Quello che state
per leggere è uno sfogo. Descrizioni di emozioni
forti che ho provato per una persona, un sentimento non corrisposto, ma
tanto forte da spingermi a queste parole. Ho deciso di pubblicare un racconto così personale, solo perché fa parte del passato e dopotutto mi piacerebbe sapere se qualcuno ci si possa ritrovare. Le recensioni sono gradite e auspicate! COME SEMPRE GRAZIE PER ESSERVI SOFFERMATI SULLE MIE PAROLE!!
Il
mio Sole.
Nebbia.
La
nebbia perpetua che c'è da quattro giorni mi sta snervando
assai;
non sopporto questa atmosfera ovattata e umida, riesco solo a sognare
il sole, il caldo, la luce.
Il
sole, l'estate, mi fanno venire in mente te. Te e i tuoi colori
caldi, i profumi persistenti, i sapori forti che mi evocano sempre il
tuo ricordo.
Sei
come un'arancia succosa, un melograno dolce, un rifugio sicuro, il
sole che mi accarezza la pelle d'estate, una coperta morbida
d'inverno. Le tue spalle grandi mi ricordano un rifugio dove nulla di
brutto può accadere..
Ho
fatto l'errore più grande che potessi fare, ti ho dato
troppo
valore. ti ho dato il potere di farmi ridere, di farmi piangere, di
rendere una giornata orribile meravigliosa e rendere invivibile una
allegra serata. Ti ho dato davvero tanto potere, un potere che hai
nelle tue mani e forse nemmeno lo sai. Un potere del quale
probabilmente ti interessa assai poco e del quale non ti preoccupi
particolarmente. Hai in pugno i miei sorrisi, i miei silenzi, le mie
lacrime, come una enorme arma di distruzione data in mano a un
bambino che non sa che farci, che ci gioca. Ecco è la parole
più
giusta, tu semplicemente giochi con questa arma, magari anche
involontariamente, scherzando, divertendoti con la tua
ingenuità e
non sai ciò che lasci indietro. Forse non ti interessa,
probabilmente non te ne preoccupi, non ti rendi conto di poter
possedere nelle tue mani un tale potere; non ti sembrerà
possibile,
ma tu diventi il centro del mio mondo, quando ti sto vicino sei il
centro esatto dei miei pensieri, dei miei sogni, delle mie speranze e
sopratutto delle mie sofferenze.
La tua
presenza è un calmante e allo stesso tempo un eccitante. Mi
fa
assumere comportamenti agli antipodi fra loro, mi fa essere
ciò che
non sono e sopratutto non vorrei essere, mai con te.
Acida,
isterica, vulnerabile, petulante, ossessiva, loquace, silenziosa,
triste, pazza..in una parola innamorata.
Forse
l'amore è troppo ma a questo sole imploso che sento tra di
noi
quando mi sei vicino, a questi brividi che mi scorrono sulla pelle
quando mi tocchi e a queste farfalle nello stomaco quando mi guardi
io non so che altro nome dare.
Vorrei
essere capace di fermare tutto questo, vorrei essere in grado di
controllarlo e tenerlo a bada, ma è più forte di
me.
Sei un
ossessione, più ti sto lontana più riesco a
respirare, ma se ho
qualcosa: un ricordo, un immagine, un suono, un profumo che mi lega
al tuo ricordo, dimenticare diventa quasi impossibile e tu torni a
essere una droga. Che uccide. Che fa stare bene per un tempo
così
breve e poi ti fa soffrire tanto a lungo, tanto da dover tornare a
cercarla per vivere ancora quel momento felice, quel momento in cui
ti senti pienamente viva. Quel momento in cui posso avvicinarmi al
mio sole.
Se
riuscissi solo a convincermi che di me non ti importa nulla, se
riuscissi a incatenarti in un angolo buio del mio cuore dove ti possa
relegare e dove non faresti più male, lo farei. Ma non
riesco, non
so come si faccia. E da una parte non voglio nemmeno farlo
perché la
tua assenza è ancora più dolorosa che il tuo
essermi vicino, ma non
poterti avere. Preferisco soffrire in silenzio vivendo nelle mie
illusioni, rubandoti di tanto in tanto un sorriso, piuttosto che
starti lontana e smettere di vederti.
Questo
mi fa capire che sei un'ossessione e non qualcosa di sano: preferisco
soffrire sfiorandoti che stare bene senza di te. È assurdo
lo so, ma
la cura non la conosco.
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