LA
CHIROMANTE
Incerto e anche alquanto confuso, un giovanissimo James
Tiberius Kirk uscì furtivamente dal palazzo che si affacciava direttamente sulla
Baia, guardandosi con attenzione attorno.
Anche se non poteva avere più di 17 anni, la divisa da
cadetto della Flotta risaltava sui suoi muscoli pettorali già abbastanza
sviluppati e i riccioli biondi si muovevano al soffio del vento.
Con un sospiro di sollievo, il ragazzo si azzardò a uscire
dal suo nascondiglio dietro l’angolo e si diresse, cercando di dissimulare il
più possibile il nervosismo, verso l’Accademia, sempre però scoccando occhiate
inquiete tutto attorno, come se non volesse essere visto da qualcuno.
Finalmente nei pressi del campus, il ragazzo riprese a
respirare liberamente e, inerpicatosi verso l’edificio del dormitorio, cercò il
più possibile di tenersi lontano dai sentieri in cui i suoi compagni solevano
passare.
Non aveva voglia di parlare con chicchessia.
Voleva solo pensare.
Accidenti al suo compagno di stanza e alle sue manie
superstiziose!
E accidenti pure alla cartomante!
Per tutto il tragitto, la sua mente era stata invasa dalle
parole di quella strana donna che puzzava in modo incredibile di incenso e
cannella, un odore talmente forte da fargli venire la nausea, le sue parole
sembravano stampate a fuoco nella mente del cadetto, non riusciva a staccarsele
dal cervello: “Nel tuo futuro c’è un blu intenso e qualcuno che ti sta
aspettando, lui ancora non lo sa, ma i vostri destini sono legati.” Gli aveva
detto e alla sua richiesta di saperne di più, ella gli aveva replicato
candidamente che aveva “l’aspetto diabolico ma non il cuore.”.
“Bellissimo…” bofonchiò tra sé e sé il ragazzo, dando un
calcio a un sassolino, “ma che diavolo di risposta è?!” esclamò esasperato il
biondo, alzando gli occhi al cielo, “Appena Luke mi capita a tiro, lo faccio
nuovo!” gridò convinto il cadetto, dirigendosi a larghi passi verso l’edificio
che si scorgeva chiaramente tra gli alberi.
“IO NON CREDO ALLE CARTOMANTI!”.
§§§
Comodamente seduto in plancia come un gatto dalla
pellicciotta dorata, il Capitano James Tiberius Kirk osservava sornione
l’andirivieni degli uomini sul ponte di comando, firmando distrattamente
rapporti e dando consigli a profusione a chi non li chiedeva nemmeno.
Era allegro quel giorno il Comandante, senza dubbio, perfino
Bones si era accorto di questo strano buonumore ma non aveva domandato
nulla.
Verso metà del turno standard, il signor Spock si era
avvicinato alla poltrona con un DiPad e una penna per l’ennesimo rapporto della
giornata e lo consegnò senza tante cerimonie a Kirk, sempre però scrutandolo in
viso, quell’espressione così felice era segno di qualcosa di veramente speciale
che era accaduto al capitano.
“Signor Spock, lei crede alle cartomanti?” gli domandò
subito dopo Jim, riconsegnandogli l’apparecchio; il Vulcan lo osservò,
apparentemente neutro: “No, Capitano.” rispose lui solo, poggiando il
dispositivo sulla propria poltrona, “non vedo alcuna ragione per tentare di far
luce sul proprio futuro secondo i movimenti delle stelle, che nulla hanno a che
vedere con il susseguirsi di causa ed effetto nello scorrere della vita.” spiegò
l’alieno.
Bones, alle spalle del comandante, scosse la testa: “Jim,
perché gli hai fatto questa domanda? chiese esasperato e rassegnato, “Zitto
Leonard.” lo rimproverò tranquillo il Capitano, rivolgendosi poi ancora
all’alieno, “Quando ero cadetto all’Accademia, una cartomante mi disse che nel
mio futuro ci sarebbe stata una presenza dall’aspetto demoniaco ma che non lo
era nel cuore.” continuò con la perizia di gesti e tono di voce di un attore
shakespeariano, “Io non ho mai creduto alle zingare che fanno le carte, ma in
questo caso, ho il vago sospetto che ci abbia preso. E in pieno anche.” sorrise
Kirk, poggiando le mani sui braccioli.
Spock non rispose, si limitava a osservare il Capitano
sogghignare e Scotty e McCoy sghignazzare alle spalle del comandante: “Pura
coincidenza, Jim, pura coincidenza.” disse, apparentemente serio, il primo
ufficiale, ma chi avesse avuto almeno un minimo di pratica nel decifrare
quell’espressione compita e seriosa, avrebbe notato un guizzo come di
soddisfazione in quelle impenetrabili iridi nere come la notte.
Perché, in fondo in fondo, le parole che quella donna, tanti
anni prima, aveva rivolto al futuro capitano Kirk, erano verissime.
Dopotutto, la sua presenza dall’aspetto diabolico l’aveva
trovata.
DEDICATA A FLAN PER IL SUO
COMPLEANNO!! AUGURONI DI TUTTO CUORE!!!
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