CAPITOLO 1
Per Giò l’estate
era appena incominciata a metà luglio,
quando molti erano già sulle spiaggie a divertirsi. Lei
invece aveva dovuto
affrontare l’attesissimo anno della maturità,
diciamocelo una vera scocciatura
data dalla pressione inutile che i professori avevano messo in quel
periodo.
Ma quel tanto temuto giorno
dell’orale era finalmente
arrivato, 7 Luglio di una calda mattinata romana…come spesso
accadeva ero in
ritardo, ma quella mattina non doveva succedere, c’era
l’ansia e un po’ di
paura di non riuscire a fare bene ma anche la determinazione a voler
chiudere
quel capitolo. Avevo passato i giorni precedenti a studiare a casa
dalla mia
amica Deb, che come me aveva l’esame, ed era proprio da lei
che mi dovevo
dirigere prima di raggiungere il nostro liceo. Afferrai frettolosamente
le
chiavi della mia Lancia Ypsilon, il gioiellino che mi era stato
regalato per il
mio diciottesimo compleanno, e scesi le scale in un razzo; impedita
com’ero per
poco non le feci tutte rotolando. Buttai nei sedili posteriori lo
zaino, dove
custodivo il materiale necessario per la mia esposizione; Deb non
abitava tanto
lontano da me, un paio di isolati. In cinque minuti fui da lei, era
lì che mi
aspettava già tutta preoccupata, velocemente le aprii la
portiera e lei si
sedette finalmente un po’ tranquillizzata dal mio arrivo. Mi
avvicinai a lei,
per salutarla con un bacio sulla guancia, mi sarei fatta perdonare i n
qualche
modo.
-Amore amore, scusami-
-Dai muoviti accelera, e guarda la
strada cavolo siamo in
ritardo come sempre-
-Amò, ecco cosa dovevo
dirti…ops!!-
-Non fare quella faccia, daiii parla,
che mi dovevi dire- mi
urlò quasi Deb
-Ci hanno spostato l’orario
del colloquio, quindi non siamo
in ritardo e possiamo fare con calma. Ti porto a fare colazione, che
tanto so
già non avrai toccato nulla…prima che mi vorresti
ammazzare, ti dico che avevi
il cell spento e non sono riuscita ad avvisarti-
Deb frugò nella borsa,
afferrò il telefonino che come già
Giò aveva detto era spento. Non fece in tempo ad accenderlo
che ricevette un
fiume di sms di in bocca al lupo, continua a vibrare imperterrito. Al
bar
dovevamo incontrarci con un’altra nostra amica, Eli, lei
aveva già dato l’orale
ma aveva insistito per poter assistere al nostro. Giò prese
il suo cellulare
dalla tasca e compose un breve sms per Elisa:
“Amore allora ci
vediamo al bar tra esattamente…adesso :D
“
Poco dopo vibrò il suo,
ecco la risposta dell’amica: “Ritardatarie,
io sono già qui che vi aspetto,muovetevi
“
Deb mi indico un buco dove la mia
auto ci sarebbe stata per
parcheggiarla, così in un paio di minuti ci trovevamo tutte
e tre al bar vicino
alla scuola. Volevamo far passare il tempo che mancava con qualche
chiacchera,
per smorzare la tensione, poi ormai noi ci conoscevamo bene. Ordinammo
tre
briosches, colazione veloce per poi dirigerci insieme alle scalinate
che davano
sull’entrata della scuola, dove solitamenti gli studenti si
radunavano. Lì
trovammo alcune compagne di classe, ma noi ci dirigemmo
all’entrata correndo
per le scale. Un po’ con il fiatone per quei tre piani
eravamo arrivate davanti
alla classe dove dentro c’erano i nostri aguzzini, i
professori. Per prima
sarebbe toccato a Deb, e poi a me. Alle 12, finalmente uscimmo entrambe
da
quell’aula con un sorriso stampato in faccia felici di aver
terminato. Corremmo
verso Eli, saltandole addosso come delle sceme; era finita,
f-i-n-i-t-a!! Non
ci potevamo ancora credere, dopo qualche giorno avremmo potuto sapere i
risultati ma sapevamo di aver fatto un buon lavoro. Per noi potevamo
finalmente
iniziare la meritata estate.
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