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GREY+Pink
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Oh-ho
«Ste’, sei proprio sicura
di voler riempire la chiesa di girasoli, rami di bacche rosse e zucche giganti?
Che dirà il parroco?»
«Tranquilla. Il mio don è
un moderno. Vedrai che gli piaceranno.»
«Ma non puoi fare come le
donne normali e far preparare delle composizioni di roselline bianche e rosa?»
«Tu le faresti preparare?»
«Assolutamente no. Non
sono mica una donna normale, io.»
«E allora per quale motivo
dovrei farlo io, che sono ancora meno normale di te?»
Il motivo era semplice:
Daria era nervosa. In tutta la sua vita non le era mai capitato di rivestire
ruoli ufficialmente importanti. Questa era la prima volta per lei. Una vera
sfida con se stessa, un esame delle sue abilità organizzative, una prova di
forza per testare il suo autocontrollo messo sotto pressione, una gravosa
responsabilità, la presa di posizione del maggior ruolo di potere nell’arco di
un’intera giornata, un’autentica impresa.
Daria era la testimone
della sposa. E non di una sposa qualsiasi, ma della sua migliore amica.
Di conseguenza, tutto
doveva filare liscio come l’olio. Daria non avrebbe permesso a niente e a
nessuno di rovinare i suoi piani di perfezione. Purtroppo per lei, però, le idee
ed i gusti di Stella non le facilitavano il compito. E non solo quelli, a dire
il vero.
«E va bene, allora!»
concesse Daria. «In questo caso, oggi pomeriggio andrò a chiedere conferma
direttamente al prete!»
«Thanks, oh my darling»
rispose
placidamente
Stella.
«Senti, io e Daniel abbiamo pensato di usare delle zucche anche
per i centrotavola del ristorante, magari con degli adorabili...»
Daria trattenne il
respiro.
«Peperoncini rossi da
fissare in cima! Sai, come segno di buon augurio per... beh, hai capito, no?»
concluse Stella strizzandole l’occhio con fare complice. «Che ne pensi?»
Daria non parlò. Se lo
avesse fatto, le sarebbe uscito di bocca un piccolo consiglio su come Stella e
Daniel avrebbero potuto utilizzare i loro adorabili peperoncini rossi e,
decisamente, non era il caso di indispettire la sposa a sei settimane dal lieto
evento.
«A proposito del
ristorante!» continuò Stella, imperterrita. «Studiando l’assegnazione dei posti
a sedere degli invitati, mi sono accorta che il tavolo degli amici è troppo
lontano da quello degli sposi. Quindi ho pensato di metterti a sedere fra i
parenti, che sono più vicini al posto d’onore.»
«Va bene, tanto conosco
quasi tutti i tuoi parenti, ormai» assentì distrattamente Daria frugando nella
borsetta in cerca del numero di telefono dell’ufficio del parroco.
«Ecco, appunto. Il
problema è proprio questo» disse Stella. «Purtroppo non ci sono posti
disponibili fra i miei parenti. Non sono riuscita a ricavarti uno spazietto in
nessun tavolo.»
«Oh» disse Daria con un
pizzico di delusione. «Ste’, non fa niente, dai. Tanto stai pur certa che non me
ne starò seduta al mio posto per più di cinque minuti. Sarò sempre in giro a
chiacchierare con qualcuno e, soprattutto, dovrò stare un po’ dietro ai
camerieri per assicurarmi che non sgarrino su qualche cosa.»
«Io, invece, stavo
pensando di metterti al tavolo dei cugini di Daniel» propose Stella. «E’ proprio
di fianco al nostro, che ne pensi?»
«Ottimo» rispose Daria,
riprendendo la sua ricerca col morale decisamente risollevato. «I cugini di
Daniel hanno più o meno la nostra età, vero?»
«Mm, fammi pensare...»
disse Stella sporgendo le labbra in fuori e rivolgendo lo sguardo al soffitto.
«Più o meno. L’unico che ha l’esatta età di Daniel, però, è il cugino Fabrizio,
che è anche il suo testimone. Magari puoi sederti di fianco a lui».
«Affare fatto!» esclamò
Daria sventolando, trionfante, il biglietto col numero di telefono del don.
«Daria?» chiamò Stella,
osservando l’amica rituffare la mano nella borsetta in cerca del cellulare.
«Dimmi.»
«Sei sicura che non ti
dispiaccia che Tony non ti accompagni al matrimonio?» chiese Stella, un po’
titubante.
Daria interruppe la sua
ricerca e alzò lo sguardo per incontrare gli occhi scuri e ansiosi dell’amica.
“Ci risiamo”, pensò, “ancora con questa storia”.
«Ste’, Tony non è Ricky.»
«Questo lo so. E non sto
dicendo nulla del genere!» si difese Stella. «Io mi stavo solo chiedendo se a
te... va bene così, ecco.»
Daria guardò la sua amica
con tenerezza. Una tenerezza che, entrambe sapevano, Daria riservava a lei e a
lei soltanto.
«Se tu non te ne fossi
accorta, cara la mia piccola Regina dell’Ansia, il giorno del tuo matrimonio
avrò molto a cui pensare. E di certo non starò qui a piangere perché non dovrò
aggiungere alla lista la voce “prendersi cura del fidanzato, ascoltandone tutte
le tipicamente maschili lagne e tenendosi pronte a praticargli la manovra di
Heilmich nel caso gli vada di traverso un pezzetto di torta”» disse Daria con
tono volutamente strascicato ed assumendo un’espressione scocciata.
Stella scoppiò a ridere.
«Pensiamo a cose serie,
piuttosto» continuò Daria. «Quanti minuti sono passati?»
«Giusto!» esclamò Stella
dando uno sguardo all’orologio da polso. «Siamo già quasi a tre minuti!»
«Non ho parole» sbuffò
Daria, di colpo esasperata.
«Okay, allora» disse
Stella ignorando gli sbuffi contrariati dell’amica e prendendo dal ripiano del
lavandino lo stick per il test di gravidanza. «Guardi tu o guardo io?»
«Da’ qua!» abbaiò Daria
strappandole lo stick di mano e piazzandoselo febbrilmente a due centimetri
dalle lenti degli occhiali.
«Allora?» chiese Stella
iniziando ad essere un po’ agitata.
Fino a quel momento aveva
mantenuto una calma innaturale. Forse perché, già dalla sera prima, quando si
era accorta del ritardo durante un calcolo dei giorni per vedere se le sarebbe
toccata la scocciatura di essere indisposta il giorno del proprio matrimonio,
aveva subito attribuito lo sfasamento allo stress per i preparativi. Se fosse
stato per lei, non avrebbe neanche fatto il test.
Daria, ovviamente, non era
stata dello stesso parere. Appena saputo del ritardo, quella mattina, si era
subito fiondata nella prima farmacia aperta per acquistare il test di
gravidanza; poi era corsa a casa di Stella e, senza neanche posare la borsetta o
dire “ciao”, l’aveva trascinata in bagno obbligandola a fare pipì sulla punta
dello stick rivelatore.
Neanche l’attesa era stata
snervante, per Stella. La possibilità di essere incinta le sembrava lontana e
vagamente assurda.
Adesso che l’amica teneva
in mano il suo destino con occhi quasi fuori dalle orbite, però, una punta di
paura mista a qualcos’altro – che lì per lì non riuscì ad identificare – le si
insinuò nel petto.
«Allora?» ripeté un po’
più ad alta voce.
«Oh-ho» rispose Daria.
«Oh-ho? Oh-ho cosa?
Oh-ho, che spreco di soldi è stato acquistare questo test? Oh-ho, mi sono
bagnata le dita con la tua schifosissima pipì? Cosa...?»
«Oh-ho, mi sa che non ci
sarà bisogno di quei peperoncini per i tuoi centrotavola.»
«...»
«Già.»
°°°*°°°
Spazietto autrice:
Ma ciao a tutte!!! Allora,
come va? Spero bene! Come avevo annunciato nell’ultimo capitolo di “Happy New
Year!”, eccomi qui con una nuova storia. Dunque, vi do qualche spiegazione: il
capitolo 1, che avete appena letto, si colloca più o meno due/tre anni dopo la
fine di “HNY!” (ho deciso di non essere troppo fiscale coi tempi... spero, così,
di lasciare più libertà alla vostra fantasia). La one-shot “Disperate cronache
di un giorno non comune” si inserisce, invece, proprio nel mezzo di “GREY+Pink”.
Quindi, prima viene “Happy New Year!”, poi la prima parte (chiamiamola così) di
“GREY+Pink”, poi “Disperate cronache di un giorno non comune” e, per finire, la
seconda parte dei “G+P”. Quindi, fra qualche capitolo aspettatevi l’arrivo del
piccolo Leonardo.
Ed ora, carissime, i
ringraziamenti:
Ultimo
capitolo di “HNY!”:
annarita18
(spero anch’io che tu riesca a trovarlo prestissimo); khika liz (il tuo
amore verso una delle mie storie mi lusinga parecchio); TheRedWriter
(grazie di tutto, carissima; aspetto con ansia l’aggiornamento della tua
storia); MimiMiaotwilight4e (sarò felicissima di trovarti spesso, Mimi
cara!); lady snow (SuperDaniel! ah ah ah XD!!!); YamiHime (ciao
carissima, eccoti il seguito, spero ti piacerà!); romina75 (ci hai
azzeccato su tutti i fronti! brava!!!); Maharet (un’oca e un pollo! sei
un mito!!); BimbaDolce (penso sia uno dei complimenti più belli ed allo
stesso tempo più concentrati che mi siano mai stati rivolti, ti ringrazio
tantissimo!); Marcie (un milione di grazie, carissima!); Anthy (la
tua recensione mi lusinga, ma ancora di più il fatto che tu abbia letto!
grazie!); neviens (grazie mille! concordo anch’io, ovviamente!); x__Koizumi
(e tu, invece, sei una grande! un milione di grazie!); Mgt88 (grazie per
tutti i tuoi bellissimi complimenti! spero ti piacerà anche il seguito!).
One-shot
“Disperate cronache di un giorno non comune”:
Anthy
(allora, carissima? sei a bordo?); neviens (spero di essere riuscita a
chiarirti un po’ le idee... comunque, sì. Le “cronache” della one-shot sono
appunto ispirate al “mio” parto, anche se la storia che ruota intorno a Daria e
Fabrizio, ovviamente, è totalmente di fantasia); Morgana (cara, sono
contenta che ti sia piaciuta anche la one-shot); Marcie (spero che ti
piacerà anche questa storia, carissima!); x__Koizumi (oddio, questo è
davvero troppo per me! adesso mi monterò la testa XD!!! grazie, tesorino!);
MimiMiaotwilight4e (grazie Mimi! sei gentilissima!); Maharet (ah ah
ah XD!!! mi sa che hai molto in comune con Daria, allora! ciao, Cla carissima).
Grazie a tutti quelli che hanno
letto!
A presto!
- Sif -
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