1CAPITOLO RESTA
Eccomi ritornata all’attacco…
Giuro
che sono SUPER EMOZIONATA e non vedo l’ora di ricevere le vostre
prime recensioni. Per chi mi conosce sa che questa non la prima
fan faction che pubblico, tuttavia ogni volta che devo mostrarvi un
nuovo lavoro vado in panico questo perché ho paura di deludervi.
Come avrete letto dalla trama questa ff parla dei Robsten e della loro
storia DOPO i film della Saga di Twilight. In ogni capitolo troverete
dei pezzi scritti in corsivo, ecco quelli sono flashback, ritorni al
passato che servono per spiegare la storia. Allora prima di lasciarvi
al capitolo voglio sottolineare che la storia è inventata di
sana pianta quindi non c’è nulla di vero in quello che
abbiamo scritto e soprattutto, questo per chi ha letto Someday
we’ll Know, vi prego di dimenticare i caratteri e gli intrecci di
quella storia perché qui ce ne saranno di nuovi =D.
p.s.
La fan faction è scritta a 4 mani quindi non è tutta
farina del mio sacco quel che leggerete ma mi ha aiutata anche,Mabel
la mia more *-* troverete all’inizio di ogni capitolo il nome di
chi l’ha scritto =D…ora vi lascio e buona lettura, spero
che la storia vi piaccia e incuriosisca =D e anche la copertina xD
“Resta”
1- capitolo (Nusia)
Pov. Robert
“mamma sono appena atterrato, ora cerco un taxi che sono esausto”
“ok tesoro, sta attento mi raccomando”
“non ti preoccupare, ciao”
Riattaccai
il telefono facendo un grande sospiro. Vedi tu se a 32 anni dovevo
essere controllato da mia madre peggio di un adolescente. Ecco cosa
significa non avere una famiglia superati i trenta: gli altri ti
considerano ancora un bamboccione! E dire che avevo sempre desiderato
avere dei figli quand’ero ancora giovane. Di quel passo
chissà se li avrei mai avuto. Afferrai le mie due valige e mi
diressi all’uscita dell’aeroporto per chiamare un taxi.
Appena fuori dovetti togliermi la felpa per non rischiare di morire
soffocato. Come sempre a Los Angeles faceva un caldo pazzesco, se poi
tenevamo in conto che era inizio luglio e l’estate era cominciata
da quasi un mese allora c’era il rischio di morire davvero per
soffocamento. Ah Los Angeles! Erano passati anni dall’ultima
volta che ci misi piede, quattro ad essere precisi. Erano passati
quattro lunghissimi anni da quel giorno in cui feci le valige e tornai
nella mia bella Londra. A che serviva rischiare di incontrarla magari
mano nella mano con suo marito?
“TAXI”
urlai fermando una macchina gialla e buttandomi dentro. Dissi subito
dove mi doveva portare e poi mi rilassai vicino al sedile. Erano
cambiate tante cose in quegli ultimi tempi, tante ma non troppe. Io per
esempio ero sempre un attore, con la differenza che non mi servivano
più 10 guardie del corpo per proteggermi da un orda di ragazzine
con gli ormoni in subbuglio, motivo per il quale potevo permettermi di
spostarmi tranquillamente anche senza agente. Certo c’erano i
fotografi ma loro si accontentava di qualche foto e via. Dopo anni
potevo finalmente respirare un po’ di libertà, andare in
giro senza la paura di essere inseguito da qualcuno. L’era di
Robert Pattinson era finita, così come tutti i gossip
giornalieri su di lui e i pedinamenti. Ormai ero un attore affermato,
di quelli che decidono loro come gestire la propria carriera, che film
fare e a che eventi mondani partecipare. Non ero più
nell’occhio del ciclone e me ne compiacevo. Ormai sui giornali
leggevo sempre la stessa cosa: “di questo passo Robert Pattinson
sarà lo scapolo più ambito di Hollywood per tanto
tempo”
Da
quand’era che non uscivo con una ragazza? Un anno? L’ultima
storia importante l’avevo avuto con una ragazza di New York:
Adison. Era durata circa un anno e mezzo ma poi…poi non so
neanche io perché finì.
“siamo
arrivati signore” mi informò il taxista. Lo ringraziai e
una volta pagato e afferrato i bagagli scesi dall’auto
salutandolo. Ero tornato a Los Angeles per girare un nuovo film e
dovevo rimanerci per circa 3 mesi, nel frattempo sarei stato ospite di
Kellan ed Ashley.
Suonai
al campanello della loro villetta accennando un sorriso. Chi
l’avrebbe mai detto che da semplici migliori amici si sarebbero
trovati a convivere e con un figlio, Dan, di circa due anni da
accudire? D’altra parte nella vita tutto è possibile. Le
certezze possono diventare incertezze e viceversa. Ed io lo sapevo bene.
“ehi inglesino ha sempre la stessa faccia da idiota” disse Kellan appena aprì la porta. Ridacchiai.
“ciao anche a te Kellan” scherzai abbracciandolo.
“come va?”
“alla
grande. Dov‘è Ashley e il piccolo Dan?” adoravo quel
bambino tutto riccioli e con le fossette. Era molto simile a Kellan nei
modi di fare e nel colore dei capelli, ma per il resto aveva presto
tutto dalla mamma.
“oh dovrebbero arrivare a momenti. Sono andati a prendere da mangiare. Intanto vieni che ti mostro il tuo alloggio”
“posso dormire anche sul divano sta tranquillo”
“non
sia mai detto che i Lutz facciamo dormire Robert Pattinson sul divano.
Ti abbiamo preparato la dependance così potrai stare più
tranquillo” spiegò facendomi strada. La dependance altro
non era che una piccola casetta situata all’estremità del
giardino. Era molto carina e aveva tutti i confort, dalla cucina al
bagno.
“sai che è meglio di casa mia?” scherzai. Lui rise dandomi una pacca sulla spalla.
“senti
un po’ conoscendo le tue doti culinarie è meglio se mangi
con noi eh? Non vorremo averti sulla coscienza e poi Ashley è
una cuoca eccezionale”
“ma avevate Sophie? La donna di servizio?” chiesi ricordandomi una delle nostre vecchie conversazioni.
“certo, solo che quando Ash non è impegnata con il lavoro preferisce occuparsi lei della casa. Ora ti lascio solo così ti sistemi”
“a
dopo” lo salutai sedendomi sul letto. Mi passai una mano sul viso
e forse, solo in quel momento mi resi conto di dove mi trovassi e di
come in realtà mi sentissi incompleto. Tutti avevano ottenuto
quel che desideravano: Kellan e Ashley avevano avuto un figlio, Jackson
continuava
a fare il musicista e faceva tante tournée, Nikki era
felicemente fidanzata e anche per lei sembrava essersi aperta la giusta
strada per la celebrità. Elizabeth e Peter felicemente sposati e
con bambini e persino il piccolo Tayler aveva raggiunto i suoi
obbiettivi. Aveva due case di produzione cinematografiche, una carriera
da attore e una splendida ragazza che adorava. Ed io? Cosa avevo io?
Solo una carriera e i miei soliti amici, per il resto potevo
considerarmi solo. Già, ero il solo al quale mancasse qualcosa e
molto probabilmente l’unico che rimuginava il passato
perché lei…oh beh lei era andata avanti. Si era sposata,
aveva avuto una figlia e si era persino separata. Volsi il palmo della
mano destra in su e fissai il piccolo nome tatuato nella parte interna
del polso: Kristen. L’avevo
fatto tanti anni addietro, molti prima che cominciassero le liti e le
scenate di gelosia. Molto prima della fine di tutto.
Stavo
tornando a casa dopo l’ennesimo servizio fotografico. Io e
Kristen stavamo insieme da 5 anni e quando erano finite le riprese di
tutti i film della saga di Twilight avevamo deciso di prendere casa
insieme. Convivevamo da circa 3 anni ormai. Eravamo sempre andati
d’amore e d’accordo, senza mai una lite o qualcosa di
simile, quello fino a 6 mesi prima. Ultimamente non facevamo altro che
discutere e sempre per lo stesso motivo. Era come se non ci fidassimo
più l’uno dell’altro. Ma l’amavo, sapevo di
amarla. Giunto a casa posai il berretto sul divano e la raggiunsi in
camera.
“amore?”
la chiamai entrando nella stanza. La trovai seduta sul letto con il mio
cellulare tra le mani. Avevo sempre avuto l’abitudine di
lasciarlo a casa, me ne dimenticavo distratto com’ero.
“ancora
Emilie” disse sventolando davanti a se il cellulare. La guardai
deluso. Ancora una volta non si era fidata di me e aveva aperto il mio
cellulare. Non che avessi qualcosa da nascondere ma mi urtava tanto
quando metteva in dubbio la mia parola e mi controllasse.
“l‘hai fatto di nuovo” l’accusai. Lei scrollò le spalle.
“lei continua a mandarti messaggi”
“ma
è un‘amica Kristen. Sai cosa significa la parola
amicizia?” ed ecco che cominciava un’ altra discussione,
l’ennesima. Da quando sei mesi prima avevo rivisto Emilie de
Ravin e avevamo ripreso i contatti, il nostro rapporto era mutato.
Certo Emilie era un po’ troppo invadente ma Kristen doveva avere
fiducia di me e del mio amore per lei.
“oh certo, amicizia”
“perché rifacciamo questo discorso Kris? È la centesima volta che ripetiamo le stesse cose”
“perché lei ti sta sempre tra i piedi, sempre. E tu le dai anche corda”
“corda? Io le do corda?” domandai adirato.
“certo,
altrimenti desisterebbe non credi?” strinsi i pugni nella vana
speranza di non sbottare come sempre, ma quando squillò il suo
cellulare e lessi il nome di Micheal fu davvero impossibile trattenermi.
“certo, perché LUI invece non è invadente no? Lui non ti chiama mai per carità”
“è un amico” disse semplicemente. Strabuzzai gli occhi e poi scoppiai a ridere da vero pazzo.
“e
perché Emilie cos’è? Oh certo ho capito tu non puoi
fidarti di me mentre io devo fidarmi di te, infondo che motivo avrei di
dubitare no? Ed è qui che ti sbagli Kristen, io mi fido ma se
tra i due c‘è qualcuno che dovrebbe sospettare qualcosa
quello sono io”
“e perché mai?”
“perché lui è stato il tuo ragazzo. Era importante per te e tu eri importante per lui”
“è successo tanto tempo fa e lo sai”
“si,
lo so. Sai cosa sembriamo? Degli adolescenti alla prima cotta che
litigano per un nonnulla. Perché non andiamo più
d‘accordo Kristen? Cosa ci è successo?” domandai
più calmo sedendomi al suo fianco. Abbassò il capo
scuotendo la testa.
“io…io non lo so. Forse…forse siamo troppo diversi”
“il nostro essere diversi è sempre stata la nostra forza”
“a
quanto pare le cose cambiano” biascicò con gli occhi
lucidi. Avrei tanto voluto stringerla a me, ma avevo bisogno di
chiederle una cosa e la sua risposta sarebbe stata determinate. Tutto
il mio, il nostro mondo dipendeva da lei.
“ti
fidi di me Kristen? Hai ancora fiducia in me?” lei puntò i
suoi occhioni nei miei e non ci misi molto a comprendere quale sarebbe
stata la sua risposta. In quel momento pregai con tutto me stesso che
mi mentisse, che dicesse una bugia. Tutto pur di non perderla.
“io…io…io”
“ti fido o no?” ridomandai più duro.
“io…non
è più come prima io…non mi fido più come
prima” rispose finalmente. In quel momento sentii crollare tutto:
i nostri progetti, i nostri sogni. Tutto sbriciolato da quella piccola
confessione. Le certezze, la nostra bolla, persino il nostro amore non
aveva più importanza. Perché senza fiducia l’amore
non è nulla.
“beh
allora perché stai ancora con me se non ti fidi?” non ci
fu tempo di rispondere che qualcuno entrò in casa.
“Kristen ci sei? Sono Steve” scossi la testa sorridendo tristemente.
“ah
già, mi dimenticavo del tuo caro amico Steve!” esclamai
amareggiato. Sempre intorno quell’altro, aveva persino le chiavi
di casa nostra! Da qualche mese a quella parte mi sembrava di non
riconoscere più la donna della quale mi ero innamorato. Mi
sentivo un estranio nella mia stessa casa. Mi alzai dal letto senza
dire una parola e mi avviai alla porta.
“torno
stasera, non voglio vederti Kristen. Mai più” dissi senza
voltarmi a guardarla. Feci un cenno a Steve che mi guardava preoccupato
e uscii da quella casa.
Non
mi aveva fermato, cercato di farmi ragionare. Non aveva detto una
parola. Tornai a casa dopo circa 5 ore e di lei neanche l’ombra.
Aveva portato tutto con se come le avevo detto. Neanche un biglietto
nella quale diceva di scusarla. Niente. Quando compresi che da quel
giorno la mia vita sarebbe cambiata radicalmente e lei non ne avrebbe
fatto più parte mi diedi dello stupido per aver pensato che il
nostro amore sarebbe durato per sempre. Forse pensandoci lucidamente
non avrei mai dovuto dirle di andarsene via, perché
orgogliosa com’era l’avrebbe fatto senza dirmi nulla.
Peccato che all’epoca speravo di trovarla a casa, seduta sul divano ad aspettarmi per chiarire.
Mi ridestai dai miei pensieri quando sentii qualcuno bussare alla porta.
“Robert, possiamo?” chiese Ashley spuntando dalla porta. Le sorrisi, era sempre bellissima.
“è casa tua” dissi abbracciandola.
“ti trovo in forma”
“oh anche tu. Sei sempre splendida” mi complimentai.
“non fare il filo alla mia compagna Pattinson” mi minacciò bonariamente Kellan entrando nella stanza con il piccolo Dan tra le braccia. Lo avevo visto circa 3 volte, in quelle rare occasione in cui ci incontravamo.
“ma ti sei fatto un ometto!” esclami quando lui si fece mettere già dal padre.
“tono cresciuto?” chiese sorridendo. Mi abbassai alla sua altezza spettinandogli i capelli.
“altroché se sei cresciuto”
“com‘è
andato il viaggio?” chiese Ashley sedendosi sul divanetto. Presi
il bimbo in braccio accomodandomi anch’io.
“tutto tranquillo. Tra una settimana cominciano le riprese e domani devo incontrarmi con il regista”
“e com‘è stato tornare a Los Angeles?”
“fa uno strano effetto. Non ci mettevo più piede da…”
“da quel giorno ricordo!” terminò lei.
Si
creò uno strano silenzio, quasi imbarazzante. Ashley si morse un
labbro e mi guardò come se stesse decidendo se dirmi o meno
qualcosa. Alla fine sospirò e tornò a parlare.
“oggi
l‘ho vista. L‘ho incontrata in un negozio
d‘abbigliamento per bambini. Ha una figlia davvero splendida. Le
somiglia molto sai? Anche se non riesco a trovare nessuna somiglianza
con il padre”
Annuii
come un automa cercando di immaginarmi la sua piccola bambina. Era
apparsa sui giornali ma con il viso sempre coperto. Quanti anni doveva
avere, 4? Si, aveva proprio quattro anni. Come dimenticare il giorno in
cui seppi, da un misero giornale, che Kristen Stewart, la donna che
fino a qualche mese prima era la mia fidanzata, fosse incinta di un
altro? Incinta di Steve, quello che reputava un semplice amico?
Girovagavo
per le strade di Los Angeles senza una metà ben precisa. Erano
circa le 7 di sera ed io non avevo un cavolo da fare così stavo
facendo quattro passi, tanto per perdere tempo e non pensare a nulla.
Cosa vana visto il giorno. Quando la mattina mi ero svegliato e
controllato il cellulare la data mi era subito saltata
all’occhio. Era il 3 settembre, erano passati esattamente 3 mesi
da quando avevo lasciato Kristen. Si, era impossibile non pensare, non
ricordare. Non ne avevo la forza e mi davo dello stupido per questo.
Ero stupido perché io l’amavo ancora mentre lei non ci
aveva pensato un attimo ad andare avanti. Già, per lei era stato
facile voltare pagina e farsi vedere in giro con Steve dopo un solo
misero mese che ci eravamo lasciati. Infondo che importanza può
avere una storia di 5 anni?
Scossi
la testa avvicinandomi ad un chiosco di giornali per acquistare un
semplice quotidiano. Fu la mossa più sbagliata che avessi mai
fatto. Appena arrivato i miei occhi caddero su una rivista, la presi
tra le mani e guardai con disprezzo l’immagine di Kristen e Steve
abbracciati mentre sorridevano al fotografo. Ma il disprezzo fu niente
paragonato a quello che sentii quando lessi il titolo:
Kristen Stewart afferma: “aspettiamo un bambino da due mesi”
Il
giornale mi cadde dalle mani e nello stesso momento in cui esso
toccò terra, il mio cuore perse un battito e le speranze
volarono via.
Non mi ero mai sentito
così tradito come in quel momento. Aspettava un bambino dopo
neanche 3 mesi che ci eravamo lasciati. “un mucchio di
bugie” pensai allora stringendomi nelle spalle. In quegli anni mi
aveva raccontato un mucchio di bugie!
“Robert? Ehi ti
senti bene?” mi chiese Ashley inginocchiata di fronte a me.
Battei le palpebre più volte tornando al presente.
“come?”
“stai bene?”
“si, si certo. Sono solo stanco” mentii. Lei sorrise alzandosi da terra e porgendo la mano al figlio.
“su andiamo di la e
lasciamo riposare un po’ lo zio Rob eh?” il bambino
annuì salutandomi con la manina. Io gli sorrisi teneramente
togliendo il berretto dalla testa e scompigliandomi i capelli. Kellan
fu l’ultimo ad uscire. Alzai lo sguardo per fissarlo e lui mi
fece l’occhiolino.
“sei vuoi parlare sono qui” disse.
“grazie” mormorai prima di poggiare la testa al bracciolo del divano e chiudere gli occhi.
Kristen mi aveva deluso, deluso tantissimo!
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Mabel:
Ed eccoci arrivate alla fine, ho chiesto alla mia Nu, se potevo
infiltrarmi, per poter dire due paroline anche io. Sono davvero molto
emozionata *-* Per prima cosa perchè sto scrivendo una
fanfiction con NUSIA *__* la mia more.. ed è un grandissimo
onore per me.
Per seconda perchè adoro totalmente Rob e Kris, e spero che un
giorno nasca davvero quella bimba che oramai grazie a Fio e Lety
chiamiamo Joy *__* Non riuscirei ad immaginarmi un loro bambino con un
altro nome..
Spero che questo primo assaggio vi sia piaciuto e che ci seguirete in
questa storia fantastica ( sono modesta, molto modesta XD )
Beh ci vediamo il prossimo giovedì con l'altro capitolo!
xoxoxo
"Nusia and Marty"
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