Parto
da una piccola premessa:
Come ho già detto nell'introduzione, le notizie sui genitori
di Hagrid, almeno fino al sesto libro (dove sono arrivata a leggere)
sono pochissime, e così questa è la mia idea
riguardo questa famiglia, non sempre trattata nelle ff.
Perchè scrivo di loro? Semplicemente perchè,
anche quando Harry Potter non mi ispirava granchè, e mi
hanno forzata a guardare i primi tre film, Hagrid è stato
uno dei personaggi che più mi son piaciuti (ora insieme a
Sirius, Lupin, i Gemelli Weasley, Silente, Tonks, Piton, Luna e
Neville, per lo più XD). Quindi perchè non
scrivere ancora di lui e dei suoi genitori? Probabilmente questa
sarà l'ultima storia che scrivo su questo Fandom, ma spero
di non essere andata troppo OOC (anche se, conoscendo poco dei
genitori, non saprei eh...) e che vi possa piacere.
Naturalmente se avete altre notizie e credete che la mia versione non
sia attinente, ditemelo subito, così potrò o
modificare o mettere l'avvertimento OOC.
Grazie mille. E buona lettura! E non uccidetemi -.-
ps. non sono neanche sicurissima di aver usato gli incantesimi
più adatti e corretti, ma leggendoli tutti per me era meglio
inserire quelli.
Fridwulfa e Mr
Hagrid
Era cosa insolita per un essere umano
innamorarsi di una gigantessa ma, ancora più insolito, era
che accadesse il contrario; eppure ciò avvenne.
Mr Hagrid era un mago di media altezza, dagli occhi neri e infossati e
capelli corti del medesimo colore; un naso aquilino e labbra sottili
sempre pronte a distendersi in un sorriso.
Adorava viaggiare per conoscere ogni genere di creatura esistente, fino
a che non incrociò lei.
Era una gigantessa imponente, alta circa sette metri, dai capelli
marroni e crespi lasciati sciolti e due immensi occhi di un grigio
sporco.
Aveva il naso simile a una grossa patata appiattita, e indossava
semplicemente un pezzo di stoffa logoro e consunto che una volta doveva
apparire verde, a tentare di coprire le sue parti intime.
In un primo momento fu colto da un’incredibile paura, ma poi
la voglia di conoscere le creature – soprattutto quelle
non-umane – prese il sopravvento e, armato di bacchetta,
iniziò a osservarla con attenzione. Il suo scopo era di
conoscere al meglio le abitudini dei giganti per poi intervenire di
persona, incurante del pericolo.
Le si avvicinò in una calda
giornata estiva. Il sole si rifletteva con i suoi piacevoli raggi sulle
foglie degli alberi della foresta e sulla grigia pietra della grotta
nella quale Fridwulfa riposava.
Cercando di non fare rumore, i suoi passi lo condussero a pochi metri
dal punto in cui, quella che appariva come una sorta di collina
strana… respirava rumorosamente.
Si fermò per osservarla meglio ma, proprio nel momento in
cui era deciso a tornare indietro, lei si svegliò.
La terra sotto i piedi del “piccolo” mago
tremò ai movimenti decisamente poco aggraziati della
gigantessa, la quale, mente si muoveva per uscire dalla caverna, quasi
lo schiacciò, se non si fosse allontanato lesto quasi
all’ultimo minuto.
Si accucciò in un angolo respirando affannoso, mentre il suo
cuore quasi gli usciva dal petto per il terrore ma, nonostante
ciò, non si diede per vinto.
Cercò di rivolgersi a lei col tono più alto
possibile e, dopo diversi tentativi in cui lei si limitò a
voltare lo sguardo in diverse direzioni eccetto ove si trovava lui,
alla fine i loro sguardi s’incrociarono.
Mr Hagrid la osservò con un sorriso allegro stampato sul
viso, nonostante il tremolio ben visibile del corpo, mentre la
gigantessa si chinò un poco per osservarlo meglio e dalle
sue grandi labbra – dalle quali s’intravide una
serie di denti grandi, sporchi e un poco storti –
ruggì al suo indirizzo, facendogli rizzare tutti i capelli.
« Credo che questo fosse il tuo saluto, nevvero? »
chiese il mago, dopo essersi ripreso da quella sorta di grido che lo
aveva costretto a strizzare gli occhi per qualche minuto.
Per risposta ottenne solo un grugnito minaccioso, mentre i suoi gelidi
occhi lo fissarono con odio.
« Ehm… non volevo assolutamente disturbarti,
carissima; ma avevo il desiderio di conoscere una creatura…
» qui si bloccò appena in tempo per non offenderla
« … particolare
come te ».
La gigantessa grugnì di nuovo, avanzando pericolosamente
verso di lui.
Mr Hagrid tese la bacchetta verso di lei e indietreggiò di
qualche passo.
« Non voglio farti assolutamente del male, ma presumo che tu
non sia dello stesso avviso nei miei riguardi, eh? Ed io che resto qui
come un imbecille…», l’ultima parte
ovviamente sussurrata, poi riprese « Io sono Mr Hagrid, un
mago che adora cercare creature diverse e particolari da
analizz… ehm, conoscere, sì, e poterci
fare… amicizia! » sorrise e avrebbe anche
abbassato il cappello per rivolgerle un rispettoso inchino se non fosse
stato ancor più intimidito da lei che, incurante delle sue
parole, cercò di afferrarlo ma con esiti negativi. Essendo
più piccolo, il mago, era anche più agile e
riuscì a sfuggirle più volte, fino a quando non
si ritrovò bloccato tra lei e la parete rocciosa della
grotta. Ora sì che era in pericolo!
Iniziò a sudare freddo e, seppur non volesse usare la magia,
le scagliò una serie di Schiantesimi,
allo scopo di gettarla a terra o, perlomeno, di confonderla un minimo,
cosa che riuscì fortunatamente a fare.
Così, mentre la gigantessa iniziò a barcollare
intontita dalla magia, lui scappò via, mettendosi in salvo.
*
I tentativi che seguirono non furono
migliori.
Più il mago tentava di far il gentile, più la
gigantessa si dimostrava aggressiva e lui doveva ricorrere a ogni
genere d’incantesimi pur di salvarsi la vita.
Tuttavia, ben presto si accorse che erano proprio i suoi poteri a farla
innervosire in tal modo. Così, si presentò a lei
nascondendo la bacchetta nella tasca della veste scura, pur sempre a
portata di mano.
Come il solito si fece avanti a passi misurati e cauti per non fare
troppo rumore.
Quando fu a pochi metri da lei, esordì con un:
« Buongiorno Dama Gigantessa! » espose il suo
sorriso più allegro, facendo scivolare verso terra il
cappello, in un pomposo quanto buffo inchino. La risposta della
gigantessa, però, fu il solito grugnito minaccioso.
« Non userò la magia oggi, stai
tranquilla… » disse lui, alzando in aria le mani
vuote « però in cambio tu non dovrai farmi del
male »
La Gigantessa si chinò a guardarlo meglio, come se volesse
cercare tracce della bacchetta.
« Sono qui solo perché sono interessato a
conoscerti, capisci? Tu mi lasci conoscere te stessa e le tue
abitudini, ed io in cambio posso insegnarti a parlare
meglio… senza offesa, sia chiaro! »
La gigantessa grugnì di nuovo, ma parve un attimo,
interessata.
« Ecco, sapevo che potevamo essere amici… io
son… »
Ma non poté concludere l’ennesima presentazione di
se stesso che si ritrovò sollevato a testa in
giù, a molti metri da terra.
« Uargh! Questo è il tuo saluto, per caso?
Be’ avete delle abitudini insolite. E… e
… non avrai intenzione di mangiarmi. Guarda che non ci
ricaverai troppo da me, sono piccolo e non ho molta carne…
»
Mr Hagrid aveva sicuramente ragione ad allarmarsi così;
infatti, la gigantessa lo aveva preso con le dita della mano destra e
lo stava portando proprio alla bocca, come se volesse…
assaggiarlo!
Il “piccolo” mago tentò di divincolarsi,
tanto che dalla tasca della sua veste fuoriuscì la sua
bacchetta, che prese per un soffio con una delle sue mani libere.
« Ah – ah, non costringermi a usare la magia su!
Mettimi giù e non ci faremo male a vicenda. Fai la brava,
bella gigantessa! »
Ovviamente tremava come una foglia, ma voleva tentare ancora di non
ricorrere di nuovo alla magia nonostante rischiasse fin troppo; non
voleva perdere anche l’ultima possibilità con lei.
Che poi, perché gli interessava tanto? Poteva conoscerne
altri, magari più calmi, sempre se c’erano giganti
calmi.
Ma no. Voleva lei sola.
La gigantessa si ritrovò a “ruggire” non
appena notò la bacchetta e iniziò a scuoterlo
come nel tentativo di fargliela cadere. Il
“piccolo” mago così scosso, tuttavia, la
strinse ancora più forte.
« E qu-questo è u-un vo-vostro gio-gioco?
Se-sembra di-divertente! » esclamò e, sorprendendo
entrambi, iniziò a ridere di cuore, ma la sua risata si
trasformò in gemiti di dolore quando si ritrovò
sbalzato a terra con poca grazia.
« Ouch! Ohi, ohi, ohi, ohi. Gioco pericoloso il
vostro… devo segnarmelo. Ohi, ohi, ohi »
continuò a lamentarsi, massaggiandosi le parti lese, ossia
quasi tutto il corpo, ma in particolare la caviglia destra.
La gigantessa iniziò a muovere i suoi passi verso la foresta
di fronte alla sua grotta, ma il mago, nonostante fosse ancora
dolorante, cercò di seguirla ma, vedendo che non riusciva ad
alzarsi, le urlò:
« Gigantessa dove vai? Aspettami, voglio apprendere altre
cose! » ma, per tutta risposta, avvertì come il
rumore di un albero che veniva sradicato da terra ed essere scagliato
proprio nella sua direzione.
Conscio di non poter fuggire, si concentrò su un incantesimo
e, una volta pronto, scandì a voce ben chiara e alta:
« Bombarda! »
e fu come se un tuono avesse squarciato il cielo:
l’alberò esplose a pochissima distanza da lui, e
solo cenere e ciò che ne restava gli scivolò
addosso.
*
«
Ma chi me lo ha fatto fare? Sono curioso sì, ma non posso
concentrarmi su altre creature? Forse i troll erano meglio o magari
qualcosa di più carino, come un unicorno? Ma no quegli
esseri amano solo le fanciulle, ed io non sono una fanciulla no?
»
Mr Hagrid si
era rintanato in un angolo della grotta. Il corpo ancora un poco
dolorante, la caviglia destra piuttosto gonfia.
Fuori il
sole aveva lasciato il posto alla luna, e il cielo di un azzurro
intenso era sfumato in un blu molto scuro. La gigantessa non era ancora
tornata.
«
Però lei ha qualcosa di particolare, sì. Voglio
conoscerla maggiormente, e ce la farò. » disse
risoluto, continuando a massaggiarsi laddove gli doleva.
Stava quasi
per addormentarsi quando sentì tremare la terra sotto di
sé: erano i passi della gigantessa che tornava con una serie
di poveri animali morti tra le manone.
Mr Hagrid
rimase silenzioso per qualche istante e, quando lei si
accomodò a terra, gettando quei corpi con poca grazia
intorno a sé, prese parola:
«
Caccia grossa, eh? E li mangi tutti tu? »
La
gigantessa si voltò, cercandolo, e grugnì di
nuovo.
«
Oh, perdonami, ora mi mostro subito, ma tu non farmi del male!
»
Cercò
di strisciare in modo da uscire dal suo angolo nascosto e palesarsi a
lei, la quale, dopo l’ennesimo suono rauco, lo
ignorò completamente, iniziando a tranciare con grandi morsi
i corpi esanimi degli animali.
Il mago la
guardò con disgusto misto a interesse e poi disse:
«
Ed è buono mangiare crudo un uccello o un cervo? Sai, noi li
cuociamo a fuoco lento e aggiungiamo delle erbe aromatiche, per
insaporire il tutto, rendendo il sapore davvero delizioso. »
Si leccò le labbra, immaginando un bel pollo arrosto con
deliziose patate di contorno e il suo stomaco borbottò.
La
Gigantessa si fermò, gocce scarlatte uscivano dalle sue
labbra, facendola apparire più minacciosa e
grugnì.
«
Oh,è solo il mio stomaco, sai è vuoto.
» ammise il mago.
Ancora il
brontolio dello stomaco, seguito dal grugnito della gigantessa che ora
sembrava più interessata e… sorrideva! Un sorriso
storto e macabro – visti i suoi denti insanguinati e logori
– però era davvero un sorriso, al quale
prontamente il mago rispose allegro.
Poi la
gigantessa gli lanciò accanto uno striminzito uccello e lui,
reprimendo a stento una smorfia, lo accettò come segno di
rispetto, ma non si azzardò a toccarlo.
Lei lo
guardò e gli mostrò come mangiarlo e, a suon di
grugniti, lo invitò a far lo stesso.
Il povero
mago tentò di non vomitare e avvicinò le sue
labbra all’animaletto e, per farla contenta,
staccò con un morso le piume, tornando poi a sorridere.
Ma ora era
lui ad essere davvero buffo: le piume dell’uccello si erano
bloccate sulle sue labbra sembrando degli insoliti baffi e dalla
gigantessa fuoriuscirono dei gorgoglii insoliti e diversi dai grugniti.
Sembrava che ridesse!
Il mago
prese a ridere con lei e l’atmosfera parve riscaldarsi di
colpo.
«
Io sono Hagrid e tu? »
La
gigantessa proferì un suono rauco che sembrò
voler dire “Fridwulfa” e, finalmente, iniziarono a
conoscersi, proprio come lui desiderava.
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