In
catene.
Poteva
sostare davanti i quadri di Manet, riempirsi lo stomaco di pasticcini
fin quasi a scoppiare, divorare classici davanti la Torre Eiffel ma
nulla poteva colmare il vuoto che sentiva dentro.
Il
cuore le scoppiava, la morsa prima si faceva stretta e poi, d'un
tratto, si liberava. Il suo era un cuore in catene, pulsava ma non si
liberava.
D'altronde,
poteva solamente tacere.
Tacere
ed aspettare che qualcuno incrociasse casualmente il suo passo,
lungo i viali alberati
della
sfavillante città di Parigi.
Blair
sospirò con fare stanco, osservando per l'ennesima volta le
pennellate di colore sulla tela de “Le
déjeuner sur l'herbe”, immaginandosi
all'interno del dipinto.
«Chuck...»
Una
lacrima rotolò sul suo viso: nell'istante stesso in cui
chiamò
disperatamente il suo nome – la prima volta da quando s'erano
lasciati – qualcosa di salato giustiziò
indegnamente il suo
zigomo.
Non
andava affatto bene, si stava facendo solo del male.
«...
Non avevi detto che senza di me non eri te stesso?»
Si
mordicchiò le labbra con veemenza, strinse con
aggressività le
nocche e poi si sforzò di mantenere un contegno decoroso.
Ancora
in catene, il
suo cuore.
Non
è nulla di che, lo so... voleva semplicemente essere una
Blair
Centric. La storia, come avrete capito, è spoiler...
più
precisamente della 4x01, andata in onda da poco negli USA.
Alcune
note:
*
Titolo del dipinto di Manet: “Pranzo
sull'erba”
(mi
sono informata su internet, Blair guardava questo dipinto)
«...
Non avevi detto che senza di me non eri te stesso?»
*
Riferimento ad una delle puntate della terza stagione, la celebre (?)
frase di Chuck Bass:
“Senza di te non sono Chuck Bass, Blair”
Grazie
per aver letto, alla prossima!
Kiki.
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