A destiny I never wanted
di
Tenchi Malfoy
tradotto da fatafatale
Rinuncia: Evidentemente le cose che riconoscete,
non sono le mie o io sarei ricco! Bene l'unica cosa che è mio sono alcuni caratteri scelti e manierismi così
come la trama della storia.
cap.1
Prologo – Perdendo così molto, ma
guadagnando molto di più
Era passato un mese dalla Battaglia Finale, e Harry Potter era vivo, ma
solo considerando che respirava. Il suo cuore e la sua
mente, erano altrove. Harry sedeva alla base del lago di Hogwarts, guardando i
suoi compagni di scuola celebrare la fine del Dio Scuro.
Harry non aveva voglia di celebrare; sì, aveva sconfitto il peggior Dio
Scuro in un secolo, ma quello che gli era costato, era molto. Non c’era nessuno
da cui tornare, alla fine della giornata, nessuno a cui parlare senza che
avesse chiesto il suo autografo.
Hermione era stata assassinata. In un’incursione, a
Hogsmeade, un mese prima della Battaglia Finale. Lucius Malfoy l’uccise, mentre costrinse Ron a guardare la sua morte
dolorosa. Usò maledizioni oscure multiple, per poi, alla fine, usare
l’imperdonabile. Iniziò con la Maledizione Imperiosa, costringendola ad
uccidere Neville con un coltello. Poi, usò parecchie volte la maledizione Cruciatus, ridendo, mentre lei sputava i suoi polmoni dalle
grida, finché non la finì con la Maledizione Mortale.
Ron fu rinchiuso al San Mungo, indefinitamente,
perché impazzì dopo tale vista. Non disse più una parola dopo ciò. Era in custodia con i Longbottom, dove Harry andava a
visitarlo spesso, con speranza, ma andandosene con sempre meno di essa.
Remus era stato ucciso da un amico lupo mannaro, all’inizio del suo
settimo anno. Remus aveva rifiutato di congiungere il gruppo di lupi mannari
che si era unito a Voldemort, essendo catturato ed assassinato prima che
potesse essere liberato. Il lupo mannaro colpevole, fu ucciso poco dopo, da un
Harry furioso.
Dumbledore sopravvisse fino alla Battaglia Finale, dove gli fu teso un
agguato, ed assassinato da non meno di trenta mangiamorte. Harry non poté
salvarlo, perché impegnato con Voldemort in un intenso duello. Dumbledore morì
con onore, guardando fisso in volto i mangiamorte, con qualcosa di simile ad
eccitamento, sul suo viso. Harry ricordò le sue ultime parole, quando lo vide
precipitare, ‘No, Harry, non sono preoccupato. Come ti
dissi, la morte è solo la prossima grande avventura,’”
poi, si incamminarono verso il campo di battaglia, come molti altri, che
seguirono i loro grandi leader.
Amelia Bone era divenuta Direttrice dopo che
Dumbledore e McGonagall, furono assassinati. Snape
diventò Deputato Headmaster in luogo di McGonagall. I
Weasley avevano sofferto delle perdite di Bill e Percy, come del sig. Weasley.
La persona che stava facendolo desiderare di esser morto, era la sua
amata, Ginny Weasley. Durante il settimo anno, era caduta prigioniera di
Teodoro Nott, poco prima della Battaglia Finale.
Harry tentò di liberarla, dal Feudo di Riddle, dove era contenuta, ma già era morta a causa della tortura e degli stupri. Harry pianse
per giorni, biasimandosi per non essere arrivato a tempo. L’unica persona che
non aveva mai oscillato nel suo amore per lui, era scivolata attraverso la sua
presa, nelle mani della morte. Harry non si perdonerebbe mai,
per non esser riuscito a salvarla, come lei aveva fatto innumerevoli
volte.
Harry scosse la testa, per liberarla da tali pensieri; guardò la scuola,
da cui si sentiva sempre più lontano, con occhi tristi. Non riusciva a
desiderare di lasciare l’unica casa che mai aveva conosciuto. Era cambiato
così, da quel piccolo ragazzo denutrito che era stato nel suo primo anno.
Durante l’estate del quinto anno, Harry aveva fatto il voto di non
permettere più a nessuna delle persone da lui amate, di morire. Spese l’intera
estate, esercitandosi e leggendo tutti i suoi libri scolastici, più e più
volte. Quando l’anno scolastico ricominciò, Harry richiese un incontro con
Dumbledore, dicendo che aveva bisogno di
addestramento. Dopo alcune negoziazioni, Dumbledore, si dichiarò d’accordo.
I seguenti due anni di vita scolastica, li spese lavorando duramente, ed
avendo lezioni con Dumbledore in una stanza speciale, accanto al suo ufficio.
Durante quel tempo, scoprirono ‘il potere che il Dio
Scuro non conosce’. Harry era il primo, in trecento
anni, per essere un Dio degli Elementi-multipli della
natura. Harry era in grado di controllare tutti e quattro gli elementi, che a
loro volta, controllavano gli altri due, ombra e luce.
Harry poteva creare il fuoco con un secco colpo del suo
polso, e poteva manipolare l’acqua in una creatura che attaccava al suo
comando; fare apparire rupi e barriere dal nulla, creare il vento per un
tornado; cambiare il giorno con la notte e usare tutto ciò per creare l’ultima
tempesta. Harry sconfisse Voldemort usando i suoi poteri di elementale uniti, costringendo tale potere dentro uno
scioccato Voldemort, che esplose letteralmente, a pezzi.
Harry passò due settimane nell’ala dell’ospedale, recuperando
dall’esaurimento magico. Poi, passò un’altra settimana riguadagnando il suo
sonno, sotto l’occhio vigile di Poppy, come insisté che la chiamasse.
Ora, era una settimana, da quando fu rilasciato
dall’ospedale, e se si sentì normale, internamente, era vuoto.
Harry sembrava, ad un primo sguardo, normale. I suoi capelli neri e
lunghi, erano legati alla base del collo da un nastro verde. Il suo corpo era
intonato e muscolare, coperto da abiti da battaglia verdi, di pelle di dragone.
Portava stivali, sempre di pelle di dragone, verdi, come verde
era il mantello, sempre di pelle di dragone. Con l’andare del tempo, Harry
aveva cominciato ad assomigliare più a sua madre, con le sue
caratteristiche angolari. i suoi occhi erano
penetranti, sembrando guardare direttamente dentro l’anima di chi li
incontrava. Harry sembrava l’epitome del Redentore, salvo che lei l’osservava
da vicino. Allora, si sarebbe visto il dolore nei suoi occhi ripieni di
tristezza.
Harry guardò il lago, simile a vetro, per poi alzare lo sguardo vuoto al
cielo. Creò un cuscino con un pensiero, e vi posò la testa. Per un poco, guardò
le stelle, in particolare la stella Sirius, la stella
del cane.
Nel momento in cui si addormentò, mormorò delle parole. Parole che lo trasporterebbero in un’altra avventura.
“Perché io? Dio, mi hai dato un destino che io
non ho mai voluto. Perché io?” Si chiese, non
osservando che, Sirius scintillò per alcuni secondi, in cielo. Se alcuno guardasse verso il lago, in quel momento, vedrebbe
una luce dorata ricoprire Harry Potter, per scomparire un attimo dopo, quando
Harry riapre gli occhi.