L'eredità di Albus
« Severus... ti prego... »
Quel viso capovolto, quello tante volte incontrato tra le mura della
Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, rinnova la sua supplica.
Dagli occhi terrorizzati di Charity Burbage colano lacrime pesanti,
cariche di paura e profonda tristezza, eppure così leggere
da
precipitare rapidamente nella penombra inquietante dell'ampia stanza e
infrangersi contro il legno del tavolo.
Piton sente lo sguardo di tutti i presenti puntato su di sè,
e
si sente costretto a ricambiare lo sguardo della sua supplice con
impassibilità. Un'impassibilità però
fittizia,
tanto simile a quella dedicata qualche settimana prima all'uomo che
aveva fatto di lui una spia. Quello che ancora prima di spirare gli
aveva lasciato in eredità un enorme, assai sgradito dono:
l'obbligo della menzogna.
«
Severus... ti prego... »
Aveva
sopportato lo sguardo di Albus con un'espressione di odio
distaccato.
Gli chiedeva per l'ultima volta di finirlo, e per questo lo disprezzava
con tutto se stesso.
Desiderava tanto proteggere l'anima di Draco. Ma la sua?
Non intuiva di certo quanto gli costasse macchiarsi ancora della colpa
di privare qualcuno della vita. Non immaginava quanto gli costasse
privarla proprio a lui.
E sicuramente non poteva sapere quanto detestasse servire Lord
Voldemort e considerarlo il suo Signore. Silente ignorava quanto fosse
doloroso essere totalmente devoto all'assassino dell'unica donna che
avesse mai amato, l'unica ragione che l'aveva reso vivo.
O forse lo sapeva, ma non se ne curava.
L'ex insegnante di Babbanologia continua a fissarlo, rivolgendogli
un'ultima, tacita implorazione. Severus la ignora, e abbassa lo sguardo.
« Avada
Kedavra ».
Il corpo esanime della donna precipita sul tavolo provocando un tonfo
sordo.
Piton mantiene basso lo sguardo, incapace di vedere l'ennesima vita che
non ha potuto salvare.
Il suo compito grava sulla schiena già parecchio storta, non
gli
dà pace; è un fardello pesante e insopportabile.
Oserebbe pensare che il dono lasciatogli da Albus sia stata una pura
cattiveria. Ma è consapevole che non è tutto
perduto.
Esiste ancora una possibilità: la sua anima può
forse
ricomporsi un poco. Harry Potter è ancora vivo.
Il dono lasciatogli in eredità da Albus Silente - Severus,
in fondo, lo sa benissimo - è assolutamente necessario.
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Stamattina ho ripreso in mano il settimo libro e mi sono
soffermata a rileggere il primo capitolo. Ho notato che la supplica di
Silente e di Charity Burbage in punto di morte è la stessa,
così come è lo stesso il destinatario. Mi sono
quindi
chiesta cosa avesse provato Severus in entrambi i momenti e ho tentato
di collegare le due scene.
E questo è il risultato ^^
Ricordavo poi questa frase: "...e incisi nei suoi duri lineamenti
c'erano disgusto e odio". Ho voluto interpretare quell'odio nei
confronti di Silente. So che la narrazione è sotto il punto
di
vista di Harry, che è assolutamente prevenuto nei confronti
di
Severus, ma io ho pensato che nel suo modo di vedere l'espressione di
Piton ci fosse una certa oggettività, in quel frangente.
Se vi va, ditemi le vostre impressioni.
Ringrazio chi recensirà, chi leggerà soltanto e
chi ha
recensito, ricordato, preferito le mie due shot "Il dolce piacere di
umiliarti" e "He's arrived". :)
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