CAPITOLO
2
Dubh
Cliathan
Edmund
preferì non indagare sul modo in cui il suo baule fosse finito
nella tasca di Reammon Boenisolius. Non era certo che la risposta gli
sarebbe piaciuta, soprattutto visto quello che Reammon era stato in
grado di estrarre dalla quella tasca. Inoltre il suo interesse era
tutto concentrato sulla cerimonia che si sarebbe svolta fra poco più
di mezzora.
«Dove
stiamo andando?» chiese Edmund, osservando i palazzi della
Dublino Babbana che scorrevano sotto i suoi occhi.
Mairead
sorrise. «A Dubh Cliathan» rispose con semplicità,
scrollando le spalle.
Edmund
la guardò con perplessità: quel nome non gli ricordava
nulla. «Dove?»
«A
Dubh Cliathan, la parte magica di Dublino» spiegò la sua
amica.
Esisteva
una parte magica di Dublino? Edmund non ne aveva mai sentito parlare.
Mairead,
nel vedere l'espressione interrogativa dipinta sulla sua faccia, fu
costretta a continuare la spiegazione: «Ci possono entrare solo
i maghi, i Babbani non la vedono. Ci sono il Palazzo del Parlamento,
il Palazzo del Ministero, la direzione del Corriere del Mago e
un sacco di negozi».
Doveva
essere un posto stupendo, solo che lui, relegato in un orfanotrofio
Babbano, non aveva mai avuto occasione di vistarlo. «Ma molti
negozi di articoli per la scuola si trovano in giro per Dublino»
commentò Edmund, ricordandosi di come aveva facilmente trovato
tutti i punti vendita che gli interessavano per comprare il materiale
per il Trinity.
Mairead
annuì. «Sì, una decina di anni fa, fu varata una
legge per cui tutti i negozi che vendevano prodotti per la scuola
dovevano avere un distaccamento anche fuori Dubh Cliathan, sai, per i
Nati Babbani... altrimenti i loro genitori non potevano entrare a
Dubh Cliathan. Fu una legge osteggiata da molti, ma alla fine il
Partito della Democrazia riuscì a farla approvare dal
Parlaimint» spiegò in tono pratico, mentre
attraversavano il St. Stephen's Green, uno dei parchi più
importanti di Dublino.
Edmund
si perse via ad osservare due tortore che si inseguivano serenamente
tra i rami. C'erano troppe cose del mondo magico che non sapeva,
nonostante avesse passato gli ultimi due anni a studiare e leggere
qualsiasi cosa gli capitasse sotto mano. Era frustrante essere
cresciuto tra i Babbani, ignorare tutte quelle cose sul mondo a cui
in realtà apparteneva. Odiava essere un Nato Babbano.
«Guarda
Ed, siamo arrivati!» esclamò Mairead, strappandolo dai
suoi pensieri. La ragazzina stava indicando l'Iveagh Hause, la sede
Babbana del Dipartimento degli Affari Esteri.
«È
lì?» domandò scioccamente Edmund.
Mairead
sorrise compiaciuta. «Certo».
Edmund
non ebbe il coraggio di fare altre domande, mentre seguiva Reammon e
Mairead verso l'Iveagh House. Mairead e suo padre si diressero senza
esitazione verso l'entrata del palazzo, sotto il piccolo colonnato
bianco, sebbene la porta di legno massiccio fosse evidentemente
chiusa. La ragazzina si avvicinò all'ingresso, spinse il
portone e questo, con il sommo stupore di Edmund, si aprì
sotto il suo tocco delicato. I tre si ritrovarono in un atrio
gigantesco, con i pavimenti di marmo e costosi lampadari
settecenteschi appesi al soffitto. C'era un viavai di persone che
erano indubbiamente dei maghi. Quello non era l'interno
dell'Iveagh House.
Proprio
difronte a loro, davanti all'ingresso da cui erano appena entrati,
c'era un enorme portone che si apriva su una strada affollata.
«Quella
è Priomhsraid, la via principale di Dubh Cliathan» disse
Mairead, vedendo che gli occhi di Edmund erano stati rapiti dalla
folla di gente che passeggiava guardando le vetrine dei negozi.
Il
ragazzino trattenne a stento un'esclamazione di stupore. Non aveva
mia visto tutte quelle botteghe per soli maghi radunate in un unico
posto! Era qualcosa di stupendo.
«Buongiorno,
Reammon» disse una voce alle loro spalle, che fece trasalire
Edmund. Un signore con due enormi baffoni da tricheco, una pipa
profumata di tabacco e una tuba che sembrava uscita da un film in
costume, stava sorridendo bonario verso di loro.
«Oh,
signor Coincleach» esclamò Reammon, stringendo la mano
paffuta dell'uomo. «Ragazzi, questo è il direttore del
Museo Nazionale di Antichità Storiche».
Mairead
fece un grazioso inchino sollevando i lembi del suo vestito, mentre
Edmund si accontentò di fare un segno con il capo, perché
era rimasto scioccato dall'inusuale saluto aggraziato della sua
amica.
«Questa
è la tua piccolina? Per la barba di Merlino, com'è
cresciuta» esclamò il direttore, dando un buffetto sulla
guancia a Mairead.
Edmund
era certo che la ragazza avrebbe morso la mano dell'uomo-tricheco per
quel gesto, ma lei invece si limitò a sorridere deliziata.
Edmund strabuzzò gli occhi, ma non ebbe tempo di commentare la
cosa, perché il signor Coincleach si rivolse a lui.
«E
tu come ti chiami?»
«Edmund
Burke, signore» rispose il ragazzo, stingendo la mano
dell'uomo.
«Orgoglioso
di essere un Raloi, eh?» gli chiese il mago, strizzandogli
l'occhio.
Edmund
lisciò le pieghe della sua giacca, leggermente a disagio.
«Già...» fu l'unica cosa che gli venne da
rispondere.
«Allora,
ragazzo mio, perché non mi racconti della tua ultima avventura
nella Foresta Nera, davanti a una bella pinta di Burroguinness?»
chiese il signor Coincleach, rivolto nuovamente verso Reammon.
«Non
oggi, signor Coincleach; oggi siamo diretti al Palazzo del Ministero.
Sa, la mia Mairead e il suo amico stanno per essere insigniti
dell'Encomio della Repubblica» rispose Reammon, con evidente
soddisfazione.
Il
direttore del Museo si profuse in una serie infinita di complimenti,
stinse loro la mano con fare pomposo e poi augurò a tutti una
buona giornata.
«Da
quando sei diventata vezzosa?» sibilò Edmund
all'orecchio di Mairead, mentre osservava la schiena del signor
Coincleach che si allontanava verso Priomhsrad.
La
ragazzina lo incenerì con lo sguardo e assunse un'aria offesa,
ma alla fine si degnò di rispondere: «Coincleach sta
preparando una mostra e sembra che voglia chiedere a mio padre di
partecipare non solo per esporre i reperti da lui trovati, ma anche
per organizzare direttamente l'evento. Capisci che significa?»
«Che
tuo padre non deve farsi scappare quest'occasione?»
«Scherzi?
Certo che no! Voglio dire, una mostra all'interno del Museo Nazionale
di Antichità Storiche non è una roba per dilettanti»
asserì Mairead in tono serio.
La
conversazione morì in quel momento, perché Edmund era
stato rapito dallo spettacolo di Priomhsrad. Vetrine e vetrine di
negozi di articoli magici si affacciavano sui due lati di una strada
lastricata piuttosto ampia, affollata di gente di ogni provenienza.
Edmund vide persino dei goblin, per la prima volta in vita sua, e ne
fu molto affascinato.
«Questo...»
esclamò Mairead, afferrando il suo amico per il braccio e
trascinandolo verso una vetrina. «È il negozio da
Quidditch più fornito di tutto il mondo magico!»
C'erano
tantissimi ragazzini con il naso incollato al vetro; quando
finalmente anche Edmund e Mairead riuscirono a conquistarsi un angolo
per vedere gli oggetti esposti, capirono che cosa avesse attirato
tanta attenzione: un manico di scopa nuovo fiammante vibrava a
mezz'aria nella vetrina. Mairead trattenne il fiato per la sorpresa,
poi esclamò: «Questa... è una Firebolt!»
Edmund,
che non era mai stato sufficientemente interessato al Quidditch per
entusiasmarsi davanti ad un pezzo di legno incantato, osservò
la sua amica con aria perplessa.
Mairead
gli afferrò il braccio e lo scosse avanti e indietro, in preda
all'euforia. «Ed! È la scopa più veloce al mondo!
È una Firebolt!» ripeté, nella speranza di
coinvolgere il ragazzino con il suo entusiasmo.
«Uau»
commentò invece Edmund in tono piatto.
«Come
sei ottuso!» protestò Mairead. «Con questa scopa,
potrei vincere tutte le mischie!»
«Quando
dissi che ti avrei fatto un regalo per l'Encomio, intendevo qualcosa
di più economico» esclamò una voce alla loro
spalle. Reammon li aveva raggiunti e sorrideva con aria complice in
direzione della figlia.
Mairead
scoppiò a ridere. «Non ti preoccupare, babbo. Non ho
alcuna intenzione di chiederti quella» gli rispose
accennando con il capo alla Firebolt. Infine si allontanò
dalla vetrina insieme al padre.
Edmund
rimase ancora un attimo immobile davanti al luccicante manico di
scopa, non perché gli interessasse qualcosa dell'oggetto in
vendita, ma perché gli sarebbe piaciuto avere qualcuno che
promettesse a lui un regalo per l'Encomio. Gli sarebbe piaciuto avere
qualcuno per cui fare gli occhi dolci al signor Coincleach.
Gli
sarebbe piaciuto avere un genitore.
«Ed,
vieni!» lo richiamò Mairead, gesticolando nella sua
direzione.
Il
ragazzino si riscosse dai suoi cupi pensieri e si affrettò a
seguire l'amica.
Man
mano che procedevano per Dubh Cliathan, Mairead mostrava a Edmund gli
edifici più importanti: c'era la sede irlandese della più
grossa banca anglosassone, la Gringott, la direzione del Corriere
del Mago, dove fino a pochi mesi prima lavorava Eoin Maleficium,
il St. Bartleby Hospital, l'ufficio postale, con centinaia di gufi e
civette di ogni dimensione e specie, e poi il palazzo dove aveva sede
la Breith Cuirt na Draiocht, la Corte della Magia.
Infine
giunsero in una piazza rettangolare, abbastanza luminosa e ampia, al
cui centro una fontana creava sapienti giochi d'acqua con spruzzi
colorati che volteggiavano nell'aria, riempiendola di minuscole
goccioline che riflettevano la luce del sole. Uno di fronte all'altro
stavano due palazzi identici, di raffinato gusto settecentesco, che
sembravano elevarsi solitari verso il cielo, come se dovessero
primeggiare uno sull'altro. La bandiera della Repubblica, verde con
due bacchette incrociate dietro ad un'arpa celtica, sventolava
orgogliosa sui balconi di entrambi i palazzi. Davanti a uno dei due
c'era la statua di un mago dall'aria altera.
«Questa
è Cearnog na Stiuradh, Piazza del Controllo»
esclamò Mairead. «Qui si decide ogni giorno del futuro
dell'intera Irlanda magica. Quello di destra è il palazzo del
Parliamint, l'altro è il palazzo del Ministero della
Magia, con davanti la statua del liberatore dell'Irlanda Magica,
Zaocoonte O'Saoirse» spiegò la ragazzina, facendo una
piroetta deliziata. Sembrava entusiasta di quel luogo, quasi quanto
lo era stata per la Firebolt. «Qui lavorano i maghi e le
streghe più sagge del mondo magico, che discutono ogni giorno
per il bene della nostra nazione» continuò con un
sorriso estasiato.
Era
un'idea troppo idilliaca della politica per i gusti di Edmund,
soprattutto se raffrontata al ghigno sadico e alla sete di potere di
McPride.
«Un
giorno varcherò anche io la soglia di quel palazzo come
Onorevole Parlamentare e mi sederò su una poltroncina rossa di
velluto per discutere sulle leggi migliori per l'Irlanda»
esclamò ancora Mairead.
Ma
Edmund non la stava più ascoltando perché sulla soglia,
vigilata da due Auror in alta uniforme, era appena apparso un uomo
distinto, che teneva per mano un ragazzetto dall'aria esagitata.
Eoin
Maleficium e il figlioletto Bearach.
Ecco
qui il nuovo capitolo! Scusate il ritardo, ma il mio pc è k.o.
quindi ho dovuto rubare quello di mio fratello! XD Spero che vi sia
piaciuta la descrizione della parte magica di Dublino... insomma, mi
sembrava giusto che ci fosse un “Diagon Alley” anche in
Irlanda. Giusto per informazione, Dubh Cliathan significa “ala
nera” ed è ripreso dal nome gaelico (meno usato) di
Dublino, Dubh Linn, appunto “stagno nero”. Ma ora basta,
chiacchiere, passiamo ai ringraziamenti personali:
@
Julia Weasley: ahahah, hai disfatto le valige di corsa per venire a
leggere il primo capitolo? Spero che l'attesa abbia portato buoni
frutti. Io sono abbastanza soddisfatta di come si sta svolgendo la
storia, ma come al solito è merito della mia alto-stima! Anche
io adoro tantissimo Reammon! È divertentissimo scrivere su di
lui! Ci sentiamo presto!
@
darllenwr: per Edmund è davvero penoso stare all'orfanotrofio,
soprattutto lui che non solo è un mago, ma è pure un
mago d'eccellenza: si meriterebbe certamente di più e tutti se
ne rendono conto. Quanto all'incontro di Reammon con la signorina
Quinn, mi sono divertita troppo a scriverlo: un personaggio del
genere a confronto con una babbana ultra-puntigliosa è davvero
uno spasso! Spero che ti sia piaciuta la versione irlandese di Diagon
Alley! Ci sentiamo presto!
@
quigon89: sono contenta che ti sia piaciuta l'apparizione di Mairead
e di suo padre: Reammon è un personaggio divertentissimo su
cui scrivere, perché ne combina sempre una peggio del diavolo!
XD Grazie della tua disponibilità, se mi verrà in mente
qualcosa, ti sfrutterò ancora! Nel prossimo capitolo vedrai
apparire nonna Joey, personaggio che ovviamente ti dedico, visto che
mi hai aiutato a trovarne il nome!
@
Andromda2012: benvenuta a te! Sono felice che le mie storie abbiano
attirato il tuo interesse e spero di non deluderti con questo nuovo
capitolo della saga. Mi sa che McPride te lo dovrai sopportare ancora
per un bel po': sarà uno dei personaggi principali fino alla
fine del ciclo! Reammon, non mi stancherò mai di dirlo, è
un tipo troppo forte! Scrivere di lui è divertentissimo! Anche
a me piace molto Laughlin perché mostra come i Nagard non
siano sempre cattivi (anche perché è la mia casa
preferita, come immagino avrai notato!). Grazie per i complimenti,
comunque! L'Irlanda è la mia terra preferita, quindi per me è
facile ispirarmi alle saghe celtiche per scrivere questi racconti. A
presto!
@
guetto78: purtroppo sì, devo aggiornare una volta alla
settimana perché di più non riesco. Spero che ti sia
piaciuto anche questo capitolo!
Un
saluto a tutti e grazie a chi continua a seguire questa saga!
Beatrix
EDIT:
comincia anche per questa storia l'opera di sistemazione dei
dialoghi! QUI Mairead e il palazzo del Ministero della Magia (ps. il
palazzo della foto è in realtà Palazzo Madama a Torino,
ma è esattamente a quello che mi sono ispirata per Piazza del
Controllo!^^)
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