La risata cristallina del canadese, leggermente soffocata
dal casco, risuonò per tutto il Palaghiaccio.
"Oddio, Al! Non credevo che tu fossi così incapace negli
sport! Ma siamo davvero fratelli?"
Matthew piantò la punta del pattino nel ghiaccio, frenando e
voltandosi di centottanta gradi. Fissò Alfred, praticamente
dall'altra parte del campo e sorrise. Si tolse il casco, inacstrandolo
sotto il gomito insieme alla mazza, per togliersi anche quei guanti
ingombranti.
"Non sono un incapace, Matt! Se solo fossimo su un campo da football o
da baseball ti batterei!"
Il sorriso di Matthew si allargò ancora di più.
"Già, peccato che non siamo discipline previste dalle
Olimpiadi
Invernali... a dire la verità, penso proprio che non siano
affatto delle discipline olimpiche!"
Alfred sorrise, togliendosi il casco e scompigliandosi appena i capelli
biondi. La risata di Arthur raggiunse i due.
"Matthew ha ragione, Alfred, sei veramente un incapace."
esclamò
l'inglese, al di là delle protezioni in plexiglass. Matthew
sorrise, avvicinandosi ai parapetti, pattinando lentamente. Vide il
Primo Ministro canadese al fianco del Presidente degli Stati Uniti,
seduto sull'ordine più alto di posti. Matthew sorrise,
mentre si
sedeva accanto al suo borsone. Recuperò le scarpe e si tolse
i
pattini, mentre Alfred si avvicinava a lui, in precario equilibrio.
Matthew scoppiò di nuovo a ridere. Ma alla sua risata si
aggiunse qualcun'altro.
"Dieu, Arthùr!
Sarebbe stato meglio se tu mi avessi lasciato l'America! Guarda come
hai ridotto quel povero ragazzo!"
Matthew sobbalzò.
No.
Non era possibile.
Rabbrividì appena. Erano quasi due secoli e
mezzo che non
sentiva quella voce, ma la riconobbe subito. Abbassò lo
sguardo
arrossendo.
"Forse il suo senso del gusto sarebbe migliore..." mormorò
qualcuno, forse Ludwig o Roderich, a giudicare dall'accento. Tutti
risero, tranne i tre a bordo pista. Matthew tenne lo sguardo basso,
sistemandosi le scarpe. I passi di Francis risuonarono nel palazzetto
vuoto, scatenando i brividi al canadese.
Si alzò prendendo in mano il borsone, mentre richiudeva la
sua
adorata mazza da hockey nella custodia. Alfred finalmente riusci a
raggiungere il fratello, rischiando più volte di cadere in
terra. Matthew ridacchiò, tendedogli la mano per aiutarlo.
Solo
quando il fratello fu seduto, si costrinse ad alzare lo sguardo.
Francis non c'era.
Un ombra passò sul volto del ragazzo. Si avvicinò
al
parapetto che divideva le panchine dagli spalti e lo
scavalcò.
Arthur gli si avvicinò.
"Se cerchi Francis è appena uscito." gli disse,
sussurrandogli
nell'orecchio. Matthew sentì il cuore saltargli qualche
battito,
poi accennò un sorriso all'inglese, a mò di
ringraziamento. Corse su per le gradinate, fino a raggiungere
la
porta più vicina, quella da cui erano entrate le Nazioni
Europee. Li salutò con un sorriso, mentre passava in mezzo a
loro. Uscì nell'ampio ingresso e cercò il
francese con lo
sguardo. Ne sentì la voce cristallina. Voltò lo
sguardo e
finalmente dopo tanto tempo lo vide. Non era cambiato di una virgola.
Sempre gli stessi
capelli.
Sempre la stessa barba
leggermente sfatta sul mento.
Stessi occhi blu come il
cielo.
Stesso sorriso
mozzafiato.
Stava parlando al telefono, ma quando scorse la figura minuta del
canadase, gli rivolse all'istante la sua attenzione.
Chiuse la chiamata, salutando il suo interlocutore, poi ripose il
telefono nella tasca della giacca scura che indossava.
"M-mathieu?"
domandò,
leggermete stupito. Il canadese rimase a fissarlo, incapace di
spiccicare parola. Sentì una lacrima tremargli appena
sull'occhio, prima di scorrergli lungo la guancia. Francis si mosse
verso di lui, coprendo la distanza che li separava in pochi passi. Poi
la abbracciò, stringendolo al suo petto.
"Mi sei mancato, mon
petit Mathieu..."
gli sussurrò nell'orecchio, la voce incrinata dalle lacrime
di
gioia. Matthew sentì il cuore perdergli altri battiti,
mentre
ricambiava l'abbraccio.
"Anche tu, François..."
mormorò. Sentì le lacrime farsi più
pesanti e si
lasciò andare ad un pianto di gioia tra le braccia
dell'altro.
Le mani di Francis gli accarezzarono la schiena, mentre allentavano
appena la presa, per fissarsi negli occhi.
"Come sei cresciuto..." mormorò Francis. Matthew si
sentì
avvampare, mentre le ultime parole che aveva sentito pronunciare al
francese prima della loro separazione gli tornarono prepotentemente in
mente. Abbassò lo sguardo, leggermente imbarazzato. Francis
gli
strinse un braccio intorno al fianco, mentre con l'altra mano gli
sollevava il volto. Matthew si ritrovò a fissarlo, rosso in
volto. Francis sorrise, mentre avvicinava le labbra a quelle del
canadese e lo baciava.
"Je t'aime...
e non ti lascerò mai più..."
Aaaaaaaaahw... quanto
amore sono in grado di spargere questi due!!!
FF scritta ora ora e creata come seguito di Parigi 1763, quindi
perdonatemi xDD
Dunque, spero che le utlime due ficcy che ho caricato vi siano piaciute.
In caso contrario cavoli vostri u.u xDDD
Questa la dedico alla mia Francis.
Ti adoro, tesora (=
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