L’Angelo
e la Sirena
IMPOSSIBLE LOVE
["The constant longing for your
touch
This bitter ocean of
hatred and pain
This loneliness I need
to be who I am"
"The oceans are alone as
I
Somebody take away this
gift of mine
No charisma for the
beast!
But still I love you
forevermore"
"Come to me
Deliver me from you
And from all the days of
the Earth"
No last words to say
Only memories remain
A farewell then, my path
goes forever on. ]
(Nightwish –
Astral Romance)
Spolvera d’argento la luna, la placida superficie di
quell’infinito che si estende innanzi a lui.
È un cielo capovolto
che immoto ed ammaliante accoglie la carezza di quei raggi di luce che
racchiudono in se l’ingannevole promessa di un calore
illusorio e menzognero.
È fredda la luna che brilla beffarda della sua luce riflessa,
come freddi sono il mare e la notte che sinuosa e possessiva lo
abbraccia e lo avvolge.
E fredda è la luce che brilla negli occhi
dell’Angelo silenzioso
che sulla soglia di quel mondo che meno d’ogni altro gli
appartiene,
distende le candide ali e… attende.
Attende impaziente l’arrivo della sua amata.
Attende il ritorno di una parte della sua anima che credeva ormai
perduta.
Attende quel frammento d’eternità che rende
sopportabile la sua immortalità.
Nemmeno un’onda increspa quello specchio grigio e nero su cui
si riflettono le stelle lontane
e nel quale affoga il suo sguardo dorato.
E persino il suo occhio, ben più che umano, smarrisce la
linea distante di quell’orizzonte che, inghiottito
dall’oscurità, fonde cielo e mare in un buio
infinito…
palcoscenico perfetto per la sua personale tragedia.
Un piccolo sole appare per un istante sul suo volto
d’alabastro.
Un sorriso.
Un sorriso senza gioia.
Un sorriso spento che pur nella sua pochezza, incendia le tenebre di
luce divina.
È un sorriso triste quello che l’Angelo regala
alla notte mentre muove le sue ali fatte di giustizia,
di purezza
di luce
e di vita
per ritagliarsi un angolo di oscurità in cui poter
accogliere colei che attende.
È vicina ora…
Sente il suo profumo di sale, di mare e di sabbia riscaldata dal sole.
Vede il velo dorato dei suoi capelli infrangere il grigiore di quella
superficie piatta e fredda che cela la sua esistenza agli occhi dei
mortali.
Vede le sue mani accarezzare con struggente dolcezza l’oceano
di gocce d’argento che le scorre intorno e che la racchiude
in un abbraccio protettivo.
L’acqua si increspa appena sotto le sue dita e intorno al suo
corpo e si trasforma in un’evanescente schiuma bianca che
sembra volerla nascondere agli occhi di quella presenza muta e
solitaria che, immobile al limitar della terra degli uomini, attende
l’arrivo della sua protetta.
E nel silenzio che accompagna la sua attesa l’Angelo macchia
il candore della sua anima con la lordura del peccato.
Invidia.
Oh dolorosa invidia che corrode ciò che è
incorrotto ed immortale…
Invidia per quel mare che può abbracciare la sua amata,
stringerla, avvolgerla, cullarla e proteggerla come anche lui vorrebbe
poter fare.
Come solo lui dovrebbe poter fare.
Come lui non potrà mai fare.
E l’Angelo cade in ginocchio su quel lembo di terra a
metà strada tra il mondo degli uomini e quello di colei che
ama, schiacciato dal peso del suo peccato,
del suo dolore
e del suo impossibile amore.
Si sporcano di sabbia grigia le sue ali immacolate e come fiamma viva,
brucia il sale su quella pelle diafana fatta per la luce del sole e non
per l’impenetrabile ombra del mare.
Piange.
Piange in silenzio l’Angelo dagli occhi dorati
e gocce di luce illuminano l’oscurità della notte
come se anche l’espressione del suo muto dolore fosse
contaminata dalla divinità della sua essenza.
Lento e silenzioso il corpo etereo della Sirena si spinge appena oltre
il limite che la vita le concede.
Affonda le sue mani nella sabbia scura, accanto a quelle del suo amato
e stringe tra le dita l’inconsistenza dei loro desideri.
Grandi occhi color del tramonto fissano angosciati il celeste splendore
della creatura china innanzi a loro.
Lunghi capelli d’argento celano il suo volto immortale
e le maestose ali abbandonate sulla terra grigia racchiudono il suo
corpo chino innanzi ad un dio che non gli appartiene.
Reclina il capo la Sirena e sfiora col suo viso il viso
dell’Angelo che piange.
Fili dorati si intrecciano a quelli d’argento
e occhi di sole umidi di luce incrociano occhi di mare dai quali
sgorgano cristalli di sale.
E odia la Sirena…
Odia se stessa e quel suo corpo che reclama un cielo d’acqua
in cui il suo amore
non può volare.
Odia l’eternità che li attende condannati in
quelle vite distanti che mai potranno fondersi in una vita insieme.
Odia la diversità che li divide e che li attira in quel
vortice di desiderio impossibile in cui sono precipitati.
Così perfetti.
Così diversi.
Notte e giorno.
Luce e ombra.
Calore e gelo.
Ed è solo un istante rubato
all’eternità quello in cui
la notte incontra il giorno,
l’ombra si scioglie nella luce
e il calore annulla il gelo.
Così su quel lembo di umida terra che appartiene ad un mondo
di nessuno, l’Angelo e la Sirena rubano il loro istante.
Vivono il loro tramonto.
Assaporano il loro crepuscolo.
Si annullano l’un l’altra.
Sfiorano con venerazione le labbra dell’Angelo quelle della
Sirena e il calore del suo respiro scioglie il gelo che pervade la sua
amata
mentre la luna, le stelle e il mare in silenzio vegliano.
E misericordiose le ali dell’Angelo scendono a racchiudere
l’abbraccio dei due amanti,
come un sipario che cala su quella tragedia senza tempo.
È finita.
L’istante è passato.
L’eternità ricomincia.
L’Angelo dagli occhi dorati fissa in silenzio la scia di
schiuma bianca che increspa il grigio cielo d’acqua che cupo
si stende innanzi a lui.
Una scia sempre più lontana…
sempre più leggera.
Il sogno di una notte che sta per finire.
Forse…
Domani…
Ci saranno un nuovo tramonto e un nuovo crepuscolo.
Diversi.
Perfetti.
A/N: Niente
di particolare da dire, questo è solo un malinconico
pensiero nato dal mare, dalla musica (in particolare dalla canzone
citata sopra) e da qualcos’altro! ^_^! Tranne
l’ispirazione e la canzone… il resto è
tutta roba mia e mia soltanto! Un bacio a tutti!
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