One
shot basata su un fatto vero. Scusatemi per gli errori che troverete,
l'ho scritta di getto e non l'ho ricontrollata.
MEMORIES ARE THE BEST PHOTOS
Malinconia, tristezza e tanto
dolore.
Forse parole ancora troppo
futili, che non rendevano bene l’idea di ciò che
la ragazza provava.
Avvicinò ancora di
più le gambe
al petto, circondandole con le braccia. Una lacrima lasciò
una scia sul suo
giovane volto.
Nemmeno l’odore del sale ben
percepibile nell’aria e quell’enorme distesa di
acqua di fronte ai suoi occhi
riusciva a calmarla.
Qualsiasi persona avrebbe pagato
oro per sentire la sabbia tra le dita dei piedi o vedere
l’acqua cristallina di
prima mattina ancora indisturbata. La pace in quel luogo si poteva
quasi
toccare, per quanto fosse evidente. Le persone non avrebberò
però aspettato
molto ad invadere quella spiaggia isolata con strilli, chiacchiere e
gioia.
L’unico rumore, a
quell’ora, sembrava
provenire dai singhiozzi dell’adolescente, intenta a piangere
fino a non
riuscire a respirare.
Aveva tentato con tutto il suo
cuore di cercare di non sentire il suono del dolore che la invadeva.
Aveva
provato a correre, ad ascoltare il suo iPod, compagno di mille ricordi.
Mai
come in quel momento però, quella piccola scatolina rossa
multifunzionale le
sembrava tanto inutile.
Sentì dei passi lievi ed
incerti
avvicinarsi a lei. Non si girò;
anche se
si sentiva terribilmente sola, era certa di non volere nessuno al suo
fianco.
L’unica persona che le serviva
in
quel momento non avrebbe potuto essere lì con lei, nemmeno
se avesse voluto. Non
sarebbe mai tornato.
Un’ombra le tolse i pochi raggi
di sole che fino a quel momento lievemente le avevano baciato il viso.
Lentamente
il ragazzo si sedette accanto a lei.
“Come ha fatto a
trovarmi?” gli
chiese, la voce spezzata dal pianto ancora in corso.
“Ti rifugi sempre qui, quando
vuoi stare sola” un braccio le circondò le spalle
e si ritrovò appoggiata al
suo petto del coetaneo.
“Come stai?” le
chiese, la voce
intrisa da una nota di evidente tristezza.
“Mi manca” ammise,
lei. Voleva
solo stare sola, in quel momento. Ma non aveva la forza di mandarlo
via; capì
che anche lui, come lei, si trovava nella sua stessa situazione.
“Manca anche a me”
Il fatto è che nessuno dei due
riusciva a capire come un adolescente di soli sedici anni potesse
smettere di
vivere con un incidente in motorino.
Bastava davvero una manciata di secondi
per porre fine ad una vita piena di mille sogni, speranze ed un futuro
ancora
tutto da vivere?
Bastava davvero così poco per
portarti via una persona, quasi come il vento fa con una foglia?
“Che facciamo ora?”
“Dobbiamo andare
avanti”
Lei si voltò per un momento ad
osservare il profilo dell’amico che, come lei, non riusciva a
trattenere le
lacrime.
“Anche senza di lui?”
“Non ci avrebbe mai permesso di
star qui a consumarci; dobbiamo continuare a vivere… anche
per lui”
Si sentirono dei rumori in
lontananza. I primi bambini iniziarono a correre per la spiaggia,
buttandosi a
capofitto nell’enorme distesa d’acqua. Tutte quelle
risate stonavano così
tanto, in quel momento.
Eppure davano l’idea di una vita
che andava avanti, tra difficoltà, problemi, ma anche tante
soddisfazioni.
La ragazza aveva la strana
sensazione di non aver sfruttato abbastanza il tempo che aveva avuto a
disposizione con lui. Il brutto rimorso di non aver utilizzato
adeguatamente
quella reflex da più di mille euro che, come sempre, era
rimasta sulla sua
scrivania. In effetti non avevano nemmeno mai fatto molte
foto.
Forse era
meglio così.
Dopotutto le migliori fotografie sono i
ricordi.
|