Sono
nati nei merletti. Per far l'amore e la guerra*.
"E'
bellissima, vero?" Chiese soffice Ginevra.
"Già."
Merlino si ritrovò ad annuire. Non poté far altro che
seguire con gli occhi l'incedere maestoso di Artù. Al suo
braccio Morgana appariva radiosa. Radiosa e bellissima. Una regina.
"A
volte mi piacerebbe essere lei." Sospirò Gwen. "Non
che io mi lamenti della mia condizione!" Ritrattò
tempestiva, temendo di essere stata sconveniente "Come sua
ancella godo di molti privilegi... Solo che..."
"Non
ti preoccupare." La rassicurò Merlino. "Ti capisco."
Morgana può avere Artù. "A volte è
dura stare a guardare quel mondo sapendo che non non ne faremo mai
parte." Continuò distrattamente, mentre fissava il suo
signore e la sua sorellastra danzare nella sala.
Una
coppia meravigliosa, divisa solo dall'orgoglio.
"Forse
per un uomo è ancora più dura." Commentò la
ragazza ad alta voce.
"In
che senso?"
"Le
donne, alla fine, dipendono dal loro uomo. E' il loro matrimonio ciò
che le condurrà a una vita serena o a una vita di miseria. Un
uomo deve fare i conti solo con se stesso. Se le cose vanno male può
dare la colpa solo a se stesso e alle proprie condizioni."
Ragionò Gwen. "Non che io creda che una donna non debba
rimboccarsi le maniche. Alla fine, una popolana rimane una popolana,
che sposi un contadino o un mercante" Non potrà mai
sposare un principe.
"Tranquilla."
Tutto
quello che vorrei avere è il suo sguardo, quello sguardo che
Artù sta posando su Lady Morgana, su di me.
"E'
un mondo irraggiungibile, per noi. Vado a prendere dell'altro vino."
*Il
titolo è un rimando a “Dio ma quanto è
ingiusto il mondo”, di Notre Dame de Paris, del grandissimo
Cocciante. Io credo che sia adattissimo ad Artù e Morgana.
E...
che dire qua.
Quando
penso alle Artù/Morgana mi si stringe sempre un nodo alla
gola.
Come
sempre, commenti e critiche sono sempre ben accetti.
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