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Buona sera!
eccomi di ritorno con il nuovo capitolo^.^
Informazioni di servizio: sto operando la pubblicazione dei
capitoli rivisionati, e sono arrivata fino al capitolo cinque. ci
vorrà un po' di tempo!
Le recensioni risponderò a fine capitolo.
Buona lettura
Capitolo tredici
Il
vero amico si riconosce nei pericoli. Cicerone
La
prima cosa necessaria, era quella di avvertire gli altri senza che la
madre di Rufy potesse capire qualcosa.
Era angosciata,
spaventata, così fuori di se che a mala appena si
accorgeva di ciò che si accorgeva di quello che accadeva
intorno a lei. Però, se tutti quanti lasciavano la stanza
avrebbe sospettato qualcosa.
“C’è
un altro problema.” Ricordò Sanji.
“Sarebbe?”
“Ace.”
Cazzo. Non
c’aveva pensato proprio.
“Non
possiamo farlo venire: è troppo coinvolto e agitato.
L’operazione della polizia potrebbe essere messa in pericolo.
Non è questo il nostro scopo, uh? Noi
vogliamo solo fare la nostra parte.”
“E noi
non vogliamo questo.”
“Direi
di no.”
“Non
sfottere cuocastro.”
Quel damerino non
perdeva occasione per stuzzicarlo: ma un giorno gliela
avrebbe fatta pagare. Parola di Roronoa Zoro.
Sanji aveva
capito che era accaduto qualcosa di importante fin
da quando Zoro gli aveva fatto cenno di seguirlo; lo sguardo del marimo
era stato fin troppo evidente. Non fino a quel punto, in ogni caso.
Il cuoco, aveva
parecchie domande a cui dare una risposta. Com’erano riusciti
a scoprire il luogo dove si nascondevano i rapitori? Fino a
poco tempo prima brancolavano nel buio, ora sembravano pronti per un
operazione di salvataggio; Che ne era della sicurezza di
Rufy? Non erano loro che affermavano che la cosa migliore fosse quella
di assecondare i rapitori e arrestarli solo dopo aver tratto al sicuro
Rufy?
Era vero che, una
squadra di elicotteri sorvolava ininterrottamente quelle zone, ma era
altrettanto vero che non aveva trovato nulla.
Si fermarono
davanti alla porta del salone in cui gli altri erano in attesa.
“Pensi
che Tibby-chan abbia cambiato idea? Altrimenti non si spiega.”
“…”
“Ho la
sensazione che, in questa situazione non siamo riusciti a fare
nulla…”
“Ma non
siamo in una situazione normale.”
Sanji
ridacchiò, pensando che Zoro ogni tanto aveva ragione.
“Ehi,
ma dove siete stati?” chiese Usop.
“ Io e
il cuocastro abbiamo parlato e abbiamo deciso che rimanere qui non
aiuta Rufy, e tantomeno aiuta noi.”
“per la
precisione abbiamo pensato che tentare di metterci sulle tracce di
Tibby-chan è qualcosa che possiamo fare da soli.”
“Uh?”
mugugnò Franky, non capendo dove quei due andassero a parare
.
Accanto a lui
Robin ridacchio.
“Credo
che ci siano novità in aspettate.”
Sussurrò all’ orecchio del uomo.
“Ma,
davvero?”
Forse finalmente
le cose avevano deciso di prendere la piega giusta.
“Franky,
Nami, Usopp, venite con noi.”
“Robin,
Brook, e Ace rimanete qui, i rapitori potrebbero farsi vivi. Se
sì ci farete sapere.”
Non
bastò dire altro perché tutti si mossero in
fretta, così in fretta che alcuni di quelli che
rimanevano (Aiko-san e Ace) non ebbero nemmeno il tempo di capire cosa
accadeva veramente.
***
Ore
04:00 33 ore dopo il rapimento
Era tutto pronto:
con successo avevano individuato la fattoria disabitata, che con il
senno del poi, era stato facile trovare: era l’unica vicina
ad un mulino. Tibby era stata precisa nelle indicazioni. Aveva detto
che rapitore erano solo 5, armati solo con un fucile a testa.
Tibby
guardava la fattoria da dentro una macchina della polizia parcheggiata
in uno spiazzo dietro la fattoria stessa.
“Commissario,
siamo sul posto, e abbiamo iniziato a posizionarci, aspettiamo suoi
ordini!” disse l’ispettore parlano attraverso un
radiotrasmittente.
“Hanno
avuto un incidente quando arrivarono qui, e Rufy ha riportato
dei danni sicuramente gravi!”
“Lo
sappiamo, ma fra poco sarà tutto finito, piccola.”
Tibby non
parlò più, o semplicemente da quel momento non
ricordò più nulla di quello che accadde, soltanto
i rumori ovattati degli spari, la voce del poliziotto che gridava con
l’altoparlante.
Solo una cosa,
forse le era rimasta in pressa. Una cosa che non si aspettava di certo.
Vide arrivare gli
amici di Rufy sbucando da una stradina secondaria, che nemmeno aveva
notato.
Vide Usopp,
quello codardo, entrare da sotto il recinto, da una fessura e
strisciare dentro, alla ricerca di Rufy.
E per poco non si
faceva scoprire ed ammazzare.
Non sapeva come
ma erano riusciti a convincere la polizia a lasciarli collaborare. E,
forse fu grazie a loro se Nick e i suoi furono catturati.
****
Trovarono Rufy in
un lago di sangue, con le ferite infette, la febbre alta, delirante,
infreddolito, e pestato.
In un stato
peggiore,non poteva trovarsi.
L’elicottero
lo portò via in tempo prima che i midia da salto non
giunsero in quella cascina.
Tibby, poco
più tardi, con il suo avvocato, fece la deposizione, e
trattò con il giudice, avrebbe testimoniato anche in
tribunale.
Voleva espiare
colpe che non poteva espiare. Si era pentita per ciò che
aveva fatto e stava rimediando, ma non voleva essere perdonata,
perché sapeva di non meritare perdono.
Aveva sbagliato,
e doveva pagare, però prima aveva voluto fare quello che
poteva per dimostrare di essere tornata indietro nei suoi passi.
***
Saint Paul
General hospital*
Una bolgia,
forse, sarebbe il termine più adatto per definire il Saint
Paul, in quelle prime ore del mattino.
Dopo 36 ore di
prigionia, ed era un periodo ridicolo, se pensiamo ad altri rapimenti,
Monky D. Rufy venne ricoverato d’urgenza.
Aiko-san
uluò vedendo suo figlio in quella barella piccola e stretta
pallido, coperto di sangue ed inerme; Ace era pallido ed era finito in
uno stato catonico.
Fu
così che iniziò l’estenuante attesa.
****
Tibby seduta nel
letto aveva ripercorso quei mesi, all’indietro, momento dopo
momento, al rallentatore come una moviola, e sempre risaltavano i suoi
sbagli.
Era certa che se
Rufy non sopravviveva lei sarebbe morta dai sensi di colpa.
Aveva offerto la
sua amicizia, la sua protezione, il suo calore. Aveva provato a farla
sentire a casa. Farla sentire una di loro.
“Rufy…
resisti, ti prego.”
Una lacrima come
un cristallo scese e cadde sulla mano stretta in un pungo stringendo le
coperte sgualcite.
Una preghiera
sussurrata, ma quanto mai forte e chiara.
***
Nami e
Zoro ancora sul quel terrazzo abbracciati, persi nello stesso
pensiero. Furono riscossi da uno squillo di cellulare.
“E’
il tuo Nami…il mio lo lasciato in macchina.”
“Ah,
già.”
Aveva anche
dimenticato di spegnerlo, tanto era l’urgenza di sapere come
stava Rufy.
“E’
sanji…”
“Sanji-kun?”
risipose tirando su con il naso.
“Oh,
Nami-san, come sta?”
“Ancora
nulla.”
“Lo
sospettavo. Lo avevano pestato bene. Poi
quell’incidente…vado al ristorante, vi preparo
qualcosa e poi torno.”
“Va
bene, ci vediamo dopo.”
Perché
loro non si sarebbero mossi da quella sala d’aspetto.
Sarebbero rimasti lì, fino a che Rufy non avesse aperto gli
occhi.
Avevano preferito
mandare a casa Aiko-san, perché con quello che deve aver
dovuto passare aveva bisogno di riposo.
Robin la teneva
al corrente di tutto.
“Ci
porta qualcosa da mangiare”
Zoro
annuì.
“Torniamo
dagli altri.”
“Sì.”
Ringraziamenti
Deidaraforever: * ospedale dove è ricoverato Rufy" dietro un
angolino io e deidara e i pinguini osserviamo la scena.IO: Visto? la
missione è stata un successo! Deidara: si
però..rufy... Io: oh si rimettera! e poi ti sei vendicata,
non sei stata tu a fare l'occhio nero a Nick? *silenzio assoluto*
Grazie per la tua perseveranza, e non ti preccupare gli impegni sono
impegni^. ^
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