The new arrival
The new arrival
…..entrerà a far parte della squadra un altro agente!”
“ Gil perché?? La squadra mi sembra già al completo….non mi
sembra proprio una bella notizia!” esclamò Sara.
“ E’ una ragazza alle prime armi, diciamo che è
un’opportunità per inserirla nel mondo del crimine e dell’investigazione! “
rispose Gil.
“ Ah è una ragazza! “ disse Catherine quasi sorpresa.
“ Perché Cath, vorresti un altro uomo??!! Non ti bastiamo
noi??!!” disse Greg in maniera molto ironica, mentre Nick sorrideva e Warrick
lo guardava come se Catherine fosse di sua proprietà e non si dovesse toccare.
“ Oh certo che tu mi basti Greg, ma a livello di pagliaccio!
“ lo rispose Catherine dandogli una pacca sulla schiena. Greg rimase
completamente senza parole.
“ Ragazzi…. Penso che a questo punto potremmo andare tutti a
casa a riposare. Non appena ci saranno notizie non esiterò a rintracciarvi ma
lasciate i cellulari accesi. E soprattutto non dimenticate ciò che vi ho detto,
siate prudenti! “ concluse Gil, prendendo Sara per un braccio lasciandola
condurre da lui verso l’uscita.
Tutti rimasero di stucco di fronte a quella scena…. E
Warrick e Catherine si guardarono negli occhi pensando che probabilmente Hodges
non aveva raccontato una delle sue menzogne.
Erano le sette della sera, e a Las Vegas il cielo era già
scuro, così i ragazzi si diressero verso il parcheggio del crime lab, per
prendere le loro auto e tornare a casa. L’ultimo a rimanere nel parcheggio fu
Nick, che come al solito aveva dimenticato le chiavi dell’auto nello spogliatoio
ed era ritornato a prenderle. Mentre si apprestava ad aprire il bagagliaio della sua auto, per posare il suo kit da
lavoro, vide un flash. Sembrava provenisse da una macchina fotografica…. E
subito dopo notò un’ombra impressa sul muro del parcheggio. Sembrava un uomo
che correva. Si voltò, ma purtroppo quell’uomo era già sparito. Iniziò a correre per capire chi fosse costui, ma si
arrese ben presto, non riuscendo a vedere nessuno. Si precipitò sull’auto per
tornare a casa e per riposarsi, date le troppe ore di lavoro. Ma Nick, durante il tragitto che lo conduceva
a casa, non riuscì a fare a meno di pensare alle parole del suo supervisore. O
meglio alle raccomandazioni che aveva dato ad ognuno di loro. Si sentì così
male, in fondo già aveva sofferto in passato, quando venne sepolto vivo. Era
così spaventato che temeva di dover patire di nuovo quella sofferenza, di
essere rapito ancora e di dover essere proprio lui il protagonista di quella
minaccia arrivata alla scientifica. Arrivato a casa si fece coraggio, aprì con
la mano sinistra la porta d’entrata e con l’altra mano stringeva la sua
pistola. Appena aprì la porta un forte rumore lo fece sobbalzare,
istintivamente accese la luce e vide il suo gatto e a terra un portaoggetti che
prima era posto sul tavolino all’ingresso. Abbassò la pistola precedentemente
rivolta davanti a lui ed esclamò: “Cazzo Nicky Junior mi hai fatto spaventare!
Quante volte ti ho detto di non saltare su questo tavolino!” In ogni caso fece
un controllo generale della casa, per vedere se vi era entrato qualcuno. Per
fortuna non c’era nessuno a casa sua, ma lui non esitò a chiudere tutte le
porte e le finestre. Accese la tv e si
sedette sul divano, ammiccò un sorriso e pensò: “forse è stato solo un caso tutto
ciò che è accaduto stasera…. Qualche scherzo da parte di qualcuno.”
Al mattino dopo tutti gli agenti della scientifica furono
puntuali. Il motivo della loro puntualità era molto scontato, erano tutti molto
ansiosi di conoscere la nuova arrivata. L’unica a ritardare fu Catherine, che
come al solito sua figlia Lindsey si era svegliata tardi e aveva perso il bus
che la portava a scuola, e di conseguenza Catherine aveva provveduto ad
accompagnarla. Al suo arrivo Catherine, vide i suoi compagni nella sala break con dei
sorrisi stampati sul volto, pensò che probabilmente erano entusiasti di questa
new entry nel team. E infatti aveva ragione. Dopo qualche minuto di
conversazione nella stanza calò il silenzio, preceduto dal contatto di una mano
alla porta di quella sala. Fu così che Daisy Rodriguez fece il suo ingresso,
bussando a quella porta. Le prime cose che si notavano di questa ragazza (o
meglio di questa donna) erano la sua altezza, i suo lunghi capelli castano
scuro che le arrivavano alla schiena e i suoi occhi color ghiaccio. Dopo
qualche istante esordì dicendo:
“ Siete voi la squadra di Gil Grissom, giusto? “
“ In persona! “ rispose Greg alzandosi dalla sedia per
stringerle la mano. “ Piacere io sono Greg!”
“ Piacere mio, io sono Daisy! “ rispose lei mentre gli
stringeva la mano. Aggiunse poi scostandosi da Greg: “ Tu devi essere il
fantomatico Gil Grissom!” gli porse la mano e lo guardò negli occhi….
“ Vedo che ti sei informata bene Daisy.” Rispose Gil
offrendole la mano e guardandola negli occhi a sua volta. In quel momento Sara
presa dalla gelosia le disse: “ Ciao, ti sei informata su tutta la squadra o
solo sul supervisore?!” Sara dopo questa affermazione fu appoggiata dallo
sguardo complice di Catherine. Daisy le spiegò sorridendo e sentendosi un po’ a
disagio:
“ In realtà mi sono informata un po’ su tutti ma faccio un
po’di confusione a ricordare i nomi…. Tu sei??!! “
“ Sara!” le strinse la mano e ritornò a sedersi.
“ Quindi tu per esclusione devi essere Catherine?” domandò
la ragazza rivolgendosi alla bionda.
“ A quanto pare si!” ribattè Catherine.
“ E voi siete??!!” disse Daisy rivolgendosi a Nick e Warrick
che erano in piedi di fronte a lei.
“ Io sono Nick, benvenuta a bordo!”
“ Grazie mille….. e tu sei Warrick vero?!”
“Direi di si! E’ un piacere conoscerti!”
“ Anche per me! Ragazzi sono spiacente… giuro di averli
ripassati i nomi prima di arrivare! “ si scusò lei.
“ Non devi scusarti. Tranquilla avremo modo di conoscerci! “
le disse gentilmente Gil.
“ Grazie mille per l’appoggio Grissom!” disse Daisy con
molta sincerità al supervisore.
“Non c’è di che, sei la benvenuta qui! Adesso Greg ti farà
fare un giro per conoscere tutti coloro che lavorano qui e per mostrarti tutto
il lab!” suggerì Gil.
I due lasciarono la sala break e Gil suggerì i compiti da
svolgere agli altri.
“ Catherine e Warrick andate a controllare come procede
l’interrogatorio del padre di Selena Clark, ci sarà Brass ad attendervi! Invece
Nick esamina tutte le corde prelevate sulla scena del caso di Taylor Stone!”
“ Certo, prima però vado a prendere il mio cerca persone in
macchina!” esclamò Nick.
“ Nick ultimamente sei proprio sbadato!” scherzò Warrick.
Uscirono tutti dalla stanza e rimasero solo Gil e Sara. Lei
domandò:
“ E noi che facciamo?”
“ Sara non mi è piaciuto il tuo modo di dare il benvenuto a
Daisy!” mormorò lui.
“Evidentemente lei non ti ha tolto neanche un secondo gli
occhi di dosso, e questo può avermi fatto innervosire non trovi?”
“ Da quando è che sei diventata così gelosa?” le domandò lui
con un sorriso.
“ Da quand’è che flirti con le nuove arrivate?” lo provocò
lei.
Gil sorrise e disse: “Ti fidi di me?”
“ Credo di si!” Sara ricambiò il sorriso e si abbracciarono.
Warrick e Catherine arrivarono giusto in tempo per
partecipare alla conversazione tra Brass e il padre della vittima.
“ Signor Clark l’abbiamo fatta venire qui perché magari può
aiutarci a capire ciò che è successo a sua figlia e alla sua ex moglie.” Esordì
Brass. Poi continuò: “ Come mai le due donne si trovavano a Las Vegas?”
“ Per quanto mi ha detto mia figlia erano venute solo per
godersi qualche giorno di vacanza, poiché la madre aveva appena ottenuto
qualche giorno di ferie dal suo datore di lavoro.” Rispose il signor Clark.
“ Sa dirci se c’era qualcuno che aveva minacciato le due
donne o che le aveva disturbate in qualche modo?” insistette Brass.
“No come le ho detto per telefono non ho molte notizie
riguardo mia moglie, mentre per quanto riguarda mia figlia quando ci
incontriamo non facciamo altro che parlare dell’università e di ragazzi. Anche
se quest’ultimo argomento non è di mio gradimento. E poi non credo che lei si
sarebbe confidata con me!” concluse l’uomo.
“Capisco” sospirò Brass.
Warrick non fece a meno di notare dei lividi sui palmi delle
mani dell’uomo così la domanda venne spontanea.
“ Signor Clark, posso sapere come si è procurato quei segni
sulle mani??!!”
Intanto Nick si era recato nel parcheggio per prendere il
suo cercapersone che distrattamente aveva dimenticato sull’auto. Arrivato al
punto in cui aveva parcheggiato la sua macchina, sentì un leggero rumore,
sembrava il suono dovuto ad una carta che veniva mossa dal vento. E infatti era
così. Nick notò che incastrato al tergicristallo del vetro anteriore della sua auto c’era un
foglietto. Prima si guardò intorno, poi si fece coraggio e lo prese lentamente.
Dopodiché lo aprì…..
To be continued……
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