Il bacio arrivò come una sorpresa perché non c'erano farfalle che
svolazzavano nella mia pancia e perché non stavo tremando solo perché lui se ne
stava a qualche passo di distanza.
Arrivò come una sorpresa perché non
mi ero neanche resa conto che mi sarebbe piaciuto baciarlo.
No, tutto sembrava ordinario. Ci stavamo semplicemente allenando fino a tardi
come ogni altro giorno. Io stavo perfezionando il mio esercizio a corpo libero e
lui era alle parallele.
Guardai verso l'orologio e notai che era mezzanotte. Sasha ci aveva lasciato
le chiavi della palestra perché lui aveva un importante appuntamento a cui non
poteva mancare.
Sentii il rumore sordo dei suoi piedi che toccavano il tappeto elastico e poi
la sua voce rauca disse, "Kmetko, che ne dici di andarcene a fare un giro? Ti
offro la cena."
Mi voltai sorridendogli. Mi piaceva avercelo come amico. Inespiegabilmente
era come sapesse sempre cosa volessi dire o ciò di cui avevo bisogno; il tipo di
amico che vuoi sempre attorno.
"Tucker è tardi," gli dissi indicando verso l'orologio appeso alla parete, "è
mezzanotte. Non c'è nessun posto aperto."
Lui sorrise di quel suo solito mezzo sorriso e si avvicinò. "Magari potresti
venire da me e..."
Alzai gli occhi al cielo e quando stava soltanto a un paio di centimetri di
distanza, lo spinsi indietro leggermente. "Non esiste, Austin." E fu allora che
guardai in su.
I nostri occhi si incontrarono e avevamo quegli stupidi piccoli sorrisi che
vedi in quei film per adolescenti. Quelli che ti fanno dire, "si
bacieranno!" e ti allunghi in avanti fino a quando non sei seduta sul bordo
della sedia come se potessi sentire tu stessa la tensione che c'è fra i
personaggi.
Vidi quel piccolo sorriso e avrei dovuto sapere cosa sarebbe
successo, ma invece no.
I secondi si dilatarono fino a quando non sembrarono durare anni e poi
accadde semplicemente.
Sentii le sue dita affondare nei miei capelli, tirandomi più vicina a lui.
Misi le mie mani sul suo petto e ci fermammo per un secondo. Potevo sentire il
suo respiro accarezzarmi il viso e in quell'istante cominciai a tremare. Potevo
sentire i suoi muscoli vibrare con la tensione sotto le mie dita.
E poi fu come se qualcuno avesse premuto avanti sul telecomando.
La sua mano che era ancora libera si avvolse attorno al mio collo e mi piegò
la testa in su e poi finalmente ci stavamo baciando.
Le mie mani afferrarono i suoi bicipiti cercando di mantenermi in piedi
mentre lui afferrava il mio viso tra le sue mani, gentilmente e allo stesso
tempo con forza.
Il bacio arrivò come una sorpresa perché un momento stavamo ridendo e un
momento dopo eravamo uniti.
Il bacio arrivò come una sorpresa perché in un istante, ero persa.