Note:
la protagonista non è Megan Jones, lo sono un po' tutti, per
il
prologo ho scelto il suo punto di vista perché è
quella meno
diplomatica. No, non è la tipa che fa la dura, è
semplicemente un
tantinello brusca, o per meglio dire incredibilmente sincera e incapace di relazionarsi decentemente con gli altri essere umani.
L'anno
del torneo Tremaghi e dell'Ordine della Fenice è
già stato scritto,
perciò potrò pubblicare molto spesso.
Molti
nomi sono presi dalle note rese pubbliche dalla Rowling di personaggi
che non ha mai nominato, ho seguito le indicazioni del Lexicon,
escluse alcune licenze come il fatto che Megan Jones nella mia
fanfiction sia Scozzese.
Stebbins
e Fawcett sono comparsi anche nei libri della saga come
“quelli che
erano in atteggiamenti intimi e Snape li ha puniti”.
Chiunque
legga 70s students sappia che qui ci sono figli di persone che gli
saranno molto familiari!
Metterò
uno specchietto coi personaggi più avanti se pensate che
possa
servire.
Prologo
Dividere
la camera con le sue compagne non era affatto facile, e non tanto per
la povera Susan che non seccava mai nessuno e si faceva i santissimi
fatti suoi, quanto per quella piaga di Sally-Anne che pretendeva il
massimo silenzio e soprattutto che nessuno entrasse nel suo spazio
vitale che aveva un raggio di circa cinque metri, spaventata forse
dall'essere contagiata dalla vitalità delle altre persone
presenti.
La principessina bionda ci teneva a far valere la propria
superiorità
anche quando era nascosta dalle mura della loro camera e non mancava di
guardarla con disprezzo quando tentava di raccontare ad Hannah le
ultime imprese delle Holyhead Arpies, visto che lei in quanto quasi estranea al gioco era alquanto influenzabile e bisognava tenerla in salvo
delle stupide idee dei suoi amichetti Ernie e Justin con le loro
squadre per pezzenti. Con Georgia non parlava molto, erano entrambe
troppo poco diplomatiche, o come diceva Wayne lei era incivile e Georgia non amava farsi sottomettere, per non
scontrarsi su ogni argomento, perciò quella passava il suo
tempo con
Michael e non si parlavano; così finivano i suoi rapporti
con le
compagne di stanza.
In
effetti, si poteva dire che Megan non avesse rapporti particolari con
loro, e fin troppo spesso si ritrovava a chiacchierare con Mirtilla
Malcontenta che condivideva con lei l'odio per Sally-Anne e una
sconfinata ammirazione per Cedric, due anni avanti al loro e uno dei
suoi pochi amici.
Non
che fosse possibile non andare d'accordo con Cedric: quel ragazzo,
oltre ad essere particolarmente bello, era gentile, leale,
simpatico, giusto: l'incarnazione dello spirito Hufflepuff.
Lei
lo aveva conosciuto grazie a Wayne, fratello di un compagno di stanza
di Cedric, un anno più grande di lei. Wayne tra l'altro le era particolarmente insopportabile, ma non
si poteva avere tutto dalla vita.
O
evidentemente lei non poteva avere tutto dalla vita.
Trascorreva
le sue giornate con Cedric, Michael, Walter, Wayne, Georgia, Quill e
Stephen, e andava d'accordo solo col primo, parlava alle volte col
secondo per insultarlo, e col terzo, sano di mente, e litigava col
quarto mentre raramente scambiava parole con gli ultimi tre.
I
suoi voti erano nella media, non era una secchiona come Hannah,
Stephen e quello spocchioso di Ernie ma neppure pessima come Quill e
gli altri amici di Cedric; non era né invisibile
né popolare,
insomma, nella sua vita non c'era nulla di eccitante se non il
Quidditch, visto che sua cugina Gwenog era il capo delle Holyhead
Arpies di cui era una sfegatata tifosa e lei era la battitrice di
Hufflepuff. A meno che non fosse considerato popolare il fatto che
tutti sapessero il suo nome e la guardassero con sospetto solo
perchè
non era un esempio di calma.
A
volte si trovava a desiderare di vivere una vita pazza come quella di
Harry Potter, che si diceva avesse già compiuto grandi gesta
di cui
probabilmente metà erano inventate ma che perlomeno aveva
amici
inseparabili e nemici giurati.
Se
avesse già avuto diciassette anni sarebbe stato lui il
campione di
Hogwarts quell'anno, poco ma sicuro.
Intanto
lei tifava perché fosse scelto Cedric e sperava che
quell'anno fosse
un po' più emozionante del solito.
Più
tardi avrebbe pianto amare lacrime al solo ricordo, in quel momento
si preparava per andare a vedere chi sarebbe stato scelto come
Campione.
Campione
di Hogwarts.
«Il
campione di Hogwarts è Cedric Diggory!»
scandì Dumbledore e Megan
Jones scattò in piedi, applaudendo con più forza
del necessario.
Wayne Hopkins batté le mani alzandosi con immancabile calma
e poi
sollevò un calice verso Cedric Diggory, che gli fece
l'occhiolino
mentre raggiungeva gli altri campioni. Tutti gli Hufflepuff si erano
alzati e festeggiavano.
«Finalmente
anche uno dei nostri si fa notare...» commentò
Ernie Macmillan con
aria estasiata, e Sally-Anne Perks annuì solennemente.
«Senza
contare che è pure un ottimo esempio di bel
ragazzo!» esclamò
Susan divertita, scoppiando a ridere. Stephen Cornfoot
sospirò
rumorosamente e batté le mani con meno entusiasmo, mentre
gli amici
di Cedric ridevano o alzavano gli occhi al cielo.
«E
ti pareva...» commentò Walter, dando poi una
gomitata al fratello
che si era già seduto di nuovo per sorseggiare il succo di
zucca,
«Wayne! Non puoi mostrarti un po' più
felice?»
«Cedric
sa che ha tutto il mio sostegno.» ribatté lui
flemmatico.
Megan
lo fulminò con lo sguardo, continuando ad applaudire e commentando: «Sei
sempre la solita nonna.»
L'unica
risposta di Wayne fu un inarcarsi di sopracciglia.
«Credo
che il preside stia cercando di parlare.»
ridacchiò Justin
Finch-Fletchley, e Hannah Abbott, come sempre alla sua sinistra, si
sporse per vedere meglio.
Rent
Summers e Jack Summerby fischiarono e il povero Quill Rivers accanto
a loro si coprì le orecchie. Alla fine il preside
riuscì a
riportare la calma.
«Bene,
ora abbiamo i nostri tre campioni. Sono certo di poter contare su
tutti voi, compresi gli studenti di Beauxbatons e Durmstrang,
perché
diate ai vostri campioni tutto il sostegno che potete.
Acclamando
il vostro campione, contribuirete in modo molto...»
Dumbledore si
interruppe e tutti seguirono il suo sguardo.
«Guardate
il calice!» sussurrò Michael Stebbins,
sovreccitato migliore amico
di Cedric.
«È
rosso... Un'altra pergamena!» squittì Quill.
Megan
assottigliò lo sguardo mentre il preside ne leggeva
silenziosamente
il nome. Lei e tutta la Sala
Grande lo fissavano in attesa.
«Harry
Potter.»
Megan
spalancò la bocca, inorridita, e si voltò a
cercarlo con lo
sguardo. Il mitico ragazzo sopravvissuto che aveva salvato molti di loro
genitori nati-babbani con la sola esistenza era lì, in tutto
il suo
splendore di capelli arruffati e occhiali da quattro soldi,
impietrito come se non sapesse cosa fare. L'imprecazione le
sgorgò
di bocca da sola, quando notò che persino Wayne si era
voltato a
guardarlo con gli occhi spalancati.
«Non
è possibile! Ha imbrogliato, ha la nostra
età!» protestò Ernie
schifato.
«Maledetto,
perché sempre a lui la gloria?» ringhiò
anche lei, furibonda, «È
Cedric il campione!»
«Come
osa!» cominciò Sally-Anne, per la prima volta
d'accordo con lei su
qualcosa. Intanto il preside lo chiamava perché raggiungesse
gli
altri.
«No,
non ci fa niente con loro! È un imbroglione!»
gridò Michael, rosso
in faccia.
«Perché
sempre lui?» ripeté Justin che sembrava folgorato.
Harry
Potter cominciò a sfilare tra un tavolo e l'altro dopo
essere quasi
inciampato nella sua stessa veste.
«Poveraccio.»
fu l'unico commento di Wayne, che era tornato a bere. Susan Bones
sembrava in qualche modo dispiaciuta, forse perché spesso le
capitava di farsi male. Megan sentì un istintivo moto di
simpatia
per Georgia che lo fissava come se volesse alzarsi e scorticarlo
vivo, sentimento da lei condiviso.
Alla
fine Harry Potter sparì e tutti cominciarono a vociferare
ancora più
forte, contro i Gryffindor sempre in mezzo alle pluffe, contro il
calice, contro Potter, contro tutta la scuola perché
Hufflepuff era
sempre la casa più sfigata e contro i professori
perché non
facevano nulla.
Megan
si voltò di nuovo verso il tavolo Gryffindor, che si stava
riprendendo. A giudicare dalle loro occhiate non erano a conoscenza
della truffa di Potter, e i suoi due amici parlottavano tra loro, il tizio Weasley sembrava contrariato, la Granger parlava senza prendere fiato.
«Gli
studenti possono tornare alle loro sale comuni, i campioni vi
raggiungeranno a breve.» li congedò la
professoressa McGonagall,
che non prestava orecchio ai richiami irati degli Hufflepuff.
«Si
può essere più parziali?»
borbottò Georgia.
«Gryffindor.»
rispose semplicemente Sally-Anne, passando una mano tra i lunghi
capelli biondi e attirando le occhiate ammirate dei ragazzi come al
solito. Megan sospirò, alzandosi.
«Torniamo
in sala comune e aspettiamo Cedric, mi sembra il caso di festeggiarlo
come si deve.» propose.
«Giuro
che quest'anno mi alleo con Malfoy.» ringhiò
Ernie, alzandosi
bruscamente.
«Su,
su...» lo rabbonì Justin, poco convinto.
«Che
cavolo... Non parliamo di Potter, pensiamo a Cedric!»
esclamò
Hannah, ostentando un'allegria che andò in fumo quando
Neville
Longbottom le finì quasi addosso. «Attento a dove
metti i piedi!»
abbaiò, evidentemente toccata quanto loro. Megan rise
apertamente,
cercando di ignorare lo sguardo ironico di Wayne.
Longbottom
farfugliò le sue scuse, rosso in viso, e sparì
con gli altri
Gryffindor.
Alla
fine si fermarono tutti in sala comune, alcuni si sedettero davanti
alle scale che portavano al dormitorio, altri sopra i tavolini
squadrati, alcuni fortunati sulle poltrone; poco dopo li raggiunse
Cedric, accolto da un boato pazzesco. Comparvero dopo qualche
passamano burrobirre e noccioline e Megan si concesse di abbracciare
Cedric insieme agli altri.
«Sei
arrossita.» constatò Wayne, orribilmente divertito.
«Fatti
i cazzi tuoi.» sbottò lei irritata.
«Sempre
una lady.»
Piano
piano la sala comune si svuotò e alla fine rimasero i
soliti: lei,
Wayne, Stephen, Georgia, Quill, Michael e ovviamente Cedric. Walter
si era addormentato su una poltrona, come al solito.
«Che
ha detto Potter, ci hai parlato?» domandò Michael,
appiattendosi i
capelli contro la testa.
Cedric
fece spallucce.
«Dice
che non ha messo lui il nome, ma è impossibile... Credo.»
«Quell'imbecille
fa le cose e poi...» cominciò Megan.
«Deve
stare attento, credo che Ernie lo assassinerà a
Erbologia.»
commentò Wayne, appellando una Burrobirra e armeggiando poi
con la
bacchetta.
«Che
fai?» domandò Georgia, piegandosi verso di lui.
«Lo
trasfiguro in succo di zucca.»
«Tu
hai seri problemi col succo di zucca, Wayne.»
osservò Cedric,
sorridendo divertito. Stephen si poggiò una mano sulla
fronte con
aria esasperata.
«La
sua camera sa di succo di zucca, ti rendi conto? E perché
Walter
collassa sempre in giro?»
«Lo
trascino via io...» annunciò Wayne con un sospiro.
«Quest'anno
i G.U.F.O., eh, Wayne? Che orrore...» commentò Georgia e
Quill annuì, già
pallido.
«Non
ci posso pensare, so già che avrò una crisi di
nervi al giorno!»
«Ti
conosciamo, Quill, tu morirai direttamente.» lo
rassicurò Stephen a
suo modo.
«Grazie,
Step.» disse Wayne, sospirando e svegliando il fratello,
«Fila a
dormire in camera tua.»
«Sono
io il maggiore...» gli rammentò stancamente
Walter, sbadigliando,
«Beato te, Ced, che salti gli esami...»
«Però
mi sento stanco anch'io, quindi...»
«Buonanotte,
Cedric. Walter...» salutò Megan, ignorando Wayne.
«Ti
amiamo, Ced. Anche se non quanto la Chang.» salutò
Georgia e Cedric
arrossì.
Subito
l'attenzione di tutti fu di nuovo completamente rivolta a Diggory.
«Cho
Chang? Ravenclaw?» domandò Stephen, incuriosito,
«Perché non lo sapevo?»
«Perché
sappiamo tutti che non sei davvero interessato alle storie d'amore altrui... Ma non stiamo assieme, ci vediamo ogni
tanto...» mormorò lui imbarazzato.
«Sì,
come no!» risero gli altri, compresa Megan che si era
rassegnata ad
ammirarlo come aveva sempre fatto senza alcuna pretesa.
«Hai persino detto "storia d'amore", e la vedi dall'anno scorso!» sghignazzò Michael.
«Vado
anche io. Cedric, di a Rent che mi manca la sua barba.» disse
Georgia, riferendosi alla maestosa barba bianca spuntatagli quando
aveva tentato di mettere il proprio nome nel calice. Soltanto Michael
non rise, ricordando lo stesso episodio con protagonista la sua
fidanzata.
Alla
fine tutti si salutarono e Megan si attardò sulla propria
poltrona,
rimasta sola. Non che fosse una tipa malinconica, tutt'altro, ma
quella sera con tutti che festeggiavano e lei che si ritrovava a non
sapere con chi parlare si era immusonita. Era l'unica a non
interagire coi membri di quello strano gruppo che si era venuto a
creare, esclusi Cedric e ovviamente Wayne.
«Megan?»
chiamò Georgia, che era tornata di sotto.
«Sì?»
domandò stupita, affacciandosi dallo schienale della
poltrona.
«Non
vieni a letto?»
Megan
fu tentata di chiederle cosa mai gliene importasse, ma dopo i
pensieri poco felici appena fatti si limitò ad annuire e
alzarsi
stancamente. Georgia per qualche motivo a lei incomprensibile la
aspettò davanti alla porta circolare e lei ne
incontrò gli occhi
scuri.
«Qualcosa
non va?» le chiese, sospettosa.
«No.
Solo che Sally stava blaterando qualcosa sul fatto che domani ha un
appuntamento e sono fuggita.» spiegò Georgia.
«Oh
no!» gemette lei, perché sarebbe stata ancora
più insopportabile
del solito.
«Quell'anima
pia di Susy le sta anche dando retta ma credo che Hannah
chiederà
asilo a Ernie entro qualche minuto.» sospirò
l'altra,
demoralizzata.
«Non
è una cattiva idea, noi potremmo chiederlo a Cedric, lui
è
abbastanza disponibile da darci persino il letto.»
«È
proprio un bravo ragazzo... Chissà cosa dovrà
affrontare al
torneo...»
«Speriamo
non sia pericoloso come dicono...»
«Già.»
Quando
entrarono nella loro stanza trovarono Sally-Anne che confabulava con
Susan a bassa voce, mentre Hannah dormiva già. Evidentemente
quest'ultima l'aveva minacciata di morte per essere riuscita a farle
abbassare la voce.
«Miracolo...
Buonanotte.»
«Buonanotte.»
Solo
al sicuro nelle proprie coperte Megan si rese conto di aver appena
avuto la prima conversazione, in quattro anni, con Georgia.
La
mattina dopo quando scese a colazione si ritrovò come sempre
affiancata da Wayne, che la salutò distrattamente. Poco dopo
il suo
mantello fu tirato con un leggerissimo strattone da Quill, che
usufruiva della sua aura di pericolosità per poter superare
indenne
il cammino che lo avrebbe portato in Sala Grande, dato che l'altra
sua fonte di sicurezza, Stephen, era ancora a letto.
«Buongiorno
anche a te, Rivers. Credi di poter camminare senza che io ti tenga la
mano?»
Quill
arrossì e la lasciò andare.
«Salve,
signori e signore! Non è una splendida giornata
oggi?» li accolse
Michael, già seduto a tavola.
«Stebbins,
hai già fumato di prima mattina?»
borbottò lei.
«In
effetti hai gli occhi stranamente lucidi.» osservò
Wayne, coprendo
una sbadiglio con una mano.
«È
l'amore.» ghignò Michael.
«Per
le sigarette?» domandarono in coro Megan e Wayne.
«Adesso
parlate anche in polifonia?» domandò Justin
allegramente,
servendosi del bacon.
«Poli-che?»
domandò Wayne interessato, e Megan si estraniò.
Viveva coi nonni
babbani perché suo padre era sempre via per lavoro e a casa
loro vi
erano sia manufatti del mondo magico, appartenenti a lui, che
del mondo babbano, appartenenti a loro, quindi non aveva bisogno di
spiegazioni.
Si
voltò verso il tavolo Gryffindor e notò che
l'amico di Potter coi
capelli rossi, quel Roy o qualcosa del genere, mangiava da solo. Gli
altri sembravano tutti immensamente felici invece, sicuramente si
erano ripresi dallo sconcerto e avevano festeggiato l'imbecille
quattrocchi, ma Megan aveva l'impressione che al rosso fosse andato
tutto quanto di traverso.
«Che
fissi?» domandò Stephen, interessato.
«La
disfatta del Trio, forse.»
«Credo
tu abbia ragione, Malfoy sta brindando e credo sia alla faccia di
Weasley.» concordò Ernie, prendendo posto accanto
a Justin insieme
ad Hannah.
«Weasley...
Com'è che si chiama?» domandò Megan.
«Ron.»
«Mi
stupisco che tu non abbia “E” in tutte le materie
con le tue
capacità mnemoniche...» borbottò Wayne
e soltanto lei lo sentì e
rispose con un calcio sotto il tavolo.
Cedric
entrò in Sala Grande e tutti applaudirono di nuovo, ridendo
della
sua espressione sconcertata. Lui fece finta di tornare indietro per
abbandonarli al loro destino ma Jack e Rent furono più
veloci e lo
presero per un braccio a testa, dirigendolo verso il loro tavolo.
«Cedric,
ti amiamo!» strillò Michael in farsetto e Susan e
Hannah furono sul
punto di seppellirsi sotto il tavolo. Wayne notò per un
istante Cho
Chang che lo fissava dal tavolo Ravenclaw quasi vuoto e
tornò alla
propria colazione. Megan sollevò due dita in segno di
vittoria.
«Sei
disconosciuto come migliore amico, sei una persona orribile.»
disse
Cedric, prendendo posto accanto a Michael, «Non ti conosco
più,
Stebbins.»
«Non
vorrai spezzarmi il cuore?»
«Sto
per andare a dirlo alla tua ragazza.»
Il
gufo di Megan le atterrò davanti, con una pergamena
arrotolata
legata alla zampa. La slegò e cominciò a leggere.
Erano
i soliti saluti e raccomandazioni da parte dei suoi nonni, nessuna
novità. Intanto delle ragazze del sesto anno si erano
accalcate
intorno a Cedric e sembravano intenzionate a chiedergli un autografo.
«Sono
pazze...» mormorò Georgia.
«Abbastanza,
sì.» concordò Megan, e Wayne la
guardò per un momento, stupito
dal sentirle parlare come se fosse normale. Megan lo sfidò a
dire
qualcosa con lo sguardo, ma lui tornò al succo di zucca.
Passarono
i giorni e un lunedì dopo pranzo Ernie si
presentò da loro con
delle spille.
«Malfoy.»
disse, mostrandole con un gran sorriso. Comparve la scritta
“TIFATE
PER CEDRIC DIGGORY – IL VERO CAMPIONE DI HOGWARTS”,
e subito dopo
“POTTER FA SCHIFO!”
Com'era
prevedibile tutti scoppiarono a ridere e si tuffarono per prenderne
una.
«Di
classe.» commentò Justin, «Non
metterò mai qualcosa di verde
addosso, scordatelo.»
Hannah
se l'era appena appuntata al petto quando Megan e Wayne notarono che
Cedric sembrava a disagio.
«Dai,
ragazzi... Non ce n'è bisogno...» tentò
di dire, ma la sua voce
sparì nel ruggito che era la risata di Rent.
«Io
non ho niente contro Potter, non la metterò.»
sussurrò Wayne e lei
lo guardò sorpresa.
«Come
no? Ha imbrogliato!»
«E
a me non interessa.» replicò semplicemente lui.
«Dimenticavo
che parlo con te... No, grazie.» disse a Jack che le porgeva
una
spilla.
«E
tu com'è che non la metti?»
«Non
credo che Cedric sarebbe molto d'accordo.»
«In
effetti credo volesse dire proprio questo prima che Jack e Rent lo
assalissero.» concordò Stephen sedendosi accanto a
lei.
Georgia
si voltò per parlare con uno di loro tre e assunse un'aria
perplessa.
«Accidenti,
sembrate fratelli!» esclamò sorpresa e anche
Hannah li squadrò
stupita come se li vedesse perla prima volta.
«Non
avevo mai notato che anche gli occhi di Megan sono grigi... Dovresti
tagliare la frangia!»
«Ehm,
sì. Okay.» mormorò inquieta, sentendo
fin troppi sguardi su di sé,
«Ora se volete scusarmi ho da fare.» disse
bruscamente, e fuggì
dalla sala comune.
Evidentemente
Georgia non l'aveva mai guardata bene in faccia se si accorgeva solo
in quel momento che aveva in comune con Wayne e Stephen la
carnagione chiarissima, i capelli neri, gli occhi grigi, gli zigomi
alti e il naso dritto tipici della loro etnia ormai scomparsa,
sebbene lei vivesse in Scozia e avesse un accento fortissimo. Lei era
informata di questo soltanto perché la sua famiglia era
particolarmente attenta alla tradizione, ma pensava che gli altri
avessero notato almeno quelle somiglianze così basilari.
Evidentemente
non le prestavano molta attenzione.
O
magari era brutta e la gente non la guardava in faccia per questo.
Si
rifugiò nel bagno di Mirtilla e la trovò che si
lamentava tra sé e
sé.
«Ehi,
Mirtilla!»
«Ciao,
Megan! Hai portato Cedric?»
«Er...
no.»
Si
sedette per terra e il fantasma le giunse accanto.
«Cosa
c'è, sei triste?»
«No,
sono solo un po' stordita... Oggi hai visto qualcuno di interessante
nei bagni?»
Mirtilla
si fece pensierosa: «Oh, c'erano due Ravenclaw che
spettegolavano ma
non mi sono avvicinata perché somigliavano tanto alle
ragazze che mi
prendevano in giro...»
«Che
oche.» commentò sprezzante, «Se dovessi
trovarne qui le scaccerei
subito. Peccato che tu non possa venire a chiamarmi. Insomma,
possibile che debbano sempre farsi gli affari altrui? Non hanno una
vita loro?»
Le
faceva una rabbia terribile, visto e considerato che alle elementari
era lei la "vittima" delle prese in giro dei babbani dato che suo padre
l'aveva iscritta dopo il trasferimento perché si facesse
nuovi
amici, per quanto vittima si potesse considerare una bambina che non aveva alcun interesse nel farsi gli amici e picchiava chiunque la infastidisse. Comunque, se fosse stata interassata, le avrebbero spezzato il cuore o qualcosa del genere. Ora il solo pensiero delle ragazzine snob le faceva ribollire
il sangue; motivo per cui detestava Sally-Anne.
«Tu
sì che mi capisci...» commentò
Mirtilla, tirando su col naso, «Ci
sarà sempre un posto per te qui, se morirai
giovane.»
Megan
sfiorò discretamente il quadrifoglio che portava come
pendente su un
bracciale e ringraziò a denti stretti.
«Ora
che ci penso ho lezione tra qualche minuto, ero passata solo a
salutarti... Forse torno dopo, se riesco a liberarmi degli
altri.»
disse, e Mirtilla si imbronciò.
«Cerca
di farcela.»
«Tranquilla...»
Erano
alla lezione di Trasfigurazione coi Ravenclaw quando un moccioso
Gryffindor bussò alla porta.
«Professoressa
McGonagall, Cedric Diggory dovrebbe uscire. Vogliono scattare le foto
ai campioni...»
«Diggory?»
chiamò la donna, e Cedric si alzò velocemente.
«Devi
prendere anche le tue cose!» squittì il ragazzino
e Michael lo
aiutò a raccoglierle in fretta, sussurrando un: «E
ricorda che
Potter puzza, non fare le foto vicino a lui.»
Cedric
sorrise per un momento e poi salutò educatamente la
professoressa e
il resto della classe.
L'ora
trascorse velocemente e quando uscirono per i corridoi già
si
chiacchierava di uno scontro prima dell'ora di Pozioni tra Malfoy e
la Granger.
«Dicono
che le abbia deformato la faccia!» raccontò
un'esagitata ragazzina
del primo anno.
«E
che anche Crabbe e Goyle siano finiti in infermeria!»
«E
che c'era pus dappertutto!»
«Che
schifo! Ma è vero che Snape ha tolto cento punti a
Gryffindor?»
«Non
me ne stupirei...»
«Hanno
detto che la Granger ha affatturato la Parkirson!»
Michael
raggiunse velocemente Megan e Georgia che uscivano assieme dall'aula
di Incantesimi.
«Voi
ci credete?»
«Metà
sono invenzioni.» intervenne Wayne alle sue spalle e Michael
saltò
per lo spavento.
«E
tu da dove diavolo sbuchi?»
«Non
avevo ancora lezione, noi del quinto cominciamo ora. Comunque ho
incontrato Finnegan di ritorno da Pozioni e pare che alla Granger
siano cresciuti i denti per colpa di una fattura e che a Goyle sia
partito il naso. I Gryffindor hanno perso cinquanta punti a testa
perché Snape ha fatto... il
solito Snape
e Weasley e Potter gli hanno urlato contro di tutto.» li
informò
velocemente, «Ora se vi togliete da mezzo al corridoio posso
andare
a seguire Trasfigurazione anche io.» e detto questo
sparì.
«L'uomo
dalle mille risorse...» mormorò Michael.
«Ma
dov'è Cedric?» chiese Megan.
«A
fare delle foto, sembra.»
«Sta
a vedere che lo troveremo nella Gazzetta del Profeta!»
esclamò
Georgia entusiasta.
«Che
lezione abbiamo ora?» domandò Susan, unendosi a
loro.
«Io
ora buca, che ne dite di farci un giro fuori?» propose
Michael, per
poi individuare una chioma familiare tra i Ravenclaw,
«Sandy!» e
così corse via anche lui.
«Quando
vede la Fawcett... Però fuori c'è troppo freddo
ormai, andiamocene
in sala comune!»
Georgia
ci pensò un momento, poi guardò Megan.
«E
tu che fai?»
«Ho
da fare.» rispose lei, cercando di mantenere un tono civile,
«Magari
vi raggiungo.»
«D'accordo...
Andiamo a chiamare Hannah.» disse rivolta a Susan.
«E
Sally.»
«Sì,
certo...» e la voce di Georgia non poté suonare
meno convinta.
Megan
ridacchiò tra sé e sé e
tornò al bagno di Mirtilla.
Era
quasi ora di cena quando si scontrò con Walter, che era alla
ricerca
di Cedric.
«Ehi!
Dove corri?»
«A
cena. Cedric invece non si vede ancora?»
«Credo
di averlo mancato. Scendiamo assieme?» le chiese, passando
una mano
tra i capelli castani e ricordandole Michael. Sembrava particolarmente
sulle spine.
«Perché
no...»
Proseguirono
in silenzio per qualche secondo, poi Megan all'improvviso chiese:
«Come va con tua madre?»
Walter
la guardò sbalordito.
«Cosa?»
«Come
va con tua madre?» ripeté lei, «Non
avevate litigato prima che tu
tornassi a scuola?»
«E
tu come lo sai?» domandò lui ancora più
sconcertato.
«L'hai
detto a pranzo... un mese o due fa. Non è vero che non ho
memoria,
sono le stronzate di tuo fratello, è solo che non ricordo
bene i
nomi perché non mi interessano.»
«E
invece di me... Voglio dire, di mia madre e me ti interessa?»
si
corresse velocemente, e lei rispose con un'alzata di spalle,
«Beh,
ecco... Meglio. Le ho chiesto scusa, con una lettera, sai... Non mi
va di passare il Natale a scuola.» farfugliò,
arrossendo
leggermente.
«Io
lo passo a scuola.» disse lei.
Walter
arrossì ancora di più, «Beh, in effetti
non è male passarlo a
scuola con gli amici, dopotutto!»
«Amici...»
ripeté Megan, poco convinta. Cedric era sicuramente suo
amico e in
qualche modo contorto lo era anche Wayne, o meglio, era un nemico ricorrente, ma gli altri? Walter era un buon conoscente e quasi amico,
sì,
decise, e a malincuore lo era anche Stebbins, per quanto stupido
fosse. Con Georgia aveva cominciato, senza motivo, a parlare e aveva
deciso che non l'odiava.
Alla
fine sorrise, pensando che era sempre meglio di niente.
«Se
dovessi decidere di restare festeggeremo assieme.»
dichiarò in un
insolito moto di sentimentalismo che lasciò di nuovo Walter
a bocca
aperta.
Poi
anche lui ricambiò il sorriso e annuì, con il
viso che andava a
fuoco. Forse Walter non era molto a suo agio con le ragazze,
rifletté lei.
Arrivati
in Sala Grande trovarono gli altri già a cena. Wayne le
scoccò
un'occhiata sospettosa quando gli si sedette affianco.
«Cos'hai
fatto a mio fratello?»
«Di
che parli?» si meravigliò lei.
Wayne
non le rispose, ma scambiò un'occhiata con Cedric, che
nascose
malamente un sorriso dietro il bicchiere.
«Allora,
raccontaci cos'hai fatto oggi, campione!» lo
invitò Michael,
gettandogli un braccio intorno alle spalle.
«E
non sciuparcelo, Mike!»
rise Georgia.
Amici.
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