Assieme ad altri due raccontini sul
parentado Fey, che pubblicherò a breve, questa fanfic ha
vinto il
terzo contest, 'a triplette', dell'Ace Attorney Italian Forum. Ha
anche preso un quarto posto nello Sweets Contest di Only_Me, che l'ha
promptata.
Altro da dire... mmmmh, Pearls è
adorabile, punto.
Un regalo da lontano
Le giornate da sola nello studio sono
così lunghe. Quando il signor Nick, da perfetto cavaliere,
accompagna Mystic Maya in tribunale, o quando si affida al fenomenale
intuito della sua assistente in cerca di indizi per le strade della
città, la sera sembra non arrivare mai. Pearl non sa quando
iniziano
né quando finiscono, quei giorni, perché
'impastrocchiano tutti in
un'unica palla di mattine assonnate e pomeriggi immobili di sole che
si spande sul pavimento chiaro, investendo Pearl e il nugolo di
figurine con cui gioca. D'estate c'è anche l'afa –
è tremenda,
l'afa. Blocca tutto: la lingua, le orecchie che sembrano scoppiare in
una bolla di silenzio, perfino la voglia di giocare.
Oggi Pearl sbadiglia e si stiracchia
che è già l'imbrunire. Si sente tutta
appiccicosa: stupida, stupida
afa, si dice. È rannicchiata sul divano.
Dev'essersi appisolata durante un
gioco, ma la sua memoria è tutta una palla impastrocchiata
intontita
dal sonno e dal caldo; apre gli occhi e senza fretta osserva il mondo
così, di traverso, poi salta in piedi come una cavalletta.
Qualcosa
è cambiato. Su uno degli scaffali alti della libreria, in
equilibrio
precario davanti ai tomi di legge, campeggia una torta tutta bianca,
con sbalzi di panna e di meringhe. È bellissima. Quasi
commovente,
così candida e massiccia. Pearl si morde il labbro e si
sforza in
punta di piedi, ma riesce solo a intravedere, in alto, un guizzo di
rosso cupo a promessa di ciliegie e quello che sembra un bigliettino.
Non le serve molto per immaginare il
retroscena: il signor Nick, nella sua armatura scintillante,
è
salito sul suo destriero e ha attraversato valli e boschi irti di
pericoli per cercare il drago. Trovata la malvagia creatura, l'ha
affrontata come un vero cavaliere e si è inoltrato nel suo
antro,
trovando infine l'oggetto della sua ricerca, il cuore del tesoro del
drago: la Torta. L'ha quindi riportata indietro per la sua amata
Maya, parcheggiandola in studio in attesa del momento per consegnarla
nelle sue trepidanti mani...
...no. Pearly scuote la testa. Siamo
realistici. In uno studio legale, dove si ricerca la verità
e
nient'altro che la verità, bisogna usare la logica: se la
torta
fosse stata il tesoro millenario di un drago, la panna sarebbe andata
a male da un po'. Se si trovassero di fronte a una torta misteriosa,
il signor Nick e Mystic Maya cercherebbero la soluzione più
razionale. Secondo la logica, quindi, la più stretta
logica...
Il signor Nick, nel suo completo
migliore, ha telefonato a tutte le migliori pasticcerie della
città
mentre Pearl dormiva, per cercare l'Unica Vera Torta degna della sua
Maya. Ha poi noleggiato una di quelle macchinone lunghe lunghe con
l'autista e si è fatto portare alla pasticceria prescelta,
dove i
commessi hanno fatto ala al suo ingresso suonando dei violini e
l'hanno condotto danzando fino al piedistallo dorato dove la Torta
era custodita sotto una teca di cristallo. Il signor Nick ha pagato e
poi è tornato indietro con la macchinona e l'autista,
parcheggiando
la Torta in studio in attesa del momento per consegnarla nelle sue
adoranti mani.
Ora deve solo mettere insieme degli
indizi che sostengano la sua tesi. Facile... questo mestiere
dell'avvocato non è così male.
Per prima cosa fa tappa al telefono, ma
si rende conto ben presto che è un vicolo cieco
investigativo: anche
ammettendo di arrivare a vedere bene la pulsantiera, e lo potrebbe
fare salendo in ginocchio su una sedia, non avrebbe idea di come far
sputare alla macchinetta le registrazioni delle ultime telefonate.
La cucinetta dello studio, patria di
una macchinetta del caffè e del necessario per dare a Maya
il suo
cibo quotidiano, è nel caos e Pearl scappa via inorridita:
sono
momenti in cui ringrazia di non essere abbastanza
alta per
vedere lo strazio in cui è ridotto il piano cottura.
Dovrà fare un
discorsetto al signor Nick sull'inappropriatezza di farsi un piatto
di pasta – o qualunque altro disastro abbia combinato
– vestito
del suo completo migliore, mentre fuori c'è una macchinona
con
autista ad aspettarlo.
Questi uomini. Così irresponsabili.
Il profumo della torta la richiama
all'ordine e la riempie di nuova determinazione. L'indagine continua.
La ricerca di uno scontrino che
testimoni l'acquisto fornisce ampi risultati. Molto ampi, peccato che
nessuno sia quello giusto. Scontrini di lavanderia, scontrini di bar,
scontrini di videogiochi e di cancelleria, il signor Nick potrebbe
farsi una nuotata fra tutti gli scontrini che lascia in giro. Ma
nessuno sembra venire da una pasticceria di lusso e Pearl, che ha
bisogno di tutto il suo impegno e qualche minuto per decifrare le
lettere di ognuno e comporle in parole sensate, torna a sedere
sconfortata sul divano.
Si succhia la punta del pollice con
fare assente, mentre le schiere di lettere difficili che le hanno
affollato la testa se ne vanno e la lasciano in pace. Si succhia la
punta del pollice e sa di latte e farina. E zucchero. Una leccatina
al mignolo: vaniglia. Pearl allontana la mano e la guarda come fosse
aliena. In effetti, ci trova leggerissime tracce biancastre che
arrivano fino al gomito. Sta... sta diventando un pasticcino alieno?
Non ha tempo per rifletterci, però,
perché sente la serratura scattare e il signor Nick in
persona entra
nello studio a grandi passi, arruffandosi i capelli.
“Ora come faccio con la festa a
sorpresa?”, mugugna, maledicendo ritardi e testimoni e
giudici
indecisi. “Povera Maya, che razza di compleanno.”
Oltrepassato l'ingresso, il suo sguardo
si alza e transita rapidamente dalla bambina in un arco che termina,
carico di stupore reverenziale, sulla meraviglia glassata che
troneggia in mezzo ai libri di Mia.
“E quella?”, chiede, tornando a
concentrarsi su Pearl, che non può che offrirgli una
scrollata di
spalle e un'occhiata delusa. Come, non l'aveva presa lui?
Phoenix si avvicina alla torta con la
cautela di un animale in caccia: la sua preda sembra talmente fuori
luogo nella stanzetta grigia che teme che muovendosi di scatto, o
chiudendo gli occhi, quella possa scomparire in una nuvola di fumo.
Solo quando la tiene saldamente in mano, perso negli effluvi di pan
di spagna, si accorge del biglietto che l'accompagna. È un
fogliettino verde piegato a triangolo per stare in piedi, poco
più
che un post-it sporco di farina e scarabocchiato a penna.
Recita: “Auguri, bambina mia. ~
Misty”
Phoenix appoggia la torta sulla
scrivania e si china a fronteggiare da pari a pari la piccola, il cui
kimono, nota ora, sembra uscito dallo scontro con un uovo impazzito.
“Pearly... è importante. Cosa hai
fatto oggi pomeriggio?”
“Ho dormito tanto”, risponde lei,
un po' contenta, un po' imbarazzata dell'interesse. Il risultato
è
un sorrisino stretto con le mani intrecciate dietro la schiena.
Dormire fa bene ai bambini. Ma cosa c'entra con la torta?
Nick però deve pensare che c'entri
davvero tanto, perché la stringe in un abbraccio e continua
a
ringraziarla.
Pearl non ha ben capito cos'ha fatto,
ma se il signor Nick è felice, e Mystic Maya con lui, allora
nel
mondo tutto va bene. Sbadiglia e gli si addormenta in braccio.
Mh. <3 Spero sia stata una lettura
piacevole. Scrivere di PW è un'esperienza piacevole!
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