A troublesome thought
Era qualcosa di davvero imbarazzante da
ammettere.
Pensiamo solamente alla situazione in
cui si trovava...
Oh no, c'era di peggio!
La situazione faceva già schifo di
suo, ma era peggio solamente perché c'era lui in quella cavolo di
situazione!
Aveva sempre detto che le donne erano
una seccatura, ma una seccatura se l'era portata a casa. Non lei
aveva preso lui per la collottola e l'aveva trascinato in un
appartamento tutto giallo e femminile. No il cretino di turno era
stato lui che l'aveva portata facendole una bella sorpresina. Si
ricordava che quella sera il sesso era stato fantastico.
Basta renderle felici, le seccature e
ti regalano le notti più magiche della tua vita.
Tutte le storie sul sesso da incazzati
erano storie inventate dagli uomini o forse...ma non ci poteva
pensare. Ma il dubbio si insinuava. Forse è perché nessuno uomo hai
mai provato a fare sesso arrabbiato con la sua seccatura. Non che
qualcuno ci dovesse provare, o potesse.
La seccatura si arrabbiava solo con
lui, quindi non poteva fumare dalle orecchie e dopo scivolare nel
letto di qualcun altro facendogli vedere le stelle per il piacere.
Il sesso riparatore, eh si, quello si
che non era una leggenda metropolitana. Praticamente tutto il sesso
che faceva era di quel tipo. Vuoi perché le aveva risposto male,
vuoi perché non si era voluto alzare dal divano...o aveva nascosto
le lettere dei fratelli che la volevano tutta per sé.
Anche loro avevano qualche diritto. Se
la tenevano già due settimane al mese. Che lui si godeva, è certo,
ma questo significava il 50% del suo tempo con lei, 6 mesi all'anno,
182 giorni più un 0,5 che si giocavano a sorte quelle volte che si
incontravano.
In ogni caso il sesso riparatore era
sempre stato formidabile.
La seccatura non si preparava
minimamente ed era così come mamma l'aveva fatta, acqua e sapone e
istintiva. Niente giochini, niente premi. Loro, semplicemente come
agli albori del mondo.
Quella volta delle lettere era davvero
stato come agli albori del mondo: lei agitava il ventaglio a mo' di
clava e lui grugniva come un cavernicolo. Secondo lei non era suo
diritto impedirle di vedere i fratelli.
Già, infatti che diritto aveva lui?
Lei era cosa? La sua compagna, no?
Stupido anche quella volta. Il fatto di
non volersi sposare non era mai stato un problema per entrambi: non
sarebbe mai cambiato niente, questo sicuro e allora perché fare
qualcosa di così seccante?
Poteva averla per due settimane al
mese, il resto delle altre vivere da perfetto coglione qual era.
Dormire, mangiare, lavorare, dormire. Ah libertà! Si così era stato
i primi tempi quando la riaccompagnava fino al portale. Poi è
diventato fino a al chiosco, poi a metà strada. Altre volte fino a
Suna direttamente.
Non aveva capito quanto potesse
diventare infoiato un uomo. D'amore fisico, ovviamente, fa molto più
macho, ma anche dell'altro.
Era stata quella la volta
dell'appartamento. A che nottata!
Non era l'atto in sé, beh ok, c'era
anche quello, ma erano le sensazioni. Il tocco della sua pelle, prima
liscia e poi sudata sempre profumata, ma con fragranze diverse. Il
calore del suo corpo. Il suo corpo ovviamente. È come se fossero
nati per addormentarsi l'uno accanto all'altra. I pezzi si
congiungono perfettamente come nei migliori puzzle. La sua spalla
con il suo braccio. La sua testa con il suo petto. Le gambe con le
sue ginocchia. Manco d'estate riuscivano a dormire altrimenti. E non
era servito il tempo per farli perdere quell'abitudine. O dormivano
così o non dormivano insieme. Non era una regola, era una
necessità.
Come quella di vedersi, parlarsi, stare
insieme.
Sposarsi non serviva e avevano
continuato a fare così i bambini per dieci o giù di lì di
relazione.
Ma ora erano cresciuti; lui, Shikamaru
era alla soglia dei trent'anni lei, Temari più vecchia del suo
compagno, non voleva aspettare oltre. Si dice che le donne abbiano
paura di invecchiare perché il loro corpo lentamente decade, lei non
aveva di questi timori. Scommetteva che a Shikamaru sarebbe sempre
piaciuto, altrimenti lo avrebbe messo a tacere per sempre con una
ventagliata.
Ma lei non voleva ad arrivare a
quarant'anni decisa a fare un figlio che forse non poteva arrivare.
Sua madre era stata una donna molto fertile: tre bambini quasi uno
dietro l'altro, ma era davvero giovane e non era una kunoichi. Il suo
ventre non era stato continuamente bombardato dai nemici perché
punto più vulnerabile.
Se già malridotto, non voleva metterlo
alla prova. Voleva un figlio. Voleva un figlio da Shikamaru.
E lui che, come abbiamo detto
all'inizio, era in una situazione poco piacevole, si era messo nei
guai da solo.
Anche lui voleva un figlio. Un figlio
da Temari.
Non si sa perché gli esseri umani
sentano questo desiderio di riprodursi.
E nessuno né a Konoha, né a Suna
capiva perché proprio quei due volevano riprodursi. Loro la cui vita
andava bene così com'era: aveva i suoi meccanismi e quelli
funzionavano bene.
Un bambino avrebbe cambiato la loro
vita, non più liberi di scappare due mesi in giro, per vedere il
mondo senza dire niente a nessuno perché i dirlo sarebbe stato una
seccatura.
Il mistero aleggiava ancora nelle menti
dei loro conoscenti, ma loro c'avevano provato ad avere 'sto figlio.
Il piano era quello di non dire niente
a nessuno e un giorno rivelare la lieta novella facendola passare per
un caso. Se c'era qualcosa che non mancava erano le informazioni
sulla loro vita sessuale.
Erano la tipica coppia: “Abbiamo
un'intesa magnifica fuori e sotto le coperte”.
Il piano non aveva funzionato e Ino era
andata a spargere la voce.
Un anno dopo la loro decisione di
crearsi una palla al piede vita natural durante, si era vista una
Temari titubante davanti all'ambulatorio di ginecologia per capire se
effettivamente se fare ancora sesso serviva a qualcosa.
Naturalmente era andata a Suna, senza
dire nulla a Shikamaru che comunque era venuto a saperlo.
“Hai finito le cartucce, vecchio mio”
così gli aveva detto Kankuro, con il suo solito tatto da
brontosauro.
E la seccatura iniziale, quella con cui
si è aperto questa grande serie di flash back e pensieri alla rifusa
è che lui, il misogino di Konoha con tutte tranne con una (che
Naruto e Kiba non definivano neanche donna), non solo stava tentando
di fare un figlio quindi “OH che carino” nei discorsi delle
donne, ma pure sparava a salve.
Bella cosa davvero!
-Che seccatura- brontolò sull'alto di
un colle che aveva scalato annaspando per la fatica. Non c'entra
l'allenamento se ti fai di corsa una salita ripida continuando a
brontolare “che seccatura” a destra e manca, avrai comunque il
fiato corto.
Si buttò per terra con tutto il peso
di cui era capace. Si addormentò subito.
Pensare in quel momento era sembrato
superfluo.
Al risveglio la parola cartucce lo
assillava in maniera morbosa.
Non c'era più niente da fare. E ora?
Temari era ossessionata dall'idea di un figlio: diceva spesso che se
le donne non sfornano marmocchi viene meno lo scopo per cui sono
nate. Il mantenere la specie era così importante per lei.
Come cosa non era illogica però se
bisogna pensare che il corredo genetico della sua famiglia si sarebbe
estinto con lei perchè uno, Shikamaru dubitava che Gaara e Kankuro
avrebbero mai combinato qualcosa nella loro vita e due, Temari era
sempre stata fissata con gli ordini. Li ubbidiva sempre.
Il ragazzo sorrise: una volta l'aveva
buttata sul letto e le aveva detto: -Ora stai buona donna! Fai quello
che ti dico io. È un ordine!-
Mmmm che accattivante quel giochino.
Non serviva indugiare su questi
pensieri. Era lui l'arnese rotto. L'impedimento al desiderio della
seccatura.
Ma che cavolo aveva poi fatto di male?
Va bene i Nara sono famosi per la loro
scia di primogeniti, ma non vorrà mica dire che sono fertili quanto
una canna di bambù?
Ma porca...
Gli alberi in fiore non aiutavano
certo. Non c'era conforto dal terreno che fa crescere nuovi boccioli,
fiori si aprono rivelando il loro meraviglioso disegno divino.
Si alzò con un balzo.
E chi c'era sulla via del ritorno se
non la sua Temari, tornata dalla scampagnata a Suna e dal ginecologo.
-Ciao, amore- si se li permetteva certi
appellativi quando nessuno la stava a sentire.
-Hmpf-
-Che hai?-
-Gnm-
-Va beh-
-Mmm-
-Non sei contento di rivedermi? Puoi
anche scodinzolare, intanto non ti vede nessuno-
-Ah ah-
La tirò per un braccio: -Andiamo a
casa-
Niente di quello che pensò durante il
tragitto fino all'appartamento gli fu di alcun aiuto. Davvero nulla.
Il problema era come affrontare l'argomento: “Tem mi hanno detto
che sono sterile...”mmm, non pensa sarebbe andato, “Tem, hai
fatto per caso qualche esame di fertilità scoprendo che sono io il
problema?”
No, no, no.
Che seccatura.
Nel frattempo la kunoichi infilò la
chiave nella toppa, provò a girare, ma la porta non si voleva
aprire. Riprovò più volte, ma non si sentiva nessun mistico click
che avrebbe confermato la riuscita della sua missione.
Allorché Temari, donna dalla
leggendaria poca pazienza, cominciò ad imprecare ad alta voce:-Ma
perché cavolo, sto cazzo di coso non funziona più? Ma ti pare
possibile che non abbia mai funzionato?!-
Bisogna capire il povero Shikamaru
come, a causa di tutta quella pressione psicologica a cui era
soggetto, quella suscettibilità che dopo le parole di Kankuro gli
era conosciuta, abbia potuto cominciare ad urlare contro Temari frasi
sconnesse e senza senso.
La povera ragazza non ci capiva molto e
dopo l'ennesima mandata riuscì ad entrare in casa trascinando quel
debosciato che continuava a sbraitare ai quattro venti.
-Ma si può sapere cosa cazzo ti
prende?-
-Kankuro mi ha detto che hai fatto
l'esame della fertilità e che non hai nessun problema- mugugnò
mogio tornando il suo naturale se stesso e distendendosi sul divano.
Tutta la carica si era esaurita con le urla in difesa della povera
chiave non ne poteva nulla, se era fatta male.
-E non sei contento?- chiese la ragazza
che stava riempendo il bollitore per farsi il tè, dopotutto era
stanca e appena ritornata da una viaggio di tre giorni. Lei era stata
contenta di poter tornare e riferire la bella notizia al compagno che
però la stava prendendo tutta storta.
-No. Adesso vuol dire che sono io il
problema- sospirò – ho finito le cartucce-
Ora è naturale pensare che Temari non
era ragazza capace di capire la tragedia del ragazzo. Infatti
rovesciò il contenuto del bollitore addosso a Shikamaru che si alzò
di scatto boccheggiando.
-Ah si? Povero Shikamaru! Cavolo potevi
avere una moglie sterile e invece no! Ma chi se ne frega di me,
giusto? Dobbiamo tutti preoccuparci perché il tuo pistolino è
inutile quanto Sakura? Ah si povero Shikamaru-
E mentre diceva questo la seccatura
andava avanti e indietro, gesticolando in maniera frenetica.
-Sei un brutto egoista, lo sai? Un
egoista di merda? No, pensiamo al povero Shikamaru-
-Ti sei chiamata mia moglie- esclamò
Shikamaru -non l'avevi mai fatto-
Temari si bloccò sul posto guardandolo
con occhi assassini. -E chi cazzo se ne frega, con tutte quelle
cazzate che mi escono dalla bocca? A volte ti dico anche che ti amo,
pensa te-
E ricominciando a camminare: -E quindi
non mi stavi ascoltando, eh? Delle informazioni...delle informazioni
ti cattura solo quello che ti interessa!- e gettato lo straccio con
forza in un angolo della cucina uscì di casa sbattendo la porta.
Così era la seccatura: una bomba,
appena accendevi la miccia non c'era modo di evitare che esplodesse.
Ricordiamo al mondo intero che
Shikamaru era un genio e obbligatoriamente gli sovvenne che aveva
fatto una grande cazzata. Probabilmente era stata l'acqua semi
bollente, non il ronzio dei neuroni.
Eh che cavolo, però migliaia di
neuroni che funzionano anche troppi e non un solo cosino con la coda
che cercasse di fare di qualcosa di utile per la specie?
Andò a prendere un asciugamano e si
cambiò la maglietta.
Andare a cercare la seccatura.
Che seccatura.
Scusarsi con la seccatura.
Che seccatura.
Affrontare il suo problema.
Che grandissima seccatura.
Aprì la porta e trovò Temari accanto
al campanello la schiena contro il muro e le mani frementi.
-Tu! Brutto cretino, egoista, co...-
-Si, Tem la conosco la solfa. Vieni
dentro dai-
-No, me ne vado. È solo che mi
servono le scarpe-
-E perchè non te le sei venute a
prendere?-
Temari arrossì: -Mi ero chiusa fuori-
Shikamaru rise e prese la ragazza per i
fianchi: -Dai rientriamo-
-No, deficiente-
-Tem, dai- ondeggiò un po' il bacino
-Mi dispiace non volevo-
La bionda mise le braccia conserte.
-Sai che non mi piace essere l'anello
debole-
-Non ti è mai dispiaciuto, numero uno
dei codardi, re nell'ombra, signore del Io Faccio Il Meno Possibile
Perchè Se No Potrei Diventare Forte- ribatté acida.
-Non tra di noi- sussurrò lui
avvicinandosi al suo collo.
Lei si scostò brusca: -Dai entra, culo
pesante-
Una volta dentro, si diresse
direttamente verso la camera senza dire nulla ancora arrabbiata, ma
sulla via della pace. Shikamaru la lasciò sbollire perché molto
spesso lei si creava i problemi e se li risolveva da sola.
Verso tarda sera fu anche il turno del
ragazzo di coricarsi e passatele un braccio intorno al collo se la
portò a sé.
-Sono ancora incazzata nera-
disse mentre appoggiava la mano sul petto del compagno. Lui in tutta
risposta sospirò sistemandosi meglio sul matrimoniale e abbassò
lentamente le palpebre.
-Ti da tanto fastidio la storia del
“tua moglie”?-
Gli occhi del ragazzo saettarono,
vigili e attenti pronti ad un'imboscata.
-No-
-Bene-
Shikamaru mosse la testa contro il
cuscino e chiuse di nuovo gli occhi.
-Sei sicuro?-
-Si- grugnì già esasperato.
-Non ci credo-
Dai Shikamaru, tanto è buio, non perdi
mica la faccia. Poi scusa, che hai da perdere?Ci stai insieme da una
vita, non si capisce perchè tu ti debba sempre vergognare.
-Mi piace pensare che tu sia mia
moglie...mi da, mi da quel senso di assoluta appartenenza a me. Di
una seccatura perpetuamente accanto a me. -
-Sapevo che eri così sentimentale- lo
schernì quella che cominciò a baciargli il petto. Arrivò fino al
collo e la bocca.
-E' meglio farti divertire un po' con
la tua rude mogliettina-
Ah il sesso riparatore!
Salve a tutti, ma prima AUGURI SHIKAMARU!
Le
linee nere ricominciano a tormentarmi, ma cmq ecco qui una fic su
misura per il mio (anche vostro, ma sopratutto suo) amore che oggi
compie gli anni. Ho voluto fare quest'esperimento fare uno Shika
più adulto, non sposato, ma sempre con la sua Temari vicino.
Devo dire che non sono stata particolarmente gentile (in teoria
dovrebbe essere sterile) per il compleanno....ehhe sumimasen shika-kun.
ma vi dico subito che non è una one-shot e solo che il finale
stenta a venire, spero che intanto vi accontenterete della sua
momentanea felicità. Ja ne!
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