Oky, questa sarà non solo la mia prima pubblicazione su EFP,
ma anche il mio primo tentativo di creare una raccolta di One-Shot!!
*happy mode ON*
Sono una scrittrice che definire in erba è un complimento;
piuttosto, posso essere definita come una
pseudo-scrittrice, in alto mare, con le vele a brandelli e il
vento contrario, a causa dell'incocnludenza che spesso dimostro con i
miei progetti personali...
La raccolta sarà composta da almeno una decina di One-Shot,
alcune con dei miei OC (tipo quelle che pubblicherò qui) e
altre, saranno invece delle vere e proprie fanfic.
Se le commentaste/criticaste e mi deste dei consigli, ne
sarei più che felice!!!
Dear Agony
Dear Agony
Just let go
of me
Suffer
Slowly
Ist this
the way is got to be?
Dear Agony
Pioveva quel giorno... In genere, non
ci faccio mai caso, la
pioggia non mi ha mai dato fastidio, tanto che l'ho sempre ignorata e
basta e
ho sempre fatto finta che i giorni piovosi fossero dei giorni come
altri, forse
solo più umidi...
Ma quel giorno, pioveva e la pioggia era insopportabile.
Ogni goccia pesava come piombo, era fredda come grandine e mi feriva...
Vidi
dei bambini rincorrersi per la stradina fangosa e deserta che dai campi
portava
al paese, passando per il piccolo cimitero in cui mi trovavo; li vidi
giocare
felici e spensierati a rincorrere le gocce di pioggia, cercando di
farsene
cadere il più possibile in bocca.
Mi chiesi cosa sarebbe successo se anch'io ci avessi provato... Le
gocce
avrebbero avuto lo stesso sapore delle lacrime?
Accoccolata contro il marmo freddo di una lapide, mi strinsi le
ginocchia al
petto cercando di dimenticare o quantomeno di accettare che Aleksej, il
mio
Aleksej fosse morto. Guardai ancora la rozza croce in legno che
indicava il
posto in cui le sue spoglie mortali riposavano, proprio davanti alla
lapide a
cui mi ero accoccolata, incapace di lasciarlo andare una volta per
tutte.
Non riuscivo a pensare a nulla, o meglio, ci riuscivo ma ogni pensiero
era così
dannatamente doloroso che avrei preferito mille volte non riuscirci...
A ogni momento felice passato con lui che tornava alla mia mente, si
sovrapponevano le immagini strazianti dell'incidente che me lo aveva
strappato
e dei tentativi dei paramedici sul cui volto era già dipinta
la rassegnazione.
Non maledissi il ragazzo ubriaco che lo aveva investito per avermi
portato via
colui che mi aveva fatto rinascere, piuttosto, lo maledissi -e lo
maledico
tutt'ora, anche se con meno fervore-, per non aver investito pure me,
obbligandomi così a soffrire per questa ferita che non
sembra volersi
rimarginare neanche adesso dopo tutto questo tempo.
Me ne restai lì a piangere in silenzio dopo il funerale per
non so quanto tempo,
forse tre giorni o forse di più; alternando brevi sguardi
alle minuscole
cicatrici sul mio gomito o al paesaggio circostante, con sguardi
più lunghi
alla foto plastificata che lo ritraeva, sorridente come
era sempre stato
da quando lo conobbi al Centro, ora attaccata ora alla misera croce di
legno
con su incise le due date più significative della sua vita.
Cara Agonia, lasciami andare... questa
lenta sofferenza... è così che deve essere?
~
Ok, finita ^_^
Spero vi sia piaciuta almeno un po'! Vorrei sapere cosa ne pensate
prima di andare avanti con le altre... (non saranno tutte
così malinconiche, dipende dalla canzone che salta fuori con
la riproduzione casuale o se mi suggerirete delle canzoni, da quella
che sceglierò :3)
La citazione e l'ispirazione, sono prese dalla canzone "Dear Agony"
(Breaking Benjamin) e ora, un paio d'informazioni randomiche sulla OC
protagonista:
Nome: Audrey Bandelli
Nazionalità: italoamericana
Età: 18
Data di nascita: 25 settembre (bilancia)
La storia in breve: (non penso la pubblicherò mai qui su EFP
però...)
All'inizio della storia, Audrey è una studentessa all'ultimo
anno delle superiori con qualche problema di tossicodipendenza. Non
sopporta nessuno ed è convinta di avere il mondo contro; va
male a scuola, non ha una grande opinione dell'amore dal giorno in cui
i suoi divorziarono ecc ecc...
Un giorno la madre esasperata la spedisce in un Centro d'Accoglienza
per ragazzi tossici dove conosce Aleksej, un ragazzo si 24 anni che
dopo aver avuto lui stesso problemi di droga, lavora come volontario
nel Centro, per aiutare gli altri ad uscire dalla situazione dalla
quale anche lui era passato.
Dopo le iniziali antipatie (dovute più che altro al
carattere di Audrey che già era difficile di suo, ma che le
crisi di astinenza rendevano ancora peggio), si innamorano e quando
Audrey esce dal centro come paziente, decide di tornarci anche lei come
volontaria per stare accanto ad Aleksej.
Una sera però, mentre uscivano da un cinema, vengono
investiti da un ragazzo ubriaco, Audrey non si fa quasi nulla ma
Aleksej, purtroppo muore...
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