Classificatasi terza (accipicchia!) al contest "Mercante in
Fiera" di Jadina94
La carta scelta era FATINA che corrispondeva a: Lucius/Narcissa, ballo
in maschera e All the Right Moves by OneRepubblic
Ovviamente nessun personaggio di Harry Potter
mi appartiene, questa storia non è stata scritta a scopo di
lucro e ogni diritto spetta ai legittimi detentori.
SOTTO LA MASCHERA
They've
got
all the right moves and all the wrong faces
Someday,
we're going down
È
il 1979. È
vicina la fine della guerra, ma in questa sala lo ignorano tutti.
A dire il vero, Narcissa ha passato gran parte della sua vita ad
ignorare
qualunque cosa la circondasse e sta benissimo così. Nella
sua modesta opinione,
il suo mondo nasce e finisce tra le mura di questa casa spaziosa,
là fuori non
c’è nulla per cui valga la pena gettare lo sguardo
oltre l’orizzonte. Con il
matrimonio prima e la maternità poi, questa sensazione si
è acuita, Narcissa si
sente molto dignitosa nelle sue vesti di guardiana della sua famiglia.
Inconsciamente,
ricerca con lo sguardo suo marito.
Rilassa le
spalle, trovandolo dove l’ha lasciato poco prima.
Tiene banco
con sua madre e un gruppo di vecchi amici di famiglia –sono
tutti vecchi amici
di famiglia in questa sala-, snodandosi tra un groviglio di discorsi
concatenati l’uno all’altro, in un modo che
Narcissa non riesce a comprendere.
Sono tutti più coinvolti di lei in questa guerra.
Gli altri
uomini lo ascoltano in silenzio, sebbene indossino tutti una maschera,
Narcissa
può immaginare le loro espressioni attente sotto quelle
facce fittizie.
Riconoscono le capacità di Lucius, la sua innegabile
idoneità a ricoprire
cariche importanti. Narcissa ne è orgogliosa.
Questo,
certo, li trascinerà ad un passo dal baratro,
sull’orlo di questa guerra –che
sta per finire, ma Narcissa lo ignora.
È il
1979 e
Bellatrix è giovane e irritante.
Sul
volto nudo di maschera, Narcissa legge chiaramente il suo intento
canzonatorio.
Bellatrix non sta mai alle regole imposte da altri, Narcissa questo lo
sa da
quando erano piccole.
Storce la
bocca, ignora anche quanto le mancherà Bellatrix, quando
sarà troppo distante e
troppo pazza per essere raggiunta.
arriccia la bella bocca in una smorfia
Narcissa
scambia un rapido sguardo con suo marito, cerca disperatamente di
cambiare
argomento, ma non le viene in mente nulla.
Lucius inarca un sopracciglio, tradendo
un’ombra di
stizza, non tollera essere all’oscuro
di
importanti avvenimenti. E cosa se non importanti avvenimenti avrebbero
potuto
portare Bellatrix a casa loro questa sera?
Vuole
pavoneggiarsi, sicuramente.
prende in prestito il calice di Narcissa e beve un sorso con
teatralità.
C’è
un
tremito di stupore nel gruppo assiepato ad ascoltare sua sorella,
mentre
Narcissa ignora l’identità di quelle persone, se
non per qualche rara menzione
al loro cognome nell’albero genealogico dei Black.
Le vengono
in mente solo parole distorte, mozziconi di dialoghi imparati a
memoria.
Feccia.
Traditori. L’arazzo di
famiglia. Il Sangue… l’arazzo!
strage, li abbiamo presi tutti.
Sapete no, la figlia maggiore militava tra le fila di
Silente… McKinnon, il
padre, ha avuto un certo credito al Ministero tempo fa> fa
schioccare la
lingua, divertita
La voce di
Narcissa è bassa e mortifera
Lucius solitamente evita di immischiarsi nelle loro
liti
familiare, perciò il suo intervento sembra segnare un
vantaggio per la padrona
di casa
Bellatrix da
in una risatina acuta con un gesto
elegante della bacchetta, una maschera spessa e lustra come un osso si
materializza sui tratti distinti di Bellatrix
La guerra
finirà, ma non come pensano loro.
… una
maschera, noi la indossiamo
sempre…
La festa
è
finita, ma nell’animo di Narcissa perdura una musica
insensata, un requiem
funebre.
Mai parole
più veritiere, ma Narcissa non ci crede. Sembra che questa
guerra debba durare
in eterno e prendersi la parte migliore di lei. Spera che si risolva
presto. A
loro favore, ovviamente.
Narcissa non
si è mai esposta personalmente, non si è mai
lasciata marchiare, trova atroce
quella macchia nera sull’avambraccio di
Lucius, ma Narcissa non può immaginare
–è questa la sua debolezza- una vita diversa.
Narcissa non sa
cosa dire, né che espressione fare.
Indiscutibile.
Vent’anni dopo, Narcissa non sa più
cosa voglia dire, non sa più cosa non sia in discussione.
Am
I bright
enough to shine in your spaces?
Between
the
noise you hear
And
the sound
you like
Are
we just
sinking
in
an ocean
of faces?
Narcissa
vorrebbe avere una faccia anonima, avulsa. Come una maschera e dietro,
dietro
la maschera, altre mille facce e altre mille espressioni.
Occhi negli
occhi, naso contro naso, bocca a bocca.
Narcissa
poggia delicatamente la maschera sul viso e guarda il marito. Lo guarda
e lo
vede veramente, da chilometri di distanza dietro quella faccia di seta
e piume,
una faccia meravigliosa –tuttavia,
ha le
orbite vuote- come la sua, solo un po’
più possente e sagace nella piega
delle labbra.
Lucius
ricambia, uno sguardo limpido incontra le sue orbite vuote.
Nelle rughe
premature di lui, Narcissa presagisce il loro futuro imminente e
inoppugnabile.
Come all’inizio di un lungo tunnel, di cui indovina la fine,
il percorso è
tuttora avvolto nell’ombra ed è inutile sondarla,
più la guarda più
s’infittisce.
Parlando con
la sua nuova bocca di seta, confessa ciò che pensa da tanto:
<È
da molto che non organizziamo un ballo
in maschera>
Mentre
scambia un’occhiata vacua con Lucius, Narcissa vorrebbe che
suo marito sapesse
dissimulare meglio i suoi pensieri, senza permetterle di scorgere ogni
sua
riflessione incisa nell’azzurro dei suoi occhi.
NdA:
Considerando che la coppia non è una delle mie favorite e
che non mi ci ero mai cimentata, mi ritengo abbastanza soddisfatta del
risultato... Anzi, grazie al contest di Jadina ho
sperimentato qualcosa di nuovo e chissà magari potrei
tornare a scriverci... vedremo!
La canzone
è All the Right Moves, OneRepublic
|