Kaus
Australis
/ Sagittario
Faceva
freddo. Anzi, non era proprio freddo. Era un gelo pacato, che correva
dalla spina dorsale alle tempie fin sulle orecchie e la faceva
rabbrividire.
Un
buio strano, ovattato, in cui i rumori udibili erano solo il soffio
dolce del vento e uno strano tintinnio.
Dlin...dlin...dlin...
-Stelle...gassose?-
disse Stellina, accorgendosi di sentire quel freddo alla schiena e di
vedere ancora tutto buio -Per tutte le stelle del cielo...sono
diventata cieca?!-
Provò
a muovere le palpebre e, socchiudendo pian piano gli occhi, si
accorse di non essere affatto cieca. Ma di essere solo immersa nel
buio -Per fortuna...-
Con
le mani toccò nei pressi di dove era caduta e
sentì qualcosa di
soffice ma stabile. Erano le nuvole stellari, si
tranquillizzò. Non
poteva essere andata poi tanto lontano, seppure la caduta le fosse
sembrata così lunga.
-Devo...alzarmi...-
Con
calma e senza fare movimenti bruschi, Stellina si mise in ginocchio,
scuotendo la testa per togliersi il pulviscolo dai capelli e battendo
con le mani sulla gonnellina per pulirla almeno in parte.
Terrorizzata, poi, si toccò al collo e, fortunatamente,
sentì il
ciondolo della madre dondolare sotto la spinta del suo respiro.
Il
desiderio della bambina che aveva accolto appena poche ore prima
iniziò a renderla triste, e le lacrime iniziarono a
scenderle lungo
le guance.
-Mamma...-
Cercò
di asciugarle in fretta e furia, cercò di non pensarci. Era
sicura
di trovarsi vicino al Giardino di Luce, per quanto quel luogo
sembrasse così diverso dai posti luminosi che era abituata a
vedere.
Le
stelle...erano poche e poco splendenti.
La
loro luce non era calda, infatti Stellina riusciva a sentire il
freddo lungo la schiena. Non vi erano molte fonti di luci e quel
luogo appariva così buio e spaventoso...
Dopotutto
Stellina era ancora una bambina. Era in diritto di avere paura...
Quando
fu sicura di aver smesso di piangere, si guardò attorno per
un po',
alla ricerca di qualche indizio, di qualche punto di riferimento per
sapere almeno dove fosse. Ma non riconobbe niente di quel luogo. Vide
solo una luce, in lontananza, che brillava fioca. Una luce posta su
una specie di casupola, qualcosa a cui, da così lontano,
Stellina
non riusciva a dare una forma. Sospirò, cercando di
mantenere una
parvenza di calma, e si mise in marcia.
Non
vi erano dubbi: era finita, come temeva, nel Secondo strato di cielo.
Le
sue gambe erano corte, così i suoi passi le erano sembrati
infiniti.
Oltretutto
vagare da sola in un luogo che non conosceva affatto la faceva
sentire immancabilmente triste. Non sapeva dove andare, cosa pensare
e non sapeva nemmeno cosa fare, una volta raggiunta quell'unica fonte
di luce in tutto lo spazio visibile con gli occhi.
Stellina
sbuffò ed il suo sguardo, come le succedeva sempre quando
era triste
o in ansia, si posò sull'ambiente intorno a lei.
Nuvole
stellari a perdita d'occhio, pochissime stelle in cielo poco
luminose, pulviscolo che le finiva negli occhi e le impediva bene di
vedere. Era una stella, eppure la luce che emanava dal suo stesso
corpo era così flebile. Come si riconosceva in quei casi la
differenza con una stella adulta!
Stellina
ricordava sempre come sua mamma, in una stanza buia, riuscisse ad
illuminare ogni anfratto rendendo possibile muoversi senza
incertezze. La sua luce brillante aveva aiutato addirittura i marinai
sulla Terra, in tempi passati, a non perdere mai la strada di casa.
La luce di sua mamma attirava gli occhi degli uomini ed era stata
studiata per secoli e secoli, eppure era rimasta brillante come
appena diventata adulta. E si diceva che la luce che si emanava nelle
due ore seguenti lo sviluppo a stella adulta era la più
brillante di
tutta una vita.
Poi,
un bagliore improvviso, colse Stellina di sorpresa, e la costrinse a
indietreggiare.
-Ma
cosa...?-
Una
nuvola stellare non compattata perfettamente le fece da impaccio, e
Stellina cadde con il sedere a terra, gli occhi spalancati e una
strana paura dentro al cuore.
-Cosa...cosa
era quello...?-
Dlin...dlin...dlin...
-Stelle
gassose...stelle gassose?- Stellina si guardò attorno e quel
bagliore era sempre lì, accanto a lei, che si muoveva.
Stellina
perse tutta la paura in un momento, ed un suo sospiro di sollievo
portò quel bagliore ad avvicinarglisi agli occhi, dondolando
davanti
al diadema. Stellina allungò un dito verso di lei, e la
stella
gassosa vi si poggiò sopra -Sei una...stella gassosa?-
Il
piccolo bagliore si mosse impercettibilmente e Stellina sorrise -Mi
hai fatto una gran paura, sai? Credevo di essere sola...meno male che
mi hai parlato...-
Un
sorriso timido nacque sul volto della stellina caduta e la stella
gassosa si scosse, provocando di nuovo quel tintinnio che
tranquillizzava il cuore di Stellina.
...dlin
dlin dlin...dlin...
-Capisco...quindi
anche tu sei qua, da sola...ti sei persa come me...-
Un
altro tintinnio, Stellina regalò alla stella gassosa uno
splendido
sorriso. Se non le fosse sembrato strano, avrebbe detto con certezza
che la stella gassosa fosse arrossita.
Eppure,
tutti lo sapevano, lei compresa, che le stelle gassose non provavano
nessuna emozione...
-Senti...posso
chiederti un favore?- chiese Stellina alla stella che ondeggiava
davanti ai suoi occhi, come se fosse in qualche modo felice -Io non
riesco a continuare questa esplorazione da sola. Vorresti
accompagnarmi, almeno fino a quella luce laggiù?-
Stellina
indicò la luce fioca ancora lontana, e sentì un
tintinnio di
assenso. Sorrise e racchiuse il bagliore nelle sue mani, calde,
piccole -Grazie, grazie...-
La
stella gassosa uscì dalle sue mani e, giocosamente, si
posò sui
suoi capelli, sulle sue guance, e poi di nuovo sulle sue mani -In
cambio dividerò parte della mia poca luce con te,
così potrai
continuare a brillare, cosa ne dici?-
Stellina
sapeva che la vita di una stella gassosa era breve. Se non avesse
condiviso la luce stellare con un altro astro, sarebbe morta nei due
giorni successivi alla nascita. Contando la particolare
luminosità
di quella stella gassosa, avrebbe dovuto avere circa qualche ora di
vita...e Stellina non se la sentiva di abbandonarla. La stella
gassosa fece un giro intorno alla bambina, si posò sulla sua
fronte
come a volerle dare un bacio e si posò di nuovo sui suoi
capelli.
Stellina capì, da quel gesto così carino, che
anche quella stella
gassosa aveva un cuore e che solo dai suoi capelli avrebbe preso il
bagliore necessario a sopravvivere.
-Ti
chiamerò Eta...come la stella Eta Carinae, della
costellazione della
Carena. È una delle stelle più luminose del
cosmo...e credo che tu
abbia dentro di te tutto quello splendore. Ti piace come nome...?-
Stellina sorrise, puntando delicatamente un dito verso la stella
gassosa.
Questa
salto davanti ai suoi occhi, voltò su se stessa e, in una
voce che
solo Stellina sapeva sentire, disse che lei, da quel momento, sarebbe
stata solo Eta. Solo per lei.
***
La
casa sulla collina era ancora nel bel mezzo dei movimenti del cosmo e
il movimento delle lancette del tempo non accennava a smettere.
Il
vecchio guardava il cannocchiale ridendo, mostrando la bocca sdentata
e una grande gioia dentro al suo cuore.
Sul
tavolo a cui era seduto, mentre la nebbia gli copriva intanto i
piedi, accanto al cannocchiale per poterlo guardare quando ne avesse
avuto bisogno, sfogliava un mazzo di carte, una carta alla volta.
Dlin...dlin...dlin...
Sorrise,
perché quel suono arrivava sino alle sue orecchie,
perché quelle
parole che solo Stellina sapeva sentire, erano in realtà
pensieri
che pure il vecchio stesso capiva e apprezzava.
Le
stelle gassose disprezzate da tutti, nel Primo Strato di Cielo, erano
invece amate da lui, da Stellina e da pochissimi altri eletti. Il
vecchio pensava che il destino aveva iniziato a muoversi.
-Eh,
eh, eh...hai visto, piccola Stella? Hai già trovato il tuo
alleato.
Il tuo primo alleato. Vedrai che ti aiuterà in un modo che
nemmeno
ti immagini. Devi solo curarlo proprio come faresti con un...con un
amico...- il vecchio guardò verso il cielo, sorridendo di
nuovo. Unì
le mani come in segno di preghiera e sussurrò -Galassia,
madre di
tutte le stelle...ti prego, proteggi Stellina e Eta fino alla fine
del loro lungo viaggio. Il Caos sta avvolgendo tutto, anche il cuore
di quel giovane. Il suo cuore è in pericolo. Anche il suo
Amore...-
***
-Eta,
stiamo andando nella direzione giusta, non è vero?-
Eta
tintinnò una risposta, svirgolò davanti agli
occhi di Stellina e si
posò sulla sua fronte, come a rassicurarla. Ormai Eta era la
sua
protettrice, non l'avrebbe mai messa in pericolo.
-Manca
poco, vero...?-
Eta
si allontanò di qualche passo da Stellina, indicandole una
luce a
pochi metri da loro. La luce che aveva visto Stellina...era qualcosa
che non si sarebbe mai immaginata.
I
Casolari dello Zodiaco erano 12, uno per ogni segno zodiacale
conosciuto. Erano Casolari della prova, ed ognuno aveva i suoi
guardiani a proteggerli.
Dodici
guardiani...dodici Simboli da ottenere...dodici prove.
Quello
davanti a lei era un Casolare abbandonato, in rovina, distrutto. Una
specie di casupola dalla base rotonda, larga e alta come una casa
abitabile, dalle finestre a forma di stelle a sei punte e dalla porta
massiccia, alta la metà di quella casupola. Su quella porta
di un
materiale simile al legno, vi erano incise delle rune. La conoscenza
di Stellina sulla Storia del Cielo e dello Zodiaco la portò
a
dedurre che quello doveva essere il Casolare del Sagittario.
Facendo
più attenzione, guardando verso la cupola che chiudeva quel
casolare
dalla base rotonda, vide una statuetta, la rappresentazione grafica
del segno del Sagittario.
Un
essere, dalle fattezze umane ed equine, con in mano un arco e delle
frecce, che mirava al cielo infinito sopra di loro. Il Primo Strato
di Cielo, la sua casa.
Uno
sbuffo la riportò alla realtà e, convincendosi
che quello doveva
essere l'inizio del suo esame, si avvicinò alla porta,
bussò e,
quando non sentì alcuna risposta, sebbene spaventata da quel
che
poteva succedere, entrò.
All'interno,
il casolare era anche più buio e in rovina di quel che si
era
immaginata.
Eta
si stringeva forte al ciuffo di capelli di Stellina, come a voler
trovare conforto, anche se la bambina, a sua volta, si affidava a lei
per ricevere un po' di rassicurazione.
Macerie
ovunque, pavimento rotto in più punti, frecce rotte a
metà, che
dovevano essere del guardiano del Casolare, alcune punte di tali
frecce incastrate nei muri diroccati, vetri rotti, tende strappate e
uno strano odore di stantio. Stellina si guardò attorno
più volte,
prima di avere il coraggio di ammettere che c'era qualcosa che non
andava.
Poi,
guardando verso la finestra più grande della stanza, che si
trovava
in linea diretta con il massiccio portone d'entrata, vide un trono
dalla brillantezza perduta. E, sopra questo trono, qualcosa. O
qualcuno.
Avvicinandosi
riconobbe una persona. Avrebbe voluto strillare, urlare, ma trattenne
il fiato e le mancò del tutto la voce. Sentiva un respiro
nell'aria,
anche se il torso di quell'uomo non si muoveva. E poi il suo colore
era così chiaro, quasi trasparente...sembrava
così fragile.
Un
uomo. Un uomo adulto, dai capelli lunghissimi, il petto scoperto e
pantaloni perfettamente integri infilati in un paio di stivali legati
stretti. Due bracciali incisi di Rune, il simbolo del Sagittario,
ovviamente, che coprivano dai polsi fin al gomito. Sul suo petto,
all'altezza del cuore, un buco, sbeccato, come se qualcosa o qualcuno
lo avesse forzato per togliere ciò che vi era incastrato
dentro.
Stellina
si avvicinò a quell'uomo, di cui non riusciva a vedere il
volto
perché coperto dai capelli. Toccando quei fili eterei
scoprì che
avevano una consistenza solida e molto dura. Una statua forse...ma
non sapeva dire di quale materiale.
Il
foro sul petto di quell'uomo, i suoi contorni...Stellina vi
passò un
dito delicatamente, sentendovi provenire un forte calore. Si
spaventò, ma si rattristì allo stesso tempo.
Al
guardiano era stato rubato il cuore.
Presa
dallo sconforto, Stellina cadde seduta in terra.
Stava
per mettersi a piangere, dall'enorme tristezza che sentiva, quando
qualcosa di rotondo, piccolo e perfetto le premette contro la gamba.
Curiosa, si spostò di lato.
Era
una sfera trasparente, sembrava dello stesso materiale di cui era
fatta quella statua triste seduta su quel trono, ma brillava ed era
calda. All'interno vi era qualcosa, che Stellina non riusciva a
vedere bene per via del buio, ma Eta la aiutò cercando di
splendere
al massimo della loro forza condivisa.
Stellina
non ci poté credere: era una Runa. Il simbolo stesso del
Sagittario,
lo stesso che era inciso maestosamente nel massiccio portone del
Casolare. Sorrise, per poi riprendere un'espressione seria. Poi si
alzò in piedi e guardò il corpo inanimato del
Guardiano.
Se
avesse funzionato, forse non era del tutto perduto.
Le
sue mani tremavano. Non sapeva bene cosa dovesse fare, ma ci voleva
provare.
Avvicinò
la Runa al foro nel petto del Guardiano, e vide che la forma e la
dimensione erano quasi uguali. Sperò in quella sua idea
balzana...ci
credette con tutta se stessa.
E,
con una lieve pressione, incastrò la Runa in quel foro.
Calzava
perfettamente.
Ma,
come si aspettava, non successe nulla.
In
verità rimase un po' delusa, però sapeva che non
sarebbe potuto
succedere nulla. Provo, per curiosità, a togliere la Runa
dal foro,
ma questa non accennava ad uscire. Anzi...le sbeccature del foro
erano sparite e adesso la Runa non sembrava che un'incisione nel
corpo della statua.
Una
nuova speranza si accese nel suo cuore, non voleva abbandonare anche
quella.
Altrimenti
avrebbe dovuto ammettere che, oltre a lei ed Eta, in quello strato
del cielo non vi era nessun altro. E non voleva accettarlo.
Posò
le sue mani sulla Runa, infuse la sua Luce in quel corpo spento. E
chiese ad Eta di fare lo stesso. La luce che filtrò in quel
corpo lo
fece risplendere, brillare, quasi illuminare a dismisura tutta la
stanza, tutto il Casolare.
Stellina
smise di immettere Luce, ma quella che aveva immesso brillava e
brillava ancora, così in poco tempo tutto fu immerso nella
luce più
profonda.
Poi...in
quella luce infinita, una voce...
-Chi
sei tu...?-
-Chi
sono...io...? Io sono...Stellina...sono un'esaminanda...-
-Un'esaminanda...?
L'esame non era stato rimandato?-
-Ri...rimandato...?
Ma io sono qua...-
-Beh...questo
è un problema. Non sei autorizzata a stare qua.
Però tu...-
-Però,
io...?-
-Mi
hai salvato la vita...-
La
luce, pian piano, si affievolì. La stanza tornò
immersa nella
penombra, e Stellina poté finalmente aprire gli occhi.
Davanti
a lei, la statua si era trasformata in un uomo. Un uomo dalla
bellezza ultraterrena, Stellina era convinta di non avere mai visto
una persona tanto bella in tutta la sua vita. Anche se poi non si
poteva parlare di “uomo” o di
“persona” dal momento che,
anche lui, era una stella.
-Ti
ringrazio per avermi aiutato, esaminanda- disse l'uomo
improvvisamente, interrompendo i pensieri di Stellina -Ma, come ti ho
già detto, non sei autorizzata a stare qua...-
-Beh,
ecco, io...- balbettò Stellina, accorgendosi di avere ancora
le mani
sul petto di quell'uomo bellissimo, per poi allontanarsi -Io me ne
andrei, potessi, però io...-
-Vattene-
disse secco l'uomo, alzandosi dal trono -Non ti voglio più
vedere
qua, hai capito?-
Stellina
rimase di sasso, vedendolo passare accanto a lei senza degnarla di
uno sguardo, senza degnarla di ulteriori parole. Lo guardò
girovagare per la stanza, recuperando le punte delle frecce e i pezzi
del suo arco (o almeno, così sembrava) sparsi ovunque,
sbuffando ad
ogni pezzo ormai inutilizzabile che trovava. Dopo pochi minuti, si
volse verso di lei, guardandola con aria truce -Cosa ci fai ancora
qua? Ti ho detto di andartene-
Stellina
sentiva dentro di se tristezza, frustrazione e umiliazione. Eta le
carezzava le guance con la sua poca luce calda e questo un po' la
tranquillizzava, ma non poteva far finta di nulla. Lei non sapeva
tornare a casa. Perciò non poteva andarsene di lì
-Non posso-
-Come
sarebbe a dire che non puoi?- disse l'uomo, sbuffando -Esci da quella
porta, chiama la tua insegnante con il Richiamo e fatti venire a
riprendere-
-Io
non...- Stellina arrossì. Il Richiamo era uno degli
incantesimi base
che ogni stella doveva imparare. Serviva durante l'esame, se una
stella avesse incontrato difficoltà non previste. Ma lei non
riusciva ad utilizzarlo...e non poteva quindi chiamare nessuno -Io
non conosco l'incantesimo del Richiamo-
L'uomo
la guardò per qualche secondo, così che Stellina
poté osservarlo
bene.
I
capelli di quell'uomo erano nerissimi. Un nero lucente, brillante,
che ipnotizzava. I suoi occhi erano azzurri, profondi e severi, ma
anche dolci. Stellina lo riusciva a capire bene, non sapeva
perché,
ma lo sentiva. E poi...la sua luce stellare. Era talmente brillante
che illuminava la stanza in ogni angolo, anche il più
lontano. Era
davvero bello...e anche la sua voce era bella. Qualsiasi stella della
Costellazione del Sagittario fosse, era una delle più belle
che
avesse mai visto...
-Non
conosci...cosa?!-
-Io
non sono brava negli incantesimi-
-E
allora perché ti hanno mandata qua?- l'uomo le si
avvicinò,
guardandola dall'alto della sua statura in modo severo, quasi
arrabbiato -Hanno per caso intenzione di farti suicidare?-
-Non
sono stata mandata- specificò lei, abbassando lo sguardo
spaventata
-È che io, ecco...ci sono venuta di mia spontanea
volontà-
-Tu...cosa?-
-Non
volevano darmi il permesso di affrontare l'esame anche se sono stata
promossa alla prova scritta, e così...-
L'uomo
sbuffò, mettendosi una mano tra i filamenti neri dei suoi
capelli
-Fammi capire bene...non ti avevano dato il permesso di venire fin
qua...e tu ci sei venuta lo stesso?-
-Beh...si...-
L'uomo
avrebbe voluto sgridarla, in qualche modo farle capire l'errore
imperdonabile commesso. Ma vedeva i suoi occhi abbastanza spaventati,
come se già da sola avesse capito che qualcosa non andava,
che
sospirò rassegnato e la guardò -Qual'è
il tuo nome, esaminanda?-
-Il
mio nome...? Il mio nome è Stellina- rispose lei,
imbarazzata
-Perché?-
L'uomo
non le rispose e le posò il dito indice sulla fronte, sulla
stella
che pendeva dal diadema. Questo si illuminò, splendendo
fievole, e
una voce risuonò in entrambe le loro teste.
-Sono
Astri, insegnante n.345 della Costellazione Natia...Stellina, sei
tu?-
Stellina
rimase immobile e sentì il sudore freddo impregnarle la
schiena.
Anche Eta, che era una stella gassosa, sentì la voce
dell'insegnante
di Stellina e si spaventò.
Emulazione
verso la propria padroncina, si potrebbe dire...
-Stellina...sei
tu?- la voce di Astri risuonò ancora nella testa di
Stellina, ma
questa non rispose -Stellina, come hai fatto ad usare l'incantesimo?
Non ne eri forse incapace, ancora?-
-Signorina
Astri? Sono il Guardiano del primo Casolare della Prova-
-Un...guardiano?
Ma non...- la voce si stoppò di colpo, Stellina
sentì un sussurrò
e poi di nuovo la voce della signorina Astri -Cosa è
successo?-
-La
vostra alunna ha sconfinato senza permesso nella prova. Sono
costretto a farla tornare indietro. Come sapete, abbiamo molto da
fare...-
-Lo
capisco benissimo. Mi ero preoccupata non vedendo la bambina a casa,
ma non credevo che fosse andata addirittura al Giardino di Luce...-
-Deve
effettuare l'incantesimo di Recupero...ed in fretta-
-Mi
dispiace, Guardiano...- un sospiro, Stellina non trovava la forza di
parlare ma sentiva che qualcosa non andava -Ma gli incantesimi dal
Primo al Secondo Strato di cielo sono stati vietati dal Consiglio dei
Mille-
-Questa
è un emergenza. Dovete recuperare questa esaminanda, o
altrimenti...- l'uomo si fermò dal parlare,
perché Stellina
interruppe la conversazione improvvisamente.
-Fatemi
restare qua!-
-Come?-
l'uomo urlò così forte che Stellina, e di sicuro
anche Astri, si
coprirono le orecchie -Non se ne parla nemmeno-
-Ma
io voglio restare, non è un capriccio! So che sta succedendo
qualcosa di strano quaggiù, è troppo buio e
freddo, e non ci sono
stelle. Ma io voglio rimanere qua, scoprire perché e aiutare
a
rimettere tutto a posto. Ho aiutato il Guardiano, posso farcela!-
-Ma
Stellina...è pericoloso...-
-Non
mi interessa. Nessuno ha mai avuto fiducia in me. Perché non
so gli
incantesimi, perché sento le voci delle stelle gassose,
perché
provo dei sentimenti...però io posso farcela a diventare una
stella
adulta. E se devo faticare di più, se devo affrontare prove
più
dure, allora sia. Fatemi provare...ve ne prego!-
-Non
è un gioco, bambina- rispose furioso l'uomo.
-Lo
so- ribadì a sua volta Stellina -Lo so-
Astri,
dal luogo in cui era, sorrise. Stellina voleva combattere, non aveva
mai voluto farlo prima. Ma adesso voleva. Cosa era cambiato? Erano
forse i suoi sentimenti? Ricordandosi di quando era piccola, di
quanto fosse simile a lei...sospirò e effettuò un
Richiamo veloce
al Consiglio dei Mille -Mi dispiace, Guardiano, il Consiglio non ha
autorizzato la richiesta-
-Evviva!-
esultò Stellina, interrompendo il contatto dell'uomo
-Rimarrò qua!-
-Maledizione...e
adesso cosa dovrei fare?-
-Il
Consiglio ha proposto che tu la protegga e la scorti fino al
Tempietto. Da lì in poi effettueremo il Recupero
dell'esaminanda...-
-Dovremmo
attraversare tutti i Casolari...potrebbe essere in pericolo...-
-Stellina
sa che è pericoloso, e credo che sia proprio per questo che
ha
insistito per restare. Lo so che può sembrare una cosa
infantile. Ma
Stellina è molto matura per la sua età...-
-Lei
lo sa che è pericoloso stare qua, vero?-
-Beh,
si. Ma appena saprà chi è realmente il Guardiano,
anche lei si
sentirà un po' più tranquilla...-
L'uomo
guardò verso Stellina che saltellava con intorno Eta -Non
è
abbastanza tranquilla, ora?-
-Sta
morendo di paura- non la poteva vedere, ma l'uomo giurò che
la donna
ridesse -La contatterò al più presto,
vedrò se riesco a convincere
il Consiglio-
-Non
voglio una ragazzina tra i piedi-
-Ma
senza quella ragazzina sarebbe stato nei guai-
-Dettagli-
Il
Richiamò svanì e l'uomo rimase da solo con
Stellina e un'idea
malvagia in mente. Non che fosse cattivo...ma prendere ordini non era
mai stato il suo forte.
-Bambina...vieni
qua-
Stellina
guardò verso l'uomo, verso i suoi occhi azzurri. E ne ebbe
un po'
paura.
-Si?-
-Avvicinati-
Stellina,
sentendo la stretta di Eta ai suoi capelli, si avvicinò
all'uomo
davanti a lei. A pochi passi da lui si fermò, lo
guardò
-Cosa...cosa c'è?-
-Se
vorrai restare qua, dovrai superare una prova. Dal momento che ci
sei, vedremo di farti sostenere una specie di esame...quindi cerca di
impegnarti, capito?-
Stellina
rimase in silenzio qualche secondo, poi sorrise -Lo sapevo che eri
buono-
L'uomo
arrossì.
Maledizione,
ricordarsi in quei momenti che era anche lui una delle poche stelle a
provare sentimenti non era una cosa positiva. Non era considerata
“normale” avere sentimenti, per una stella,
però lui...non
riusciva proprio a dimenticarsene.
E
poi quel sorriso era terribilmente carino...avrebbe dovuto mantenere
la sua parvenza di uomo malvagio ancora per un po'. Ma sapeva che non
ci sarebbe riuscito.
Perciò
evitò di provarci, per fare brutte figure...
-Ora
che ci penso. Una prova? Che tipo di prova?-
-Sarà
la più facile che posso darti, considerando che questo
è il primo
Casolare e che mi hai salvato la vita, ma è comunque una
prova. Non
posso darti simboli...ma ho la Runa per il prossimo casolare...-
-Vuol
dire che...anche il prossimo Guardiano...- Stellina abbassò
lo
sguardo, intristita.
-Esatto.
È ridotto proprio come me...- l'uomo le toccò la
spalla, cercando
di rincuorarla -Fai del tuo meglio...-
-Perché
adesso sei così gentile?- chiese la bambina, con sguardo
curioso
-Non sei più arrabbiato?-
-Conosci
la parola “rassegnato”?- chiese l'uomo -Si- rispose
la bambina,
confusa -Ecco, io sono “rassegnato”...-
Un
sorriso, l'ultimo sorriso prima della prova.
“Io,
Guardiano del Casolare del Sagittario,
titolare
della Runa dello Zodiaco e mentore di ogni stella minore,
Kaus
Australis, prima stella della Costellazione,
autorizzo
la prima prova per l'esaminanda Stellina: TIRO CON L'ARCO”
Quindi
era quello il suo nome...un nome che fece trasalire Stellina.
Kaus
Australis, stella più luminosa della Costellazione del
Sagittario.
In poche parole...essenza stessa della Costellazione.
Quell'uomo
era il Sagittario in persona.
***
Dire che a questa storia ci sono affezionata è dir poco.
Credo sia una delle poche cose a cui tengo oltre me stessa...e quindi
vedere che è poco letta mi fa pensare che non sia poi
così bella. Purtroppo tendo ad essere fatta così.
Oggi, poi, tende a non essere la migliore delle giornate... Beh,
comunque anche questa è una sfida *me depressa, intanto, fa
cerchietti per terra* insomma! Su con la vita, ho due recensitori
PUCCIOSISSIMI *-* quindi passiamo ai RINGRAZIAMENTI e, in via del tutto
eccezionale, ai BACI E ABBRACCI!!!
Kuroshi_Tsukishiro:
sai che ti adoro. Sento verso di te una forte empatia e una grande
tenerezza *in vena di coccole* perciò ti ringrazio per
essere sempre così adorabile con me. Passando alla storia...
l'idea di personificare le stelle è nata quando ero
piccolina piccolina, ed ho continuato a rimanerne convinta. Non so
perchè, ma l'idea che le stelle che mi guardano siano
persone mi tranquillizza. Stellina è comunque un personaggio
in via di evoluzione, questa storia serve precisamente a questo. Lei
già adesso ha deciso di compiere il primo passo per
cambiare: un passo che molte persone, invece, decidono di NON fare.
Diciamo che è un monito, a non arrendersi e migliorare se
stessi. Non so quanto possa essere chiaro, anche io ho ancora molte
cose da scoprire sulla mia figlioccia xD però penso che sia
un bene che esca dal guscio protettivo di sua madre e inizi ad essere
semplicemente se stessa. Per la madre di Grenade dovrai aspettare circa
metà storia, lo so che è tanto, ma prima
bisognerà spiegare cosa è successo al Cielo. Ed
il vecchio...beh, forse lo capirai da solo, o forse no,
ma alla fine sarà lui stesso a spiegare il suo
ruolo. Ne rimarrai deluso? Affascinato? Vedremo xD intanto ti ringrazio
per il "supporto" (le recensioni sono per me un supporto), ti auguro
buona fortuna con la casa nuova e con l'università e,
ovviamente, ti mando un bacione ^x^
Dust_and_Diesel:
grazie dei complimenti *abbraccia Dust* ma credimi, sei moooolto ma
molto più brava di me xD come infatti dimostrano le tue
storie. Io sono tornata ad essere una principiante che ci prova in
tutti i modi, quindi ho ancora tanto da fare. Da una parte mi
rattrista, il fatto di vedere poche letture o anche pochi commenti (a
me vanno bene anche le critiche, da quando lavoro ogni santo giorno mi
si schiantano contro le peggiori offese che ormai xD), dall'altra mi
impunto che devo migliorarmi: solo così potrò
vedere almeno 3-4 persone (tantissime per un'originale, secondo il mio
parere) che si soffermano a dare un loro parere sulla mia storia. Ed io
non abbandono più il campo di battaglia, caspita, non mi
piace arrendermi xD vada come vada, se alla fine il risultato di questo
(sia quel che sia: racconto o fiaba) sarà soddisfacente,
allora prenderò il coraggio a due mani e lo
pubblicherò. Magari non avrà successo, magari
sarà stroncato dalla critica (ma la critica si
soffermerà a giudicare un lavoro di una ragazza di poco
più di 20 anni?) ma è la mia prova xD vediamo
quanto ci vorrà. Ti mando un abbraccio grande grande
*strizz*, ti rinnovo anche qui i complimenti per la TUA storia (che io,
sottolineo anche qua, ADORO) e ti mando un bacione perchè,
come penso di aver già scritto, io mi affeziono ai
recensitori xD quindi, ovviamente, un bacio =*
A tutti coloro che leggono, che la seguono o che la spulciano...GRAZIE
MILLE ^^ non è la stessa cosa che ricevere un commento, ma
vi ringrazio dal più profondo del cuore ^x^
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