Kyrie
Eleison
( colonna sonora: Shattered
)
Yesterday I died, tomorrow’s
bleeding
The future’s open wide, beyond
believing
Un funerale, in fondo, è come un matrimonio.
I medesimi abiti, sobri ed eleganti ad un tempo, la
medesima, melodica marcia che accompagna la funzione, i medesimi
occhi velati di pianto degli invitati, il medesimo prete che recita
le preghiere, avvolto nella sua sacra veste nera.
«Requiem aeternam dona eis, Domine, et lux perpetua luceat
eis».
Nessuno faceva caso ai due uomini che non
accompagnavano la voce del sacerdote con le loro.
Il nero, distinto signore dagli occhi rossi – tra
i due il più alto – si chinò con
raffinata eleganza sul compagno.
«Sembra che si stia svolgendo tutto come previsto: se volete,
possiamo andare».
Il giovane ragazzo dall’atipico contegno levò una
mano ad afferrare la tesa del cappello a cilindro per calarla a
celare il proprio volto – avrebbe potuto essere Ciel
Phantomhive,
non fosse stato per la mancanza della benda e l’assenza di
tormento
nel suo sguardo. «No».
Il maggiordomo riprese ad osservare la cerimonia con
quei suoi occhi spenti – avrebbe potuto essere Sebastian
Michaelis,
non fosse stato per l’espressione vuota e la voce priva
d’inflessioni con la quale parlava al suo padrone.
Il riposo eterno: è così che avrebbe
dovuto
essere.
Come mille voci d’angeli che cantano insieme, così
i loro pensieri si equivalsero in quell’istante in cui
entrambi
guardarono il prete.
Ciel sospirò, mentre Agni, Soma, Bard e Tanaka
facevano sfilare la bara vuota in direzione del rettangolo sbilenco
che Undertaker aveva scavato nella terra per lui – o per la
maschera di lui rappresentata da quel feretro. Strascicavano
stancamente i piedi sotto il peso della perdita.
Ma io non riposerò mai in quella bara e nessuna
luce splenderà su di me.
«In memoria aeterna erit iustus ab auditione mala
non timebit» sussurrò Sebastian, tanto piano che
il conte quasi non
l’udì al di sopra delle altre voci che avevano
ripetuto lo stesso
passo. «Ecco come avrebbe dovuto essere».
Il ragazzino sollevò la testa come per
rimproverarlo per quell’ennesima presa in giro, tuttavia
tacque
quando non riuscì a trovare lo sguardo del demone, che,
senza vita,
era volto alla funzione, od il suo sorriso mefistofelico, tramite il
quale ogni volta gli era stato concesso di vedere uno scorcio
d’Inferno.
Adesso la sua vita apparteneva a quell’universo e
sarebbe stata infinita, tanto lunga che i suoi occhi si perdevano
all’orizzonte nel tentativo di scorgere un indomani.
Ma sapeva che non l’avrebbe visto mai più.
In fondo sono penoso: per che cosa mi sto
trascinando attraverso le ore?
Per umiliare Sebastian? Per assistere al dolore
che sto causando a coloro che hanno tentato di starmi vicino?
Ciel Phantomhive, il vero Ciel Phantomhive e
tutta la sua dignità giacciono davvero in quel feretro.
Losing what was found, a world
so hollow
Suspended in a compromise
But the silence of this
sound is soon to follow
Somehow, sundown
Elizabeth piangeva come – ne era del tutto certo
–
non avrebbe mai più visto fare a nessun altro essere umano.
Ad ogni nuova lacrima che le bagnava le guance,
imperdonabilmente arrossate sotto il velo nero, Ciel perdeva un poco
della libertà che infine gli era sembrato d’aver
ritrovato ed il
mondo tornava ad essere vuoto e freddo come l’aveva
conosciuto in
quegli ultimi tre anni.
La sua nuova vita era stata un compromesso.
“Nessuno potrà divorare l’anima di Ciel
Phantomhive”, così Alois aveva decretato e
così era stato fatto,
in cambio del suo spirito.
Il compromesso tra un demone che amava ed un ragazzo
che desiderava essere amato.
Non vi era nessuna libertà, in questo: non aveva
scelto di reincarnarsi in un demone, non aveva scelto di privare
Sebastian della ricompensa che gli spettava, non aveva scelto di
trascinarsi nei secoli senza sapere per quale motivo.
Non aveva scelto di vedere la sua promessa sposa
spezzata dal dolore sopra la sua bara.
«Non dovreste». Il braccio del maggiordomo
ostacolò il suo tentativo di muovere un passo in avanti ed i
suoi
occhi l’ammonirono, per un istante accesisi di quelle fiamme
che il
conte aveva incontrato, un giorno di tre anni prima, quando aveva
promesso il suo spirito in cambio della vendetta.
«È meglio per
tutti loro se nessuno vi vede, ricordate?»
«Le devo un sogno, Sebastian» sentenziò
il
ragazzino. «Lasciami andare, so perfettamente che cosa sia
meglio
per loro».
Il demone arretrò per consentirgli di fare come
più
gli aggradasse, pur se di malavoglia.
«Yes, my Lord».
And this day’s ending
Is
the proof of time killing all the faith I know
Knowing that faith
is all I hold
Elizabeth piangeva ancora.
Più sommessamente, adesso,
nell’intimità della
sua camera da letto, lasciata sola a tentare di colmare il vuoto nel
suo cuore con le lacrime, tuttavia piangeva.
«Una fanciulla non dovrebbe sprecare tanto dolore
per l’uomo che l’ha abbandonata».
Una mano inguantata di nero prese la sua, nuda,
poiché aveva gettato via i guanti in un impeto di
disperazione, e la
portò contro due labbra che la baciarono con infinita
tenerezza
mentre la ragazzina sollevava timorosamente lo sguardo, come temendo
di stare sognando.
«Ciel, sei tu?»
Ciel le sorrise e, mentre la stringeva a sé e le
donava un amore falso – i demoni non provano sentimenti
– che non
aveva mai saputo concederle in vita, si chiese
perché,
dopotutto, fosse andato da lei quell’ultima volta.
Non perché lo ricordasse come il bambino sereno che
era stato un tempo e non come un freddo feretro, come al contrario
tentava di illudersi di stare facendo.
«Ma certo, my Lady».
Elizabeth rise e affondò il volto tra le pieghe dei
suoi abiti.
Si stava aggrappando a lei, all’ultimo
frammento del suo passato, del destino che aveva avuto,
dell’esistenza che aveva potuto scegliere per sé
– e che adesso
inevitabilmente rischiava di volare via, lontano, parimenti una
farfalla dalle ali bianche che si allontanava nel cielo e portava con
sé i ricordi di una vita che era stato lui a decidere di
condurre.
«Resterai, vero, Ciel?»
Il conte la baciò sui capelli biondi e si permise,
almeno per qualche momento prima d’andare, di perdersi nella
sua
gioia, luminosa di quella luce che non avrebbe mai più
potuto far
altro che sfiorare.
«Soltanto per un poco. Un giorno, però,
tornerò a
farti visita».
«Puoi… promettermelo?»
«Sì, te lo prometto, Lizzy. Sarà il
nostro
segreto».
Kyrie eleison. Signore, abbi pietà di me. Di
noi. Di lei, in particolare.
Un guizzo negli occhi, rosso.
Fall
into your sunlight
Un funerale, in fondo, è come un matrimonio.
I medesimi abiti, sobri ed eleganti ad un tempo, la
medesima, melodica marcia che accompagna la funzione, i medesimi
occhi velati di pianto degli invitati, il medesimo prete che recita
le preghiere, avvolto nella sua sacra veste nera.
La medesima sensazione di vedere un’abbagliante
luce bianca quando lo sposo sorride e tende una mano a sua moglie
–
e lei la prende, la stringe forte, per suggellare la loro unione
eterna.
Perché si spegne il giorno della morte di Ciel
Phantomhive – requiem aeternam.
Nelle tenebre, tuttavia, sboccia timidamente un
nuovo fiore, d’un amore che potrebbe dirsi infantile, ma che
dopotutto non lo è affatto – et lux
perpetua.
E lei aspetta lo sposo all’altare, perché le ha
promesso che verrà – amen.
Che verrà e succhierà via dal suo cuore tutto
l’amore che ha da dargli, perché non gli
è rimasto nient’altro:
è ormai andato perduto, sotterrato insieme a quella bara
nera –
Kyrie eleison.
Requiem aeternam dona eis,
Domina, et lux perpetua luceat eis: L'eterno riposo dona
loro, Signore, e splenda ad essi la luce perpetua.
In memoria aeterna erit
iustus ab auditione mala non timebit: Il giusto
sarà sempre ricordato, non temerà annunzio di
sventura.
Kyrie eleison:
Signore, pietà.
Lacrimosa:
"di lacrime", "giorno di lacrime" ( lacrimosa dies illa qua resurget
ex favilla judicandus homo reus: giorno di lacrime quando
risorse dalle fiamme l'uomo reo per essere giudicato )
Piccolo tributo a Ciel ed
Elizabeth dopo il finale della seconda serie, che sinceramente trovo
poco adatto a Ciel: ha trascorso tre anni combattendo un demone (
perché tutti quei dispetti e quant'altro erano palesemente
atti a combatterlo, come piccole vendette per quando avrebbe dovuto
farsi mangiare l'anima ) e poi diventa lui stesso uno di loro? No, 'sti
cazzi.
Quindi ne è uscito questo, basato su Shattered dei
Trading Yesterday: spero possa piacervi, era tanto che non scrivevo una
Ciel/Elizabeth.
Personalmente adoro questa parte del testo: "Fall into your sunlight",
mi ispira moltissimo per questa coppia. Oh, un appunto: "un guizzo
negli occhi, rosso" non significa che poi Ciel la divora, eh. Sia
chiaro. XD Ho cercato di fare una sorta di happy end, o qualcosa di
simile.
( Il testo di Shattered
appartiene ai Trading Yesterday, non voglio infrangere copyrights di
sorta. )
Spero piaccia, insomma<3. Nel mentre vado a farmi una doccia.
'til next time, chu.
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