bastardo in trappola
Salve
a tutti come promesso sono tornata con questa nuovissima storia. Spero
che tutti coloro che mi hanno seguito in "the heart asks the pleasure
first" (titolo complesso quanto la storia stessa a mio parere) mi
seguiranno anche qui e spero anche che si aggiungano nuovi lettori. La
storia come avete già potuto appurare dall'introduzione è
una commedia romantica che ci riserverà molte sorprese.
Essa è una collaborazione tra me e una mia carissima amica che
chiameremo LadyC, la quale è stata la fan nuomero 1 della mia
precedente storia
non che critica personale in quanto ha avuto l'onore di leggere tutti i
capitoli in anteprima. Anche in questo caso ci divertiremo con i titoli
i quali richiameranno famose commedie e non come in questo caso Harry
ti
presento Sally.
Buona lettura e soprattutto commentate....
BASTARDO IN TRAPPOLA
Capitolo 1 Edward ti presento Bella
Ore 6.30. Vengo svegliata improvvisamente da una canzone che mi
bombarda le orecchie; con il cuore in gola per lo spavento, mi accorgo
che si tratta del mio cellulare, che suona ad alto volume qualcosa di
Bob Sinclar, una di quelle canzoni da festa o discoteca che di certo io
non avrei mai impostato come sveglia…
Dopo aver indossato la mia vestaglia, mi dirigo in cucina, ancora assonnata.
“Alice, non azzardarti mai più a cambiare le impostazioni del mio cellulare!”
“Però, siamo loquaci stamattina!”. Alice mi
sorride mostrandomi i suoi denti così maledettamente bianchi
senza smettere i suoi quotidiani esercizi di stretching: dice che
l’aiutano ad affrontare meglio la giornata e, soprattutto, suo
padre.
Io non rispondo nulla, in effetti solitamente al mattino non parlo
mai. Vado verso il frigo e comincio a preparare qualcosa per colazione,
mentre Alice va a farsi una doccia.
“Sai Bella” mi urla dal bagno, “dovresti
abituarti a svegliarti con canzoni ritmate, ti danno la carica giusta
per far fronte ai problemi di tutti i giorni!”
Sarà, penso tra me e me ancora senza parlare. Alice
è fatta così, ha bisogno di espedienti per andare avanti
e riuscire a districarsi fra i vari impegni di una vita che non la
soddisfa pienamente. Eppure è sempre così esuberante,
sorridente e così sicura che un giorno riuscirà a
realizzare i suoi sogni; dice che per lei arriverà una
“grande svolta”. Anch’io sogno una svolta, ma forse
è ancora presto per me: sono appena laureata e ancora inesperta,
difatti oggi devo limitarmi ad accompagnare il signor Hartley in un
hotel perché LUI deve intervistare un attore televisivo.
“Alice vuoi muoverti, ho bisogno del bagno o farò tardi!”. Sbuffo. Tutte le mattine la stessa storia…
Io e Alice ci salutiamo davanti al portone e saliamo nelle nostre
rispettive macchine: lei si dirige verso lo studio legale del padre,
presso cui lavora come avvocato, mentre io vado verso la redazione
dell’Us Weekly, un settimanale di gossip che da qualche mese mi
permette di pagare l’affitto.
Arrivata in redazione, mi dirigo verso la scrivania, così
nell’attesa di accompagnare il mio capo posso completare alcuni
articoletti da pubblicare nel prossimo numero. Mentre cammino verso la
mia sedia, dietro di me sento un fischio di apprezzamento: mi giro e
vedo Mike, un mio collega.
“Accidenti, sei bellissima stamattina!”. Gli sorrido.
“Tra un’ora devo accompagnare il signor Hartley in un
albergo di lusso, ho pensato che fosse necessario un certo
abbigliamento!”. Per l’occasione, ho scelto un
pantalone attillato beige, una maglia dolcevita a giro ma scollata
sulla schiena, con una fantasia sul celeste, e delle scarpe tacco 12
che, so già, mi uccideranno entro poche ore. Ho anche legato i
miei lunghi capelli castani in una coda alta e ho messo un po’ di
trucco in più del solito.
“Chi deve intervistare oggi il nostro signor Hartley?”
“Oh, un attore televisivo, Chad Michael e qualcosa…”
“Murray”. Mike completa la mia frase.
“Lo conosci?!”. Io non mi intendo molto di tv, sto imparando poco a poco grazie a questo lavoro.
“Mia sorella ne va pazza, anzi, già che ci sei, cerca di strappargli un autografo per lei…”.
“Vedrò cosa posso fare!”.
Mike fa per andarsene, poi sembra ripensarci e si volta nuovamente verso di me.
“Sai, dovresti vestire sempre così…” Mi strizza l’occhio e si allontana.
Dopo un’ora di lavoro più o meno intenso, vengo
invitata dalla segretaria del signor Hartley ad aspettare fuori
l’arrivo di un taxi che ci accompagni all’hotel dove si
dovrà svolgere l’intervista. Kite Hartley mi
raggiunge frettolosamente dopo 5 minuti, lamentando il fatto che
“siamo” già in ritardo; evito di fargli notare che
io sono stata lì ad aspettarlo e salgo nell’autovettura
gialla. L’intenso traffico ci impedisce di arrivare subito a
destinazione e dà anche modo al signor Hartley di lamentarsi a
lungo con l’autista, come se fosse colpa sua. Lo guardo e penso
che non ha senso essere così nervosi per una semplice intervista
ad un attore; per me questi sono sempre stati futili argomenti di cui
mai avrei voluto scrivere, ma purtroppo all’inizio non sono
riuscita a trovare di meglio. Si sa, è necessario fare prima
della gavetta per poter arrivare più in alto, un domani.
L’arrivo all’hotel interrompe il flusso dei miei
pensieri. Scendo dal taxi e osservo l’entrata
dell’edificio, cercando già di sbirciare la lussuosa hall
in cui sto per mettere piede.
“Wow! Signorina, oggi è favolosa!”. Il signor Hartley si è finalmente accorto del mio abbigliamento.
“La ringrazio, signore!”
“Ha un’aria molto… professionale”. Per un
attimo assume un’espressione gentile, ma la serenità
sparisce dal suo volto nel momento in cui anche lui guarda
l’edificio.
“Sbrighiamoci, siamo in ritardo!”. Alzo gli occhi al cielo e lo seguo nell’hotel.
La hall dell’albergo mi lascia a bocca aperta. Al centro
della sala un enorme acquario con pesci coloratissimi cattura subito la
mia attenzione; sulla sinistra, accanto alla reception, si trova un
meraviglioso pianoforte; a destra ci sono alcune poltrone e divanetti
intorno a dei tavolini; il pavimento è coperto da un tappeto
rosso decorato, mentre sui muri sono appesi alcuni quadri grandissimi
dai colori caldi. In fondo, una maestosa scalinata porta ai piani
superiori.
Ci accomodiamo su uno dei divanetti sulla destra, in attesa che
arrivi questo famoso attore a concedere la sua intervista. Mentre
aspettiamo, il signor Hartley riceve una chiamata sul suo cellulare. La
telefonata è breve; Hartley ascolta il suo interlocutore
annuendo con espressione leggermente scettica e infine chiude in modo
secco la chiamata. Non sopporta di essere interrotto durante il suo
lavoro, anche se in questo momento non è che stia facendo gran
che: la nostra star si fa attendere.
“Signorina Swan” mi dice quasi sussurrando, “ho
appena ricevuto una, diciamo, soffiata. Mi dicono che Jacob Black
alloggia in questo hotel proprio mentre noi siamo qui.” Non
sembra molto convinto delle sue stesse parole. A quanto pare non crede
che una tale fortuna possa capitare proprio a noi: Jacob Black è
uno degli attori-promessa del cinema moderno, un divo in ascesa,
già famosissimo. Perfino io lo conosco.
Il signor Hartley riprende.
“Che ne dice di andare a “controllare”? Magari
riesce ad avere uno scoop per il prossimo numero…”. Lo
guardo. Dalla sua espressione deduco che vuole semplicemente
sbarazzarsi di me e che non presta molta fede a questa notizia. Pur
essendo certa a mia volta che sarà una perdita di tempo,
accetto: è pur sempre un mio superiore, devo obbedire.
Mi alzo dal divano e mi allontano di alcuni passi, pensando a come
scoprire se la soffiata abbia o meno fondamento. Mi avvicino alla hall.
Dietro il bancone c’è un ragazzo dall’aspetto pulito
al quale decido di chiedere se per caso il famoso attore Jacob Black
alloggi davvero nell’albergo. Il ragazzo viene messo un po’
a disagio dalla mia domanda e capisco che la notizia non è poi
del tutto infondata… Ripensando ai complimenti di Mike di quella
mattina, decido di sfoggiare un po’ di charme per convincere il
ragazzo a darmi qualche informazione in più.
“Mi scusi, non mi sono presentata! Sono Isabella Swan, lavoro per la rivista Us Weekly.” Sorrido ampiamente.
“Ehm… per la verità… il signor Black non gradisce paparazzi in ques…”.
“Oh, ma non si preoccupi, sarò molto… come dire… discreta!”.
Il ragazzo mi guarda incerto. Forse si sta interrogando su quanto i paparazzi possano essere discreti.
“Senta… ehm…” guardo il cartellino
appeso alla sua giacca, “Josh… se lei mi aiuta magari in
questi giorni potremmo incontrarci per un caffè, non
so…”. Gli lancio uno sguardo eloquente, sperando che
l’imbarazzo per un comportamento per me nuovo non mi tradisca.
Lui ride e io mi sento un po’ sollevata.
“Che ne dice, allora?”. Incalzo.
“Mi segua, l’accompagno.” Gli sorrido.
Entriamo in uno degli ascensori dell’edificio, diretti
all’ultimo piano. Mentre saliamo Josh fa alcune domande su di me,
sul mio lavoro, sui miei studi appena conclusi. Infine,
l’ascensore si apre. Lui mi indica il fondo del corridoio.
“Di là troverà la suite. Mi raccomando, non
dica a nessuno che l’ho portata io dal signor Black, ne va del
mio lavoro…”
“Non si preoccupi. Grazie mille per l’aiuto!”
Sorride.
“Di niente. Comunque… non credo di poter accettare il
suo invito per un caffè… Sono fidanzato, alla mia ragazza
non piacerebbe.”
Rido e penso che mi sia andata bene, in fondo non ho corrotto nessuno per ottenere questo scoop.
Dopo che le porte dell’ascensore si sono richiuse, mi avvio
lentamente lungo il corridoio. Non so bene cosa fare, non credo
servirebbe a qualcosa bussare alla porta della suite… Penso alla
digitale che porto sempre con me in borsa: forse dovrei tirarla fuori.
Mentre la cerco sento un rumore di porte che si aprono e si richiudono.
E’ lui! Jacob Black è appena uscito dalla sua camera e si
dirige verso l’ascensore. Dal vivo è molto più
affascinante: più alto di me di tutta la testa, fisico modellato
al punto giusto (non troppo magro né eccessivamente muscoloso),
sorriso da pubblicità di un dentifricio, e poi, la camicia
bianca che indossa… Istintivamente cambio idea e lascio perdere
la ricerca della macchina fotografica. Se si accorge che voglio solo
uno scoop chiama la sicurezza e mi fa allontanare…
In mancanza di altre idee e piuttosto imbarazzata, gli rivolgo la parola pur non sapendo ancora dove andare a parare.
“Buongiorno! Sei Jacob Black vero?”.
“Ehm… si. Tu chi sei?”
La mia capacità di parlare sembra svanire improvvisamente.
Lo guardo e penso di avere davanti un gran bel ragazzo, oltre che un
attore famosissimo. Di colpo mi riprendo.
“Ehm… io… i-io sono Isabella Swan.”
“Bene, Isabella Swan, io stavo giusto andando giù al bar a prendere qualcosa. Vieni con me?”.
Wow, io pensavo che avrei avuto a che fare con un divo arrogante e
capriccioso e invece lui invita me, comune mortale, al bar con lui. Mi
sa che Mike aveva ragione, devo vestirmi così più
spesso… Incredula, accetto la proposta e per un po’
dimentico il motivo per il quale sono lì, almeno fin quando,
scesi nella hall, vedo il signor Hartley finalmente alle prese con la
sua intervista. Ma lui, di spalle, non mi nota mentre mi dirigo al bar
dell’albergo con Jacob Black…
Seduti al bancone, lui ordina qualcosa per entrambi. Fa un
po’ Lost in Translation, penso, anche se lì il
protagonista era un attore ormai quasi alla fine della sua carriera. Io
qui ho di fronte una giovanissima star…
“Allora, Isabella, anche tu alloggi in questo hotel?”.
“Io… ecco… per la verità… no…”.
Lui ride.
“Lo sospettavo!”.
“Ah, però, come hai fatto?”. Chiedo sarcastica, ridendo a mia volta.
La conversazione prosegue con questo tono leggero per un
po’. Jacob sembra una persona davvero piacevole e simpatica e
dà l’impressione di avere i piedi per terra.
Dopo un po’, mi chiede del mio lavoro.
“Cos’è che fai di preciso nella vita?”.
“Oh, io lavoro per la rivista Us Weekly. Anzi, se devo
essere sincera, ero venuta da te per strapparti
un’intervista…”.
“Ma perché non l’hai detto subito!”
esclama, “Ah Bella, Bella, nel tuo lavoro bisogna essere
più spregiudicate!”
Già, penso, a disagio.
“Vieni con me, cerchiamo una sala per questa intervista.”. Oggi dev’essere il mio giorno fortunato!
Dopo aver parlato con il personale dell’hotel, riusciamo ad
avere una magnifica saletta tutta per noi e così
cominciamo l’intervista.
Jacob mi concede altre due ore del suo tempo, rispondendo in
maniera all’apparenza spontanea e, spesso, divertita alle mie
domande. Sembra più che altro una conversazione tra due persone
comuni e il tempo passa in maniera molto piacevole. Alla fine, lui si
congeda.
“Adesso devo proprio andare, Bella.”.
“Si certo, anzi, grazie mille, davvero!”
“Che ne dici di rivederci in questi giorni, quando sono meno impegnato? Niente interviste. Come due amici!”.
Lo guardo stupita.
“Oh… ehm… d’accordo, mi farebbe molto
piacere!”. Mi chiede il numero, dopo di che usciamo dalla sala.
Il signor Hartley mi aspetta impaziente nella hall, palesemente
incapace di stare seduto e fermo. Quando vede me e Jacob salutarci con
un sorriso, si immobilizza, incredulo.
“Ma… ma… allora era vero?”. Boccheggia quando mi avvicino.
“Verissimo, altro che!”. Io sono raggiante, sebbene
una parte di me sia ancora incredula per la magnifica mattinata appena
trascorsa.
Mi trovo sotto l’ombrello davanti ad una pizzeria. Piove a
dirotto da due ore, ma mi consolo pensando che tra qualche settimana
arriverà l’aria primaverile. Guardo impazientemente
l’orologio. Sono le 21.25. Alice avrebbe dovuto essere qui
già 10 minuti fa. Non vedo l’ora di raccontarle quello che
mi è successo oggi! Dopo qualche altro minuto, eccola che arriva
nella sua macchina.
“Scusami tanto, mio padre oggi… vabbè lasciamo
perdere! Piuttosto, entriamo, così mi racconti, al telefono
sembravi così allegra!”.
Davanti a due belle pizze calde con mozzarella filante, le
racconto per filo e per segno la mia giornata. Alice rimane a bocca
aperta per tutto il tempo, alla fine esclama: “Non posso
crederci! Jacob Black?! O mio Dio, Bella… wow!”.
“Già!” dico pensierosa, “Spero che questa
intervista mi frutti anche una promozione… Fin ora non mi sono
mai occupata di cose così “rilevanti”…
Sarebbe magnifico poter passare in una sezione più importante
della rivista…”. Assumo un’espressione sognante,
forse un po’ ebete.
“Vedrai, sicuramente terranno conto di questo scoop!”.
Alice mi rincuora, sorridente. “Mal che vada… Ti farai
consolare da Jacob!”.
“Mmm… non sarebbe una cattiva idea!”. Rispondo e scoppiamo entrambe a ridere.
Come promesso, Jacob mi ha contattata dopo un paio di giorni per
incontrarci di nuovo. Ormai siamo entrati in confidenza come due buoni
amici. Ci incontriamo appena lui ha un momento libero (cosa che in
realtà ultimamente non capita molto spesso) e passiamo insieme
delle ore piacevolissime. Lui è una persona meravigliosa,
abbastanza semplice per essere così giovane e famoso.
Conoscendolo meglio è proprio un ragazzino, non uno di quelli
sciocchi che combinano un sacco di guai,ma uno di quelli che ti tiene
sempre allegra e che è pronto a farti sorridere. Grazie a lui,
come Alice ha previsto con il suo incrollabile ottimismo, ho ottenuto
una promozione e adesso intervisto periodicamente personaggi famosi del
cinema e non solo. Jacob spesso mi “aiuta” ,sotto mia
costrizione e bronci a regola d’arte,presentandomi alcuni suoi
colleghi (attori e registi per lo più) che puntualmente qualche
settimana dopo finiscono sulla mia rivista.
Un bel pomeriggio di fine giugno io e Jacob siamo seduti al
tavolino di un bar molto chic a sorseggiare un caffè, mentre lui
mi parla del suo nuovo progetto di lavoro.
“Sai, è un film molto importante per me” mi
dice, “finalmente un ruolo più impegnato. Mi
servirà per scrollarmi di dosso l’immagine di
attore-da-commedie-per-ragazzine.”
“Capisco.” Dico. E’ vero, anche a me servirebbe
un passo del genere. Certamente la promozione è stata molto
importante, ma io vorrei “scrollarmi di dosso l’immagine di
giornalista-di-riviste-di-gossip” e scrivere di economia,
attualità, fatti importanti.
“Hai qualche bella donna come partner stavolta?”
“No, donna no. Ma in compenso, lavoro con Edward Cullen. In effetti è lui il vero protagonista.”
“Edward Cullen…? Ma io lo a-d-o-r-o!!! E’ fantastico, Jake!”
Edward Cullen è uno degli attori più famosi e
talentuosi dell’Hollywood di oggi, senza contare che è
bellissimo. Ma che dico, è in testa alla classifica
dell’uomo più sexy del mondo da qualche anno ormai! Io
stravedo per lui!
“Jake…” lo guardo con un misto di malizia e
supplica, “non è che, ecco… potresti farmelo
incontrare? Voglio dire, dopo che iniziate a lavorare insieme, prendete
un po’ di confidenza magari…”
“Bella, ma hai capito di chi stiamo parlando? Lui ormai
è una star affermata e ricercatissima, come pensi di ottenere
così facilmente un’intervista da lui?!”
“Ma io non ti parlo da giornalista! Ti parlo da fan! Io
stravedo per lui, è uno dei miei attori preferiti! Ti prego, lo
so che sono già in debito con te, però…”.
Gli faccio gli occhi dolci.
Lui fa un sospiro. “Vedrò. Ma non ti prometto
niente.” Trattengo a stento la voglia di urlare e saltello sulla
sedia come una bambina. Il cameriere del bar mi guarda come se fossi
una disturbata così decido di smettere.
“Jake sei un tesoro!”.
Dopo circa un mesetto, Jacob decide finalmente di portarmi con lui
sul set. E’ una bella mattinata soleggiata e io sono di ottimo
umore.
Arrivati negli studi cinematografici, Jake mi conduce da lui,
Edward Cullen, intento a ripassare qualche battuta delle scene da
girare quel giorno. Quando ci vede, interrompe la sua occupazione e ci
sorride. Ancora non ci credo: l’uomo più sexy del mondo
è qui, davanti a me, che mi tende la mano cordialmente, con quel
suo fantastico sorriso che per poco non mi fa svenire, quegli occhi
verde smeraldo dallo sguardo profondo, i capelli un po’
spettinati. E’ perfino più alto di Jacob e un po’
più magro. E’ meraviglioso. Forse troppo, perché al
momento mi sento un po’ stordita.
“Tu sei Bella, vero? Jacob ha detto che volevi incontrarmi ma, non mi ha detto che eri così carina!”.
Vorrei tanto rispondere qualcosa, qualsiasi cosa, ma ho la bocca
asciutta e il cervello momentaneamente in stand by. Jake corre in mio
aiuto.
“Sì è proprio lei. E’ una tua
ammiratrice. Oggi rimarrà qui ad osservare il nostro lavoro,
così potrà scrivere anche un articolo per il suo giornale
su come procede la lavorazione del film. Ma niente interviste oggi,
questo lo sa bene.”. Edward ride, divertito da quel patto. O
forse, divertito da me che ancora non sono capace di proferire una
parola.
“Bella, mi piacerebbe davvero ehm, come dire…
continuare questa conversazione…”. E’ pure
spiritoso… “Adesso però il lavoro ci aspetta.
Magari ci ribecchiamo più tardi.” Mi fa l’occhiolino.
“Si, certo. A dopo allora.”. Finalmente mi sono decisa a parlare!
Anche Jake mi saluta. “A dopo, Bells.”.
Mentre la lavorazione del film procede, io sono seduta dietro le
cineprese e ogni tanto prendo qualche appunto per l’articolo che
scriverò. Per la verità, vengo spesso distratta dalla
bellezza di Edward (Cullen) e mi fermo più volte ad osservarlo
come sotto l’effetto di qualche sostanza stupefacente. E’
davvero favoloso!
Durante la pausa pranzo scambiamo qualche parola e io finalmente
mi sciolgo un po’, così che alla fine della giornata sono
ritornata più o meno me stessa e accetto ben volentieri
l’invito di Edward e Jake di andare insieme a mangiare qualcosa
fuori.
Arrivati in un locale molto carino nel pieno centro della città, prendiamo posto intorno ad un tavolo per quattro.
“Ci raggiungerà un mio amico tra un po’” mi spiega Edward.
E difatti, dopo qualche minuto ecco che arriva un bel ragazzo
alto, muscoloso, molto carino. Mi sento abbastanza fortunata questa
sera…!
“Ciao Ed, Jake… Non mi presentate la vostra
amica?” dice, spostando lo sguardo su di me. “Va bè,
faccio da solo! Piacere, io sono Emmett!”
“Piacere, Bella!”.
Durante la serata, ho modo di conoscere un po’ meglio i
ragazzi appena conosciuti. Emmett è il migliore amico di Edward
e suona come chitarrista in una band, per altro non molto famosa, ma
nonostante ciò dice di essere abbastanza soddisfatto
perché quando suona si sente se stesso e gli sembra di non aver
bisogno di altro. Edward, un po’ come Jacob, sembra davvero un
tipo a posto, senza troppi capricci, non un “montato” di
quelli a cui la fama ha dato alla testa. Mi chiede di me, di quello che
faccio, di come vivo. Io spiego del mio lavoro non esattamente
gratificante, racconto che vivo con Alice e che lei mi è stata
presentata da Jasper, il suo ragazzo nonché mio compagno al
college; parlo un po’ della mia famiglia, che ho lasciato a
Forks, dove sono nata, per trasferirmi dalla parte opposta degli Stati
Uniti già dai tempi dell’università e inseguire le
mie ambizioni. Edward mi ascolta interessato e sembra non sopportare
gran che Emmett, che ogni tanto ci interrompe con qualche battuta delle
sue, così che la serata passa tra una risata e l’altra. A
me sembra di essere tra persone che conosco da una vita.
“Ho un’idea.” Esclamo a fine serata.
“Jake, che ne dici se si uniscono anche loro alla cena di domani
sera?”
“Perché no?”. Risponde Jacob.
Mi rivolgo agli altri due ragazzi. “Ho invitato Jake a casa
mia per domani sera. Perché non venite anche voi? Vi presento
Alice. Sa cucinare ottimi dolci!”.
“Bè, se ci sono i dolci, io ci sto allora!” risponde subito Emmett.
Edward ride e accetta anche lui l’invito. “Mi farebbe
davvero piacere, Bella!” Mi guarda con quei suoi occhi profondi
che sembrano volermi dire tante cose... Ma sono solo mie fantasie, come
al solito.
“Perfetto, Alice sarà contenta!” Contentissima
direi. Tre fighi pazzeschi in un colpo solo, di cui due
famosissimi…
Note:
Harry ti presento Sally diretto da Rob Reiner.
|