IO E TE
“IO E TE”
Sono passati due anni ormai da quando ti ho conosciuto.
Ero così emozionata…finalmente avevo convinto mia madre a
lasciami venire a un vostro concerto. Finalmente avrei potuto vederti di
persona, con un po’ di fortuna avrei anche potuto chiederti una foto o un
autografo.
Quella mattina mi ero preparata come per il più importante
appuntamento della mia vita: un top colorato di quelli che fanno impazzire voi
ragazzi, la minigonna in jeans non troppo corta, un paio di stivaletti e un
giacchino tenuto in vita. Volevo essere al meglio per te.
“Jay!” sentii la voce di mia madre chiamarmi dalla cucina
“Alexia è qui!”
Scesi le scale correndo e saltai letteralmente addosso
alla mia migliore amica.
“Jay, sei pronta?” mi chiese eccitata.
“Certo che lo sono!” presi la borsa, controllai se avevo
preso tutto e poi uscii di casa. La madre di Alexia ci accompagnò in stazione,
noi salimmo sul treno e tirammo fuori i trucchi.
“E ora…” dissi “…al lavoro!” cominciammo a provare vari
stili di trucco, alla fine ne scegliemmo uno leggero.
Il viaggio sembrava infinito e noi non resistevamo più
all’idea di vedervi.
Passarono due ore ma eccoci li, alla mitica Arena di
Verona. E in quell’imponente struttura vi avremmo visti, finalmente! Come delle
illuse pensavamo di essere le prime ad essere arrivate, ma trovammo tantissime
altre vostre fans, tutte convinte di essere le “numero uno”.
Trovammo due posti in terza Fila, le gambe non mi
reggevano più, mentre Alexia si faceva aria con un “Cioè”.
“Mio dio, Jay, ci credi?” mi disse con aria sognante, ma
io non le risposi. Ti avevo visto dietro le quinte, non eri ancora vestito per
il concerto, portavi i jeans e una maglietta bianca semplicissima con i bordi
rossi. Rimasi a fissarti per non so quanto e quando ti voltasti mi feci uno dei
tuoi splendidi sorrisi. Inutile dire che mi sciolsi letteralmente. Mi feci un
cenno con la mano, che io ricambiai quasi immediatamente attirando su di te
l’attenzione delle altre ragazze.
“Jay, ti ha salutato! Link ti ha salutato! Che fortuna!”
gridò Alexia abbracciandomi.
Mi avevi notata. Tra tutte mi avevi notata, proprio me.
Il concerto cominciò qualche ora più tardi, tu arrivasti
sul palco col suo solito look da “figo”: ciuffo a lato, giacca in pelle nera,
camicia bianca semi sbottonata e jeans stretti. Mi toglievi il fiato.
“Ci siamo!” dicesti “Grazie a tutti per essere venuti!
Diamo inizio al concerto!”
Poi entrambi cominciaste a suonare, a cantare. Il mio
cuore batteva sempre più forte, mentre un coro di voci vi seguiva. Io ero
troppo presa da te per farlo. L’emozione più grande della mia vita…almeno fino
ad oggi…
Perché oggi, finalmente, compio diciotto anni. Finalmente
mi presenterai come la tua fidanzata.
Dopo due anni che aspettiamo, che ci frequentiamo in
segreto, finalmente potremo essere visti come una coppia, senza doverci
nascondere dalla mia famiglia…tutto per una questione d’età.
Sì, perché tu eri troppo grande per me: io sedici anni, tu
ventisei…dieci anni di differenza con me minorenne. Chissà che scandalo sarebbe
uscito…chissà mia madre come ti avrebbe ucciso!
Ma quanto abbiamo sofferto all’inizio, lo ricordi?
Dopo quel concerto riuscii a incontrarti, ottenni la
“nostra” foto…la nostra prima foto…e dopo, quanto parlammo! Passammo tutta la
notte a parlare di noi, della nostra vita, del futuro…e li capire di avere un
ostacolo davanti. Ma non ci perdemmo d’animo.
“Accidenti…ti facevo più grande, almeno maggiorenne!”
dicesti passandoti una mano tra i tuoi splendidi capelli biondi “E’ un vero
peccato…mi sembra di conoscerti da una vita! Mi sono trovato subito bene con
te, sai ascoltare, sei divertente!”
“Se vuoi parlare o hai bisogno di ridere chiama! XD”
scoppiai a ridere, tu mi porsi il tuo telefono.
“Segna il tuo numero!”
“…” ero così sorpresa…non me lo aspettavo proprio, ma
presi il telefono e segnai il mio
numero.
“Promettimi che ti farai sentire!”
“Ma il numero te l’ ho lasciato io, dovresti farlo tu!”
un’altra risata, questa volta di entrambi. Mi facesti uno squillo “Ora hai il
mio numero! ;)”
Quanto sei stato dolce quella sera…
Ti chiamai il giorno successivo, tu chiamasti me quello
dopo ancora andammo avanti in questo modo per due mesi.
E poi, quel giorno…i miei non c’erano e io aspettavo la
tua telefonata, che arrivò solo a tarda notte. Eri in lacrime, Ethan aveva
avuto un incidente ed era in ospedale. Anche tu eri li, aspettavi in ansia i
medici.
Presi il primo treno, arrivai da te. Ti strinsi forte,
piansi tra mie braccia.
E fu li…fu in quel momento che mi dicesti la verità.
“Non ce la faccio, non sopporto tutto questo!” mi stringesti
ancora più forte “Ethan che con l’incidente potrebbe andarsene, questa recita
continua con te da ‘ voglio solo essere un amico ’…non ce la faccio!”
E poi il bacio…un bacio dolce, il mio viso tra le tue
mani.
“Ti amo Jenny! Ti amo! Non voglio perdere anche te!” mi
abbracciasti di nuovo.
“Non mi perderai Link, perché anch’io…” non feci in tempo
a finire la frase, il dottore aveva notizie di Ethan.
“Lei è il fratello di Ethan Scott?” ti chiese. Che
domande, non lo si capiva dalla scena?! Eri ancora in lacrime, ti avvicinasti a
lui.
“Come sta mio fratello?”
Lui appoggiò una mano sulla tua spalla. Non sentii la
risposta, ma quando ti voltasti capii tutto dalla tua espressione. Cadesti a
terra, le gambe non ti reggevano più. Mi presi per mano e mi tirasti giù,
ancora tra le tue braccia. Piangevi sì, ma sul tuo volto era comparso un
sorriso. Ethan era salvo.
Subito dopo ti alzasti e corsi da lui. Io ti aspettai
fuori, aspettai per due ore. Quando tornasti mi presi le mani e mi baciasti.
“Sta bene! E’ salvo! Dovrà stare qui in osservazione per
una settimana ma è fuori pericolo!” il tuo sguardo era così dolce.
“Non sai quanto ne sono felice! Però…per poco fa…”
abbassai lo sguardo, tu mi accarezzasti la guancia.
“Non sono pentito di ciò che ho detto, se è questo che
pensi. Io ti amo, non importa se dovrò aspettare dieci anni per stare con te.”
A quel punto piansi io.
“Ti amo Link!” ti abbracciai, le mie braccia intorno al
tuo collo. Sentivo il tuo profumo. Il mio cuore batteva all’impazzata.
E oggi, dopo due anni, finalmente potremo gridarlo al
vento.
Suona il campanello, i miei non ci sono, la casa è
completamente vuota. Avevo invitato Alexia da me, l’unica che sa tutta la
storia, per una chiacchierata e per avere un aiuto per prepararmi alla nostra
serata di domani.
Scendo le scale, apro la porta…non è Alexia, sei tu.
“Alexia ha detto che vuole farsi un giro col mio ‘caro’
fratellino, CHE LA TERRA’ LONTANA DA CASA TUA FINO A DOMANI SERA!” dici alzando
la voce per farti sentire da loro.
“E io devo credere che è stata una sua idea? ;)” ti
sorrido, guardo loro, poi tu mi spingi in casa.
Chiudi la porta dietro di te, mi prendi in braccio, dici
sempre che sono esile, e mi porti in camera mia.
Mi appoggi sul letto…ora sei sopra di me.
“Tanti auguri Jenny…” mi sussurri, poi mi baci.
Sì…finalmente siamo “Io e Te”.
FINE
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