Scesi velocemente dall'aereo e mi diressi verso il nastro
trasportatore per prendermi la mia valigia. Alcuni mi osservavano
incuriositi e dovetti mordermi la lingua per non mettermi a ricoprirli
di insulti. Dopo tutto era il mio prima giorno a Tokyo, non volevo
cominciare a farmi conoscere. La fama che mi ero fatta a New York mi
bastava.
Appena presi il mio bagaglio mi diressi fuori sperando che i mie
zii mi venissero a prendere subito, altrimenti avrei perso presto
l'autocontrollo. Tsk, proprio non capivo perché loro si fossero
trasferiti in questa città insulsa, a mio parere. Ma soprattutto
perché i miei mi avevano mandato a stare da loro? Li conoscevo a
malapena! E per di più la mia cuginetta, la cara Retasu
Midorikawa, mi assomigliava pochissimo. Lei era la classica so- tutto-
io, occhialuta e perfettina.
- Sophieeee!- gridò qualcuno. Mi voltai e vidi i miei zii
che sventolavano le mani. Sbuffai senza farmi vedere e mi diressi verso
di loro con un sorriso da colica stampato in faccia.
- Allora come va?- mi chiese mio zio abbracciandomi. Be meno male
che parlavano inglese, io il giapponese non lo sapevano benissimo e
faccio fatica a parlarlo. Già, dovete sapere che la nostra
famiglia è originaria della Francia, poi però i miei
genitori si erano trasferiti nel Nuovo continente e loro in questa
città così strana. Valli a capire....
- Bene grazie- risposi indifferente. Poi fui abbracciata da mia zia
e io risposi abbastanza fredda al suo affetto. Da quel giorno... avevo
giurato di non riceverne più, per non soffrire ulteriormente.
- Ehi Reta, buon giorno- la salutai ironica, vedendo che mi fissava
allibita. Quella sorrise riprendendosi e mi abbracciò
affettuosamente. Devo dire che proprio non ci assomigliavamo neanche un
pò! Lei era più bassa di me nonostante abbia la stessa
età, ha strani capelli raccolti in delle trecce, porta enormi
occhiali da secchionazza e ha intensi occhi blu. Si be quelli ce li ho
anche io, ma non sono vestita da santerellina. I lunghi capelli lisci e
castani mi arrivavano quasi oltre il bacino, vestita con una maglia
attillata nera e dei jeans della Levis, due All Stars ai piedi e degli
Carrera sopra alla testa. La tipica ragazza americana.
- Ciao Sophie!- mi salutò il mio cuginetto, io lo abbracciai e gli scompigliai i capelli.
- Bene ora possiamo andare, dammi pure il bagaglio a me- mi informò mio zio
- Tranquillo, faccio da sola- lo caricai senza troppa fatica sul
Suv nero parcheggiato proprio li vicino. Poi presi posto dietro vicino
al finestrino con i miei cugini. Subito mi chiusi nel mio famoso
silenzio. I miei genitori speravano che andando a vivere per un
pò con loro, ritornassi la ragazza che ero prima. Impossibile,
era come se la mia cicatrice che partiva alla base del collo e finiva
sulla clavicola sinistra, sparisse. Non si dimenticano facilmente i
ricordi. Sentivo gli occhi di mia cugina perforarmi la nuca. Non
mi girai ovviamente, ero abituata a quello sguardo indagatore
- Ti fa ancora male?- chiese, io non risposi e strinsi le nocche finchè non diventarono bianche
- Retasu forse non è il momento di fare delle domande del
genere a tua cugina...- la rimproverò mia zia. Santa donna , un
giorno le dedicherò un monumento. Guardavo la città
scorrermi sotto gli occhi, sotto certi aspetti assomigliava a New
York...
- Siamo arrivati- annunciò lo zio parcheggiando in una
graziosa villetta, nella zona residenziale della città. Scesi e
scaricai la mia roba. Mi feci condurre da mia zia in camera, disfai la
valigia e mi affaccia la finestra. Mai e poi mai avrei pensato che il
mio soggiorno sarebbe diventato permanente...
Precisazione non è vero che i Midorikawa si sn originari della
Francia è una balla! Ma dovevo far combaciare la storia
Spazio autrice:
sinceramente non so k mi sia venuto fuori, ma volevo assolutamente
scrivere questa storia. Quindi a voi i commenti e spero che vi piaccia.
Un bacio a tutti