Capitolo 1 corretto
AVVISO 2016: questo capitolo è stato rivisto e corretto, note a fine capitolo
IMPORTANTISSIMO ! la storia si colloca alla fine del sesto libro!Harry
non è tornato dall'ufficio di Silente dopo la sua uccisione
quindi nessuno sa che non è stato Draco a uccidere il Preside.
immaginate una battaglia più grande di quella descritta da
Joanne, alla fine del principe Mezzosangue dove...bè...leggere
per scoprire!!!
Urla.
Quelle urla.
Le urla delle persone a cui più avevo voluto bene, delle persone che erano cresciute insieme a me.
Vi prego, vi prego basta...
scivolai giù da quella piccola branda che mi faceva da
letto e solo così quella tortura finì, riconobbi la voce
di Ginny, l'ultimo urlo di atroce dolore prima di scattare in piedi,
ero stata più lenta del solito quella mattina, di solito non
arrivavo a sentire la mia migliore amica.
nonostante tutti i miei tentativi,non ero mai riuscita a cancellare
quell incanto orrendo, anche perchè senza una bacchetta mi veniva
molto difficile: quella sveglia era la prima tortura che dovevo
sopportare ogni giorno,messa lì per ricordarmi, fin dal primo
momento della giornata che avevamo perso.
Avevo perso.
Tutto.
Mi lasciai cadere seduta sulla branda, appoggiando i gomiti sulle
ginocchia e con le mani mi coprii il viso: quel giorno sarebbe stato il
peggiore di tutti ,quel giorno Lui mi avrebbe massacrata, fisicamente
ma sopratutto psicologicamente.
Quel giorno era l'anniversario in cui la comunità magica si era
ritrovata soggiogata da un tiranno e dai suoi fedelissimi; un anno
prima la resistenza era crollata;e per me e tanti altri era tutto
finito.
L'amarezza e il dolore mi fecero venire il magone e di lì a poco
i singhiozzi che avevo orgogliosamente trattenuto per così tanti
mesi si liberarono dal mio petto
Mi mancavano i miei amici, avrei solo voluto Harry e Ron accanto a me,
avrei voluto solo i loro modi impacciatissimi di tirarmi su di morale,
avrei solo voluto il loro modo di risolvere sempre tutto.
Avrei voluto Ginny a tendermi una mano, Luna e Neville..
Senza di loro il mio brillante cervello sembrava non funzionare.
Mi tornarono alla mente i loro visi, ma presto tutti i momenti migliori furono cancellati dall' ultima volta che li avevo visti
Sapevo che quel giorno i ricordi mi avrebbero torturata, più di quanto non avrebbe fatto Lui
Puzza...
un orrenda Puzza di bruciato, di carne
bruciata, mi invadeva le narici, la bocca non si apriva alla ricerca
d'aria, era troppo impastata di terra e sangue, mi veniva da rimettere;
il sangue rappreso sulle mie palpebre mi lasciava aprire gli occhi a
malapena ,ma capii che ero a terra, sul prato davanti al castello che ,
con mio profondo orrore , era avvolto dalle fiamme e su di esso
aleggiava il Marchio Nero.
Sentivo urla e pianti di
disperazione, riuscii a rotolare su un fianco solo quando sentii le
grida terribili della mia migliore amica, qualcuno la stava torturando,
dovevo fare qualcosa, dovevo..
Uno stivale mi si posò sulla guancia ,risate sadiche di scherno,
non riuscii a capire chi mi era sopra e lo seppi: ero morta e non sarebbe stata una cosa veloce, io ero Hermione Granger, non una qualunque.
Sarebbe stata una cosa lunga e dolorosa
Poi una voce familiare, Lucius
Malfoy, Lucius Malfoy mi avrebbe uccisa, la morte non mi faceva paura,
ma morire sotto al suo stivale no, provai a muovermi, ma un'altra voce,
quella di Draco, fece togliere lo stivale dal mio viso , parlò
ma io non capii, troppi schiantesimi e Maledizioni Cruciatus si
erano abbattute su di me,il mio cervello era annebbiato.
Pensai fosse finita così, quando tutto diventò nero e io mi sentii sollevare leggera verso il cielo
Solo il mattino dopo capii tutto.
Ero sua schiava...lui , quel buono a
nulla figlio di papà, capace solo di sputare su tutto ciò
che non era suo, non era mai stato capace di nulla nella sua vita, solo
di lamentarsi per non essere il favorito dei professori, solo di
ottenere le cose pagando, solo di fare del male.
Neanche di combattere coraggiosamente per lo schifo in cui credeva, lo
avevo visto, ore prima, terrorizzato da ciò che lo circondava.
Un ignobile pezzo di vetro, vuoto, debole,privo di valore e capace solo di tagliare
Scossi la testa e mi asciugai le lacrime rialzandomi, instabile
sulle gambe e con un cerchio alla testa tremendo, infilai la
divisa, un abito da cameriera semplice, sformato, a maniche corte
e leggermente avvitato, mi ricordava quello che immaginavo da bambina
quando leggevo la tristezza delle orfanelle in Jane Eyre.
Mi legai i capelli e uscii dalla mia piccola tana, nonostante tutto,
anche quel giorno non avrei dato alcuna soddisfazione al quell'involucro
vuoto che era il mio padrone.
Quando raggiunsi le cucine trovai gli elfi domestici tutti molto
affaccendati, Metchy ,il capo di quelle creature , mi raggiunse
sorridendomi dolcemente e porgendomi qualche biscotto, almeno Lui non
mi faceva morire di fame...magra consolazione
-Cara...dopo aver lavato le vetrate dell'ingresso dovete
assolutamente svegliare il signorino Malfoy, suo padre vi ha
invitati a pranzo ...per festeggiare...- disse titubante guardandomi
come se stessi per prendermela con lei per il fatto che si sarebbe
festeggiata la vittoria di Voldemort
-chi scusa, non credo di...chi ha invitato?- il mio cuore mi era salito in gola e lì si era fermato, lei mi guardò con i suoi grandissimi occhi a palla
-Signorina Granger...ha invitato anche voi....-mi disse
guardandomi triste, seppur fossi umana conosceva bene qual era il mio
ruolo in quella casa e temeva per me, sentii i
biscotti che avevo spiluccato si fecero sentire sul mio stomaco come se
ne avessi mangiati pacchi interi, annuii senza sentire il rumore
attorno a me e le parole dell'elfa, in un anno quella era la prima
volta che venivo fatta uscire dalla villa in cui ero
prigioniera, mi avviai come un automa verso la camera di
Draco Malfoy, forse quel giorno sarebbero finite le mie sofferenze.
Bussai all'altissimo portone in legno, ma non ottenni risposta
,così entrai nella grande camera: La stanza era quadrata , di
fronte alla porta, in un angolo vi era un letto a baldacchino,
come quelli che avevamo ad Hogwarts, solo più grande e dai
tendaggi verdi, la parete di destra era interamente fatta da vetri ,
una grande finestra che si affacciava sull'enorme terreno che
circondava la Villa in cui viveva l'erede Malfoy ,sotto quelle
altissime vetrata stava una scrivania e,accanto alla porta un grosso
armadio, ricolmo di completi di alta sartoria e dai colori lugubri
Mi avvicinai ai pesanti tendaggi verdi ed argentati e con un leggero
sforzo li spostai, lasciando che il sole entrasse ad illuminare la
stanza; mi voltai verso il grosso letto a baldacchino dove un fagotto
di lenzuola e coperte mugolò facendo spuntare una testa bionda
-'cciderò tra 'troci sofferenze...-disse una voce bassa e
impastata dal sonno, alzai gli occhi al cielo, magari lo avesse
già fatto
-Malfoy...alzati...tuo padre ci ha invitati a pranzo ..-dissi,
rendendomi conto di essere curiosa della sua reazione, se c'era una
cosa che avevo capito in quell'anno, era che spesso Lucius faceva
prgrammi senza interpellare il figlio, e spesso quello finiva per
prendersela con me, per poi sparire ore nel suo studio o a volare con
la sua scopa sopra alla Villa.
Malfoy si tirò su circondando con le braccia le ginocchia divaricate, ancora un po' addormentato
- a che ora dobbiamo essere là? - chiese svogliato scompigliandosi i capelli chiarissimi
-12.30 , tra un' ora dobbiamo essere a Villa Malfoy..- Lui mi
guardò dritta negli occhi, e in quel momento mi resi conto che
in un anno non era mai successo
-che vuol
dire...ci ha invitati? tu che c'entri?-chiese nervoso, io scossi la
testa nascondendo la paura cercandola di stringere fra le mani
-non ne ho idea...-dissi , lo vidi guardarsi attorno, come se si sentisse a disagio
-Mezzosangue...non credo che ti debba ricordare oggi che giorno
è...-disse alzandosi e dandomi la schiena, portava solo dei
pantaloni di seta nera, sapevo che mal sopportava le camice
perchè spesso le trovavo al mattino strappate ai piedi del letto
-io...lo so..- dissi cercando di non abbassare la testa, non per lui,
non mi vedeva, ma sapevo che se avessi cominciato a dare segni di
cedimento non sarei più riuscita nascondere la verità, ce
l'avevano fatta, io ero annientata dentro
-non è una festa per te...non dovresti venire...-disse piano guardando fuori
-io..posso non ...venire?-chiesi stupida
-non me ne faccio niente di te la...ma mio padre non lo
permetterebbe...-disse continuando a guardare fuori dalla finestra, il
suo profilo veniva illuminato dai raggi del sole e il suo profilo
marcato e il naso dritto gli davano quell'aria nobile che sempre avevo
odiato, sempre così composto ed altero, era così
difficile capire cosa stesse pensando, ma in quel momento ,assorto nei
suoi pensieri,era diverso da come lo avevo sempre visto.
Per la prima volta vidi in lui qualcosa, emozioni, non sembrava un pezzo di vetro
-che stavi facendo?-chiese sparendo nel suo magno personale-
-stavo per lavare le vetrate dell'ingresso ...-
-Stavo lavando i vetri dell'ingresso, signore, è
così che devi parlarmi...sopratutto in presenza di mio padre..-
rispose, il tono meno secco del solito, quasi esasperato più che realmente arrabbiato.
A parte i primi giorni di angherie, e quando mi usava come sfogo nei
momenti di tensione, non si era mai rivolto particolarmente a me con particolare attenzione e tanto meno aveva preteso da me attenzioni come ridicoli titoli e reverenze, solo che facessi il mio lavoro senza infastidirlo.
-certo... signore- dissi, mentre in me nascevano pensieri che mai avevo fatto.
Malfoy ,per la prima volta, mi sembrava un pezzo di vetro non per la
sua freddezza e durezza, ma per una fragilità che sembrava voler
nascondere a tutti i costi, non abbassando mai le spalle e non lasciando
mai che la sua voce cambiasse di tono.
- lascia perdere, sparisci in camera tua, preparati....ti farò portare un vestito adatto...-
-Malfoy credi che glie ne freghi qualcosa a qualcuno che io sia carina?
nel migliore dei casi mi uccideranno- chiesi, il terrore mi stava
annebbiando il cervello, facendomi parlare a sproposito
-Stai zitta mezzosangue e ubbidisci, sparisci e fammi pensare... -disse
voltandosi di scatto, guardandomi di nuovo, severo, negli occhi
-certo- non vedevo l'ora di uscire dalla camera, sapevo che quel giorno
sarebbe stato difficile, non mi aspettavo certo di essere invitata a
Villa Malfoy, quartier generale di Voldemort
-certo Signore ! -ripetè alzando la voce, lo guardai per un
attimo, ancora sosteneva il mio sguardo, e per la prima volta mi
sembrò di non essere l'unica in gabbia.
Allora. dopo ... 3 anni ? rispunto con questa storia.
Il fatto è che volevo continuarla, ma mi sono resa conto che
questi primi capitoli non mi piacevano più, probabilmente
perchè in questi anni il mio stile di scrittura è un po'
maturato, o così mi piace pensare, quindi....
Ecco qui, il primo capitolo rivisto e corretto!
Che dire, benvenuti ai nuovi lettori, benritrovati ai vecchi (soprattutti quelli che non hanno intenzione di uccidermi)
Spero che la fase di correzione duri poco così da poter
ricominciare presto con i nuovi capitoli di Draco Malfoy e l' erede
della Mangiamorte !
Se qualcuno c'è, batta un colpo!
Piuma e Pergamena
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