Il Lupo e la Luna
- Il Lupo e la Luna
Un monologo interiore sui sentimenti di un "cucciolo" per la sua
"padroncina"
Seduto per terra a gambe incrociate, la guardo che si trucca. Passa la matita
sulle labbra sottili, l’ombretto sulle palpebre, ancora mi chiedo perché lo
faccia, dato che i suoi occhi, i suoi splendidi occhi carichi di malinconia,
sono sempre coperti da una frangia impenetrabile.
Io li ho visti, i suoi occhi profondi e carichi di un peso troppo grande per
le sue esili spalle.
Li ho visti, e non sono fuggito. Di solito, chi li guarda, si ritrae,
spaventato dalla tua consapevolezza di ciò che ti aspetta in futuro, spaventato
da ciò che sai e che sai che saprai, si ritraggono e fuggono da te, meschini
uomini, lasciandoti sola, e triste.
Ma ora sei felice, vai a un appuntamento.
Luna, Luna, lo sai meglio di me, che non potrà durare. Lui non resisterà.
Non al tuo bel corpo, dalle forme perfette e muscolose di guerriera sotto le
gale dei tuoi abiti confetto. Non resisterà alla curiosità di scrutare i tuoi
occhi. E si perderà in quel mare di tristezza. E ti allontanerà, spaventato,
oppure si illuderà di poter dissipare tale dolore, non facendo poi altro che
aumentarlo.
Esci, e chiudi la porta, mentre i campanelli tintinnano allegri, salutandomi
con una carezza sulla testa.
Luna, quanti anni sono passati?
Quante volte le foglie sono nate e cadute dai rami del ciliegio dell’orto,
da quando mi hai raccolto più morto che vivo, e mi hai curato?
Seduto per terra, a gambe incrociate, conto gli anni in cui ho diviso questa
casa con te.
Tua sorella, la stessa che mi ha quasi ucciso, colei che mi ha fatto
"abbassare la cresta", si è sposata, e ora vive lontano, con i suoi
figli, i suoi nipoti, e una nidiata di pronipoti.
I tuoi genitori, già allora nella mezza età, sono incanutiti e si sono
raggrinziti negli anni, e sono morti.
Tu non sei cambiata.
Mio Cavaliere di Cephied, tu non cambierai nei secoli, finché qualcuno non
ti ucciderà tu sai che dovrai vivere, senza mai poterti legare a nessuno.
Se mai uno degli uomini che ti stringe tra le braccia ti sposasse, cosa ne
sarebbe di te? Tu non invecchieresti. Vedresti l’uomo che ami invecchiare e
morire, anche i tuoi figli, mentre tu, benedetta e condannata, non potresti fare
altro che maledire la tua pelle liscia e giovane, le tue braccia forti, che non
potranno cullare figli morti di vecchiaia, ma solo la tua lancia, il tuo Arc
Dragon.
Cadono le foglie, una dopo l’altra.
Tu lo sai, Luna, che neanche io invecchio. Beh, non in fretta come gli umani.
Io sono solo un mezzo lupo mezzo troll, ma la rigenerazione eccezionale che il
sangue di mio padre mi dona, mi permette di non invecchiare tanto in fretta.
Io posso restare al tuo fianco, almeno un po’ più degli altri.
Lo so, sono un Lupo Verde, figlio di una lupa e di un troll. Non dovrei
neanche alzare gli occhi su un Santo Cavaliere, o così direbbero i Draghi
Dorati, pretenziosi araldi di un dio altezzoso che non degna di attenzione le
creature ibride come me, se non per sterminarle.
Io mi accontento di essere il tuo cucciolo.
Quando torni la sera, stanca, triste, io sono qui, per farti sorridere, per
alleviare la tua terribile solitudine. Ti porgo una tazza di the alla menta, il
tuo cuscino preferito, e mi siedo per terra accanto al divano, mentre tu mi
racconti delle tue giornate passando le tue dita lunghe e perfette tra il mio
pelo.
Per quanto tempo mi permetterai di rimanere il tuo cucciolo?
Io spero per sempre.
Qualche volta mi hai chiesto del mio passato. Se avevo una famiglia, dei
parenti, degli amici…
Luna, Luna, io sono un figlio della violenza e della bestialità, e in esse
sono cresciuto. Solo con te ho scoperto che esiste un altro modo di vivere oltre
a uccidere o essere uccisi. Un mondo fatto di gentilezza, di sorrisi, di
comprensione, di protezione reciproca.
Solo con te ho scoperto l’Amore.
Un amore un po’ triste, perché non potrò mai dichiarartelo.
Un amore a volte frustrante, vederti soffrire per degli stupidi ragazzini, e
non trovare il coraggio di stringerti tra le mie braccia, di consolarti…
Ma io sono solo un uomo-bestia, e tu sei un Cavaliere.
Sei il mio angelo.
La mia dea irraggiungibile.
La mia dea addormentata sul divano, dinnanzi al fuoco scoppiettante.
Ti prendo tra le braccia, avvolta nella coperta di lana che ti piace tanto, e
ti porto nella tua stanza, adagiandoti sul letto, tirandoti su le coperte.
Rimango a contemplare il tuo volto, alla luce dell’astro di cui porti il
nome.
In lontananza, l’ululato di un lupo pare un lamento di un’anima
incatenata alla terra che non riesce a raggiungere l’argenteo disco.
Mi addormento ai piedi del tuo letto, cullandomi in sogni impossibili.
Impossibili, come l’amore di un lupo per la luna…
Delgia
Nel forum che frequento, tra le coppie "assolutamente impossibili",
qualcuno ha citato Luna/Delgia. Non so perché, ma a me invece è parsa una cosa
molto dolce, e possibile, se non altro in un rapporto padroncina/cucciolo molto
simile a quello tra Sumire e "Momo" Takeshi di Kimi wa Pet ("Sei
il mio cucciolo").
Così, ho deciso di scriverci qualcosina, finendo alle due di notte e con gli
occhi che si chiudevano per la stanchezza…
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