Lingering Memories
Prologo:
“I
morti non possono tornare indietro, Severus. Ai vivi restano
solo…i ricordi.”
“Ovviamente.”
Rispose Piton, quasi adirato.
Percorreva
l’ufficio di Silente a grandi falcate, accompagnato dal
fruscio del suo mantello nero.
“Eppure,
ti vedo inquieto.” Gli disse il vecchio preside, scrutandolo
con i suoi luminosi occhi azzurri.
“È
solo che non riesco a …” Cercò di dire
Piton, ma sembrava che le parole gli morissero in gola prima ancora che
le pronunciasse.
Cap.1: Nuovo arrivo tra i Weasley
Quando Harry Potter
entrò per la prima volta al numero dodici di Grimmaud Place,
in quella calda sera di agosto, non poteva immaginare cosa e,
soprattutto, chi vi avrebbe trovato.
Era appena scampato per l’ennesima volta a ciò che
restava di quella che era stata un’estate afosa e terribile,
in compagnia dei Dursley.
Nella più completa solitudine, isolato dal mondo magico e
senza neanche un biglietto da parte dei suoi migliori amici, aveva
trascorso i giorni facendo finta che nulla di quanto era successo a
Hogwarts negli ultimi mesi di scuola fosse vero: Cedric non era morto,
ma in viaggio con suo padre. Aveva vinto la coppa Tre Maghi e tutta la
scuola lo aveva acclamato come vincitore del Torneo.
Voldemort non era mai tornato.
Ma salendo quei pochi e polverosi gradini di pietra, gettò
uno sguardo rapido al braccio destro.
La cicatrice, il ricordo del taglio infertogli da Codaliscia, spiccava
nitida sulla pelle dell’avanbraccio.
Messa lì, in bella vista, sembrava volergli rammentare che
la realtà era molto diversa da quella che sembrava essere
così facile da immaginare, mentre stava seduto nel giardino
dei Dursley, al numero quattro di Privet Drive.
Cedric era davvero morto, Voldemort era tornato e nessuno, nessuno dei
suoi amici lo aveva cercato per tutti quei mesi. La Gazzetta del
Profeta continuava a pubblicare notizie e articoli sulle supposte
menzogne affermate da lui e da Silente. Era stato tutto sviato. La
morte di Cedric, la cattura di Bartemius Crouch Junior, tutto era stato
messo in dubbio, confutato, trasformato, reinterpretato.
Così, adesso, era anche un bugiardo.
“Forse sono tutti di sopra.” Disse Malocchio Moody,
piano. Tutti rimasero in silenzio, avanzando in quel corridoio
polveroso calpestando la moquette.
“Attenzione, Ninfadora!” Disse Kingsgley,
vedendo che la giovane strega era quasi inciampata su un portaombrelli
a forma di zampe di leone.
“Non l’ho fatto a posta! E non chiamarmi Ninfadora!
Pensa se tua madre ti avesse dato un nome stupido come Ninfadora, ti
piacerebbe che ti chiamassi così?”
Continuò lei, infervorata.
“Ah, piantatela!” Fece eco Malocchio.
Uno spiraglio di luce proveniva da dietro una porta socchiusa. Al di
là di questa, un chiacchiericcio sommesso echeggiava nel
silenzio della casa.
“Devono avere già iniziato la riunione.”
Disse il professor Lupin.
Si udirono
dei passi affrettati, e la madre di Ron, la signora Weasley, emerse da
una porta dall’altro lato dell’ingresso.*
“Oh, Harry caro, che gioia rivederti! Devi essere affamato,
povero caro. Purtroppo dovrai aspettare. La riunione è
già cominciata.“
La signora Weasley condusse Harry di sopra. Gli impedì di
partecipare alla riunione.
Era solo per i componenti dell’Ordine, aveva detto.
“Ron e Hermione ti stanno aspettando. Stai attento a non fare
rumore, caro. “ E così dicendo, lo
lasciò davanti a una porta gettandosi occhiate intorno.
Quello che accadde dopo è facilmente intuibile.
Il trio di amici attraversò brevi attimi di imbarazzo,
dovuti alla rabbia repressa di Harry, all’impotenza di fare o
dire qualcosa di più da parte di Ron ed Hermione.
“Silente ci ha detto di non scriverti niente. La posta viene
intercettata. Molti vecchi sostenitori di Tu-sai-Chi stanno tornando
dalla sua parte, non ci si può fidare più ti
nessuno.” Disse Hermione, cercando di trovare una
giustificazione seria.
“Cosa potevamo fare, Harry? Nemmeno a noi dicono cosa sta
succedendo! La mamma non ci permette di partecipare alle riunioni
dell’Ordine.” Fece eco Ron, ma a quel punto la
rabbia di Harry esplose.
“Credete che sia stato difficile solo per voi? Io ero quello
estraniato dal mondo, che non sapeva che cosa stesse succedendo intorno
a lui, che ha rischiato di farsi espellere da Hogwarts per aver usato
la magia contro i Dissennatori! Che ha rischiato di morire per
l’ennesima volta e ha invece visto morire qualcun altro al
suo posto!”
E continuò a sfogarsi urlando e buttando fuori tutto quello
che si era tenuto dentro per mesi.
A nulla, valevano le scusa di Ron e Hermione.
Ma a un certo punto, un schiocco improvviso fece sobbalzare i tre, e
quasi all’istante, i due gemelli Weasley si erano
materializzati di fronte a loro.
“Ciao,
Harry!” disse George con un gran sorriso. “Mi pare
di aver sentito i tuoi soni soavi.”*
“Non
devi reprimere la rabbia così, Harry, lasciala
sfogare.” Disse Fred, che pure sorrideva. “Forse a
una quarantina di chilometri da qui ci sono due o tre persone che non
ti hanno ancora sentito.”*
L’arrivo dei gemelli riportò un po’ di
calma ma anche d'allegria. Presto a loro si aggiunse anche Ginny e,
cosa inaspettata per Harry, un’ultima persona si
unì alla loro ristretta cerchia.
Era una ragazzina alta, dalla corporatura media, e
sebbene sembrasse più grande, Harry intuì che non
poteva avere più di sedici anni.
Quando Harry la vide, capì subito che doveva far parte della
grande famiglia Weasley. Aveva capelli ricci e rossi, di un colore un
po’ più scuro di quello di Ron e dei suoi
fratelli, nessuna lentiggine, occhi cangianti e un viso rotondo.
“Harry, ti presento Ella!” Disse Ron.
“Vuoi dire Ellen Priscilla Davies.”
Precisò Ginny.
“Altrimenti detta Ella.” Conclusero Fred e George
all’unisono.
La ragazza sorrise a Harry.
Harry pensò che era piuttosto carina.
“Chiamami Ella. Inizia come Ellen e finisce come Priscilla.
Mi chiamano tutti così.” Gli disse.
“Tranne mia madre. Harry, dovresti sentirla, riesce a
chiamarla in venti modi diversi nel giro di mezzo minuto.”
“Mamma da soprannomi a tutti, Ron.” Aggiunse Ginny.
“Soprattutto a Ella.” Continuò Ron.
“Piantala, Ron.” Gli disse Ella, arrossendo e
dandogli una pacca sulla spalla.
“Piacere di conoscerti, comunque.” Le disse,
porgendole la mano. “Io sono Harry, Harry Potter.”
“Piacere mio.” Gli rispose. “Ron e gli
altri mi hanno parlato tantissimo di te.”
“Ella è la figlia di un cugino di primo grado di
mia madre. Fa il ragioniere a Londra. Mi sembra di averti detto che
avevamo un Babbano in famiglia.” Aggiunse Ron.
“Forse me lo avevi accennato. Quindi siete cugini?”
Disse Harry.
Iniziava a chiedersi cosa ci potesse fare una ragazza babbana al
quartier generale dell’Ordine della Fenicie, quando la
risposta di Ron gli chiarì ogni dubbio.
“Di terzo grado. Ma questo sembra essere abbastanza
perché Ella è una strega, e resterà
con noi Weasley per molto tempo.” Rispose Ron,
“E indovina cosa farà Ella a settembre?”
Disse Fred.
“Verrà a Hogwarts con noi.” Rispose
prontamente George.
“Davvero? È fantastico.” Disse Harry, ma
poi gli venne in mente qualcosa.
“Non avevo mai sentito dire di qualcuno che entra a Hogwarts
direttamente agli successivi al primo. È
possibile?” chiese Harry. Questa volta, i fratelli Weasley
lasciarono che Ella rispondesse da sé.
Dalla sua risposta, Harry capì il perché. La
risposta alla sua domanda aveva un tono molto personale.
“Non accade spesso ma si può fare. Almeno
così è stato per me. Frequentavo la scuola per
maghi e streghe di Durmstrang. Mi sono trasferita con mia madre in
Romania proprio prima di iniziare il primo anno. Lei e mio padre,
beh…” Sembrava che Ella stesse cercando le parole
giuste. “…diciamo che lui non l’ha presa
proprio bene quando ha scoperto che era una strega. Io ero piccola.
Così dopo la separazione, mia madre accettò
un’offerta di lavoro all’estero.”
“Ed ecco perché non l’avevi mai vista,
Harry.” La interruppe Ron.
“Lasciala parlare, Ron.” Disse Hermione, colpendo
Ron in testa con un rotolo di pergamena.
Ma Harry notò che l’interruzione di Ron aveva
permesso a Ella di tralasciare forse la parte più difficile.
“E in quale casa… dovrai essere smistata come gli
allievi del primo anno, il cappello parlante deve assegnarti a una
casa.” Disse Harry, immaginandosi la scena in cui la povera
Ella, ritta in mezzo a una folla di bambini del primo anno, avanzava e
indossava davanti a tutta la scuola il cappello parlante.
“Oh, no, no, no, Harry. Ci ha pensato Silente. Se non sbaglio
ha detto qualcosa del tipo "possiamo
permetterci di fare un'eccezzione alla regola" e
ha fatto apparire Fanny, la sua fenice, nel salotto del quartier
generale dell’Ordine, con il cappello stretto fra gli
artigli. Così Ella è stata smistata davanti al
camino al piano di sotto.” Raccontò George.
“Un vecchio svitato, Silente, come sempre, ma
imprevedibile.” Disse Ron.
“Non è un vecchio svitato, Ron. È il
più grande mago del mondo. È citato anche in Storia
moderna della Magia e
in Eventi
straordinari del XX secolo.” Disse Hermione,
introducendo come sempre una nota di cultura nella conversazione.
“Beh, allora? Com’è andata?”
Chiese Harry. Avevano lasciato cadere il discorso prima di dire a quale
dormitorio Ella era stata assegnata.
“Grifondoro!” Urlarono i gemelli insieme.
Sembrava proprio che la povera Ella dovesse sempre avere qualche
portavoce che parlasse al posto suo.
“Benvenuta.” Le disse Harry.
“Grazie. Ron ha detto che se finivo tra i Serpeverde non mi
avrebbe parlato più. Anche se non ho capito ancora bene il
perché.” Disse Ella.
Stavano per iniziare a parlare di quanto fosse diversa Durmstrang da
Hogwarts, delle materie sulle arti oscure che si studiavano in
più rispetto a Hogwarts e di come Ella avrebbe diviso la
camera con Hermione, visto che aveva compiuto quindici anni lo scorso
aprile e avrebbe pertanto frequentato con loro le lezioni e sostenuto
gli esami per i GUFO, quando Fred e George tirarono fuori dalle loro
tasche degli oggetti alquanto strani.
Accorgendosi dell’espressione sorpresa di Harry, Fred si
affrettò a spiegare.
“Orecchie Oblunghe. Una delle nostre ultime e geniali
invenzioni. Visto che non ci fanno assistere alle riunioni, abbiamo
pensato che era meglio trovare un modo diverso di
partecipare.”
“Ma non abbiamo avuto molta fortuna,” Disse Ginny.
“Già.” Fecero insieme i gemelli.
“Mamma ha
gettato un Incantesimo Imperturbabile sulla porta della cucina.”*
Disse Ginny.
“Peccato, avevo proprio voglia di scoprire che cosa
sta combinando il vecchio Piton.”* Disse Fred.
“Piton!” esclamò Harry.
“È qui?”*
Gli spiegarono in breve che Piton era in missione segreta per
l’Ordine e che faceva rapporto alle riunioni ogni volta che
fosse possibile. Nonostante tutto, Harry non esitò ad
affermare i suoi seri dubbi circa l’affidabilità
di Piton.
“È dalla
nostra parte, adesso.”* osservò
Hermione in tono di rimprovero.
Ma nemmeno i gemelli o Ginny la pensavano così.
La verità era che Piton era troppo odiato da qualsiasi
studente che avesse mai frequentato le sue lezioni di pozioni, per
ispirare piena fiducia a qualcuno, tranne che a Silente.
“Ecco quando ti dico che Silente è un vecchio
svitato. Tu ti fideresti di uno come Piton?” Disse Ron, quasi
a voler riprendere il discorso di prima.
“Ha dimostrato ogni volta di essere affidabile. Non
è l’insegnante più amabile e gentile
che Hogwarts abbia mai visto ma…”
“Amabile?” Disse Fred.
“Gentile?” Fece eco George.
“Te lo immagini? Piton amabile e gentile? Sarebbe
disgustoso.” Disse Ron
“Credo che preferirebbe far togliere tutti i punti ai
Serpeverde piuttosto che essere amabile e gentile.” Disse
Harry.
Tutti, compresa Hermione, scoppiarono a ridere, tutti, eccetto Ella,
che era rimasta ad ascoltare lì, seduta sul letto accanto a
Ron.
“Scusate la domanda stupida, ragazzi, ma chi sarebbe questo
“professor Piton”?” Chiese Ella
timidamente.
“Non è una conoscenza che vale la pena fare, anche
se non ne potrai fare a meno, una volta venuta a Hogwarts.”
Disse George.
“È l’insegnante di pozioni. È
una delle materie che dovrai studiare a Hogwarts. E Piton è
il terrore di tutti gli studenti, specialmente dei novellini del primo
anno. Incute timore solo a guardarlo. È risaputo che odia in
particolar modo gli studenti di Grifondoro, e cerca sempre di favorire
quelli della sua casa, i Serpeverde. Aspira da anni alla cattedra di
Difesa contro le Arti oscure, ma si dice che quel posto sia maledetto.
Nessun insegnate riesce a resistere a quella cattedra più di
un anno. Pensa che abbiamo cambiato ogni anno professore.”
Disse Ron.
Stava per continuare il suo discorso, quando la porta della camera si
apri e Tonks venne ad avvertirli che la riunione era appena finita.
In men che non si dica tutti si precipitarono al piano di sotto,
compresi Fred e George che, presi dall’agitazione, avevano
dimenticato di smaterializzarsi per la centesima volta quel giorno.
To be
continued…
Bene, primo capitolo scritto.
È stato sorprendente iniziare questa storia. Non avevo mai
pensato di scrivere una fan fiction su Harry Potter, ma oggi sembrava
proprio essere una giornata molto ispirante.
Cercherò di seguire le
linee generali della storia, facendo spesso riferimento ai libri. Il
punto di vista cambierà spesso, cioè non
seguiremo le vicende di Ella dal solo punto di vista di Harry, ma
cercheremo di vedere cosa ne pensano anche gli altri.
1)tutte le frasi in corsivo segnate
dall’asterisco sono tratte da Harry
Potter e l’Ordine della Fenicie, 2003,
Salani Editore, dal Capitolo 4 Grimmaud
Place.*;
2)il cugino babbano della signora
Weasley, che lavora come ragioniere, è una figura che viene presentata
di sfuggita in Harry
Potter e la Pietra Filosofale, 1997,
Salani Editore;
3)il rating della storia
varierà a seconda degli sviluppi della storia, a me ancora
sconosciuti^^.
Al momento è tutto,
alla prossima.^^
storyteller
lover