Capi e operai

di Kastel
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Una fabbrica. Una grande, enorme fabbrica, sicuramente la più grande del paese.
L' unico posto che, ancora, da una possibilità di lavoro ai poveri abitanti della città, in un' epoca che ne offre ben poche.
In quella grande fabbrica il mondo appare diverso da quello che è realmente. O, forse, mostra il mondo com'è senza ipocrisie di sorta.
Esistono gli operai e i capi. Basta, non ci sono mezze misure. O si è uno o l' altro.
Però gli uomini non sono misure, non sono precisi.
Quindi esistono diversi capi e diversi operai.
Ci sono gli operai bravi e gli operai ribelli, i capi generosi e quelli bastardi.
-Bisogna ribellarci a questo lavoro! Impazziremo tutti, altrimenti!-
Gilbert fa parte degli operai ribelli. Odia quel lavoro, ha visto come sono rimasti feriti alcuni operai. Protesta, perché non ne può più. Ma non distrugge, perché deve lavorare.
-Adesso basta. Torna a lavorare.-
Ludwig fa parte dei capi generosi. Potrebbe licenziarlo, ma non lo fa. Sa bene quanto c'è bisogno di uomini, e non se la sente di far morire di fame una famiglia.
Anche se tali premure sono inutili, visto che Gilbert è solo come un cane. Non ha una famiglia, non ha nessuno. Non può vincere, può solo perdere ancora.
Sbuffa con disprezzo, Gilbert, però torna a lavorare. Deve ringraziare di non essere stato licenziato in tronco, visto tutte le proteste che fa.
Forse portarsi a letto il proprio capo non è una cosa così sbagliata alla fine.
In fondo, lo fanno perché soffrono la solitudine. Non ne possono più di sentire il nulla quando tornano a casa. Quindi cercano compagnia tra di loro.
Anche a letto i ruoli sono sempre quelli. Ludwig è il capo, Gilbert si limita a eseguire l' ordine. E' l' unica volta in cui non gli dispiace essere un semplice operaio senza poteri.
Non è amore il loro. No, non sono così pazzi. Sono solo disperati.
Così lasciano che il mondo vada avanti senza di loro, che il mondo continui a dividersi in capi e operai.
Tanto, non cambierà nulla.




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