La libertà
Peter
può alzarsi tardi la mattina. Peter può mangiare tutto
ciò che vuole quando vuole. Peter può giocare fino a
tardi la sera. Peter può svolazzare alto nei cieli. Peter
può appendere Uncino all'albero maestro e gettare in mare il
povero Spugna. Tuttavia, Peter non può lasciar l'isola
Che-non-c'è, perchè per il mondo lui non esiste.
Libero o rinchiuso in una prigione dorata? La risposta, come tutto
ciò che è umano, è relativa al punto di vista:
è libero nel suo piccolo mondo di essere ciò che vuole,
ma non è libero di varcarne i piccoli confini.
Peter Pan è un personaggio immaginario, poichè nessun
essere umano accetterebbe volontariamente di limitarsi, anche se
ciò lo portasse alla massima comodità: la felicità
è un sentimento infinito e perciò non può nascere
da cose finite, quali cibi migliori, letti più comodi e
giochi più divertenti. L'essere umano è fatto per
mettersi alla prova, per andare avanti, per far sì che "ogni suo
allievo superi il proprio maestro". La ricerca della libertà
è una forma di progresso, di crescita poichè porta a
riflettere su ciò che siamo e su ciò che facciamo: non
importa se poi ci si impelaga in discorsi filosofici e senza logica,
perchè già il fatto di pensare è un'ottima cosa
visto che spesso, spinti dalla frenesia, ce ne dimentichiamo. Non
è la libertà come fine da raggiungere , ma il viaggio
interiore che esso ci porta ad intraprendere. Quindi la libertà
sta nell'azione del presente e non in un probabile e forse deludente
futuro. Immaginiamo di trovarci ad un bivio: a destra ti spetta il
"Paese dei Balocchi", a sinistra il "Paese delle Meraviglie". Qualsiasi
sia la scelta, essa non è libera, perchè è
condizionata sempre e comunque dalla nostra esperienza passata, in
quanto, secondo me, tutto ciò che accade, ogni singolo
avvenimento è necessario, cioè non può essere
diverso da ciò che è: la vita è diretta
conseguenza del modo di essere di una persona. Facciamo un esempio
pratico: ci troviamo persi nel labirinto del Minotauro senza alcun
punto di riferimento. Studi sul comportamento umano hanno evidenziato
che persone, che si trovano in questa situazione, tendono a girare
sempre a sinistra. Per scegliere volontariamente di girare a destra,
una persona deve essere a conoscenza di questo fatto: non c'è
libertà nel girare a destra o a sinistra, in quanto il girare a
destra è indotto dalla nostra conoscenza, mentre il girare a
sinistra dalla nostra ignoranza o, comunque, da un moto di ribellione
verso la nostra conoscenza. E, se sta pensando che rimanere fermi sia
la soluzione, si sbaglia di grosso: l'inattività nasce o dalla
pigrizia, malattia cronica, o da una ripicca verso le azioni, che ci
appaiono come sfide. La libertà assoluta non esiste, se non nei
sogni, poichè se non siamo prigionieri di un regime totalitario,
siamo ingabbiati in noi stessi in quel labirinto mentale, al cui centro
si trova il concetto di libertà: la continua ansia e desiderio
di raggiungerla, di accalappiarla, ci rendono più reclusi che
accettar a cuor leggero questa condizione. Come una farfalla, che alla
ricerca del nettare più dolce, finisce nella tela del ragno e si
agita freneticamente, poichè è molto forte l'istinto di
sopravvivenza, riuscendo solo ad avvicinare il momento della fine. Non
resta che accettare stoicamente ciò che viene, e chissà
che il vento, per puro caso, non spazzi via quella ragnatela.
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