In Bilico

di Mia Swatt
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2O/O2/2O13 REVISIONE PREFAZIONE.
Come avevo annunciato nel gruppo, poco tempo fa, ho pensato di revisionare - nel mio periodo di pausa - la ff con cui sono "sbarcata" su Efp. Oggi avevo tempo, voglia e nostalgia di riprendere in mano, dopo molto tempo, In Bilico, perciò eccomi qui.
Un bacio a tutti (lettori vecchi e nuovi, magari) e buona lettura!


* * *
Data originaria di pubblicazione: 29/O9/2O1O
Ciao a tutti! Questa è la mia prima FF che pubblico... Ho sempre scritto tenendo per me le mie storie, quindi siate clementi! Fatemi sapere cosa ne pensate! Kiss kiss! ^^ B.

.: In Bilico :.

« Potranno recidere tutti i fiori, 
ma non potranno fermare la Primavera. »
Pablo Neruda.

PREFAZIONE

 

Pov. Edward

Pensavo. Non facevo altro che pensare da molti anni. E il mio pensiero andava sempre a lei: la mia salvezza e la mia rovina.
Quando percepii qualcuno arrivarmi alle spalle, sorrisi. Quel suo modo di saltellare invece che camminare, lo avrei riconosciuto tra mille.
<< Edward! >> urlò il folletto, affiancandomi << Cosa fai? Stai ancora pensando? >>
<< Ciao, Alice. >> risposi senza troppo entusiasmo. Non volevo darle soddisfazione.
<< Pensi ancora a lei? >> il mio sorriso svanì all’istante, e il mio lungo silenzio lo tramutò in un tacito assenso. << Oh, andiamo, Edward. Sono passati più di centocinquant'anni! >> quasi strillò spazientita, piantandosi davanti a me << Ridi un po’! Guardati intorno! Gli uccellini cantano, l’erba è verde, il sole splend… >> si fermò un attimo, alzando gli occhi al cielo << Ok, in questo posto ci sono più nuvole che altro però… La vita è bella! Goditela! >>
<< Vita?! >> persi la pazienza nel giro di un secondo << Tu questa la chiami vita, Alice? >> urlai, attirando l’attenzione di troppa gente. Decisi, così, di abbassare il tono di voce.
<< Questa non è vita, Alice, e tu lo sai. >>
<< Perché? Per me è vita, Edward! Io non mi pento di ciò che ho fatto! >>.
Era vero. Lei non si era mai pentita di avermi seguito, di aver lasciato tutto. Per me.
Mi allontanai dall’auto, iniziando a parlare a voce molto bassa, conscio che poteva sentirmi.
<< Lo sai ciò che penso: non dovevo fare ciò che ho fatto. Non doveva succedere. >> pronunciai a fatica quelle parole. 
<< Però è successo. >> disse dolcemente, appoggiando una mano sulla mia spalla << Perché tu l’amavi, Edward; perché tu l’ami ancora. >>
Quanta verità c’era nelle sue parole? Troppa. E quanto dolore si nascondeva dietro a quella verità? Sempre troppo. L’amaro in bocca del rimpianto, della colpa, della rabbia. Sempre troppa rabbia per quella debolezza.
<< Alice, smettila. >> volevo chiudere quel discorso una volta per tutte << Questo non la riporterà da me. Questo non ci servirà per tornare al nostro posto. E sai benissimo che è tutta colpa mia! Perché non sono stato forte, perché non l’ho salvata. Perché lei era… >> non terminai la frase, lasciando le parole spezzate a mezz'aria.
Una ragazza catturò la mia attenzione.
Scendeva dalla sua piccola auto nera, tenuta bene. Tutto di lei catturò la mia attenzione: il suo modo di fare, di camminare; la lucentezza dei suoi capelli, il suo sorriso.
Alice mi passò una mano davanti agli occhi, facendomi tornare alla realtà.
<< Edward, ci sei? Ma cos’hai visto? >> non risposi.
Lontane parole, però, mi tornarono alla mente.
Fino a quando non capirai il tuo errore tornare non potrai. Ricordalo. Solo quando arriverà il giorno in cui rincontrerai la tua tentazione e la vincerai, solo allora ritornare potrai.

Non ero mai riuscito a trovare il nesso. Mai. Prima di oggi.





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