Bon.
Alla dear yesterday
e a lei soltanto. u_ù
Perché ho scritto su
questo fandom per lei
– anche se non me
l’aveva chiesto,
ho fatto tutta da sola, quindi
punite me, se necessario. XD –
e perché mi sopporta
sempre. <3
Thanks a lot. <3
Ah, thank you anche per il
titolo, eh. XD
Pony.
[Di Sana Kurata in trasferta,
Akito Hayama innervosito e pony rompiscatole.]
C’erano
giorni in cui, benché la cosa mi lasciasse un po’
perplessa, il mondo sembrava
girare intorno ad Akito.
Giorni
in cui persino il vento – oh, che cosa ridicola
– sembrava chiamarlo, e istanti in cui tutto, decisamente
tutto, sembrava
perfetto.
«Sana,
è una follia», borbottò, inarcando un
sopracciglio e facendomi cenno di sedere.
Onestamente,
avrei volentieri fatto a meno di dargli quella soddisfazione
– però l’aereo
traballava, lui aveva le vertigini ed io sentivo una vaga nausea
infastidirmi.
Insomma, meglio star tranquille e prender posto al suo fianco.
«Per
me non lo è», ribattei, decisa. «Anzi,
ti dirò di più: una vacanza simile è
il
mio sogno».
«Credevo
che il tuo sogno fosse acquistare una scimmia», mi rispose.
Non aveva smesso di
fissarmi con la sua aria saccente da so-tutto-io, e la cosa mi
irritò molto.
Decisamente troppo, se volete sapere la mia opinione in merito.
«O un pony.
L’altro giorno hai urlato, quando Fuka ti ha parlato della
possibilità di
andare in vacanza in un ranch».
«Solo
perché avrei gradito una vacanza in sua
compagnia!», balbettai, confusa.
«Ah.
Però poi hai rifiutato, no?».
«Beh,
sì», asserii. «Ma-».
«Rifiutare
una proposta simile – per giunta due giorni prima della
partenza e dopo aver
dato la tua disponibilità – solo perché
non ci si vuol svegliare all’alba non è
un po’ scortese?».
Uffa.
Lo
fissai, iraconda, e poi mi decisi a sprofondare nel mio sediolino e
dargli le
spalle. O almeno tentare di dargli
le
spalle, dato che sedevamo fianco a fianco.
Avevo
bisogno delle mie dodici ore di sonno, io, e il fatto che lui me lo
rinfacciasse non era per niente carino. Non dopo che gli avevo lasciato
il
sedile interno perché non sopportava la vista dall’alto.
Sbuffai,
nervosa: «Sei un idiota».
«Tu
una bambinetta», osservò. Immaginai avesse
socchiuso gli occhi, cosa che soleva
fare quando la situazione diventava insostenibile, e che si fosse
concesso uno
sbadiglio – quando la sua mano destra toccò la mia
schiena, tuttavia,
sobbalzai. «Scema».
«Baka».
«Almeno
guardami in faccia, quando ti parlo. Siamo sposati da otto anni,
gradirei non
essere ignorato».
Oh,
ma io non lo ignoravo. Non proprio. Stavo solo cercando di convincermi
che
ucciderlo non mi avrebbe apportato alcun beneficio, dato che avevo
persino
cominciato ad usarlo come spalla nella mia trasmissione radiofonica.
Fuka
mi aveva mollata per sposarsi, dopotutto. E comunque, ucciderlo dopo
aver
sconfitto la tragica Crisi del Settimo Anno – crisi che
effettivamente non ci
aveva mai sfiorato, ma di cui sentivo parlare in continuazione
– sarebbe stato
ridicolo.
Più
o meno.
«Perché
vuoi accamparti in montagna, Sana?».
Sospirai:
«Perché la montagna è un bel posto.
C’è tanto – kyah, immagini? –
verde, e-».
«Ti
ho chiesto perché vuoi permettere alle zanzare di
avvelenarci, non la storia
della tua vita», ribatté piccato, scrollandomi un
po’. «Siamo quasi arrivati?»,
chiese all’improvviso.
L’aereo
aveva cominciato a precipitare, in effetti. Eh, sì, stavamo
proprio cadendo.
Confusamente
mi guardai intorno. «Stiamo per morire, Akito! Stiamo per
morire!».
«Sana,
calmati».
«Ma
stiamo per morire! Senza un figlio
né
un pony!». Gli afferrai una mano, stringendola con quanta
più forza avevo in
corpo. «E tutto per colpa del mio stupido desiderio di
viaggiare con te! Oh,
accidenti!».
«Sana».
La voce di Akito risuonò assurdamente tranquilla, specie in
una situazione come
quella.
Singhiozzando,
lo guardai in viso. «Ti amo tanto», riuscii a
mormorare, «e ti amerò anche
all’inferno».
«Sana»,
ripeté lui. «Il comandante ci ha appena augurato
“buona permanenza”. Siamo arrivati».
«Ma-»,
annaspai.
«Arrivati.
Su, alzati, dobbiamo andare a recuperare i bagagli».
Bene.
Perfetto. Benissimo. Se fossi andata in vacanza con Fuka –
oh, un ranch con
cavalli sarebbe stato splendido! – non avrei mai fatto una
figuraccia simile,
ne ero più che certa.
Abbassai
il capo, digerendo le occhiate condiscendenti che i nostri vicini di
posto mi
stavano lanciando. Una borbottò un: «Povera
cara», prima di ridere e dare una
gomitata al ragazzo seduto al suo fianco. «Era il tuo primo
viaggio?».
«No»,
sbuffai, e pregai che gli altri stessero in silenzio. Non avrei retto a
lungo.
Mentre
recuperavamo i bagagli – e io bestemmiavo
all’indirizzo della vecchina davanti
a noi –, Akito si chinò nella mia direzione.
«In tutto questo, Sana, devo dire
solo una cosa», mi avvisò.
Sperai
non volesse rigirare il dito nella piaga.
«Sei
una fan dei pony – e non capisco da dove ti sia venuta fuori
una passione
simile, lo ammetto, specie se penso che quando andavamo alle elementari
non
avevi mai dimostrato un simile attaccamento per cavalli e affini
–, dei libri
di tua madre e delle cavolate. È nel tuo stile,
questo».
«Akito,
se il tuo scopo è criticarmi-».
«Però,
anche se sei decisamente folle e anticonvenzionale… non mi
dispiaci», disse.
Poi ridacchiò. «Eh, già. Non mi
dispiaci proprio».
«Come»,
deglutii, arrossendo come una bambina, «il sushi?».
«Meglio».
Certe
volte, il mondo girava decisamente intorno a quell’idiota.
Eh, sì.
Decisamente.
Well.
Salve!
Per
dirla tutta, questa è la prima fic
in assoluto che scrivo – e pubblico, ovviamente –
in questo fandom. Sì, la cosa
mi intimorisce alquanto. <3
Insomma,
io vivo, prospero e rompo le
scatole nel fandom di InuYasha. Però volevo regalare
qualcosa a un personcina
puccH *indica la nota in alto alla fic* e allora… non ho
resistito! XD
Noticina <3:
Sana
chiama Akito col suo nome di battesimo perché…
perché sono sposati, insomma, e
non ce la vedo a restar formale per tutta la vita. Non sarebbe da lei.
Per
restare su questa scia: spero che i
personaggi siano almeno un po’ IC. >____<
Abituata a trattare con
InuYasha e Kagome, ‘sti due mi sono familiari solo in parte,
quindi temo di
aver combinato un disastro. Ma che volete farci? XD
Se
sono pazza, sono pazza(?).
Poi…
boh. >___< Spero che vi sia
piaciuta almeno un pochino. <3
Ogni
tipo di commento è ovviamente
gradito. <3
PS: Non so dove
siano andati in vacanza,
né so come abbia fatto convincere Akito a darle corda.
Chissà, magari lo ha
minacciato. o___ò Penso di sì.
Esattamente come penso che, a
viaggio
(aereo) quasi terminato, Akito si lascerebbe scappare una battuta
contrariata.
Giusto per dimostrare che non è partito volentieri, lui, e
che Sana lo
schiavizza. XD
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