Prologo
Nel cielo oscuro un altro bagliore fa la sua
comparsa, poi un rombo e nuovamente il silenzio rotto solamente dal
picchiettare della forte tempesta sui vetri e sull’ormai bagnato
terreno. Ma qualcosa di cupo turba la quiete pubblica in quella notte
che di cupo aveva già abbastanza. Un libro tra le mani, tunica
in volto con annesso cappuccio che copre l’intera parte superiore
del volto e sciarpa legata così che solamente la punta del naso
abbia lo spazio necessario per uscire fuori e trovare un minimo di
respiro. Cuore che batte a perdifiato anche se di fiato ne ha meno che
poco. Rimane poggiato per qualche secondo ad un muro con la schiena,
stradina senza uscita da una parte e grande via dall’altra che
sbocca in varie strade mentre il centro è occupato da una grande
fontana circondata da un prato ed alle spalle della fontana un grande
palazzo, il più imponente tra tutti quelli presenti nella Grande
Via del Destino, caratterizzato da qualcosa. I palazzi normali di
solito sono ricoperti dai lati di luci al neon e, all’esterno,
sembrano spezzoni esterni di aeronavi, quel palazzo sembra essere un
palazzo della grande regia di Kherg, tutto ricoperto d’oro e
all’esterno a qualche centimetro di distanza una nube offusca la
visuale interna. L’entrata del palazzo è controllata da
tre uomini, tutti e tre armati, ognuno con armi diverse. Uno ha un
enorme fucile dietro la schiena, l’altro ha uno spadone che tiene
tra le mani, la punta tenuta verso il basso ed il manico tra le mani,
si starà riposando. Il terzo uomo sembra il meno pericoloso,
anziano, barba lunga e folta che tocca i piedi tutta bianca, mani
vecchie e ruvide oltre che rugose. In mano tiene un bastone, molti
potranno pensare sia un normale bastone da passeggio ma per il ragazzo
che rimane sempre appostato sul muro non è difficile capire che
quello non è una persona normale, è un mago. Due dei tre
guerrieri, il tiratore e lo spadaccino, portano addosso
un’armatura complessa. Il mago invece porta addosso una veste che
arriva fin sotto i piedi. Continua a respirare affannosamente
l’incappucciato, fisico atletico e snello si direbbe faccia
sport. Cerca di dare un ultimo sguardo alla grande via per riuscire a
trovare una possibile via di fuga, ma non appena lo sguardo si punta
verso l’esterno
“Cucu!”
Un volto. Denti caricati, la maggior parte gialli
e faccia burbera e grezza. Barba nera che scivola lungo la mascella
dell’uomo fermandosi al mento dove si unisce con l’altro
pezzo di basetta formando un pizzetto bello grosso che a sua volta
incomincia a salire intorno alla bocca creando un paio di baffi uniti
tra di loro. Sorriso sornione sul volto e occhi da diavolo. Non
è vestito in maniera da cavaliere ne normale se si guarda la
pioggia. Infatti porta solamente un pezzo di armatura sul braccio
sinistro, nella mano destra uno spadone nero con disegnato sopra un
fuoco. Fascia intorno ai capelli lunghi e blu ed un paio di pantaloni
neri tenuti da una cintura grigia da cui a destra sbocca una specie di
mantello rosso con un simbolo di fuoco nero e arancione che copre la
gamba destra dalla parte davanti, inoltre è scalzo. Dietro di se
una cinquina di uomini in armatura, reclute in fase di addestramento.
“Non ti aspettavi di trovarmi qui, ladruncolo da quattro soldi!!! Dammi il libro, muoviti!”
Ora sul viso si dipinge un’espressione dura e cattiva mentre gli occhi schizzano fuori dalla faccia dell’uomo.
L’incappucciato rimane ad osservare
l’uomo per qualche secondo, non riesce a muoversi tanto dallo
stupore e dalla paura che prova nel vedere quel volto, solamente cerca
di stringere il libro più forte che può per non farselo
fuggire.
“Questo libro, è patrimonio della
regina. Già toccandolo meriteresti la pena di morte, ma se me lo
dai senza opporre resistenza chiuderemo un occhio e ti beccherai
solamente un anno di carcere, perché noi siamo buoni con le
persone siete voi che ci pr…”
Non finisce di parlare che l’incappucciato
si ribella tutt’un tratto e scalcia velocemente la gamba
dell’uomo che la tira su afferrandola con entrambe le mani e
saltellando sulla gamba che gli rimane. Poi con un movimento veloce in
avanti del braccio l’incappucciato fa sbatter il palmo della mano
destra contro la fronte dell’uomo facendolo cadere per terra e
senza aspettare un secondo di più incomincia a correre in
direzione sud.
Intanto le reclute rimangono intorno al loro capo cercando di aiutarlo.
“Ma cosa fate? Faccio da solo BABBEI ANDATE A RINCORRERE QUEL RAGAZZO!!!”
Urlo che squarcia in due il cielo e subito le guardie incominciano a correre in direzione del ragazzo appena scappato.
“Ti sei ficcato in un mare di guai pivellino... mai prendere alla sprovvista il sergente Rain”
Conclude il tenente con un ringhio di rabbia ed una faccia da paura.
Nello stesso momento il ragazzo continua a
correre, ma a causa della fretta si ritrova di fronte ad una strada
senza uscita. Un muro alto una decina di metri si staglia di fronte al
ragazzo, chiuso ai lati da due case, una con un balcone a sei metri di
altezza. Si volta cercando di trovare un’uscita ma niente. Le
reclute gli stanno dietro, camminano lentamente ognuno con un ghigno
malefico in volto. Un gruppo ha in mano delle spade a singolo filo, un
altro gruppo ha in mano dei nunchaku mentre uno solo tiene in mano un
fischietto. L’incappucciato si guarda intorno, non ha mai visto
quell’arma e non vuole provarla semmai possa essere pericolosa,
ad un tratto un’idea gli passa per la mente.
Incomincia a correre contro le reclute che sbigottite dal fare del ragazzo alzano le armi per prepararsi alla battaglia.
“Scusate, ma non è questa la mia ora.”
Esclama slanciando l’intero corpo verso
destra in maniera fulminea in modo da dirigersi verso un muro, la gamba
destra si apre e, non appena il piede urta al muro, la gamba si flette
verso l’alto in modo da dare all’intero corpo una spinta
la vostra promozione è…”
ancora un’altra frase, il corpo del ragazzo è diretto a tutta velocità verso gli avversari.
“RIMANDATA!!!!”
Un ultimo urlo, poi l’incappucciato poggia
entrambi i piedi sul capo del guerriero con il fischietto, le gambe che
si abbassano e successivamente si slanciano verso l’alto in
questo modo l’incappucciato riesce saltare in direzione del muro
e nello stesso tempo abbassa il caschetto del guerriero.
“Ehi!” esclama il guerriero colpito con voce tonante ed arrabbiata.
Ma oramai è troppo tardi,
l’incappucciato effettua un altro slancio con la gamba sinistra
sulla parete del muro riuscendo ad arrivare sul balcone aggrappandosi
con entrambe le mani sul corrimano di metallo. Poi si issa in modo da
entrare dentro il balcone, fa qualche passo indietro per prendere la
rincorsa ed incomincia a correre. Arrivato di fronte al corrimano che
sfocia dall’altra parte del muro poggia entrambe le mani su di
esso e si lancia verso avanti cercando di atterrare con i piedi per
terra dall’altra parte della stradina, sano e salvo.