Promise
Promise
Consigliato vivamente con sottofondo (Roxas Theme The Other Promise)
Buona lettura! ^^
Era adagiato sopra un soffice manto di sabbia bianca e fine che
circondava perennemente quell'isola dove trascorrevano la maggior parte
del loro tempo, soprannominata dagli abitanti del luogo l'Isola dei
Bambini poichè durante il periodo estivo molti ragazzi la
popolavano sia mattina che sera mentre adesso deliziosi fiocchi di neve
ricoprivano i piccoli granelli per poi inumidirla leggermente,
turbinava in alto e avvolgeva l'ambiente, cadeva dall'alto ricoprendo
ogni cosa fino all'Infinito: imbiancava le città con le
case, il
porto con le navi.
Un'altra noiosa sera passata in quel luogo completamente desolato nel
corso dell'Inverno, ogni singolo suono giungeva ovattato ed il silenzio
del mondo arrivava inalterato, l'aria pungente gli frustava senza
tregua il volto niveo e freddo, la chioma argentea era smossa dal
venticello che trasportava con sè ogni cosa.
Il naso pizzicava ed inutilmente cercava rifugio fra la lana calda e
morbida che gli avvolgeva il collo slanciato, fra le dita intirizzite
stringeva un bicchiere fumante di caffè caldo che ogni tanto
sorseggiava con estremo disinteresse poichè i suoi sguardi
ricadevano principalmente su quella palma ricurva totalmente ricoperta
di brina, un tempo le lunghe e ampie foglie verdi si lasciavano
ammirare in tutto il loro splendore, seguiti dai suoi mistici frutti
gialli che ricordavano molto una piccola stella, eppure, nonostante
fossero trascorsi così tanti anni ricordava quella famosa ed
importante giornata come se fosse ieri.
Una minuscola sfera bianca scivolò lungo la sua felpa fino a
raggiungere il dorso della mano, aveva sempre amato l'Inverno, i campi
e le strade miti ricoperte da un sottile strato di nevischio mentre i
fiocchi di neve silenziosi e lievi volteggiavano allegramente in una
danza perpetua per poi posarsi sul suolo, stanchi. Tutto intorno era
quieto, chiuso in un oblio profondo mentre indifferente il mondo tace.
Ritornava lì ogni singolo giorno ricordando quella fatidica
e
alquanto strana promessa che molto tempo fa lui e Sora avevano stretto
senza indugio e rimorsi, quando soltanto l'innocenza faceva da sfondo a
quell'amicizia indissolubile che li legava ormai da anni, accaduto
proprio sull'albero di Paopu accanto al ponticello... ogni volta che
ricordava le parole del moretto un sorriso gli nasceva spontaneo, un
sorriso felice e allo stesso tempo malinconico, che si fosse
dimenticato di tutto ciò?
Nonostante tutto lui continuava a sperarci che un giorno fosse corso da
lui pronunciando le tanto sognate parole che ormai erano rimaste
impresse nel suo cuore come un'incisione, difficile da cancellare ma
molto più semplice da distruggere, si sentiva abbastanza
ridicolo quando i suoi pensieri mulinavano con frequenza su
quell'argomento, dentro un silenzio fatto di tristezza, nella vaga
illusione che un giorno possa realmente avverarsi.
Le sue iridi acquamarina scivolavano costantemente sul porticciolo dove
una spessa corda reggeva saldamente la sua barca che ormai lo
trasportava su quell'isola ghiacciata da molti anni, una volta
accompagnata dalla sua gemella che la seguiva ovunque, adesso
così sola e sconsolata si lasciava trasportare dalle onde
che
impetuose la sbatacchiavano di qua e di là con veemenza.
La luna con mansuetudine scendeva verso l'orizzonte e pian piano anche
i suoi sogni senza termine che sarebbero rinati dolcemente con la
prossima alba che avrebbe fatto la sua entrata in scena in modo
spettacolare, svegliando con la sua luce le vite delle persone.
Inconsapevolmente aumentò la stetta contro il bicchiere di
cartone per poi trascinarlo con lentezza vicino le labbra fino ad
ingurgitare un altro sorso di caffè nella speranza che il
suo
corpo ghiacciato facesse tesoro di quel calore a lui donato, un calore
che poteva semplicemente essere sostituito da un suo abbraccio.
*Flashback*
-Hey, Riku!-
Un ragazzino dalla folta e stramba chioma castana dimenava con
insistenza le braccia da lontano, cercando di catturare l'attenzione
del suo migliore amico, seduto sopra una grossa palma che sporgeva
verso il mare cristallino.
Un'altra deliziosa giornata che si prospettava nel migliore dei modi,
contornati dagli sguardi felici degli abitanti indaffarati dalle prime
luci del mattino, quella luminosa sfera che si levava pian piano in
alto nel cielo e si rispecchiava con vanto sopra la superficie
dell'acqua di mare che rifletteva compostamente l'immagine splendida
che offriva.
Sora si avvicinò ancora di qualche passo all'albero dove
Riku
dondolava pigramente una gamba mentre le sue iridi sorvolavano su ogni
particolare che riuscisse a conquistarlo, i suoi sguardi perennemente
attratti da un'unica persona, lui, solo e soltanto lui era degno di
meritarsi il suo affetto, il resto era silenzio.
L'argenteo nonostante i continui schiamazzi da parte del compagno non
vi badò molto e con disinteresse si adagiò con la
schiena
contro il tronco liscio del Paopu, il piccolo posticino dove si
riunivano ogni singolo giorno.
Sora si mordicchiò il labbro inferiore per poi piombare come
un
fulmine accanto al ragazzino che si limitò ad inarcare un
sopracciglio.
-Ri-chan! Perchè non rispondi mai!- bofonchiò
incrociando
le braccia al petto e sedendosi sgraziatamente rifilò
un'occhiata indignata a Riku che divaricò leggermente le
gambe
in modo tale da gustarsi quel broncetto assolutamente paradisiaco,
quelle labbra morbide che lo facevano impazzire ogni volta che le
agitava.
L'albino socchiuse le palpebre con fare sapiente rispondendogli con una
linguaccia: -Sei sempre il solito ritardatario.- asserì,
puntandogli un dito contro e rigirando, come al suo solito, il coltello
dalla parte del manico.
Era capace di estasiare il castano con semplici gesti o parole, per lui
era sempre stato una specie di "Idolo" da seguire ed imitare in tutta
la sua perfezione, ma lui non trovava niente di eccitante in tutto
ciò, era soltanto un po' più sveglio rispetto a
quei
ritardati di Selphie, Wakka e Tidus, niente di più.
-Mi sono svegliato tardi, e poi ho dovuto fare colazione.- ammise
mentre un sorriso beato si allargava pian piano su quel volto paffuto,
modellando con dolcezza le guanciotte tenere e morbide come due
succulente pesche appena colte.
Era felice di essere il solo ad ammirare quello spettacolo
meraviglioso, e non nascondeva l'irritazione che avesse attenzioni per
qualcuno che non fosse lui, lo innervosiva particolarmente che quella
gatta morta di Selphie gli ronzasse attorno con i suoi modi di fare
scimmieschi, che sia Tidus, Wakka o chiunque altro, Sora era
esclusivamente suo.
Quella bocca deliziosa e ingenua che diceva sempre e solo la
verità, un cuore puro che sarebbe rimasto intaccabile per
anni e
anni mentre il suo corrotto e malconcio non meritevole di
quell'amicizia sembrava il nulla in confronto a quello del migliore
amico.
-Senti Riku.- iniziò il moretto voltandosi appena verso di
lui e
cercando con le sue pozze azzurre e limpide quelle acquamarina del
compagno. -Ho bisogno di farti una domanda che ho celato per molto
tempo qui.- disse, portandosi con flemma una mano esattamente
all'altezza del cuore.
Riku piegò leggermente la testa di lato, curioso di scoprire
cosa nascondesse l'amico. -Sai che puoi domandarmi tutto, stupidone.-
Sora congiunse le mani portandosele in grembo e scrutando con fare
pensieroso il mare infrangersi contro il bagnasciuga. -Riku... da
grande noi ci sposeremo, vero?- chiese con un sorrisore a trentadue
denti.
L'argenteo restò di stucco a quella domanda, stava davvero
sognando oppure Sora aveva pronunciato quelle parole?
Scrollò violentemente il capo, cercando di riacquistare la
lucidità persa pochi minuti prima.
Si grattò con fare imbarazzato la testa voltando lo sguardo
dalla parte opposta. -Sora... sai almeno cosa significa sposarsi?-
rispose, senza smettere di guardare l'orizzonte che mescolava e pian
piano congiungeva qualsiasi cosa mentre sbuffi di nuvole bianche
giocherellavano alte nel cielo limpido e blu.
Era rimasto fin troppo colpito per rispondere altro, impacciato da
quella frase fuoriuscita dalle sue labbra con immensa
spontaneità, una qualità rara che il moretto era
in grado
di utilizzare a suo piacimento, non era capace di proferire altro, un
nodo sembrava attanagliargli lo stomaco, che fosse malinconia? Oppure
la tristezza di un desidero impossibile da realizzare?
Poco importava tutto ciò, il fatto che avesse avuto il
coraggio
di dirglielo nonostante non conoscesse a pieno il vero significato
bastava a colmargli il cuore di una gioia immensa e mai provata prima.
-Certo!- esclamò con enfasi, ridacchiando di conseguenza.
-Quando due persone che si vogliono bene rimarranno per sempre insieme
e, noi siamo migliori amici, vero?- domandò, rivolgendogli
un'occhiata speranzosa e avvicinandosi di qualche centimetro al
ragazzino.
Riku si alzò lentamente con la schiena mentre osservava con
preoccupazione le iridi lucide del castano che lo osservavano in cerca
di una risposta soddisfacente, che lo rassicurasse in maniera
definitiva, qualcosa che valesse più di un semplice
abbraccio,
qualcosa che lo avrebbe reso felice a vita.
-Si.- mormorò abbassando lo sguardo e studiando il cespuglio
che
nasceva poco più sotto dell'albero, eppure,
perchè
sentiva il gran bisogno di piangere nonostante pochi minuti fa una
notizia del genere l'avrebbe reso il ragazzo più felice del
mondo? Forse perchè era tutto così totalmente
sbagliato?
Oppure perchè sapeva che un giorno l'avrebbe perso?
Sora sorrise allegramente ancora una volta, stringendo con la sua
piccola manina quella del più grande che si
lasciò
guidare senza opporre alcuna resistenza. -Mi prometti una cosa?- disse
infine il castano stringendo entrambi le mani dell'argenteo che, a
fatica, alzò lo sguardo per incrociare le ridenti iridi che
esprimevano la gioia che provava in quel momento.
-Cosa?- chiese scrutandolo attentamente con alcune rapide ed incisive
occhiate in grado di compredere in pochi attimi lo stato emotivo delle
persone, un'altra qualità da aggiungere, era un attento
osservatore e sapeva perfettamente che Sora stava pronunciando quelle
parole con tutto il cuore.
Felicità, una parola semplice da pronunciare ma difficile da
provare, conquistarla è dura, perderla è
semplicissimo,
nonostante ciò si continua a vivere dentro un'utopia fatta
di
sogni e speranze che non fanno altro che aprire cicatrici su cicatrici
che il tempo non sarà in grado di curare.
-Tu sarai sempre il mio migliore amico?- fece combaciare perfettamente
i loro mignoli, come facevano sempre quando volevano giurare in modo
"serio" qualcosa a loro caro, come il Posto Segreto scoperto
molto
tempo prima quando andavano ad esplorare costantemente quella piccola
Isola.
L'albino si mordicchiò le labbra per poi accennare un mezzo
sorriso stentato, il suo caro e dolce Sora, chissà come
sarebbe
diventato da grande, sempre il solito buffone, giocherellone e
ritardatario? Il suo cuore gli confermava che non sarebbe mai cambiato,
e lui ci sperava, lui amava il bambinone simpatico e pasticcione che lo
metteva al primo posto, sopra ogni cosa.
-Certo. Che domande, stupidone.- sorrise, regalandogli un affettuoso
pugno sopra la testa che il più piccolo non
riuscì a
schivare in tempo.
Incrociò le braccia dietro la testa sorridendo allegramente,
come se avesse appena gustato il miglior pranzetto del secolo, una
gioia vederlo ridere, semplicemente magnifico vederlo fra le sue
braccia un giorno.
-Bene!- esultò, balzando giù dal Paopu per poi
piroettare
verso Riku che a differenza del compagno, si distese di nuovo sul
tronco dell'albero, scrutando malinconico il cielo azzurro che li
circondava. -Promettimi che ci sposeremo, così staremo per
sempre insieme!-
Come potergli dire di no? Come potergli dire che in realtà
tutto
questo era sbagliato? Come potergli dire che in realtà lo
amava
e che sarebbe andato in capo al mondo pur di stare con lui? Difficile.
-Promesso.-
*Fine Flashback*
Le sue palpebre umide si aprirono pian piano, ritornando a scrutare di
nuovo il freddo e gelido ambiente che sembrava aver distrutto ogni
singola cosa, persino il suo sogno ormai dava l'impressione di
essere pura follia, e poco importava di quello che avrebbero pensato,
lui lo amava.
Sospirò mentre uno sbuffo di aria calda produsse una debole
nebbiolina che venne trasportata via quasi subito dal gelido vento,
bianchi viottoli, monti simmetrici e rami scheletrici, forse davvero
tutto ciò rappresentava i suoi desideri? Destinati a
soccombere
sotto uno spesso strato di illusione?
Si calzò meglio la felpa grigia mentre i bordi della sciarpa
rossa svolazzavano con impeto a destra e sinistra, stofinò
le
mani ghiacciate nella speranza che il freddo stanziato sulla sua pelle
scivolasse via, cosa del tutto impossibile in quel posto desolato e
abbandonato.
Altri piccoli fiocchi di neve continuarono a volteggiare con armonia
sul palmo della sua mano che li accoglieva senza timore, tenera,
pulita, lasciava che si posassero in modo tale da lasciarsi ammirare in
tutta la loro dolce semplicità, giace a terra, sui tetti, e
stupisce chiunque con la sua bianchezza.
-Riku! Riku!-
Una voce terribilmente conosciuta lo costriste ad alzare lo sguardo
fino ad incrociare quelle del suo migliore amico che, tutto indaffarato
e affannato, correva verso di lui sventolando animatamente una mano
guantata mentre un sorrisone a trentadue denti si faceva spazio pian
piano.
Il suo Sora, quel ragazzo che aveva stravolto in pochi attimi la sua
vita, qualcuno che ben presto sarebbe scappato via da lui, eppure il
solo pensare che potesse sfuggirgli gli colpiva il petto come una
pugnalata; correva e correva senza smettere di urlare il suo nome, la
neve cadeva e volava a seconda del vento freddo, oscillava.
Cadeva a falde sottili come lamine, fragili come il suo corpo che
avrebbe protetto a costo della sua vita, curato con amore, difeso fra
le sue braccia.
L'avanzata finalmente terminò con una sonora caduta accanto
il
compagno che non potè fare altro che sorridere a quella
scena
così tenera e allo stesso tempo buffa.
-Non rispondi mai, come al solito.- mugugnò, incrociando le
braccia al petto e scrollandosi la neve dalla folta chioma castana
mentre un ridacchiare fuoriusciva dalle sue labbra.
Riku si avvicinò di più a lui regalandogli come
sempre
l'affettuoso pugno che anche questa volta non riuscì a
schivare
in tempo, le guanciotte erano arrossate a causa del freddo, proprio
come quel delicato nasino che assomigliava vagamente ad un ghiacciolo,
il cappotto quasi più grande di lui non dava l'impressione
di
riscaldarlo a sufficienza ed infine lo sciarpone azzurro si intonava
perfettamente con le sue iridi glauche, splendenti e allegre come non
mai.
-E tu sei sempre il solito ritardatario.- rispose, sorseggiando
pazientemente un altro po' di caffè ancora bollente e
gustoso,
anche se Sora l'aveva sempre definita acqua sporca e puzzolente a lui
piaceva.
Il moretto gli rifilò una linguaccia che la diceva lunga:
-Sono
solo uhm... mezz'ora! Ops.- disse per poi sospirare afflitto e
abbandonarsi sul soffice manto candido e lieve, modellandolo con la sua
forma la neve sottostante.
Riku ridacchiò, soffiando appena sul caffè e
gustandolo
ancora. -Riuscirai mai ad arrivare puntuale ad un appuntamento?-
Il castano fece finta di pensarci su, per poi fare spallucce:
-Probabilmente no.- ammise. -Ma tu sei Riku e quindi non ti arrabbi.-
L'argenteo sbuffò con ironia, scrollando la testa. -Guarda
che
Riku potrebbe anche abbandonarti qui come un cane la prossima volta.-
-So che non lo farai mai!- esclamò alzandosi di botto e
circondandogli la vita con le sue esili braccia. -Perchè tu
sei
il mio migliore amico e hai promesso che staremo per sempre insieme.-
mormorò con enfasi mentre l'albino, imbarazzato, si
concentrò maggiormente sul bicchiere fumante.
-Promettimi che ci
sposeremo, così staremo per sempre insieme!-
Come poter non amare Sora? Come poter resistere alla sua tenerezza?
Eppure per tutti questi anni aveva cercato di fare il possibile, ma il
legame nei suoi confronti non aveva fatto altro che rafforzarsi, con
un'intensità ormai difficile da mandare in frantumi.
-Già...- sospirò quasi in un sussurro, il
più
piccolo pian piano districò l'abbraccio fino a gattonare
quasi
di fronte a lui, incrociando le loro iridi così simili che
servivano entrambi per completarsi a pieno.
Sora con un gesto meccanico riportò le ginocchia al
petto,
dondolando ritmicamente e cercando invanamente di riscaldare quel
corpicino completamente intirizzito dal freddo.
-Riku...- il compagno lo richiamò mentre il suo sguardo
pensieroso si poggiava lentamente sull'albero che giaceva immobile
sopra quella piccola scogliera.
L'argenteo scostò le labbra dal cartone, lanciando una
fugace occhiata al moretto. -Uhn?-
-Beh... Ti ricordi quella promessa che stringemmo molto tempo fa?-
domando con una nota tangibile di imbarazzo che venne colta con amore
da Riku che non potè fare altro che sorridere
silenziosamente,
cercando di non attirare l'attenzione dell'amico.
-Si.- rispose atono, voltando le sue iridi al cielo scuro e senza
nuvole.
Il castano intrecciò le dita, agitato. -A quel tempo, non
avevo
la minima idea di cosa significasse quella parola, o almeno in parte.-
mormorò, tentando di risultare il più discreto
possibile,
senza mettere fretta nè a lui nè a sè
stesso,
aveva bisogno di tempo per esplicare i suoi sentimenti.
L'argenteo strinse ancora una volta il bicchiere, guardando
intensamente il liquido marroncino che rifletteva la sua immagine
distorta, gli sembrava di vivere un de-ja vu, proprio come quella volta
da bambini sopra l'albero di Paopu, solo che adesso sembrava prenderla
sul serio, come se realmente
gli importasse di ciò.
-Adesso, ripensandoci, sembrava tutto così sbagliato, come
se
avessi detto una sciocchezza senza neanche rendermene conto.-
Crack.
Qualcosa nel corpo di Riku sembrò cadere in frantumi e per
poco
non roveciò il caffè sopra il pantalone,
richiando di
ustionarsi irrimediabilmente.
Felicità, una
parola semplice da
pronunciare ma difficile da provare, conquistarla è dura,
perderla è
semplicissimo, nonostante ciò si continua a vivere dentro
un'utopia
fatta di sogni e speranze che non fanno altro che aprire cicatrici su
cicatrici che il tempo non sarà in grado di curare.
In fondo doveva aspettarselo, era tutto totalmente
sbagliato.
Perchè sentiva il
gran bisogno di
piangere nonostante pochi minuti fa una notizia del genere l'avrebbe
reso il ragazzo più felice del mondo? Forse
perchè era tutto così
totalmente sbagliato? Oppure perchè sapeva che un giorno
l'avrebbe
perso?
I suoi pensieri mulinarono sul fiocco di neve ancora
adagiato
sul palmo della sua mano, così dolce e bello inganna con la
sua
bellezza, si nasconde dietro una maschera che in realtà non
è quella che gli appartiene, un po' come Sora.
Come potergli dire di
no? Come
potergli dire che in realtà tutto questo era sbagliato? Come
potergli
dire che in realtà lo amava e che sarebbe andato in capo al
mondo pur
di stare con lui? Difficile.
-Ma.- riprese il moretto. -Ho anche capito che non mi
importa se
sia giusto o sbagliato, a me va bene così.- rispose, per poi
girarsi verso il compagno e sorridergli calorosamente, un dolce e
tenero sorriso che dipingeva il suo viso in un'espressione di
felicità.
Spalancò le iridi acquamarina, mentre pian piano Sora si
avvicinava a lui, accoccolandosi contro il suo petto come un cucciolo
bisognoso di coccole.
Poco importava tutto
ciò, il fatto
che avesse avuto il coraggio di dirglielo nonostante non conoscesse a
pieno il vero significato bastava a colmargli il cuore di una gioia
immensa e mai provata prima.
-Promettimi che staremo sempre insieme Riku, promettimi
che non
mi abbandonerai mai.- chiese quasi in un singhiozzo, calde lacrime
rigarono la sue guance fino a solcare il collo.
Un po' come un fiocco di
neve, prima o poi si scioglie, rivelando a tutti la sue
vera natura.
L'argenteo lo strinse fra le sue braccia, stampandogli un bacio
affettuoso sopra la chioma ispida. -Certo, non ti lascerò
mai.
L'ho promesso.- sorrise.
-Bene!-
esultò, balzando giù dal
Paopu per poi piroettare verso Riku che a differenza del compagno, si
distese di nuovo sul tronco dell'albero, scrutando malinconico il cielo
azzurro che li circondava. -Promettimi che ci sposeremo,
così staremo
per sempre insieme!-
-Promesso.-
-Ti amo, Sora.-
Note dell'Autrice:
Salve a tutti! ^^ E
adesso direte, "E
questa da dove spunta?" Si lo so, ve ne do atto, sono in ritardo con
tutte le storie e vi permetto di linciarmi se volete ma in questo
periodo il computer e lo studio regalano i loro notevoli problemi
ç__ç
E per farmi perdonare ho deciso di postare questa FanFiction
rigorosamente RiSo, dove i protagonisti sono Riku, Sora e la tazza di
caffè che troverete dappertutto xD
A parte le sciocchezze, mi è venuta in mente oggi mentre
"ascoltavo" la mia prof sproloquiare su Manzoni ed i Promessi Sposi,
così avevo iniziato a buttare giù qualche
schizzetto ed
ecco qua che l'obrobrio è partorito xD
Spero non sia stato troppo banale, anche se, nonostante il lieto fine,
continuo a credere che questa storia sia anche malinconica ragion per
cui l'ho aggiunto, forse perchè l'ho scritta con il
sottofondo
(Roxas Theme) anche perchè se in un certo senso si
dichiarano
continua a mancare qualcosa fra i due, non so spegarmi sinceramente xD
Bene! Dopo aver detto più scemenze del solito posso
ritirarmi
anche nei meandri più oscuri del pc a riparare ai miei
danni!
u.ù
Spero che qualcuno recensisca questa storia o che almeno, vi sia
piaciuta xD
Alla prossima! ^^ Sayonara!
Mikhi.
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