Il cielo sulla testa

di harinezumi
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so che Francis non può essere così idiota (forse), ma grazie ad Asterix e Obelix mi è venuto in mente che i galli avevano paura che il cielo gli cadesse addosso quando c’erano forti temporali xD il che centra minimamente con Francia no? (no, il collegamento è nella tua testa ^^)

ehm, perciò chiedo perdono per questa cretinata u.u’ se comunque vi verrà voglia di commentarla non piangerò troppo, anche se doveste esprimere il desiderio di spezzare il mio fragile collo di scrittrice.

harinezumi

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Il cielo sulla testa

 

Inghilterra si svegliò improvvisamente a causa di un tuono particolarmente forte, e con un gemito di disappunto si tirò le coperte più sopra alla testa, strizzando le palpebre più forte come se questo fosse sufficiente a farlo riaddormentare.

La stanza fu silenziosa per pochissimo, prima che un altro tuono devastasse la calma assoluta che dava quel rassicurante gocciolio della pioggia fuori dalle finestre. Fu accompagnato da un fulmine, che lampeggiò per un attimo nella camera, sebbene le pesanti tende fossero tirate.

Inghilterra sospirò, rannicchiandosi su sé stesso e stringendo il cuscino con la propria bandiera con entrambe le mani, arrendendosi al fatto che probabilmente quel temporale orrendo l’avrebbe tenuto sveglio ancora a lungo. Ma non aveva ancora fatto i conti con qualcun altro che minacciava a ridurre la quantità delle sue ore di sonno.

Infatti pochi minuti dopo che era cominciata quella tempesta, Francia irruppe nella stanza con un gridolino terrorizzato nella sua lingua, sbattendo la porta alle sue spalle e senza curarsi di dare spiegazioni, gettandosi nel letto con Inghilterra, tremante.

«Angleterre! Ti scongiuro, impedisci al cielo di cadermi addosso!» piagnucolò il francese, terrorizzato, avvinghiandosi a polipo a Inghilterra, che ancora non riusciva a capacitarsi di quello che stava succedendo.

«Torna a dormire, schifoso alcolizzato francese! Sei ubriaco?!» riuscì a sbraitare infine, cercando di spingere via Francia premendo con entrambe le mani sul suo petto, ma evidentemente il terrore impediva all’altro di demordere. Si era persino infilato sotto le coperte adesso, e si lamentava come un bambino!

«No, no, fermalo, Angleterre! Aiutami!» continuava a ripetere.

«E datti un contegno! Il cielo non ti cadrà sulla testa» sbottò alla fine Inghilterra, rinunciando a liberarsi da quella stretta, troppo esperta per riuscire a sfuggirle. Francia sembrò rassicurato da quell’affermazione, perché piagnucolò solo un po’ prima di stare del tutto in silenzio, ma ancora tremante e addossato a lui. «Rana?» domandò Arthur dopo un certo tempo, perplesso. L’altro non parlava più.

Nessuna risposta. Lo stupido francese dormiva.

«Non lasciare… che mi cada sulla testa… Angleterre…» lo sentì sussurrare poco dopo nel sonno.

«Che rottura, sei un bambino…» mormorò Inghilterra dopo un po’. Ma gli bastò spostare lo sguardo sul volto addormentato di Francia per un attimo per decidere che, dopotutto, quello era un favore che poteva concedergli.







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