Disclaimer:
Till Lindemann, Richard Kruspe e Christoph Schneider – e in
generale i Rammstein -non mi appartengono. Neanche Travis Fimmel
(qualcuno pensava il contrario?! XD). Quanto narrato – grazie
a Dio! – non è realmente accaduto e non
intende essere un’opera diffamatoria nei confronti dei
protagonisti. Da tutto ciò, ovviamente, non ci ricavo uno
zellino.
Du riechst so gut
Erano andati al
Fashion-Party di Berlino. Avrebbero dovuto lavorare al loro nuovo
album, ma le cose da un po’ di tempo avevano un andamento
strano e i lavori procedevano a rilento oramai da settimane.
Già l’anno prima avevano dovuto procrastinare la
data di pubblicazione dell’album ancora senza nome e la
Universal – a quel punto – aveva dato un ultimatum:
settembre 2009 o addio contratto.
Ma oramai si stavano
tutti avvicinando inesorabilmente ai cinquant’anni e
l’ispirazione cominciava a venire meno: Till non si sentiva
più addosso l’età per scrivere con quel
linguaggio così ambiguo e irriverente. Quelle erano cose che
potevano far presa su una determinata fetta di pubblico e ora sentiva
di aver in parte perso la capacità di comunicare con quegli
strambi metallari che ancora li idolatravano. Da qualche parte aveva
pure sentito qualcuno definirlo ‘emo’
per la vena malinconica che avevano preso i suoi testi.
Si avvicinò al
tavolo ricoperto da calici e vivande colorate. Non gli piacevano molto
quel genere di occasioni mondane neanche lontanamente legate al mondo
della musica. Si sarebbe aspettato una maggiore presenza di nomi di
spicco in ambiente musicale, invece, a parte Wilson Gonzales
– il fratello maggiore di quell’assurdo ragazzino
che si faceva chiamare Jimi Blue – e il cantante degli Empty
Trash, si erano ritrovati circondati da modelle e modelli di ogni tipo.
Sbuffò e si
avvicinò al bancone di un pub improvvisato: aveva voglia di
un buon boccale di birra tedesca e i flute pieni di spumante non lo
attiravano particolarmente.
Si stava semplicemente
annoiando: Kruspe aveva colto l’occasione per essere sommerso
dai flash e parlare a chiunque fosse a tiro del nuovo album degli Emigrate.
Doom, dal canto suo, si limitava a scambiare qualche parola con alcuni
invitati e a sfoderare di tanto in tanto il suo bel sorriso. Ma nessuno
dei due, a differenza di Richard, era un gran festaiolo: si erano
buttanti in quella folle serata più che altro per
allontanarsi dall’incombenza di quell’album che non
arrivava e dalla pressione invisibile dei fan.
La sua attenzione venne
improvvisamente catturata da un dolce profumo di agrumi che gli pervase
le narici. Voltandosi vide il profilo di un ragazzo biondo piuttosto
alto agghindato con abiti degni di un figlio dei fiori che forse solo
Doom – vista la china che avevano preso di recente i suoi
gusti stilistici – avrebbe potuto apprezzare.
Till sorrise diabolico
pensando a quanto – in quel momento – il titolo Du
riechst so gut calzava alla perfezione del ragazzo che gli si
era affiancato.
Il biondo gli rivolse uno
sguardo sospettoso, ma Till non gli prestò troppa
attenzione. O per lo meno, finse di non farlo. Alzando il boccale
occhieggiò il ragazzo cercando di ricordare dove lo avesse
già visto… Era sicuro che fosse un modello
piuttosto famoso qualche anno fa, ma non ricordava per quale casa di
moda avesse lavorato. Solo quando – abbassandosi per
raccogliere il cellulare che non si era neanche accorto gli fosse
scivolato dalle mani – riconobbe il famoso logo CK stampato
sull’elastico dei boxer.
Lindemann storse le
labbra in un ghigno che non prometteva nulla di buono. Forse per
riflesso incondizionato (Till sapeva perfettamente che era bravo ad
incutere timore alle persone) nel sentirsi gli occhi di lui addosso, il
ragazzo si rialzò e dopo avergli rivolto uno sorriso
intimidito – e forse anche impaurito – gli diede le
spalle e si allontanò, confondendosi nella folla..
Till scosse la testa e
prima ingollare il resto del contenuto del boccale sussurrò
il suo fatale ich finde dich.
[28 febbraio 09]
Note
dell’autrice:
Questa storia
è nata per scherzo. Alla provocazione ‘prova a
scrivere una storia slash con Till Lindemann e il modello di Calvin
Klein’ ho risposto con queste parole. Non chiedete
spiegazioni perché neanche io ne ho XD L’unica
cosa che so è che non avrei mai il coraggio di andare avanti
ù.ù
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