The soul’s deductions
1. The time
machine
Corriamo su per le scale a
perdifiato.
Ormai l’ho in pugno! Non può
più sfuggirmi!
Quando
entro nella
stanza,seguito da Watson,la scena che mi si presenta davanti è
inverosimile.
Rhyme * è li che ci aspetta,sostando
accanto ad un macchinario maestoso.
Mi soffermerei ad ammirarlo,se
non avessi così fretta di arrestare quel losco individuo.
Sorride,maligno,mentre i
suoi occhi luccicano di follia.
«
Sherlock Holmes! Quale
onore »
Apre
le braccia con fare teatrale.
«
Mi dica: cosa ne pensa del
mio gioiellino? Uno spettacolo,non trova? »
« Oh,si,è certamente una
cosa notevole. Ma temo,che qualunque cosa sia,non potrà usarla »
La
curiosità mi uccide. Ma
il tempo stringe.
Ed avrò tutto il tempo di
studiare quel marchingegno più tardi.
«
Ne è proprio
sicuro,Holmes? »
Corrugo
la fronte.
Dove vuole arrivare?
«
Se dovessi fare un
viaggio…dove ti piacerebbe andare? ** »
Non
riesco neanche ad avere
il tempo di interpretare ciò che ha detto,che si è già
lanciato,fulmineo,verso
la macchina.
Faccio per fermarlo,ma,nel
mentre,tira una leva posta sul fianco sinistro di quell’affare e un
raggio di
luce fortissimo mi colpisce in pieno petto.
Non
sento dolore.
In compenso non sento più
neanche la terra sotto i piedi!
«
Holmes! »
In
lontananza,odo Watson
gridare il mio nome e Rhyme ridere di me.
Poi nulla.
Le tenebre calano su di me e
provo una strana compressione in tutto il corpo.
Improvvisamente
l’impatto.
Apro
gli occhi,che avevo
inconsciamente chiuso,mentre sento l’asfalto premere sulla pelle del
volto.
Sono sdraiato a pancia in
giù,in quella che pare una strada non troppo affollata.
Mi punto faticosamente sulle
mani,tirando su il busto,per cercare di capire dove mi trovo.
I pochi passanti mi guardano
straniti,pensando certamente che sono un disgraziato.
Ma ciò che mi sorprende non
sono le loro espressioni – probabilmente avrei pensato la stessa cosa
vedendomi
in questo stato – quanto più i loro abiti.
Mi
metto in piedi,giusto il
tempo di vedere sfrecciare in strada quella che è di certo
un’automobile,anche
se non somiglia neanche lontanamente a quelle cui sono abituato.
Faccio un giro su me
stesso,osservando attentamente quanto più possibile.
Poi mi incammino per la via
- non passando inosservato - indirizzandomi verso Baker Street.
Il
luogo in cui sono
atterrato non è troppo lontano e,in un batter d’occhio,la
raggiungo,notando con
stupore quanto sia diversa da come la ricordo.
Ormai sono abbastanza certo
di non trovarmi più nel diciannovesimo secolo.
Rimango
piacevolmente
sorpreso quando sopraggiungo al numero 221b.
A caratteri rossi e
gialli,posti su sfondo verde,spicca l’insegna The Sherlock
Holmes Museum.
Sorrido,mentre l’orgoglio mi
riempie il petto.
Faccio
per entrare,ma un
uomo,di circa trent’anni,mi ferma,dicendomi che devo pagare il
biglietto.
«
Scusi la mia mancanza »
Esordo.
«
Sa dirmi chi è il padrone
di questo luogo? »
« Ma il signor Watson
naturalmente! »
Mi
risponde lui incredulo e
con una punta di superiorità nella voce.
«
Dove posso trovarlo? »
*
« Desidera?
»
In
Regent Street.
Ecco dove mi trovo.
Più precisamente nella hall di
quello che mi è stato segnalato come lo studio del signor Watson.
A parlare è un’adorabile
signorina,dai capelli color mogano,che non ha accennato a staccare lo
sguardo
da quella strana – ed affascinantissima - scatola luminosa posta sulla
sua
scrivania.
«
Desidererei parlare col
signor Watson,se possibile »
Appena
sente la mia
voce,pianta lo sguardo su di me,quasi sconvolta.
«
Signor Holmes! »
Scatta
in piedi.
«
Mi perdoni!Non pensavo…non
credevo…l’aspettavamo fra un mese… »
Rimango
interdetto.
Questa ragazza pare
conoscermi,ma ciò non è possibile.
Anche se avesse visto
qualche documentazione fotografica - cosa alquanto improbabile - non
avrebbe certo reagito in questo modo.
Probabilmente sarebbe svenuta.
L’aspettavamo tra un mese.
«
Aspetti qui. Vado ad
annunciarla al capo »
Detto
questo,si diresse
velocemente verso una porta a vetri su cui spiccava,nera,la scritta J. H. Watson.
Bene... Ho
deciso di suicidarmi XD
La verità è che questa storia era stata accontonata perché avevo attiva
un'altra fanfiction e poi è stata letteralmente surclassata da Bloody
Love XD
Bello vero? Eh si,la vita da fanfiction è dura ù___u
Non fateci caso,sono l'una e trenta di notte...
Dato che
non ho mai pubblicato nulla in questo fandom,volevo sapere se valga la
pena continuarla o no..Anche se il primo capitolo non rende bene l'idea
che ho in mente...
Comunque....
* Lincoln Rhyme è il
protagonista di una serie di romanzi di Jeffery Deaver,ad esempio Il
collezionista di ossa,che sullo schermo è interpretato da Denzel
Washington.
** Frase tipica
di Orso
Bartholomew,personaggio di One Piece.
Fatemi sapere
che ne pensate..
Baci! <3
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