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«
Sarà il nostro piccolo segreto. »
Scriveva
ininterrottamente, quasi terrorizzata dalla sola idea che il giorno
seguente avrebbe dovuto affrontare un terribile compito di Rune
Antiche. Si era rifugiata in biblioteca, lontana da chiunque avesse
provato a disturbarla, da ore ormai, senza nemmeno essersi concessa
una sola pausa.
Lei
era così: dannatamente precisa e responsabile. Non aveva mai
provato a venir meno ai suoi doveri; piuttosto si sarebbe morsicata
la lingua più e più volte. Aveva sempre ignorato
chiunque l'avesse criticata, definendola “Secchiona priva di voglia
di vivere” - e ormai nella scuola erano tanti quelli a pensarla
così. Eppure, non erano quelli i problemi che voleva porsi.
«
Come mai non mi sorprende trovarti qui dentro, Granger? »
sentì, per l'appunto, la voce intrisa di discutibile sarcasmo
dell'ultima persona che avrebbe voluto incrociare quella sera.
Draco
Malfoy si ergeva in tutta la sua statura accanto a lei, scrutandola
con interesse.
Si
da quando era entrato in biblioteca e l'aveva vista china su quel
libro, il suo basso ventre aveva percepito una violenta scossa che
gli aveva fatto capire che di lì non sarebbe uscito senza
prima soddisfare le sue voglie. Chi l'avrebbe mai detto che la
Mezzosangue gli facesse tale effetto? Si era sempre rifiutato di
ammetterlo persino a se stesso.
«
E come mai io sono sorpresa di trovare te qui dentro, Malfoy?
» replicò Hermione, senza degnarlo di attenzione con lo
sguardo.
«
Sono particolari che non occorre che tu sappia. » ribattè
lui, con il suo solito fare superiore.
«
Posso avvalermi della stessa possibilità di risposta, quindi.
» tagliò corto la Grifondoro, ostinandosi a non
prestargli alcuna attenzione – cosa che faceva appena innervosire
il ragazzo.
Draco
Malfoy non conosceva l'indifferenza. O per lo meno, non quella che
veniva riservata a lui. Ogni singolo studente in quella scuola doveva
aver pronunciato almeno una volta il suo nome, o anche solo guardato
la sua faccia. Tutti dovevano conoscerlo e tutti dovevano prestargli
l'attenzione di cui si saziava. Il fatto che quella piccola
sapientona non facesse lo stesso lo mandava in bestia.
Hermione
si risvegliò appena dai propri pensieri – vorticanti attorno
al solo ed unico studio – non appena vide la mano del Serpeverde
chiudere con noncuranza il libro sotto il suo naso.
«
Odio quando non mi si presta attenzione, Granger, dovresti saperlo. »
le ricordò, fissandola negli occhi nocciola, a pochi
centimetri di distanza dal suo viso. Hermione si ritrovò a
trattenere il fiato: era la prima volta che poteva bearsi
della visione così ravvicinata degli occhi di Draco. Così
freddi, grigi, color del ghiaccio. La destabilizzavano.
«
Se mi conosci, Malfoy, saprai anche che non spreco il mio tempo a
prestare attenzione alle serpi come te. » ribattè
risoluta. Malfoy sorrise appena, malignamente, facendo finta di non
aver notato il pomo d'Adamo della ragazza salire e scendere più
volte.
Era
la sua specialità: mettere a disagio le persone e soprattutto
le ragazze era ciò che sapeva fare meglio e ne andava
dannatamente fiero. Tutte riuscivano a cadere ai suoi piedi senza
troppi problemi, ma la Granger sembrava assai più risoluta e
tutto questo non faceva che eccitare maggiormente il giovane mago. I
casi facili non gli erano mai piaciuti.
«
Sempre meglio una serpe come me che un noiosissimo libro di
Rune Antiche, non trovi? » nel dirle questo, le si era
pericolosamente avvicinato – con incredibile sensualità –
fino a sedersi accanto a lei. Hermione, di getto si allontanò
appena con la propria sedia, senza togliergli gli occhi di dosso.
«
Qualcuno ti ha stregato, Malfoy? » domandò sospettosa.
Tutta quell'affabilità e quegli ammiccamenti da parte del
ragazzo non le parevano normali. Sembrava quasi... Volesse
provarci con lei.
«
No, che io mi ricordi, Granger. » sorrise il ragazzo,
recuperando la piccola distanza che si era tornata a creare fra loro,
fino a ridurla più del dovuto.
Non
si era mai soffermato ad osservarla: doveva ammettere che non era poi
così male. Tanto tempo si era divertito a prenderla in giro e
criticarla in ogni suo difetto. Eppure non aveva mai notato che,
presa con le pinze, quella ragazzina impertinente potesse aver un
certo fascino.
«
Cosa vuoi esattamente da me, Malfoy? Devo studiare. » replicò
la riccia, suscitando così una nota scocciata nel biondo, il
quale voltò il capo verso destra, sbuffando appena.
«
Studiare... Studiare... Insomma, Granger, hai mai provato a lasciarti
andare ai piaceri della carne, ogni tanto? » la provocò
con un sorriso tutt'altro che innocuo. Hermione sgranò gli
occhi e si alzò di scatto dalla sedia, sedendosi poi sul
tavolo.
«
Malfoy, non scherzare. » lo avvertì, osservandolo
timorosa di un suo possibile gesto. Draco si lasciò andare in
una sonora risata e anch'esso si alzò dalla sedia per
avvicinarsi a lei. Non esitò a carezzarle un ginocchio
lievemente scoperto dalla gonna della divisa.
«
Su, Granger, non mi dirai che hai paura o che non ci hai mai provato
con Lenticchia. » la stuzzicò, guardandola attentamente
negli occhi, con fare suadente, mentre con la mano continuava a fare
avanti e indietro sulla pelle liscia della sua coscia. La ragazza,
con il respiro smorzato, gli afferrò il polso con la sua mano
sudata. « Qualcuno, qui, è agitato. » sorrise il
ragazzo, percependo quell'umido sul suo braccio.
Hermione
si guardò attorno spaventata. Possibile che neanche Madama
Pince fosse presente?
Il
cuore prese a batterle forte nella cassa toracica, quando il
Serpeverde le afferrò con delicatezza i fianchi, facendola
scivolare sulla scrivania, in avanti, fino a che non si ritrovò
il bacino del ragazzo fra le gambe.
«
Non ti disgustavo, Malfoy? » domandò tremante Hermione,
cercando di salvarsi in qualche modo da quella situazione pericolosa.
Non tremava perchè aveva paura di ciò che sarebbe
potuto succedere. Tremava per quello che sarebbe successo dopo.
Ron,
Ron, Ron, continuava a ripetersi nella mente, ma ogni tentativo
di risolutezza stava andando a farsi benedire, con gli occhi di Draco
puntati sul suo viso e le sue mani grandi e forti che le arpionavano
con possessività i fianchi.
«
Effettivamente sì ma, come si dice... La carne è carne.
» le sussurrò avvicinandosi al suo viso, per sfiorarle
la mandibola con la punta del naso.
«
Anche il sangue è sangue. Non vorrai sporcarti del mio? »
lo provocò la ragazza, con voce roca, cercando di mantenere
stabile la sua posizione. Sentì i denti del ragazzo affondarle
appena sul collo, strappandole un gemito soffocato.
«
Non me ne sporcherò, Mezzosangue. Se non sbaglio, la tua
Purezza l'hai persa con Weasley. » continuò a torturarle
quel lembo di pelle, spingendo appena il bacino contro il suo e
rivelandole il desiderio che stava crescendo sempre di più
dentro di sé. Hermione sentì le gote prenderle fuoco.
«
Questi non sono affari tuoi, Malfoy. » rispose, cercando di
allontanarlo appena, ma con scarsi risultati.
«
Bingo. » sorrise beffardo il biondo, passandole
delicatamente la lingua sotto al lobo dell'orecchio. La Grifondoro
sentì dei piacevoli brividi protrarsi lungo tutto il suo
corpo, facendole piegare lievemente la testa all'indietro, mentre gli
occhi si chiudevano e le sue labbra rilasciavano un verso che,
effettivamente, con Ron non le era mai sfuggito.
Ron
non si era mai preoccupato di soffermarsi su quelle particolari
carezze. Era senza dubbio più inesperto di Draco, il quale
invece stava agendo con lentezza disarmante, facendola impazzire e
facendola quasi arrivare ad implorare che la prendesse lì, su
quel tavolo. Ma non doveva.
Lucidità...
Occorreva solo lucidità.
Quando
sentì le mani sicure del ragazzo farsi strada al di sotto
della sua camicetta, gliele afferrò al volo.
«
Malfoy... » voleva essere un'obiezione, ma dal tono arrochito
che ne uscì, parve più una supplica di accelerare
quella lenta agonia. Sentì il sospiro divertito del mago che
s'infrangeva contro il suo collo, succhiandolo appena per qualche
secondo, fino a che, con uno schiocco, non si staccò per
ammirare con la coda dell'occhio la macchia che aveva lasciato sulla
sua candida pelle.
Stava
perdendo il lume della ragione, non sapeva più dove avesse
lasciato la sua buona volontà e, nonostante avesse un
disperato bisogno di riacquistarla, il suo corpo sembrava volerle
andare contro.
Inarcò
appena la schiena quando percepì le mani del biondo farsi
strada sui suoi piccoli addominali, fino a posarsi a coppa sul suo
seno non troppo grande, coperto solamente dal reggiseno in pizzo
nero.
«
Mmm... » mugolò il ragazzo, scendendo a baciarle la
gola, fino al petto. « Sento del pizzo, Granger? Non ti facevo
così amante del buon gusto. » sussurrò sulla sua
pelle, fino a passarvi la lingua. Tirò delicatamente fuori le
mani per sbottonarle con lentezza disarmante ogni singolo bottone di
quella camicetta divenuta ormai di troppo anche per lei.
Era
ancora in tempo per ritrarsi ma per un inspiegabile ed insopportabile
motivo, non riuscì a farlo.
Ad
ogni bottone aperto corrispondeva un bacio umido sulla sua pelle che
andava a denudarsi sempre di più. Quando finalmente la
camicetta fu tolta e gettata a lato del tavolo, sentì le
braccia possenti di Draco cingerle il corpo e attrarla ancora di più
a sé.
«
Sì, hai decisamente buon gusto. » soffiò
sensualmente il Serpeverde, carezzandole la biancheria intima nera
che andava a proteggerle il seno. Hermione si sentì avvampare,
incrociando il suo sguardo eccitato, e la cosa le fece battere forte
il cuore. « La sapientona che si imbarazza? » ridacchiò
il mago, continuando ad accarezzarle il seno, senza staccarle gli
occhi di dosso.
«
Piantala, Malfoy. » sibilò a denti stretti la ragazza,
mentre lui si abbassava a sfiorarle il petto con le labbra e le sue
mani calde raggiungevano la sua schiena per sganciarle il reggiseno
con maestria.
«
Intanto ti stai lasciando andare. » sussurrò con voce
roca, per poi scendere a dedicarsi al suo seno, facendole buttare la
testa all'indietro ed emettere un gemito inaspettato e più
acuto di quelli precedenti.
Sapeva
che stava sbagliando, che non era assolutamente corretto nei
confronti del suo attuale fidanzato. Ma Draco era così...
Draco. Era maledettamente eccitante in tutto quello che faceva
o diceva e Ron non lo eguagliava neanche per errore. Da tempo aveva
bisogno di sentirsi così ammirata, così scoperta,
millimetro per millimetro, senza tralasciare nulla. Era stufa di fare
le cose di fretta, senza nemmeno capire cosa stesse accadendo. Era
stufa dell'inesperienza del rosso. Aveva bisogno di qualcuno che per
una volta si comportasse da vero uomo con lei.
Quando
sentì i denti del biondo chiudersi appena sul suo capezzolo,
senza farle troppo male, ributtò la testa in avanti,
stringendo le palpebre. Insinuò il viso nei suoi capelli
biondi e morbidi, inebriandosi di quel profumo così fresco,
così dolce, nonostante tutto.
Il
ragazzo, risalì con la bocca lungo tutto il petto della
riccia, lasciando dietro di sé delle piccole tracce umide.
Finalmente tornò a guardare negli occhi Hermione, la quale
rabbrividì per quell'improvviso sguardo magnetico.
Senza
che lei se lo aspettasse, il biondo la baciò. Passione, foga e
tenerezza si mischiarono in quel piacevole conoscersi delle loro
labbra. E quando le loro lingue si sfiorarono, Hermione gemette di
nuovo sulla sua bocca.
Si
vergognava... Si vergognava di provare piacere a quella maniera
con lui. Perchè non avrebbe dovuto, perchè era
semplicemente sbagliato. Eppure non riusciva a controllarsi;
si sentiva un'automa, pronta concedersi in tutto e per tutto. Pronta
a piegarsi ad ogni volere che quel ragazzo avesse bramato,
stringendola fra le braccia.
Il
tocco passionale del biondo, tornò ad insinuarsi sotto la sua
gonna, che ormai sentiva come un intralcio anche lei. Non ci mise
molto a tiragliela ai fianchi, fino a scoprire la seconda parte
dell'intimo in pizzo che l'aveva tanto fatto impazzire. Non le sfuggì
il sorriso compiaciuto che dipinse il volto del ragazzo, non appena
lo notò, e non riuscì a trattenersi anche lei dal
sorridere appena.
Con
una mano, Draco la spinse delicatamente a poggiare la schiena al
tavolo. La sua pelle fu percorsa da un brivido, al contatto freddo
del legno, rispetto a quella, divenuta incredibilmente bollente. Il
ragazzo si chinò a baciarle, con degli specie di risucchi, la
pelle del suo addome. Le afferrò i lembi della gonna e, capita
l'antifona, la ragazza sollevò appena il bacino,
permettendogli di fargliela scivolare lungo le gambe lunghe e snelle.
Sollevò appena lo sguardo, sentendo che improvvisamente il
biondo aveva smesso di occuparsi di lei e lo vide, con un tuffo al
cuore, sfilarsi la camicia, direttamente senza slacciarla, dalla
testa, per rivelare un corpo asciutto e ben fatto. Non era
caratterizzato di evidenti addominali, ma era dannatamente eccitante.
Si
chinò nuovamente su di lei, sorridendole furbescamente per
averla scoperta a desiderarlo con un semplice sguardo.
«
E' uno spettacolo di cui non tutte possono godere, Granger. Quindi
imprimitelo bene nella mente. » le sussurrò suadente,
per poi baciarle la pelle del basso ventre, lì dove giaceva
l'elastico dei suoi slip. La mano di Hermione andò a
stringere, quasi fino a farsi male, il bordo del tavolo, mentre
l'altra era inspiegabilmente finita fra i capelli del mago,
carezzandoli dolcemente e beandosi della loro morbidezza.
Draco
si comportava come se tutto ciò non gli facesse alcun effetto,
ma nel profondo stava tremando.
Ignorava
il giramento di testa che la pelle profumata della ragazza gli
stava provocando senza ritegno.
Ignorava
il nodo allo stomaco che gli si era venuto a creare sentendola
gemere.
Ignorava
l'eccitazione che gli faceva dannatamente male ad ogni tocco.
Ignorava
l'inesperienza della Granger che la rendeva dannatamente dolce
quanto magicamente eccitante.
Ignorava
il suo cuore che batteva all'impazzata.
Voleva
semplicemente farla sua, per un motivo a lui del tutto sconosciuto.
Ma non voleva saperlo; probabilmente la risposta lo avrebbe
spaventato più di quanto temesse.
Sentì
il corpo della ragazza fremere, non appena le afferrò
l'elastico degli slip e lo tirò giù, fino a buttarlo
sul freddo pavimento. Sentiva che stava per impazzire. Aveva voglia
di affondare velocemente in quel corpo così eccitante, ma non
era così che voleva che succedesse. Non con lei.
Non
voleva fare tutte le cose di fretta, per far sì che finissero
subito. No. Con lei voleva godersi a pieno ogni singolo
istante, ogni singolo sospiro o brivido, perchè sapeva che non
avrebbe potuto compiacersene mai più e tutto sarebbe tornato
come prima. Avrebbero ricominciato ad insultarsi incrociandosi nei
corridoi; avrebbero ricominciato ad odiarsi solamente guardandosi.
Quell'attimo, essendo l'ultimo, avrebbe dovuto strappare loro quanto
più tempo possibile per renderlo abbastanza reale da
imprimerlo nella loro memoria.
Le
afferrò le gambe da sotto le ginocchia e gliele fece piegare,
fino a farle poggiare i piedi sul tavolo. Con le mani tornò a
carezzarle il seno, fino a scendere sull'addome, sul basso ventre,
fino ad arrivare a ciò che più bramava da tempo.
Hermione
si lasciò sfuggire l'ennesimo urlo eccitato, non appena le
dita esperte del mago presero a giocare con il suo piacere. Vedeva
tutto appannato, la biblioteca era sparita attorno a lei e, al suo
posto, un vortice di emozioni la pervase, facendole perdere il senno.
Quando sentì quelle dita affondare piano in lei, si lasciò
andare ad un'esclamazione decisamente poco raffinata.
«
Granger, non si dicono le parolacce. » la rimproverò
divertito il biondo, per poi abbassarsi a lambire anche con le labbra
ciò a cui da un po' si stava dedicando la sua mano. A quel
punto la riccia sgranò gli occhi, non aspettandosi decisamente
tale iniziativa da parte del mago. Sentiva di far quasi fatica a
respirare, mentre quella bocca maledettamente invitante giocava con
lei, facendola impazzire. Il suo cuore minacciava di sfondarle la
cassa toracica, ma cercò di mantenere per lo meno quel minimo
di auto controllo che stava decisamente andando a farsi benedire
assieme alla sua “etica professionale”, come adorava definirla
lei.
Quando
Draco ebbe finito di dedicarsi così da vicino al suo piacere,
risollevò il capo, fino a tornare a guardarla negli occhi con
sguardo malizioso. Il viso della Grifondoro era piacevolmente
accaldato. Sorrise soddisfatto quando notò lo sbalzo d'umore
della ragazza nel momento in cui lo vide leccarsi le labbra con fare
provocante. Hermione si vergognò dannatamente di quel gesto,
se ripensava a ciò che con quelle labbra aveva fatto poco
prima, ma cercò di non darlo troppo a vedere.
Il
Serpeverde prese a slacciarsi la cintura, senza mai abbandonare i
suoi occhi nocciola.
Era
imbarazzata. Gli piaceva dannatamente quando lo era e
impazziva ogni secondo nel farla vergognare apposta. Era un qualcosa
di troppo piacevole per rinunciarvi.
Quando
si abbassò i pantaloni notò il colore sulle guance
della riccia farsi più acceso, fino a che non si abbassò
anche i boxer e non la vide distogliere lo sguardo. Ridacchiò
appena, tornando a sovrastarla con il proprio corpo, fino a
catturarle nuovamente le labbra con fare smanioso. Le insinuò
una mano fra i capelli quasi a volerla rassicurare.
«
Mi fa impazzire questa tua timidezza, Mezzosangue. » le
sussurrò all'orecchio, facendola sobbalzare. Le afferrò
le gambe e se le appoggiò attorno al bacino. Le morse appena
una spalla mentre affondava delicatamente in lei, strappandole un
gemito. Liberò un sospiro pesante sulla sua pelle, intriso di
soddisfazione.
Si
sentiva finalmente completo, si sentiva dannatamente bene e la cosa,
oltre a spaventarlo, lo destabilizzava piacevolmente. Sentì le
braccia della riccia stringerlo forte a sé, aggrapparsi quasi
con disperazione, come avesse paura che la lasciasse da un momento
all'altro, e non poté che esserne soddisfatto.
Ancora
una volta aveva vinto con una ragazza. Ma quella volta la vittoria
voleva gustarsela ancora meglio: aveva vinto con la Granger.
Prese
a muoversi lentamente nel suo corpo, facendola sospirare sensualmente
al suo orecchio, mentre si prestava a mordicchiarle il collo di tanto
in tanto.
Sentiva
un piacere quasi insopportabile al basso ventre che poche volte aveva
provato con altre ragazze. Eppure quella ragazzina non era più
esperta di altre... Anzi, tutt'altro. Gli stava semplicemente
mandando in confusione il cervello e tutto ciò che poteva fare
era sfogarsi sul suo corpo.
Premette
maggiormente il bacino sul suo, ad ogni spinta, accelerandole appena,
facendo gemere in modo più regolare e meno pudico la strega.
Sapeva
di farle impazzire... Tutte quante. Ma far impazzire la Granger era
decisamente più appagante.
Sentì
le unghie della ragazza graffiargli dolorosamente la pelle liscia e
sudata della schiena, ma non vi fece caso. Le strinse le braccia
attorno alla sua vita sottile e affondò il viso nei suoi
capelli, sospirando pesantemente, non appena sentì che il
culmine si stava avvicinando sempre di più. I loro petti
combaciavano perfettamente, così come i loro cuori che
battevano all'unisono. La loro pelle umida sfregava piacevolmente ed
i loro respiri eccitati si mischiavano.
Complicità.
Un qualcosa che una Grifondoro ed un Serpeverde non avrebbero mai
potuto concedersi.
Con
un'ultima ma più marcata spinta, Draco liberò il
proprio piacere con un gemito acuto e roco. La ragazza lo seguì
qualche istante dopo, inarcandosi e contorcendosi spasmodicamente
sotto la sua stretta forte.
Hermione
fissò il soffitto respirando velocemente e tenendo ancora le
braccia attorno alla schiena del ragazzo. Aveva provato un piacere
non quantificabile, indescrivibile a parole. Si era ritrovata in un
altro mondo per un lungo attimo e si sentiva ancora piacevolmente
scossa.
Avvertì
le labbra di Draco baciarle appena il collo, fino a che non si sfilò
delicatamente da lei, facendole di nuovo provare freddo. Quel freddo
insopportabile che lui, grazie al suo calore, aveva per un momento
annientato. Lo guardò quasi con delusione, forse
aspettandosi... Che cosa? Aspettandosi cosa?
«
Dunque, sono più interessante io o Rune Antiche? » le
domandò sorridendo furbescamente il biondo, mentre si tirava
su i boxer. Hermione si voltò dall'altra parte, rossa in viso
e nervosa, per poi scendere dal tavolo e recuperare la sua biancheria
intima. « Ti ho lasciato addirittura senza parole, Granger? »
continuò a stuzzicarla il Serpeverde.
Sentiva
gli occhi pizzicarle fastidiosamente. Ora che la sua mente era
tornata lucida, sentimenti contrastanti presero forma nel suo corpo.
Sensi
di colpa, per aver tradito Ron.
Delusione,
per essersi forse aspettata altro da Draco.
Umiliazione,
per essersi lasciata andare.
Altrettanta
emozione, per essersi lasciata andare.
Eccitazione
e timore, per aver provato piacere fra le braccia del nemico.
Si
sentiva sporca per metà, ma d'altra parte provava un'immensa
voglia di ripetere tutto quanto, fino alla nausea.
«
Malfoy, sei... Sei... » balbettò la Grifondoro, sentendo
la rabbia crescere sempre di più dentro di lei.
«
Terribilmente sexy e bravo nel sesso? Me lo dicono in tante. »
la precedette il ragazzo compiaciuto, mentre si chiudeva i bottoni
dei pantaloni.
Hermione
aveva un forte bisogno di piangere, ma non poteva, non doveva.
Non davanti a lui. Non gli avrebbe mai dato quella soddisfazione. Si
sentiva usata, si era forse illusa che Draco, dopo quello che era
successo, potesse... Provare qualcosa di serio per lei? Era di Draco
Malfoy che si stava parlando.
Avrebbe
dovuto evitare tutto quanto, avrebbe dovuto rendersi conto fin da
subito che stava semplicemente assecondando le sue voglie e
nient'altro.
«
No, una viscida serpe senza cuore. » sussurrò la
ragazza, portandosi la camicia al petto, ma senza indossarla. Aveva
perso ogni forza. Draco si voltò verso di lei, senza
abbandonare quel sorrisetto irritante. Le si avvicinò fino ad
abbassare il viso al livello del suo per guardarla attentamente negli
occhi.
«
Che c'è, Granger, ti sei pentita? » le domandò
suadente. « Non ti preoccupare, nessuno saprà mai della
passione che abbiamo consumato in questa biblioteca. Sarà il
nostro piccolo segreto. » concluse ironico per poi schioccarle
un bacio leggero sulla fronte. La osservò ancora qualche
attimo con la soddisfazione negli occhi, fino a che non le diede le
spalle e scomparve da quel posto intriso di peccato.
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