Pairing:
Anna/Antonio.
Prima
persona: Anna
Seconda
persona: Antonio
Il mio sposo
Aspetto.
Ma
che cosa aspetto, io?
Qualcosa
che mi faccia cambiare idea sulla mia vita,
qualcuno che mi rapisca per l’eternità, una
catastrofe che distrugga la mia
casa affinché possa chiedere soccorso e
ospitalità a te.
Come
posso ostinarmi a cercare qualcosa che non accadrà
mai o qualcuno che non ha nessuna intenzione di tornare?
“Non
sono più in età da marito” avevo
risposto a mio
fratello che mi consigliava di trovare qualcuno da sposare
finché avevo ancora
un aspetto decoroso.
Ma
dove potevo andare a cercare qualcuno che stesse al
mio fianco per tutto il resto di una vita?
Se
anche un uomo mi avesse in moglie, non sarei mai riuscita
a concedergli il mio cuore e la mia anima come idealmente si dovrebbe
fare nei
confronti di un marito, perché sai bene anche tu chi sia
l’unica persona che
posso permettermi di amare.
“Non
credi che il marchese Salvati sia un ottimo
partito?”
Alzo
gli occhi disgustata alla pronuncia di quel nome che
credevo di aver già sentito.
Era
sicuramente uno dei tanti amici ricchi di mio marito,
che magari si era anche indebitato con lui.
“In
quanto ai soldi, di certo non gli mancano” continuava
Fabrizio come se fosse quello il principale problema da evitare in caso
di
acquisto di un nuovo membro in famiglia.
“Anna,
devi farlo per te” interviene Elisa appoggiando
una mano su quella di mio fratello.
“Ma
soprattutto per la tenuta, non è così?”
smaschero i
loro piani.
Mio
fratello sospira e poi guarda la sua compagna
scuotendo la testa. “Si ostina a non capire.”
Mi
alzo in piedi e lascio la stanza.
Che
cosa avrei dovuto capire? Che ero l’unica alternativa
per salvare le finanze della tenuta? Pensavo che mio fratello, proprio
colui
che voleva sposarsi per amore, avesse capito che non ne volessi sapere
di un matrimonio
per convenienza.
Non
un altro.
Mi
chiudo in camera mia e mi appoggio con la schiena alla
porta, di modo che il fiatone causato dalla corsa scemasse via via.
Volevo
piangere, ma non ci riuscivo, perché ormai ho
capito di quanto anche questo sia inutile.
Allora
aspetto, e continuo a farlo da quindici anni.
Si
dice che la speranza sia l’ultima a morire…
menzogne.
La
mia, da speranza che era, si è trasformata
nell’illusione di un sogno dove vivo quotidianamente per
sopportare le mie
sventure.
Quello
che aspetto è l’ultimo battito del mio cuore,
così
che finalmente io possa essere libera di non sentirmi più
legata a te. Forse,
invece, starò ancora più male, mi
sentirò ancora più lontana, e
rimpiangerò di
non avere agito in vita come avrei dovuto.
Perché
io so cosa dovrei fare.
Io
so dove andare, io so cosa cercare.
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“Il
dottor Ceppi non è a casa, signora,
ehm…”
“Anna
Ristori. Contessa.”
Giovanni
annuisce ed esce dalla piccola stalla
strofinandosi le mani in un panno grigio.
“Mi
dispiace non avervi riconosciuto” s’inchina appena.
Sorrido.
“È molto tempo che non vengo qua.”
“Ora
mi ricordo perfettamente di voi: il vostro sorriso è
rimasto lo stesso di quando eravate una fanciulla.”
Abbasso
lo sguardo un po’ in imbarazzo.
“Qui
i complimenti posso farli solo io.”
Mi
volto barcollando e il mio cuore aumenta
vertiginosamente le pulsazioni quando scorgo il tuo sorriso.
Cedi
a Giovanni il cavallo che stavi accompagnando per le
briglie e aspetti che lui se ne vada.
“Temo
sia stato troppo sfacciato.”
Mi
prendi una mano su cui posi un delicato bacio.
E
in quel momento sento come questo sia il posto che
cercavo.
“Avete
bisogno?”
“Volevo
mettervi al corrente del mio matrimonio che si
terrà a breve.”
Mi
lasci la mano e con sguardo oscurato mi fissi negli
occhi.
“Con
chi, se mi è lecito chiedervelo?”
Mi
mordo il labbro inferiore.
“Con
voi.”
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