1-introduzione
Ed eccomi qui a
buttarmi in un'altra fanfiction,ma questa volta brancolo nel
buio.Perché se per la saga di Twilight avevo alcune mie
certezze,qui assolutamente no.E' la prima che scrivo su Harry Potter e
i suoi personaggi,ma si sa se questi iniziano a parlarti in testa e
dettarti le loro emozioni non si può che decidersi a scrivere e
lasciarsi trasportare nel loro mondo. Ed è proprio quello che ho
fatto. Mi sto lanciando in quest'avventura e spero nella vostra
clemenza.Vi prego siate buone e allo stesso tempo spietate.
Era una notte buia,ma tutte le notti erano buie da alcuni anni a questa parte.
Come se la luce fosse scomparsa per sempre,come se fosse stata nascosta
da qualche parte per non essere più liberata.Tutto era scuro e
privo di vita.
Ma poi,all'improvviso, una raggio accecante percorse il cielo illuminandolo.
< Mio signore l'avete vista? >
L'oscuro signore fece una smorfia e rispose. <
Certo che l'ho vista Codaliscia,non sono mica cieco >
Codaliscia,facendosi piccolo, non parlò più per la paura
che l'aveva colpito non appena il suo padrone l'aveva apostrofato.
< Chiama i miei Mangiamorte Codaliscia.Abbiamo un lavoro da
svolgere... > Ordinò.E Codaliscia lo sapeva bene,non si
disubbidisce a Lord Voldemort.
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La mente suggerisce ragioni che il cuore non vuol sentire...
Le lezioni erano cominciate ormai da tre mesi,nella scuola di magie e
stregonerie di Hogwarts
,e
tra un non molti giorni sarebbero iniziate le vacanze di
Natale.Il
soffitto stregato mostrava un cielo limpido e senza nuvole cosparso di
numerosi punti luce e una stupenda luna che illuminava tutta la sala
con la sua luce candida.I fantasmi svolazzavano indisturbati. Un grande
albero troneggiava nella Sala Grande.
Le sue decorazioni brillavano,le campanelline si muovevano magicamente
producendo un piacevole sottofondo alla cena appena iniziata.
Al tavolo dei grifondoro tutti gli studenti erano impiegati nello
svolgersi della serata.
Harry Potter osservava la piccola Ginevra Weasley approfittando di quei
momenti in cui non poteva essere visto. Ginevra Weasley spiava
Harry Potter tutte le volte che lui abbassava lo sguardo nel suo
piatto.Ronald Weasley mangiava senza misura ed Hermione Granger teneva
il naso infilato in un grande tomo che occupava parte dello spazio del
tavolo a sua disposizione per cenare.
< Mione anche mentre ceniamo? > chiese tra un boccone ed
un altro Ron.
La ragazza non alzò neanche lo sguardo,immersa nella sua
lettura e Ron sbuffò sonoramente.
< Lasciala in pace Ron.Se studiassi un quarto di quanto studia
lei
saresti il primo del tuo anno,anzi facciamo il secondo visto che non
potresti comunque batterla > lo sfotté la
sorella
difendendo la sua amica.
Neanche quel commento distrasse Hermione.Ma Ron stufo del suo silenzio
la richiamò. < Hermione! >
Solo sentendo il suo nome ella alzò gli occhi scontrandosi
con quelli di lui.
< O scusa Ron,parli con me? >
< Si Hermione.Devi proprio studiare anche a tavola? >
disse lui con un tono esasperato.
< Ti do fastidio? >
< Non litigate, per favore > la vocina dolce di Eveline,nuova
arrivata che doveva ancora abituarsi alle loro schermaglie,
cercò di mettere pace tra i due.
Ma < Si! > fu il commento secco di Ron.
< Bene allora spostati! > controbbattè
Hermione stizzita
dal suo modo di parlarle. Che fastidio gli poteva mai dare?
perché meritava senza motivo quel tono acido? Stava solo
leggendo.
Ormai mancavano poche pagine del libro preso in
prestito
dalla biblioteca doveva tornarvici entro quella sera,scadenza del
termine concordato con Madame Pince. Ed Hermione da diligente
studentessa qual'era non avrebbe mai infranto una regola
così
semplice. Quindi riabbassò gli occhi nel libro e si
estraniò dalla cena tranne che per qualche boccone tra una
pagina e l'altra.
Mentre Semus e Dean parlavano della prossima partita di Quidditch.
Serpeverde
contro Grifondoro. Lavanda e Calì erano intente a
spettegolare
su
alcune studentesse di Tassorosso colte con un biglietto d'amore
indirizzato al professor Piton in mano. Sicuramente un pettegolezzo
senza fondamento,nessuno scriveva messaggi d'amore all'untuoso
professor Piton ,finalmente chiuse la copertina del libro soddisfatta
di aver concluso la sua lettura.Finì la sua cena
frettolosamente
e alzatasi dal tavolo < Vado in biblioteca a consegnare il
libro! Ci
vediamo nella sala comune! > salutò i suo compagni e si diresse verso la grande porta .
Uscì dalla sala incamminandosi nel castello buio.
Dalle enormi vetrate poteva intravedere un paesaggio imbiancato da
soffice neve.Sorrise a quella vista contenta, perché anche
se
faceva freddo, tutto sembrava magico,e forse lo era proprio. Si sentiva
bene,Hogwart era casa. Certo le mancavano i suoi genitori,ma lei sapeva
benissimo a quale mondo apparteneva. Lei apparteneva alla magia,al
bellissimo mondo della magia. E così tranquillamente
passeggiava
verso la biblioteca.
Tranquillità.
Sensazione svanita di colpo quando qualcuno le sbarrò la
strada.
Tentò di aggirare quell' ostacolo ma lui si mosse con lei
impedendole il passaggio.Tentò di nuovo ma in
vano.
< Fammi passare! > disse esasperata.
Quel qualcuno non rispose,ma si limitò a fissarla. Gli occhi
d'ambra , i boccoli che le ricadevano sulle spalle, il cravattino
allentato e il primo bottone della camicia sbottonato dopo un'intera
giornata di studio, la gonna al ginocchio che le accarezzava la pelle
delle gambe fasciate dalle calze. Passarono attimi o ore ma nessuno dei
due si mosse fini a quando Hermione ritentò ma non vinse.
< Cosa vuoi? > chiese la ragazza incominciando a
impaurirsi.
< Non so se lo vorresti sapere veramente! >
confessò lui.
< Bene fai come credi Malfoy! > gli voltò le
spalle e
decise di prendere il secondo corridoio per raggiungere la biblioteca.
Si aspettava qualche insulto,qualche colorito epiteto,che la
riacciuffasse per farsi ascoltare.Ma niente. Il loro incontro si
concluse lì,con una domanda che non aveva trovato risposta.
Il ragazzo osservò le spalle della grifoncina scomparire e
sbuffò sonoramente, lasciando intravedere una certa stizza.
Ma
poi si ricompose e si incamminò verso il suo dormitorio ,nei
freddi sotterranei,dove le serpi avevano dimora.
Salutò il Barone Sanguinario, snobbo tutte le persone
presenti
nella sala comune dei Serpeverde,come era abituato a fare da loro
Principe e da Malfoy, e salì nella sua camera.
Un Blaise Zabini se ne stava sdraiato tranquillo nel suo letto con una
pergamena in mano cercando di decifrare la scrittura.Era una
lettera d'amore per lui,la terza in quella settimana. Soltanto la
terza,visto che era abituato a molte altre.Dopo tutto doveva cercare di
non deludere tutte le sue ammiratrici.
E fu così, rilassato che lo trovò Draco.
< Eccoti finalmente! > lo apostrofò.
< Mi cercavi? >
< No,ma volevo sapere che fine avevi fatto...Sei scappato dalla
sala
grande come se fossi stato inseguito da qualcuno. >
continuò
il moro.
< Io non ero inseguito da nessuno >
puntualizzò Draco
abbandonando la sua borsa con i libri del giorno e iniziando a
spogliarsi.
< No infatti, eri tu ad inseguire. >
Draco sorrise.Con Blaise non serviva mascherarsi,lui era il suo
migliore amico e lo conosceva avvolte meglio di lui. Prese
l'accappatoio
e indossandolo si diresse in bagno per concedersi una lunga e
rilassante
doccia.Dopo quella giornata desiderava solo quello.
O meglio sarebbe
stata l'unica cosa che desiderava che gli sarebbe stata concessa.
Angolo autrice:
Come avete capito è un Draco-Hermione,con vecchi e nuovi
personaggi.Scoprirete in seguito il ruolo di Eveline.Inoltre devo fare
una precisazione.Tra Voldemort e la morte c'è solo quello che ho
immaginato e che scoprirete,niente Horcrux.
Era solo il prologo ma come ho scritto prima vorrei conoscere le vostre impressioni.
Quindi commentate,commentate e commentate...Grazie e al prossimo capitolo. Baciuzzo Mapi.
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