DELIRI
di MEZZOGIORNO
Nell’arco
di una giornata, c‘era un momento che particolarmente
sfiancava Suigetsu: quando il sole era alto nel cielo e i suoi
raggi scendevano a
picco sulla nuca. Mezzogiorno.
Niente
lo provava maggiormente della mancanza di liquidi
dovuta all’evaporazione, a livello puramente fisico.
D’altro
canto, anche dover svegliare Karin per mettersi in
marcia la mattina era alquanto dura…
«Cristo…»
enfatizzò «Fermiamoci, ragazzi.»
Quel
giorno il cielo era maculato di nuvoloni di varia
grandezza, in un omogeneo grigiore bieco; il sole era ben
nascosto dietro di
loro, per questo Suigetsu era riuscito a resistere fino a quel momento
senza chiedere soste
ai compagni di team. Per questo nessuno dissentì.
Mentre
Sasuke scrutava attentamente il percorso e
silenziosamente ignorava l’insistente sguardo di Karin alle
sue spalle, il
ragazzo-pesce si accomodò su un masso al ciglio della
strada, sistemando al suo
fianco la propria mannaia.
Juugo
a sua volta lo imitò, in attesa che il viaggio
riprendesse; iniziò a guardarlo tanto per poter dire di star
facendo qualcosa.
Anche
Karin e Sasuke presero a studiarlo, mentre Suigetsu
interloquiva amabilmente con la Taglia
Teste
che per altro sorreggeva tra le proprie braccia, a tratti dissetandosi
con la
borraccia mezza piena.
«Fa
proprio caldo… pensi sia
l’umidità?» e ancora «Eppure
fino a poco fa si stava così bene…»
Il
ragazzo proseguì il proprio monologo per altri due minuti
senza realmente curarsi degli sguardi indiscreti che gli venivano
rivolti
finché Juugo non si rialzò palesando la propria
opinione: era tempo di
riprendere il cammino.
Karin,
invece, persisteva nel guardare Hozuki.
Uno
sguardo tenace, caparbio… di solito riservato solo al
leader del Team Taka.
«Perché
parli a un oggetto inanimato, Suigetsu?»
Più
che per curiosità personale, gli pose quella domanda
perché Sasuke aveva immaginato che quello fosse il quesito
che si stesse
ponendo la ragazza. In effetti, la vide sobbalzare un poco per la
sorpresa.
«Io
parlo a tutto ciò che mi risponde, capo.»
«Ti
sei accorto che non stai ricevendo alcuna risposta,
vero?»
Fece
uno spassionato tentativo per testare le capacità di
osservazioni di Suigetsu. Dello spirito, in pratica.
«Oh,
sì invece.»
Sasuke
non cambiò espressione; aveva attestato la
veridicità
dei propri dubbi senza sforzo dopo tutto. Karin si allontanò
rapidamente, per
niente interessata in una nuova probabile disputa verbale tra i due.
«Anche
l’indifferenza è una risposta. E tu dovresti
saperlo
meglio di tutti…»
Dicendolo,
Suigetsu si permise di ammiccare, mentre
sistemava sulle proprie spalle la pesante spada.
«È
per questo che stavi offrendo da bere ad una spada?»
«Tsk,
il fatto che non abbia risposto non significa niente. Anzi.»
Ripresero
il cammino senza che Sasuke desse una risposta
alla provocazione; dopo tutto Karin aveva smesso di guardare Suigetsu
come se
stesse cercando di perforargli le interiora. Il discorso, per niente
serio, che
lo vedeva coinvolto era terminato nel momento in cui la rossa se
n’era andata.
Era
compito di un leader occuparsi delle preoccupazioni dei
componenti del proprio Team, no?
Venne
riportato alla realtà solo quando Suigetsu si
premurò
di ricordare il discorso di pochi minuti prima con un commento che, per
altri,
sarebbe risultato solerte.
«Sete,
capo?»
Ovviamente,
non arrivò nessuna risposta.
Suigetsu
sorrise molto
vistosamente.
Note:
Attendevo da
tempo di scrivere qualcosa di Suigetsu, una SuiKa in origine, ma
è uscito
questo. Momento di ispirazione arrivato quando mia madre mi ha chiesto
cosa
stessi facendo mentre chiacchieravo amabilmente con la mia gatta,
elogiandola e
complimentandomi con lei per chissà cosa… ho
risposto “Io parlo con tutto ciò
che mi risponde, ma’!” e mi sono rifiutata di
usarlo anche come titolo, visto
che ultimamente ogni mio titolo deve avere almeno 3 parole. Damn.
Questa
fan fiction celebra una cosa importante che però non
è datata: un anno fa, più o meno, cliccai
‘sì’ a una richiesta di amicizia
particolare…
Festeggerò
meglio a Lucca, sì, ma in anticipazione questo
regalino è per la mia beta ufficiale, che si è
fatta un c**o così *allarga le
mani* per il contest a cui partecipo. Un’impresa epica,
maledizione.
Ce
l’hai fatta, Kò!
BakAny
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