Capitolo
12
Si
erano svegliati un paio di volte durante la notte. Avevano alternato momenti di
sonno a quelli di veglia, mai insieme però, quasi come se l’uno dovesse vegliare
sul sonno dell’altro. Adesso era il turno di Buffy. Era sveglia già da un po’ di
tempo. Si alzò per chiudere le tende dimenticate aperte, da cui filtrava la
bianca luce lunare. Presto sarebbe arrivata l’alba e il sole in quella stanza
non era il benvenuto. Tornò a sdraiarsi accanto a lui, osservandone il profilo
perfetto. Era bello da levare il fiato. Quella visione la commosse. Angel si
agitava nel sonno e lo sentì pronunciare delle strane parole di cui non
comprendeva il significato. Il suono della sua voce era malinconico – Mo ghrá. Is tú mo ghrá – Sembrava una
nenia d’altri tempi, forse una poesia o una dolce melodia. Chiuse gli occhi
lasciandosi trasportare da essa, come se la voce di Angel la trascinasse in un
vortice di luce, riportandola al sonno – Mo ghrá. Is tú mo ghrá – Forse stava
sognando di nuovo, ma per un attimo le parve di sentire l’eco della sua
anima.
Angel
riemerse lentamente dalla nebbia del sonno svegliandosi un istante dopo. Vederla
lì, addormentata accanto a sé, lo scosse profondamente. Era bella da morire.
Sentiva freddo e sia accorse che aveva ripreso a tremare. Si avvicinò ancora di
più a lei e cingendole la vita la strinse più forte a sé. Aveva paura che da un
momento all’altro lei potesse svanire, come era successo solo poche ore prima in
quella sua visione. Poggiò la testa sulla spalla di lei e affondò il viso fra i
suoi capelli. Lasciandosi trasportare dal quel profumo, si immerse completamente
nel dolce tepore di quell’abbraccio e ancora una volta si sentì vivo. – Mo ghrá. Is tú mo ghrá – Chiuse gli
occhi e scivolò ancora in un sonno agitato, popolato dai fantasmi del suo
passato.
Nessuno
dei due sapeva però, che Whistler
aveva già mantenuto in parte la sua promessa. Quel loro alternarsi
vicendevolmente, fra il sonno e la veglia, costituiva
infatti una parte del suo dono. Buffy e Angel, in sogno, potevano vivere
tutta la loro vita, dalla nascita e fino alla fine dei giorni. Dovevano però
farlo separatamente. Era importante che accadesse in questo modo, perché nessuno
dei due doveva interferire nelle decisioni dell’altro. Il suo regalo consisteva
proprio in questo. Stava donando loro la conoscenza. In poche parole avrebbero
visto cosa il futuro riservava loro. Potevano solo vedere per ora, perché la conoscenza non era che una piccola
parte del suo dono. Mancava ancora la comprensione. La conoscenza non era
niente, se non fosse arrivata anche la comprensione. Conoscere e Comprendere, in
questo caso, non erano sinonimi.
Quello
che invece aveva dimenticato Whistler,
era, che quando si trattava di Buffy e Angel, le cose non andavano mai come
previsto. Ancora una volta, il gioco gli era sfuggito di mano.
Angel
adesso era sdraiato su un fianco, e si teneva ancora saldamente stretto a lei.
Il suo era un sonno inquieto e si agitava, continuando a piangere e a lamentarsi
sotto voce. Tutto il corpo era scosso da violenti tremori e sentiva freddo, fin
dentro l’anima. Lei si mosse nel sonno e gli prese la mano stringendola forte,
intrecciando saldamente le sue dita con quelle di Angel.
A Galway era appena
arrivata una giovane e bellissima dama. Una nobildonna. Perché era lì? Si era
forse perduta? Lui, con la mente offuscata dall’alcool, la seguì nel vicolo
attratto dalla quella diafana femminilità. Il giovane Liam non poteva sapere che
lei non era quello che sembrava. La dama non era né nobile, né giovane e non era
neppure una donna. La vide mentre oscillava sensualmente i fianchi, invitandolo
in modo fin troppo esplicito ad avvicinarsi a lui. Dolore bruciante al collo. La
vista annebbiava. Il cuore rallentava. Cadde in ginocchio, e con gli occhi
sbarrati per lo sgomento, affondava il volto sui seni prosperosi di lei,
abbeverando così la sua sete di conoscenza. Fu l’ultima cosa che vide. La luce
lentamente sfumava e così la sua vita. L’anima prese il volo. Con un violento e
doloroso strattone, si staccò dal corpo. Ora era libera. Lui poteva ancora
sentirla anche da lì, da dentro la sua tomba e volle seguirla. Scrollandosi di
dosso la terra ancora umida della sua recente sepoltura, si alzò in volo con
lei. Attraversò spazi infiniti, finché la sua anima non si fermò e lui con lei.
Il tempo è lo spazio non esistevano più, non come lui gli aveva conosciuti.
Proprio nel punto in cui la sua anima si era fermata, adesso lui si ritrovava ad
osservare una luce che proveniva da una finestra aperta. Era un mondo diverso da
come lui lo ricordava. Un mondo nuovo. Era questo ciò che la nobildonna gli
aveva promesso? – Vedrai cose mai viste, cose mai udite prima – Non le importava
più di saperlo. Adesso sapeva che la bella dama l’aveva ingannato. Lo aveva
ucciso.
Una giovane donna,
vestita con strani abiti, saltò con agilità giù da quella finestra e
avvicinandosi lo prese dolcemente per mano. – Ti aspettavo, Angel – Le loro
anime si alzarono in volo insieme – Sono venuto a prenderti, Buffy – e mano
nella mano, loro le seguirono. Erano di nuovo a Galway, davanti alla tomba di
Liam. La terra si smosse e una mano si liberò dal terreno in cerca d’aiuto.
Angelus, il Flagello d’Europa, lottava per liberare il corpo da quella prigione,
lottava disperatamente. La nascita era sempre dolorosa. Adesso era giunta anche
la nobildonna a reclamare la sua preda. Darla, la vampira! Ansimava per
l’eccitazione, la sua ultima vittima sembrava uno stallone impazzito, ma lei lo
avrebbe certamente domato. Tutta quella forza, tutta quella oscurità che emanava
da lui, la sconvolgeva. Dopo tanto cercare, finalmente aveva trovato lo stupido
giusto e pensò che con lui sarebbe durato per sempre. Insieme avrebbero fatto
grandi cose. Angel e Buffy, in silenzio e sempre mano nella mano, osservavano
tutta la scena, e non visti seguirono Angelus e Darla. Morte. Follia. Oscurità.
Cento cinquanta anni d’orrori in una folle corsa che seminò morte e distruzione.
Angel e Buffy, senza mai staccare le loro mani, li seguirono in lungo in largo
per tutta l’Europa. Attraversarono città e paesi sconosciuti, volando fra
decenni di sangue che divennero secoli. Il canto disperato di una vecchia
catturò la loro attenzione – Aşa
să fie! Aşa să fie! Acum!– Angelus trovò la
sua morte in Romania. Darla impazzì. Era nato Angel, il vampiro con l’anima.
Angel e Buffy, continuarono il loro viaggio, senza lasciarsi un solo istante.
Attraversarono insieme un intero secolo di buio e di disperazione. Era il dolore
e la solitudine dell’anima che urlava in cerca di redenzione. Le loro vite si
incrociarono per la prima volta e il dolore cessò. Si amarono alla follia,
disperatamente …e mentre un Claddagh brillava all’anulare di lei, Angelus tornò.
Fu maledetto ancora e Angel e Buffy si ritrovarono insieme, per ben cento lunghi
anni, a vivere l’inferno della loro colpa. Una forza invisibile li strappò da
quell’orrore. Era la stessa forza che li voleva divisi. – Il destino – Per
lunghi anni, cercarono di dimenticarsi l’uno dell’altro, senza mai riuscirci
completamente. Lei conobbe l’orrore del vuoto abissale di una vita senza senso e
si abbandonò ai devastanti e oscuri piaceri della carne. Era morta
dentro.
Lui si perse mille
volte ancora fra i fantasmi del suo passato e si illuse, per un solo momento, di
poter ancora essere un uomo. Fu tutto inutile. Anche nel sogno, anche
nell’illusione di un amore nuovo, urlò il suo nome – Buffy –
Quello che stavano
vedendo, era il loro futuro. Gli anni in cui avrebbero vissuto separati,
cercandosi mille volte ancora. Angel e Buffy nonostante tutto ciò che vedevano,
continuarono a tenersi per mano senza mai spezzare del tutto quel legame che li
teneva uniti. Loro erano più forti del destino. Sapevano che quella era la loro
unica possibilità di salvezza. Se avessero reciso quel legame sarebbero morti
entrambi. Un pianto disperato attirò la loro attenzione e dovettero voltarsi.
Era la prima volta che accadeva, Fino ad ora avevano potuto guardare solo
davanti a loro, mai indietro. Ma quel pianto era straziante e non potevano più
ignorarlo. Lo avevano fatto per troppo tempo, ora volevano sentirlo. Era il
pianto di un bambino.
Angel
e Buffy aprirono gli occhi di colpo, nello stesso istante. Il terrore nei loro
occhi.
Si
cercarono, nella semi incoscienza di quel brusco risveglio, abbracciandosi
strettissimi. Buffy piangeva disperatamente, consapevole di non aver solo
sognato e conscia di aver perso, forse per sempre, qualcosa di molto prezioso.
Non riusciva quasi a respirare, e non sapeva se questo fosse dovuto all’angoscia
che la stava attanagliando o per quel fortissimo dolore acuto che sentiva
all’addome. Si aggrappò ad Angel cercando aiuto …e lui, pur non sapendo bene il perché, iniziò a massaggiarle il
ventre con lenti movimenti circolatori. – Respira, Buffy! Respira lentamente,
segui il movimento della mia mano. Non lasciare che la paura vinca. Sono qui con
te, Buffy! – Continuava a parlare con lei sussurrando parole dolcissime e mentre
continuava ad accarezzarle il ventre, le baciava delicatamente il viso, posando
le sue labbra sulla fronte, sugli occhi, sulle guance. – Shhh, piccola… va tutto
bene, è tutto finito adesso –
Buffy
si sentiva come svuotata e quasi priva di forze, ma seguendo il suono della voce
di Angel era riuscita a rilassarsi e il dolore era passato davvero. Si scostò un
po’ dal suo abbraccio e guardò nei suoi occhi. Lui era spaventato quanto lei, ma
era comunque riuscito a mantenere il controllo della situazione. Si rese conto
che se Angel non fosse stato lì, lei quella notte sarebbe morta …e quel dolore
al ventre le ricordava qualcosa, qualcosa che aveva già vissuto in passato.
Ricordò il ricovero in quell’ospedale di Los Angeles e ricordò le parole del
medico. Scacciò dalla mente quel pensiero. Adesso come allora, sapeva che era
impossibile e assurdo il solo pensarlo. I vampiri non potevano avere figli e
Angel, l’unico con cui avesse fatto l’amore, era una vampiro. Quindi ancora una
volta oscurò quel pensiero escludendolo dalla sua coscienza e relegandolo nel
profondo della sua mente. Ma il pianto di quel bambino non poteva dimenticarlo e
neppure quell’angoscioso senso di perdita e di terribile vuoto, come se avesse
perso una parte importante di se stessa. Si sentiva incompleta.
–
Mio Dio! quel pianto, Angel. L’hai sentito anche tu, lo so. C’eri anche tu nel
sogno con me. Non è la prima volta che accade, e quello non era solo un sogno.
Cosa sta accadendo, Angel? –
Lui
non rispose perché non voleva spaventarla, ma continuava a guardarla
accarezzandole il viso e i capelli per rassicurarla …e comunque neanche lui
sapeva bene cosa stesse accadendo. Era certo che stavano sognando e che nel
sogno erano realmente insieme. Non era una novità. Come avevo detto Buffy,
questo era accaduto anche altre volte. In passato avevano condiviso gli stessi
sogni in più di una circostanza. Si era verificato sempre in momenti cruciali
della loro vita e questo sogno, ne era certo, non faceva eccezione. Continuava a
sentire il pianto disperato di quel bambino anche adesso da sveglio, ma non lo
disse a Buffy. Era molto preoccupato per averla vista soffrire mentre lei
stringeva dolorosamente il ventre e pensò che per adesso era meglio non
parlarne, ma stava cominciando a considerare la possibilità che le cose fossero
collegate e un pensiero assurdo si presentò alla sua coscienza ...e ricordò ciò
che Buffy gli raccontò un anno fa. Ma come era possibile? Lui non poteva certo
essere padre.
–
Ho avuta così tanta paura, Angel. In qualche modo sapevo che non dovevo lasciare
la tua mano per nessun motivo. Pensi che non fosse solo un sogno? Insomma,
voglio dire, abbiamo visto un sacco di cose, alcune delle quali talmente assurde
che... –
–
Forse non era tutto reale. Si, alcune cose erano davvero assurde. Io di nuovo
con Darla? questo non è possibile. Noi due l’abbiamo vista morire, per fortuna
…e poi io con Cordelia? –
–
Già! tu e Cordelia, davvero assurdo …e io con Spike? Accidenti Angel, era un
sogno vietato ai minori quello, tutto quel sesso selvaggio. Ma era molto più
hard quell’ultimo film che abbiamo visto insieme, ricordi? Dove c’era
quell’unica scena con il cibo, per il resto era …wow – sorrise
–
Buffy, lo ricordo benissimo il film. Si, era abbastanza… forte anche per me …e
Spike poi, non è certo questo grande amatore, anche se lui va dicendo in giro il
contrario – Sorrise anche
lui.
Nonostante
scherzassero, cercando di alleggerire il momento, una parte di loro sapeva che
ciò che avevano visto era reale, ma non era ancora pronti per questo. Conoscere
non era la stessa cosa di Comprendere. Buffy ricordò quanto accaduto con
Cordelia la sera prima e sebbene non riuscisse a unire bene tutti gli eventi,
sentì che le cose erano collegate. Ebbe paura e si strinse ancora di più ad
Angel. Lui avvertì subito il cambiamento.
–
Cosa c’è? –
–
Cordelia è in pericolo, e lo sono anche le persone che le stanno accanto. I suoi
amici –
–
Cosa vuoi dire? Perché dovrebbe essere in pericolo. I suoi amici chi? Willow e
Xander? –
–
No, non loro. Tu sei in pericolo …e i vostri amici –
–
Buffy, io e Cordelia non siamo mai stati amici e non abbiamo amicizie in comune
–
Lei
era certa di avere ragione. Non poteva spiegarlo razionalmente, ma sapeva di
aver ragione.
–
Non ancora, ma potrebbe accadere, giusto? voglio dire, puoi escluderlo?
–
–
No! certo che no, ma se ti stai riferendo a quello che abbiamo visto nel sogno,
Buffy credimi, non accadrà mai. Questo si posso escluderlo. Non credo che potrò
mai amare qualcun'altra dopo… –
–
Dopo cosa? –
–
Lo sai cosa voglio dire, Buffy –
–
Dopo che mi hai lasciato? Dopo che mi hai detto che non vuoi vivere la tua vita
con me? –
–
Buffy… non è che io non voglio vivere la mia vita con te… lo sai benissimo che
non è questo –
–
Lo so Angel, è so anche che non… ma quelle parole… Angel, quelle parole erano
terribili –
–
Si! è vero che l’ho detto e che poi sono andato via, ma questo non significa che
io abbia smesso di amarti, questo non accadrà mai. Era questo che volevo dire
prima. Dopo te, non ci sarà mai nessun altra, non… Buffy, io non… non so ancora
come farò, come faremmo a… stare lontani… ma non possiamo ignorare la
maledizione, e a parte questo, io sono un vampiro Buffy, non voglio trascinarti
nel mio inferno. Il fatto è, che io non posso più vivere ne con te ne senza di
te …e questo è terribile, è il peggiore degli inferni che io abbia mai
conosciuto –
Le
labbra calde di lei sulle sue interruppero quel fiume di parole e si perse
ancora una volta nel dolce tepore di quel bacio. Sulle quelle labbra avrebbe
potuto morirci. La baciò ancora, attirandola forte a sé quasi con violenza. Lei
era la sua forza ma anche la sua debolezza. Si staccò bruscamente da lei, aveva
paura di perdere il controllo.
–
E’ questo il mio inferno, Buffy. Non vedi quando tutto questo sia patetico? Un
giorno potrei non riuscire a fermarmi. È sempre più maledettamente difficile per
me …e sappiamo bene tutti e due cosa succederebbe se perdessi… se perdessimo il
controllo. Non voglio condannarti all’infelicità. Non voglio che tu viva questo
inferno insieme a me. Non voglio vivere la mia vita con te, non perché non ti
ami, ma perché non voglio trascinarti in questo orrore senza fine.
–
–
Orrore. Inferno. Oh si certo, uno scenario davvero apocalittico. È questo che
pensi del nostro amore? Il tuo inferno… il tuo inferno è anche il mio, Angel e
lo sarà comunque, sia che stiamo insieme oppure no. La verità è che tu non sei
forte abbastanza per lottare. E’ questa la verità, e io davvero non ho più
voglia di sentirti parlare in questo modo e di spiegare ancora le ragioni per
cui dovremmo stare vicini, anzi che dividerci. Per poter stare insieme, dovremo
essere in due a volerlo …e tu semplicemente non lo vuoi. È questa la verità!
Inutile girarci intorno. –
Si
alzò dal letto e prima di uscire dalla stanza, si voltò a guardarlo ancora una
volta. Lui stava immobile a fissarla, incapace di parlare o di fare qualunque
altra cosa. Sapeva di averlo ferito e di aver esagerato con le parole, ma era
stanca, maledettamente stanca.
–
Preparo un po’ di the, credo di aver bisogno di qualcosa di caldo. Ne vuoi un
po’ anche tu? –
Lui
non rispose, la guardò semplicemente allontanarsi e sparire dietro la porta e
sentì di nuovo quell’opprimente senso di solitudine. Chiuse gli occhi cercando
di richiamare l’immagine di lei. Il vuoto lasciato dalla sua assenza era
insopportabile e faceva male da morire. Sentì una risata agghiacciante risuonare
dentro sé. Angelus, che in quelle ultime ore aveva taciuto, si
ridestò.
Raggomitolata
su una sedia, Buffy fissava con non molto interesse la tazza di the fumante
proprio davanti a sé. Ripensava al sogno di poc’anzi, e ripensava alle parole di
Angel.
“Non
credo che potrò mai amare qualcun'altra dopo te”.
Era stato quel “dopo te” che l’aveva fatta scattare in quel modo. La loro storia
era ormai giunta a questo punto, e sapeva che per entrambi ci sarebbe stato un
futuro, un “dopo”, in cui loro due non sarebbero stati più insieme. Ma quel
sogno, se da un lato l’aveva terrorizzata, dall’altro le aveva anche dato
qualche speranza e adesso aveva bisogno di aggrapparsi a questo disperatamente.
Possibile che Angel si ostinasse così tanto? Pochi giorni prima, anche lei aveva
cominciato a considerare la possibilità che lui non avesse torto, ma dopo quel
sogno non voleva più sentire ragioni. Non stava mettendo in discussione l’amore
che Angel sentiva per lei, non era questo. Sapeva bene che lui l’amava, ma
sentiva che lui in questo momento era spaventato e confuso e che ora più che mai
aveva bisogno di lei. Non era forse lì per questo? era lì per aiutarlo e
l’avrebbe fatto, che lui lo volesse o meno. Non l’avrebbe lasciato solo a Los
Angeles, a perdersi dietro i fantasmi del suo passato. La vita di Angel era un
inferno? bene, lei l’avrebbe vissuto con lui.
Versò
del the in un'altra tazza e tornò in camera. Lui si era assopito ma continuava
ad agitarsi nel sonno e a Buffy le si strinse il cuore. Non sopportava di
vederlo soffrire in quel modo. Il sonno avrebbe dovuto essere un momento
rigenerante, una pausa dal mondo cosciente e avrebbe dovuto portare ristoro. Era
così per tutti, ma non per Angel. Per lui non era affatto così. Il sonno, ogni
volta, lo riportava nel suo inferno personale, dove le sue vittime tornavano a
tormentarlo. Le vittime di Angelus, per essere più precisi, ma era Angel che
doveva pagare per tutto. Era questa la sua maledizione. Doveva ricordare tutto e
soffrire per il male fatto dal demone senz’anima. Ricordò le sue parole, quando
Angel parlò per la prima volta con lei della sua maledizione. Possedere un
anima, fra le altre cose, significava avere coscienza di sé
stessi.
–
Tu non hai idea cosa significhi fare
quello che ho fatto io, ed esserne consapevoli – Furono quelle le parole di
Angel e Buffy adesso comprese meglio anche il significato del momento di pura e
perfetta felicità. Con lei accanto e per un solo attimo, lui era riuscito ad
annullare il ricordo di cento cinquant’anni d’orrori e comprese anche che la
maledizione non era un atto di giustizia ma di pura e semplice vendetta. Gli
zingari non si curavano del fatto, che con il ritorno di Angelus, sarebbero
morti altri innocenti? A loro non interessava evidentemente. La loro è solo
vendetta. Chissà se nei files lasciati dalla Calendar avrebbe trovato qualcosa
al riguardo. Poggiò il vassoio sul comodino e si chinò verso lui,
accarezzandogli i capelli lo baciò delicatamente sulla fronte. – Non ti lascio
solo, stupido testardo – Si sedette nella poltrona accanto al letto e lo guardò
a lungo, prima di riaddormentarsi di nuovo.
***
*** ***
Si
era svegliato, gli occhi spalancati e immobili. Il suo sguardo fissava un punto
indefinito della parete di fronte a sé. Sapeva che lei era di nuovo lì, non
aveva bisogno di vederla per sentirla e lo stesso fu per lei. Nonostante lui non
si fosse mosso, sapeva che era sveglio. Si avvicinò e gli accarezzò ancora la
fronte. Il corpo rigido di Angel emanava un gelo profondo che lei non aveva mai
sentito prima di allora e adesso tremava di nuovo in modo inconsulto. Lui non la
guardò continuando a fissare il muro, ma saperla lì di nuovo accanto a lui, lo
commosse ancora profondamente. Poco prima, il pensiero che lei fosse andata via,
l’aveva terrorizzato a morte.
–
Sei qui –
–
Dove altro potrei essere, se non qui vicino a te? –
Si
voltò a guardarla, e Buffy si accorse subito che dai suoi occhi era sparito quel
calore che lei tanto amava. L’oscurità quella notte, sarebbe stata la loro
compagna – ma non per molto – pensò
Buffy. Lei non lo avrebbe permesso, non finché lei era lì. Il corpo di Angel fu
scosso da un altro violento tremito e aveva cominciato a gemere di nuovo. Le
ferite bruciavano ancora.
–
Ho freddo …e non riesco a farmelo passare –
disse
in un sussurro appena udibile, stupendosi per le sue stesse parole. Raramente
aveva mostrato la sua vulnerabilità davanti a lei, perché non voleva che si
preoccupasse per lui. Aveva sempre pensato che la sua presenza fosse già
sufficientemente ingombrante, senza doverla appesantire ulteriormente, facendo
gravare su di lei il peso della sua disperazione. Preferiva stare sempre un
passo dietro a lei, seguendola quasi in punta di piedi, senza far rumore e senza
opprimerla con la sua presenza.
Lei
scostò velocemente le coperte e lo copri meglio. Allungando una mano verso la
poltrona ne prese un'altra e con essa lo avvolse. Adesso anche lei stava
gelando. Sentiva il suo inferno.
–
Vuoi che accenda il caminetto? –
–
No. Non servirebbe, non è questo. Ho freddo dentro, Buffy. Non credo che le
coperte… –
–
Lo so, Angel. Anche io lo sento sai? ma va bene così. Sono contenta che me l’hai
detto, io… –
Scostò
le coperte e si sdraiò accanto a lui, lo abbracciò appoggiando la testa
nell’incavo tra il collo e la spalla di lui, che sembrava fatta a posta per
accoglierla. Lui le mise un braccio intorno alle spalle e con l’altro le cinse
di nuovo la vita, esattamente come aveva fatto poco prima, avvicinandola di più
a sé e attirandola saldamente contro il suo petto.
Le
baciò delicatamente il viso più e più volte e le scostò una ciocca di capelli
dagli occhi. Guardandola, vide la sua tristezza, nonostante cercasse di
nasconderla, e seppe che lei non era lì solo perché doveva. Lei era lì perché lo
amava. Si rese conto che c’erano tante cose da dire e lui con le parole non era
mai stato tanto generoso. Lei non meritava questo. Volle
rassicurarla.
–
Va già un po’ meglio, adesso. Tu come
stai? Sarebbe meglio se dormissi un po’, sei stanca –
–
Va meglio, Angel ...e non ho sonno. Ho fatto del the prima, magari non è più
caldissimo –
–
Ok, vada per il the …e stavo pensando che… che non potrò stare qui per molto.
Sarebbe meglio se andassi adesso, manca ancora un po’ all’alba
e…–
–
e… ? Ho già accostato le tende, il sole non entrerà. Non sei ancora in grado di
muoverti da solo. Domani al tramonto andremo da te, lo so che lì ti sentirai più
al sicuro… –
–
Gia! il sole… il sole non entrerà… –
–
Lo so come ti senti, Angel, e lo capisco sai? è così anche per me. Mi sento
anche io come sospesa fra due mondi, incapace di essere totalmente da una parte
o dall’altra e questo in effetti un po’ mi spaventa. Ma quel sogno… in qualche
modo non ci sta mostrando qualcosa? forse…
forse per noi c’è ancora una speranza –
–
Quel sogno… forse era solo un sogno Buffy, null’altro che questo, anche se la
parte riguardante il passato era… era reale. Hai visto Angelus, cioè me… perché
è questo che io sono, Buffy. Angelus sono io …e hai visto cosa sono stato capace
di fare, cosa potrei ancora… –
–
Si! Ho visto cosa è stato capace di fare. Lui non tu, Angel …e non era da solo.
Mi è sembrato che il regista di tutto quell’orrore non fosse lui. Darla ha avuto
un ruolo molto importante in tutto questo …e mi chiedo se le cose non sarebbero
state diverse, se lei… se non fosse stata lei a… ad uccidere l’uomo che eri …e
come ha potuto parlare d’amore, quando hai… –
–
Ucciso la mia famiglia? – concluse Angel, in un sussurro appena udibile
–
Si –
Lo
accarezzò dolcemente ancora una volta. Era questo l’inferno di Angel. Il suo
passato. Non che lei non lo sapesse già, ma vederlo era diverso che leggerlo sui
libri di Giles. I resoconti degli Osservatori non si avvicinavano neanche un po’
a quello che era stato il passato di Angel. Quella sembrava piuttosto, una
versione edulcorata rispetto a quello che lei aveva visto. Angelus non uccideva
per nutrirsi, non solo. Lui provava un piacere immenso nel farlo ed era un
violento e psicopatico sadico animale. Non era come gli altri vampiri. Ma
nonostante ciò, nonostante avesse visto tutti gli orrori di quel passato, lei
riusciva a distinguere chiaramente la differenza tra lui e Angelus e sentì di
amarlo ancora di più. Era proprio quel passato terribile, che faceva di Angel
una creatura speciale. Lui era quello che era, nonostante Angelus. Angel aveva tanta
forza dentro sé, che forse neppure lui sospettava di avere, ma Buffy riusciva a
sentirla. Era contemporaneamente luce e tenebre insieme, era un essere unico …e
lei non poteva non amarlo. Lo amava totalmente e incondizionatamente. Amava la
sua unicità. Qualunque altra donna, sarebbe fuggita davanti alla visione di
quell’orrore, ma non Buffy. Lei amava tutto quello che lui era stato, quello che
era diventato e quello che era adesso. Non poteva amare solo la parte buona. Se
così fosse stato, loro non avrebbero mai potuto avere un futuro. Era fin troppo
facile amare Angel e la sua infinita dolcezza. Ma in lui coesistevano anche il
demone e l’uomo di un tempo. Come era possibile amarlo totalmente, così come lei
l’amava, se non avesse accettato anche il suo passato? Buffy seppe che in
qualche modo, la vera forza di Angel, nasceva proprio dall’essere stato proprio
quello che era stato. Tutto quel dolore che stagnava dentro lui, come un cancro
che lo divorava dall’interno, rischiava di schiacciarlo ogni volta, ma alla fine
riusciva sempre a mantenere il controllo. Angel era anche Angelus ed era anche
Liam. Le cose non erano mai così semplici però. Lui, nella sua totalità era
qualcosa di diverso. Angel, non era il solo e semplice risultato della somma
delle singole parti che componevano la sua complicata personalità. Lui era di
più. Angel nella sua interezza, era altro. Buffy questo lo aveva sempre saputo,
seppur non in maniera così chiara. Lo sapeva non a livello razionale, ma fin
dalla prima volta che lo vide, percepì la sua unicità. Se Angel, adesso, pensava
che lei fosse spaventata dal sogno che avevano condiviso, beh si sbagliava di
grosso. Lei ora lo amava ancora più di prima.
–
Avevo già visto il tuo passato in sogno, Angel! quindi non è stata poi una
grande sorpresa. So bene chi e che cosa è Angelus e so che ti sta tormentando
ancora. Credi che non l’abbia visto nei tuoi occhi prima? lo so benissimo che è
più vicino alla superficie, posso sentirlo, ma lui non mi fa paura, non più. Non
vincerà Angel, noi non lo permetteremo. Credi che io possa smettere d’amarti
perché lui è ancora dentro te? Questo non accadrà. Non mi sentirai mai dire cose
tipo io ti amo, ma non posso stare con te
per quello che eri in passato …e bla bla bla. Non potrei mai dire cose del
genere perché… perché io ti amo esattamente come sei. Quel passato non c’è più e
tu puoi fare ancora molto per mandare il demone sempre più nel profondo, finché,
alla fine, di lui non resterà più neppure il ricordo. Un giorno accadrà Angel, e
quel giorno io sarò ancora accanto a te. Io ti amo, Angel! ha importanza tutto
il resto? –
Angel
aveva ascoltato in silenzio. Dentro lui si agitavano delle emozioni fortissime,
che non riusciva ad esprimere e lui con le parole non era mai stato bravo, o
almeno questo era ciò che lui pensava. Lei lo amava nonostante tutto. Lo sapeva,
l’aveva sempre saputo, ma sentirglielo dire così chiaramente e con tanta
naturalezza, come se fosse la cosa più ovvia del mondo, ebbe il potere, ancora
una volta, di fargli dimenticare per un attimo tutto il tormento di quei giorni.
In quel momento lui aveva assolutamente bisogno di sentirsi dire esattamente
quello che lei aveva detto. Sapeva di essere, di nuovo, di fronte ad una svolta
epocale della sua vita. Il livello
di angoscia personale ed esistenziale, in quei giorni, aveva raggiunto vette non
esattamente trascurabili, ma lei, con le sue parole, era riuscita a rendere
tutto chiaro come un fresco e rigoglioso ruscello d’acqua limpida …e il ruscello
divenne un fiume impetuoso e poi ancora, un immenso oceano di passione, d’amore
e di desiderio, destinato però a rimanere dolorosamente inespresso. La voleva
disperatamente. Ora, adesso. Subito. – Io ti amo, Buffy – e Angel avrebbe
mentito a se stesso, se avesse detto che non avrebbe voluto essere ancora una
volta dentro lei. Anche lei lo voleva, poteva sentire l’odore della sua
eccitazione e vide i suoi occhi farsi più scuri. – Buffy …non possiamo, noi non…
– Buffy si avvicinò ancora un po’
di più – No, Angel, non possiamo, noi non… - poggiò una mano sul suo viso,
portando l’altra dietro al collo di lui – Hai ragione, Angel, noi non… - e
mentre i suoi occhi si velavano di desiderio, cominciò a baciarlo. Era un bacio
duro, disperato, e lei sentì la sua erezione pulsare
violentemente contro la sua coscia. Spingendo la lingua nella bocca di lei,
Angel gemeva, restituendo il bacio avidamente. Continuarono per un po’,
abbandonandosi a quella dolce e tremenda tortura. Fu lui a staccarsi per primo,
anche questa volta, e Buffy, anche se a malincuore, lo ringraziò
silenziosamente.
–
deve esserci un modo per… – disse Buffy, quasi con rabbia.
–
…per non impazzire – continuò Angel per lei
–
Si! – concluse Buffy
…e
lei per la prima volta, sentì Angel che pronunciava le parole, che avrebbe
voluto sentirgli dire da tanto tempo. – Se c’è un modo, noi lo troveremo, Buffy!
– Stava sognando? – ma fintanto che… – Eh si, stava sognando. Non poteva dire
però che Angel non avesse ragione. Solo pochi attimi prima, erano stati davvero
ad un passo dal cedere alla passione. Si erano spinti troppo oltre. – Non è
solo… – continuò Angel – Non è solo il sesso, Buffy. Non hai idea di come mi
senta quando tu sei così vicina. Quello che hai detto prima, di me, di Angelus…
di noi… io… Buffy, è stato bellissimo, mi sono sentito così… Adesso posso
sentirlo sai? non è più come la prima volta, voglio dire… quando cambiai… allora
mi colse di sorpresa, ma adesso riesco a sentirlo prima… sento… non riesco a
descriverlo, ma sento che l’anima si stacca lentamente e… non è solo quando
facciamo l’amore… non solo. Sulla maledizione ci sono ancora tante cose che non
sappiamo… dovremmo studiare meglio tutta la faccenda e se esiste un modo per
aggirarla noi lo scopriremo… forse Giles o Willow… potrebbero aiutarci… forse la
Calendar ha lasciato qualcosa nei suoi appunti –
Per
la seconda volta, in così poco tempo, aveva parlato come un fiume in piena, e
per essere un tipo taciturno e ombroso questo era da considerarsi un fatto
assolutamente eccezionale. Buffy riusciva sempre, in un modo o nell’altro, a
sconvolgere ogni volta la sua
esistenza …e non poteva non sorridere al pensiero di quanto lei fosse davvero
una creatura straordinaria.
–
Angel stai bene? –
–
Ho parlato troppo e troppo in fretta eh? – Sorrise e le accarezzò i capelli –
Sto bene, Buffy -
–
Sei diventato un chiacchierone. Beh mi piace… e mi piace anche quando non parli
e… –
–
…e non sarebbe meglio se dormissimo un po’ ? – Buffy annuì coccolandosi fra le
sue braccia.
Rimasero
così in silenzio, abbracciati ma nessuno dei due dormiva.
–
Angel? –
–
Uhm? –
–
Pensavo a quello che ti ho detto prima –
–
Anche io –
–
Pensavo anche al sogno –
–
Anche io …e quel pianto era… –
–
No,
quello che più mi ha spaventata di quel sogno, non è stato vedere Angelus, ma…
il pianto del bambino. Lo sento ancora dentro me sai? Ha bisogno di noi, Angel!
ha bisogno del nostro aiuto, non possiamo ignorarlo ancora –
–
Dio, Buffy! Era un pianto così disperato …e non credo fosse…
–
–
Non siamo stati in grado di aiutarlo, Angel. Svegliandoci, l’abbiamo lasciato
lì. È come se lo avessimo abbandonato al suo destino. Lui sapeva che noi
potevamo sentirlo e chiedeva aiuto –
–
…e non credo che fosse il pianto di una vittima di Angelus e Darla. No, quel
bambino era… –
–
Vivo! –
–
Si, Buffy! Era vivo ed era umano …e aveva un anima. Non so perché lo so, ma lo
so! –
–
Ne parli al passato, perché? Lui non è morto. Angel, lui è ancora vivo. Adesso.
Ora. E’ ancora vivo. Non chiedermi perché dico questo, ma so che non è morto.
Non può essere morto. –
Note:
Mo ghrá. Is tú mo ghrá.
È una frase in
gaelico (la lingua parlata tuttora in Irlanda) e significa: Amore mio. Io ti
amo.
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Aşa
să fie! Aşa să fie! Acum!
È l’ultima parte
del rituale, recitato dalla vecchia zingara per maledire
Angelus.
Anche Willow ha
pronunciato queste stesse parole, quando a ripristinato l’anima di
Angel. |