardo
importante.
Quattordici
anni.
“Saremo
io, Taichi, Hikari, Koushiro e Jyou, mamma.”
“E
Yamato?”
“Non
può venire”
Reagisci
con una certa stizza, al ricordo. Non gli parli da una settimana.
D’altronde,
dovrebbe farsi vivo lui. Non ti ha fatto nemmeno gli auguri! E tu che
credevi…
Sì,
questo risentimento è eccessivo, ma è una reazione completamente
nuova e ti ritrovi furibonda, anche se non vuoi.
La
sera sembra giungere così in fretta.
È
arrivato anche tuo padre, per farti gli auguri, e questo ti ha fatto
dimenticare gran parte della tua rabbia.
È
così bello vedere i tuoi insieme.
Per
un secondo, anche se non vuoi, la tua mente vola a Yamato.
Cosa darebbe lui, per avere i suoi genitori così? Quanto sei
fortunata tu, al confronto?
L’orologio
segna le 21.
Yamato
avrà iniziato il concerto?
Gli
hai tolto tutto il pubblico amico. Magari gli hai fatto anche un
favore, lui si sarebbe vergognato da morire.
Che
nervi, toglietemelo dalla testa!
È
proprio vero che, in compagnia delle persone che amiamo, il tempo
vola.
Tra
i regali, i giochi, i meravigliosi stuzzichini che tua madre ha
preparato e che finiscono tutti per Taichi, le risate non si sprecano
e la gioia sembra far dimenticare anche gli assenti, giustificati o
no.
I
tuoi genitori tirano fuori la torta, con la crema come piace a te. È
un po’ più grande del dovuto, ma forse tua madre già sapeva che
tuo padre sarebbe tornato a casa.
La
rialzate leggermente per le foto che seguiranno, e quattordici
candeline vengono accese.
Che
desiderio vorresti, Sora?
Che
alcune persone fossero qui…Che Yamato avesse scelto me.
Ti
vergogni della seconda parte. Perché Ishida avrebbe dovuto rimandare
il concerto e litigare con la band, se fino a pochi mesi fa vi
sopportavate a fatica?
Le
luci si spengono.
Pensi
ai numerosi temporali di fine estate o a uno scherzo di Taichi; lo sa
che detesti il buio.
Digrigni
i denti, fingendo di star bene.
“Taichi
Yagami! Riaccendi immediatamente le luci!”
Poi,
rumori sinistri di porte e finestre che sbattono, e… la melodia
inconfondibile di “Happy birthday!”.
Cantata
da una voce calda e dolce che non avevi mai sentito.
Non
appena la canzoncina infantile finisce, Taichi pigia nuovamente il
pulsante che fa scorrere l’elettricità in casa.
“Mi
hai fatto prendere un infarto!”sorridi mestamente.
Pensavi
davvero che il desiderio si avverasse? Che stupida.
Peggio
di un romanzetto rosa, la protagonista sogna e, puff!, ecco il suo
lui.
Ma
tu pensavi che il tuo lui fosse Taichi, ne eri convinta, ricordi?
La
vita non è così semplice come in un manga, e queste riflessioni
adulte ti ricordano che un altro anno è passato. Il tuo primo anno
come teenager è finito.
“Non
sono stato io” tossisce Taichi.
Ti
giri, confusa.
“Yamato?”
Eppure
è lì, di fronte a te, in carne e ossa. Nello stupore, dimentichi
anche che l’hai chiamato col nome proprio, come due veri amici.
Yamato.
Ha
cantato lui per te.
Ha
finito il concerto ed è venuto da te.
Ora
sì che ti senti ad una festa.
Yamato
è lì per te.
Lo
abbracci di slancio, allora anche lui vuole esserti davvero amico!
Dovresti
sentirti offesa comunque, ma non ci riesci; tutto quello che puoi
fare è sorridere, e piangere. Che strano mix, e che cos’è questo
nodo alla gola?
Lui
ti sussurra uno “Scusa, Sora” sincero, come mai credevi di
poterne sentire da lui, seguito da un tuo semplice “Grazie”.
Hai
imparato che Yamato non parla mai più del dovuto, che a volte tu, al
contrario, sei logorroica e vorresti esprimere troppe cose…Ma nel
tuo “Grazie”, sono racchiuse tutte le emozioni che la vostra
neonata amicizia ti regala, momento per momento.
In
un attimo, ti rendi conto che ti ha chiamato Sora.
Arrossisci
vistosamente, lì, nel soggiorno di casa tua, con i tuoi a vederti,
con tutti gli altri straniti. Con emozione e il cuore che batte
all’impazzata.
Anche
se non vuoi, Sora.
Lo
so, lo so...Dovrei aggiornare tante altre cose, dovrei studiare, etc
etc :P La verità è che, non so perché, m'era venuta voglia di
Sorato, un'inspiegabile voglia di Sorato, di quello autentico, senza
troppi fronzoli AU e OOC :) Quindi, rieccomi qui! L'idea,
l'ispirazione, la devo a Delphinium_Love :) Spero che, come sequel,
ti sia piaciuto! A me, personalmente, questa fanfiction ha fatto
penare! 'E se è troppo smielata(e lo è, santo cielo xD)?' 'Non sarà
eccessiva?' e cose così...Ma il risultato è questo, e
inspiegabilmente, mi piace ^^ Magari non come la 'prima', ' Non è
da te, Yamato ', però, a suo modo, mi piace molto ^^ Adoro questa
coppia, forse descriverla dal punto di vista di Sora avrebbe dovuto
significare ampliare maggiormente il suo rapporto con Taichi, ma non
era questa la direzione che volevo dare ai personaggi! Volevo che
nemmeno la digiprescelta dell'amore avesse chiaro il suo sentimento,
che i lettori e gli spettatori-Hikari, in questo caso- invece lo
comprendessero bene :) Sono sempre stata convinta che, nella coppia
Sora-Yamato, sia Yamato ad innamorarsi per primo. Non so perché,
forse sarà la presenza di Taichi, ma l'ho sempre visto così ^^
Perciò, Sora doveva apparire ancora più confusa ed irrazionale di
lui :P Che poi sia stata Sora a fare il primo passo, beh, questa è
un'altra storia xD Per la cronaca, la notizia che il padre di Yamato
fosse bassista, che Sora scriva al padre che andranno in gita a
Kyoto, non sono frutto della mia fantasia, ma vengono da determinati
Drama-CD di Digimon che si pongono a cavallo tra le prime due
serie(fonte: Wikipedia) ;) E' stato molto divertente cercare di
capire come Sora abbia potuto interessarsi a Yamato...Secondo me, è
nato tutto dalla preoccupazione che Sora mostra per Yamato, già alla
fine della prima serie. È come se sentisse in dovere di scoprire di
più sul suo conto. E poi, Yamato cambia tantissimo: basti vedere che
mette su una band, o il suo carattere, più ironico e leggermente
aperto. Quindi, ho 'giocato' su queste cose, e sull'intrinseca cecità
che si mostra quando ci s'innamora di un proprio amico :) L'ho
provato, pertanto so bene come si tenda a minimizzare tutto, o
catapultarsi nei flash più assurdi, pur di non vedere davvero com'è
la realtà! E, in questo caso, per Sora e Yamato sarà solo questione
di tempo ;) Scusate, la lunga parentesi(e non era Takari, figuriamoci
xD)...Un grazie infinito va a chi ha recensito il prequel di questa
storia:
Padme
Undomiel, per tutto il lavoro che fa puntualmente per me e per
lasciarmi recensioni così belle ç_ç,
Sae,
tesoro, che ha scritto Sorato così belle da togliere il
fiato-grazie, grazie davvero-
rubarubina,
che spero troverà presto il coraggio per recensire altre storie-non
mangio mica xD-
Delphinium_Love,
per aver messo in moto il mio cervello bacato e avermi fatto
partorire questa fanfiction-spero davvero ti piaccia, fammi sapere
^^-
hinata
hyuga 1995, lieta di sentirtelo dire ^^ Mi auguro con tutta me
stessa che piaccia anche questa!
BlackMoonRising,
ehm, non sono così certa che qui io non sia scaduta nel melenso XD
Ho un'innata propensione per il miele ;) E confido di non aver
snaturato nemmeno Sora ^^°°
E
, infine, alla mia 'mammina' virtuale, Sora89, grazie anche
solo per esserci stata, in questi 4 anni e mezzo.
HikariKanna
PS:
La canzone d'inizio, citata, è “Ti vada o no”, di Paola e
Chiara, il theme di Hercules :)
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