Come Nuvole

di Femke
(/viewuser.php?uid=29851)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


come nuvole

Come nuvole

 

-Tu mi piaci... puoi mettere in dubbio tutte le altre cose che ti ho detto, ma non i miei sentimenti.-

 

Akira osservava stancamente le nubi bianche che galleggiavano nel cielo indifferenti a tutto quello che accadeva loro intorno, si limitavano a seguire la spinta del vento.

Aveva saltato il pranzo approfittando di qualche attimo di distrazione di Kengo per andare a rifugiarsi sul tetto della scuola, come faceva ormai ogni giorno. Da quando Shirogane era scomparso, tutto sembrava essere tornato alla normalità. Niente più Konkuchi  da eliminare e niente più Shirogane a rompergli le scatole.

Akira strinse con forza la mano destra in un pugno. Lo aveva baciato, lui si era ripreso la sua parte Shin e poi era scomparso. La mano di Shirogane si era frantumata tra le sue dita.

Chiuse gli occhi con forza per poi riaprirli dopo qualche secondo.

Erano trascorsi mesi e ancora si aspettava che tornasse, lui e quel suo stupido e fastidioso modo di fare.

Lui che era arrivato e che senza permesso lo aveva trasformato in uno shin.

Che lo aveva baciato.

Inconsciamente si portò una mano alle labbra sfiorandole con la punta delle dita.

Tornò ad osservare il cielo mentre quel dolore, fastidioso quasi quanto Shirogane, tornava ad avvolgergli il petto.

Quello stupido non aveva fatto altro che dichiarare  quanto lui gli piacesse e adesso...

Adesso non c’era più.

Una lacrima sfuggì all’autocontrollo di Akira che mormorando imprecazioni contro quel maledetto di uno spirito, si alzò in piedi costringendosi a scacciare la tristezza.

Lanciò un’ultima occhiata alle nuvole che tranquille e annoiate continuavano la loro corsa, invidiandole. Prima dell’arrivo di Shirogane lui era esattamente come loro, tranquillo e annoiato, ma lui era giunto a scombussolare tutta la sua vita e poi se n’era andato, lasciando solo un vuoto e una gran malinconia.

Maledetto. Pensando così,  abbandonò il tetto, incosciente di un paio di occhi blu che lo osservavano sereni.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=566747