CAPITOLO
2
Il
luogo della promessa
Quando
si è immersi nel silenzio, ci si ritrova a pensare a
svariate cose.
Pensiamo
a ciò che dovremmo fare, o che avremmo dovuto fare, alle
cose più
importanti ma anche a quelle più stupide. Mahel ascoltava il
rumore
languido delle onde del lago e l'odore degli alberi, sempre
più
vicini, cercando di non disogliere lo sguardo dalle increspature
azzurro-dorate dell'acqua, illuminate dai raggi del sole.
Ricordava
ancora quando, in passato, suo padre la prese per mano e la
portò
lì, in mezzo al Lago, a pochi metri dal boschetto.
Stipulando quella
promessa che ancora portava nel cuore...
-Papà...com'è
bello!- una Mahel piccola e minuta era seduta su quella barca
così
enorme allora, i capelli raccolti in due codine al lato del volto,
gli occhioni ancora scoperti degli occhiali senza il quale non vedeva
niente.
-Trovi
anche tu?- rispose suo padre con quel sorriso che lei amava
così
tanto -Tua madre ti ha raccontato di questo posto, non è
vero?-
-La
mamma pensa che io sia stupida- Mahel si imbronciò,
scuotendo il
capino decisa -Il Lago non può essere arrivato qua dal
nulla, non
credi papà?-
Suo
padre rise, carezzandole i capelli -Io invece ci credo-
Le
rivolse uno sguardo che solo i genitori sono capaci di dare -Io penso
che tua madre non abbia del tutto mentito, sai piccola?-
Mahel
si avvicinò al padre, posando le manine sopra quelle col
quale
reggeva i remi -Ma papà...sei così ingenuo?-
L'uomo,
sorpreso, rise -Da chi le impari queste parole?- afferrò la
figlia e
la strinse forte a se, come avesse paura di perderla -Cerca di
parlare come una bambina della tua età!-
-No
papà, mi scompigli i capelli, no!- Mahel si divincolava,
nella
speranza che i codini riuscissero a resistere fino a sera
-Papà!-
-Va
bene, va bene- rispose l'uomo, ancora ridendo, lasciando la piccola
dal suo forte abbraccio -Senti Mahel...tu sai che io adoro fare
fotografie, non è vero?-
Alla
parola “fotografie” Mahel si illuminò
-Anche io papà, anche
io!-
Il
padre sfiorò delicatamente il naso della piccola, posando lo
sguardo
sul boschetto che si stagliava davanti a loro -Voglio che tu mi
prometta una cosa, allora-
La
piccola gli si avvicinò, curiosa -Che cosa papà?-
L'uomo
indicò il boschetto con un dito, lasciando che lo sguardo
della
piccola lo seguisse attentamente -Là dentro, in mezzo a quel
fitto
boschetto, vi è una colonna spezzata, sulla quale vi sono
incisi
versi antichi- sorrise, notando che la piccola lo guardava
incuriosita -Ebbene...voglio che, appena tu sarai un po' più
grande,
andiamo insieme lì dentro e facciamo una gara a chi riesce a
fare la
foto più bella-
La
piccola si voltò verso il boschetto, poi verso suo padre. E
arrossì
-Una gara...? Io e te...?-
L'uomo
annuì, rivolgendole un dolce sorriso -Si, tesoro mio.
Prenderemo
ognuno la sua macchina fotografica, faremo la nostra foto
più bella
e poi...chi avrà vinto si vedrà offerto un gelato
dal perdente, ci
stai...?-
Mahel
annuì, battendo le mani -Ci sto papà! Vedrai, fra
qualche anno sarò
diventata bravissima e riuscirò a batterti senza alcuno
sforzo!-
Un
buffetto sulla guancia ed un ultimo, grande sorriso -Guarda che ci
conto. È una promessa...-
Già...era
una promessa.
Anche
se suo padre ormai non c'era più, la sua foto era appesa in
bella
mostra nella sala di casa. Più che ad una fotografia,
rassmigliava
ad un dipinto: le luci tenui che colpivano la colonna, rendendola
iridescente, erano colorate di giallo, verde e anche di alcune
sfumature rosate. L'erba sembrava bagnata di gocce d'oro e gli alberi
avevano uno strano alone di mistero, una nebbiolina così
delicata
che sembravano come statue all'ingresso di un altro mondo.
Suo
padre aveva fatto quella foto un anno prima di andarsene, quando
ormai Mahel aveva iniziato il suo percorso fotografico. Le aveva
detto che l'anno successivo l'avrebbe portata in quel luogo per poter
finalmente compiere la loro promessa.
Ma
la promessa non aveva potuto compiersi, poiché suo padre se
n'era
andato via. Per sempre. Però sua madre sapeva quanto Mahel
fosse
affezionata a quella promessa e, provando a mettersi nei panni di suo
padre, le aveva dato un motivo per andare avanti.
Quella
era una promessa verso il suo papà e la sua mamma. E non vi
avrebbe
rinunciato per niente al mondo.
-Michael...c'è
il modo di ritrovare la barca qua, quando ritorniamo?- chiese Mahel,
mentre tentava di scendere dalla barca -Sai, non vorrei dovermela
rifare a nuoto...-
Michael
guardava la giovane tentare, in modo impacciato, di aggrapparsi al
piccolo molo davanti a lei. Per quanto ci provasse non risciva a
trovare un punto d'appiglio, e la sicurezza, di approdare sul molo
senza combinare un pasticcio.
Ma,
dopotutto, quella era Mahel. L'incapacità fatta persona.
Michael
ridacchiò nel vedere con quanta determinazione Mahel posasse
il
piede sul molo di legno umido, lo ritirasse poco convinta, provasse a
salirvi posandosi sulle mani, cambiasse idea e ricominciasse da capo.
Poi la vide fermarsi, voltarsi verso di lui con la stessa espressione
di un cane bastonato. E indicare il molo, facendo labbrino
-Michaeeeel...aiutinooo...-
Michael
non potè che sbottare in una risata, lasciando andare i remi
e
coprendosi gli occhi con le mani, troppo divertito dalla voce che
uscì a Mahel a quella richiesta -Michaeeel non ridere...non
è
divertente!-
-Oh,
si che lo è!- rispose lui, assicurando i remi alla barca e
avvicinandoglisi -Tu non puoi neanche immaginare la faccia e
soprattutto la voce con il quale mi hai chiesto aiuto...-
-Sei
cattivo...- disse la giovane, imbronciandosi e incrociando le braccia
-Non è colpa mia, lo sai che io potrei...-
Michael
l'afferrò per le braccia, scuotendo la testa -Oh no, tu NON
puoi...è
qualcosa troppo più forte di te. Sono sicuro che non
riusciresti a
salire dalla barca al molo neanche provandoci mille volte...-
Mahel
increspò le labbra e arricciò il naso, sentendo
le braccia forti di
Michael sollevarla senza sforzo -Forza, sali...così ci
riesci, no?-
Mahel
annuì con il capino, come una bambina piccola, riuscendo,
anche se
non con poche difficoltà, a posare i piedi sul legno bagnato
del
molo. Poi si voltò verso Michael che, con una corda
portatosi
appresso apposta per l'occasione, fissava la barca al molo.
Michael,
doveva ammetterlo, era bello. Molto.
Era
alto, una ventina di centimetri più di lei, muscoloso e
atletico. Un
vero ignorante per molte cose, ma con quel fisico scultoreo poteva
permettersi anche di sparare qualche stupidaggine, di quando in
quando. Forse anche troppo spesso.
La
pelle bronzea, gli occhi scuri e penetranti, i capelli nerissimi. Una
bella voce, simpatica, con il quale amava far divertire gli altri.
Lo
vedeva spesso posare lo sguardo su di lei e sorridere. E lei
arrossiva, in quanto non era quel genere di persona che non
riconosceva la bellezza altrui. Ma per quanto si sforzasse, per
quanto tutte le sue compagne la incitassero ad accorgersi del tenero
sentimento che Michael provasse per lei, non riusciva a vederlo
più
che come un amico.
Era
sempre stato accanto a lei, pronto a farla ridere, ad aiutarla. Con
quella sua estrema gentilezza e quel pizzico di ironia sulle sue doti
atletiche, ma come dargliene torto?
Un
buon amico, ma niente di più.
Mahel,
anche quella volta, si soffermò a guardare Michael. Era
molto
ingenua per quanto riguardava i ragazzi e tutte quelle cose
lì,
perciò osservando le spalle larghe di Michael, le sue
braccia
scolpite, il petto grande e rassicurante...arrossì.
Michael
si voltò appena in tempo per vedere quel rossore appena
accennato
sulle guance della giovane, ridacchiando -Mahel...stavi pensando a
qualcosa di “zozzo”?-
Mahel
affondò i suoi occhi in quelli del giovane, sentendo gli
occhiali
appannarsi un poco per l'imbarazzo -Cosa diavolo ti salta in mente?!
Quello sei tu!-
Michael
si lasciò scappare l'ennesima, timida risata -Ma quella
imbarazzata
sei tu, non io-
Mahel
lo vide posare un piede sul molo, tirando la barca da parte, mentre
la guardava fissa negli occhi -Vuoi per caso affondare il naso nel
mio profumo...eh, Mahel?-
Il
suo cervello azzerò i pensieri in men che un istante.
Lasciò che il
panico prendesse pieno possessò di sé, lo vedeva
avvicinarsi e un
trillo secco nel suo cervello la avvisava di un pericolo di cui non
riusciva a capacitarsi.
Quindi,
quando Michael porse la mano verso la sua spalla, lei non
potè altro
che tirarsi leggermente indietro e spingere le mani tra lei ed il
petto di Michael.
Lasciando
che un tonfo sordo nell'acqua rimbombasse nelle sue orecchie.
Se
l'era cercata.
Aveva
provato ad imbarazzarla ed ecco che si ritrovava in l'acqua, il
fresco che gli carezzava la schiena, le orecchie tappate. Un senso
d'impotenza che aveva preso possesso di lui.
Voleva
solamente appoggiarsi alle sue spalle per salire, non era possibile
che lei avesse pensato che avrebbe osato qualcosa di
più...lui, che
neanche riusciva a confessarle i suoi sentimenti...? In un attimo
spinse la testa fuori dell'acqua, scuotendo i capelli per liberarsi
di quella sensazione fastidiosa -Mahel!-
-Mahel
un corno, brutto scemo!- disse Mahel, tremando come una foglia -Cosa
diavolo credevi di fare?!-
-Volevo
salire sul molo, brutta scema- la vide accucciarsi sul molo,
mostrandogli soltanto la testa -Ed io che ne sapevo, scusa?-
-Sei
veramente una sciocca- la voce del giovane si addolcì,
guardando gli
occhiali che stavano scivolando sul naso, lasciando gli occhi
scoperti -Gli occhiali...-
-Eh?-
disse Mahel, togliendoseli e puntandoli verso il sole, per guardare
meglio -Cos'hanno che non vanno?-
-Nulla,
stavano soltanto cadendoti dal naso- rise lui, scuotendo di nuovo la
testa -Dai, aiutami a salire-
-Non
ti approfitterai di me?- disse questa, guardandola poco convinta.
-Mio
padre mi ucciderebbe se ti facessi qualcosa- rispose lui, secco, come
se fosse una cosa talmente ovvia da sembrare banale -Forza,
imbranata, aiutami-
Mahel
lo guardò con aria di sfida, porgendogli la mano. Lui si
avvicinò
al molo, afferrando con una mano il bordo dell'impalcatura in legno e
con l'altra il braccio di Mahel -Non provarti a cadere in acqua.
Punta i piedi-
-Si,
si- rispose Mahel ironica, sapendo che era una possibilità
da non
scartare -Tu non tirarmi forte-
Michael
provò a tirarsi su, piano, vedendo che Mahel non si muoveva.
Bene,
forse non sarebbe caduta anche lei nell'acqua. Dopo essersi riuscito
ad aggrappare con entrambe le mani al bordo del molo, si
fermò a
guardare il volto di Mahel. Era...così bello. E lei non se
ne
rendeva conto. Perciò gli venne naturale fare quel gesto,
così
tenero e impacciato per lui, ma anche deciso da un certo punto di
vista.
La
sua mano destra carezzò la guancia di Mahel, sorridendole.
La vide
arrossire e chiuse gli occhi. Finchè le sue labbra non si
posarono
delicatamente su quelle di lei.
Oddio,
la stava baciando.
Era
un bacio, un vero bacio. E lei non era pronta, non ancora.Non era
come le sue coetanee, che avevano già dato il primo bacio o
che
sognavano di darlo, lei era una di quelle rare persone che non non lo
aspettano. Se non arriva, non è la fine del mondo.
Invece,
in quel momento, sentiva le labbra di Michael premere sulle sue,
dolcemente, senza invaderle la bocca con la lingua come alcune sue
compagne le avevano raccontato (ed in quel caso ne sarebbe rimasta
terrorizzata), era solo un...bacio.
E
visto che era un bacio, non doveva rimanere con gli occhi aperti a
palla, come in quel momento. Quindi, anche solo per un istante,
sentento il suo cuore battere all'impazzata, chiuse gli occhi.
Sperando, chissà perchè, che quell'istante non
finisse mai.
Erano
fianco a fianco, di nuovo immersi nel silenzio. Michael aveva la
maglia in mano, cercando di strizzarle via l'acqua, i capelli fradici
appiccicati sul volto, lo sguardo basso. Di un colore simile al
porpora, così tenero.
Mahel
invece era silenziosa, ma non imbarazzata. Era solo assente. Non si
spiegava ancora perchè adesso, perchè a lei,
perchè tutto. Sentiva
ancora il calore delle sue labbra sulla pella, le dita posate sul
labbro inferiore, come in trance.
Non
avevano avuto il coraggio di dirsi niente. Mahel aveva poi tirato
indietro il volto, schiudendo gli occhi pian piano, lo aveva guardato
per un secondo. Poi, troppo stupita da quel gesto, si era alzata,
aveva ripreso in mano la sua roba e si era avviata dentro il
boschetto, lasciando Michael indietro.
Quando
lui l'aveva raggiunta, camminando un po' più veloce del
normale, non
aveva avuto il coraggio di dirle niente. Perciò si era
limitato a
sfilarsi la maglietta e strizzarla, anche solo per occupare il suo
cervello nel mentre rimaneva accanto a lei.
-Michael...-
esordì ad un certo punto Mahel, fermandosi e guardandolo
-Guardami-
Michael
si fermò e la guardò. I suoi occhi lo
incastrarono -Dimmi-
-Io...ecco...non
so perchè tu abbia fatto questo- disse posando le dita sulle
labbra,
abbassando un attimo lo sguardo -Ma voglio essere sincera con te.
Io...-
Michael
strinse i pugni e abbassò lo sguardo -Non lo dire. Lo so
già-
-Ma
Michael...- rispose Mahel, abbattuta -Io penso che...-
Michael
le afferrò la mano sinistra, portandosela sul cuore, mentre
con un
dito della mano destra le tappava le labbra -Non accettare o
rifiutare adesso i miei sentimenti. Me li tengo dentro da fin troppo
tempo. Ne và della mia virilità, quindi ti prego-
esitò un attimo,
prima di chiederle ciò che sognava da sempre -Pensa a me non
più
come amico, ma come ad un ragazzo. Il tuo ragazzo. Puoi
farlo...?-
Mahel
vide la speranza che Michael nutriva in quella risposta. E pur consia
che, pensandoci, la sua risposta non potesse essere che una
soltanto, conscia del fatto che Michael in fondo al suo cuore lo
sapesse, non potè altro che illuderlo di una falsa speranza
-Certo.
Ci penserò-
Michael
riprese a parlarle come niente fosse. Non voleva perdere quella
persona così cara, quell'amica che ormai più non
era ma che voleva
rimanesse almeno tale.
Mahel,
da parte sua, finse di non aver mai ricevuto quel bacio e di non aver
mai ricevuto quella dichiarazione. Lei adorava Michael, ma lo sentiva
più come un fratello che come un vero e proprio fidanzato.
Ma mentre
pensava a quello, parlando col suo compagno del più e del
meno,
camminando in quel groviglio di alberi e rami, raggi di sole e
profumi sconosciuti, Mahel si bloccò: ciò che
aveva sempre sognato
e per cui la sua vita si era compiuta fino a quel momento era davanti
ai suoi occhi. Il boschetto si era aperto in uno spettacolo
meraviglioso, per lei pieno di speranza.
E
lì la vide: la colonna “fatta di luce”.
Il luogo della sua
promessa.
***
Allora, premetto
che questo capitolo era fuori dai miei programmi, ma visto che il
personaggio di Michael ha riscosso, inaspettatamente, così
tanto successo, ho deciso di dare spazio ai suoi sentimenti per la
nostra squinternata protagonista. Purtroppo Mahel non è
ancora avvezza alle vicende di cuore, il suo più grande
interesse è quello di mantenere la promessa fatta a suo
padre. E penso sia una cosa molto bella: nonostante sia io a scrivere,
i personaggi perdono il controllo e scrivono da soli la propria storia:
non sono ancora convinta di come andrà a finire
perchè i miei "pargoli" mi sgusciano tra le mani pretendendo
di scrivere la loro storia ed io non ho cuore di fermarli. Vedremo cosa
decideranno di fare del loro destino xD
E, visto che è un piacere, passo ai consueti RINGRAZIAMENTI
per tutti coloro che recensiscono questa storia ^^
Kuroshi Tsukishiro:
non so quando potrai di nuovo leggere, con il trasferimento avrai tanto
da fare, ma io ti lascio questo capitolo pronto così mi
potrai dire, quando puoi, cosa ne pensi. La chiacchierata con te mi ha
fatto molto piacere (non sono esattamente ciò che pensavi,
non è vero? xD) ma penso che sia proprio questa la mia
più grande qualità: l'inaspettatezza. Non credi
anche tu? Ti rinnovo i ringraziamenti per avermi letto e commentato,
è per me una gioia vedere che riesco ad appassionarti. Anche
Michael ringrazia per il tuo affetto, anche se come vedi è
stato rifiutato ç_ç povero il mio piccolo! Non
vedo l'ora che tu mi dica cosa ne pensi di questo nuovo scorcio sulla
vita di Mahel. Un bacione =*
Dark_Blame:
uuh allenamento? Voglio sapere che cosa fai *-* calcio? Boxe? Karate?
Wushu? Cosa? Cosa? Mi farebbe piacere saperlo xD per quanto riguarda lo
stile, sappi che sono un tipo che prima o poi cade nello smielato
(adooooro le storie d'amore) anche se questa storia avrà si
e no 2 capitoli zuccherosi. Dopotutto credo sia la mia unica storia che
parla di guerra, anche se ovviamente non posso abbandonare la mia
indole romantica, ma non è certo questa che spero prevalga
alla fine. Anche perchè non avrebbe senso xD ti ringrazio
comunque per il supporto che mi da, io cerco da parte mia di fare
altrettanto, sia perchè scrivi davvero ma DAVVERO bene, sia
perchè credo sia una cosa carina dimostrare quanto qualcosa
scritto da qualcun altro possa toccarci, non credi? Quindi vedi di
aggiornare alla svelta che voglio sapere come prosegue la storia =P
(scherzo non voglio metterti fretta, fai con calma U-U) un bacione
anche a te ^x^
LinusVanPelt:
tesoro mio ^^ so che non ti piace leggere, quindi per me è
come costringerti a leggere e commentare ciò che scrivo.
Voglio che mi dici cosa ne pensi, voglio sapere i tuoi pensieri, non
voglio che mi dici "si mi piace" solo per farmi piacere. E poi il
parere delle persone a me vicine (come, prima o poi, sarà
quello di mamma) conta tantissimo, saranno i miei giudici
più severi prima di fare il gran passo della pubblicazione
(se mai accadrà) quindi NON osare farti problemi. Io non mi
offendo. Al massimo mi intristisco pensando che avrei potuto far
meglio, ma è uno sprono per migliorarmi. Spero che tu
capisca e che mi dica apertamente se non ti piace ^^ un bacione mio
dolce topino anoressico xD
Dust_and_Diesel:
prima di fare una gaffe, sei una ragazza? Beh io mi
rivolgerò a te come una ragazza, se mi fossi sbagliata
dimmelo che provverò a sedermi sui ceci per espiare la mia
colpa! Comunque, sei stata gentilissima a recensire primo e secondo
capitolo, molto molto carina. Ho voluto leggere, per piacere e
correttezza (penso che comunque faccia piacere che qualcuno legga
qualcosa che hai scritto tu) qualcosa di tuo e sono rimasta
impressionata: sei bravissima! Ho letto le tue storie originali
più "corte" (per la storia da 26 capitoli mi ci metto oggi
pomeriggio con calma che non vado a lavoro ^^ ti farò un
commento a capitolo, come è mia consuetudine, preparati!) e
devo dire che sono invidiosa del tuo stile così perfetto.
Cioè, in confronto a questi tre "mostri" della letteratura,
io mi sento una pulce!!! Beh, questo non fa che onorarmi ancora di
più di aver ricevuto un tuo parere su questa storia,
perciò spero che continuerai a leggere e dirmi
ciò che pensi su questo mio esperimento che, ho scoperto, ha
circa 10 anni di vita (ho iniziato a buttar giù la trama da
quando avevo 12 anni e ora sto prendendolo in mano seriamente...).
Quindi GRAZIE GRAZIE GRAZIE ancora per la tua gentilezza, ti mando un
bacione one one e mi auguro di vederti anche nel prossimo capitolo ^^
Grazie anche a tutti i lettori di questo mio piccolo racconto, un
enorme stratosferico bacione anche a voi ^X^
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